Francesco @lter8
Macarone Palmieri
FREE PARTY
Tectinoanomia per
delinquenza giovanile
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Francesco @lter8
Macarone Palmieri
FREE PARTY
Technoanomia per
delinquenza giovanile
MELTEMI
Il più forte ringraziamento va alla Venerea Edizioni - nelle figure
occulte di Atonai, KeyKusrow, Bodhi pat a-rà, Sister Ertzy -, la casa
editrice indipendente con la quale collaboro e che, insieme ai miei
cari confratelli intellettuali sbandati della rivista «Torazine: capsule
policrome di controcultura pop», sono i primi a supportare e ad abili-
tare ogni mio passo editoriale/esistenziale. Siamo uno, nelle nostre
infinite, irriducibili, splendide differenze.
A CHI VIVE NEGLI SQUILIBRI, COME ORTICHE NATE DAL CEMENTO.
Indice
p. 7 Parte prima
9 FFWD: Avanti veloce. Posologia - Controindicazioni
Francesco @lter8 Macarone Palmieri
61 Parte seconda
63 Trìbal eye: 1649-1992
Alan "Tash" Lodge
83 Straight to the edge. Prima linea: reportage di guerre
soniche 1985/Y2K
a cura di Francesco @lter8 Macarone Palmieri
253 Parte terza
255 Every picture tells a story
Monia Cappuccini
261 Cut, Copy, Paste. Psychografie di rivolta libidinale
1993/Y2K
a cura di Francesco @lter8 Macarone Palmieri
365 Bibliografia
369 Net-o-grafia
FFWD: Avanti veloce.
Posologia - Controindicazioni
Francesco @lter8 Macarone Palmieri
Different peoples' lives are based around different things ours is
based around music. At our core is a sound system. It feeds us,
nourishes our talents, it dictates our movements, brings adven-
ture and keeps us together.
Vinca Petersen, «No System»
Che l'uomo vada dove non è mai stato, provi quello che non ha
mai provato, pensi quello che non ha mai pensato, sia quello che
non è mai stato. Bisogna aiutarlo in questo, bisogna provocare
questo trasporto e questa crisi. Creiamo degli oggetti sconvolgenti.
Paul Nougé
SUPPORT WILD LIFE - THROW A PARTY
adesivo su una Cinquecento
La mia professione è attraversare frontiere. Quelle strisce di
terra di nessuno fra due posti di controllo sembrano sempre
zone piene di promesse: la possibilità di nuove vite, nuovi pro-
fumi, nuovi affetti.
I. 6. Ballarci, «Cocaine Nights»
confine e frontiera
confine e frontiera, concetti assonanti ma profondamente diversi, il
primo limita, definisce, designa, identifica, sistematizza, controlla,
mappa la geografia politica dell'agire umano, il secondo invece
apre, evapora, fluidifica, ibrida, espande, territorializza la geografia
emotivo-esistenziale-fattuale dell'esperire umano, la frontiera è
zona liminale, algebra emotiva, irrazionalità sospesa in cui il dive-
nire si fa strumento aritmico di conoscenza e autogoverno, questo
libro sprofonda nella cartografia impossibile di frontiere oltreconfi-
ne cercando di fermare, nel momentaneo flash di un'immagine
stroboscopica, quel frame dissolvente tra due caselli di uno spazio-
tempo tempestoso, distorto, sonoro, allucinato, empatico, nascosto
e raggiante; ovvero la biografia settennale di un desiderio in rivolta
espresso in vento techno-libertario, quello dei rave illegali o free
party, in questi sette anni di passione il viaggio della mia vita è
mutato radicalmente dissetando i miei desideri di sovversione del-
0 l'esistente, di espansione e autogestione dei paesaggi fisici/menta-
li/socioculturali, di risveglio dei piaceri ed erotizzazione dei dialo-
£ ghi, di xenofilia e amore per l'alterità, di elaborazione dei linguaggi
g del conflitto, in questo spazio comunicativo si vuole sperimentare
uno stravolgimento del linguaggio della rappresentazione, per rom-
•g pere ogni ritmica antitetica del dentro e del fuori, per cercare di
1 dare vita a immagini emotive che permettano l'immersione dei
^ sensi nell'idea di libertà, in queste pagine si vuole dilaniare il pote-
g re del simbolo come incarnazione storica, attraverso la fulminea
S
£ azione del segno: quella traccia segnica esplosiva, desimbolizzante
| e risignificante, che caratterizza le controculture contemporanee o
$ culture postmoderne, nuovi linguaggi del conflitto che desacralizza-
§ no l'archeologia dell'apparato sorretta dal monolite culturale domi-
| nante, e si scagliano contro il precetto del simbolo fatto edificio
sociale, è qui in discussione l'idea di politica come retorica della
stabilità che, basandosi ancora su ottocentesche categorie sociopo-
litiche ed economiche del bisogno, vive la sua crisi nell'impossibili-
tà di limitare, definire, designare, identificare, sistematizzare, con-
trollare, mappare la geografia dinamica del desiderio, è qui in dis-
cussione la sua meccanica scientifica definita governo del -demos"
- con tutte le sue strategie di definizione di cittadinanza e retorica
democratica dell'uguaglianza - per evidenziare le ritmiche normaliz-
zanti della continua e stabile maggioranza che trae il suo potere
sull'oppressione e l'annullamento delle minoranze tramite una loro
sintesi in società civile, è qui messa in crisi l'idea di potere gover-
nativo locale>statale>europea>mondiale riveduta e corretta in ogni
suo passaggio come oppressione del singolo e delle sue presunte
minoranze, minoritarie e minorate, nella tutela e abilitazione delle
loro irriducibili e molteplici e dissonanti alterità.
abbandono
la dissoluzione di tale archelogia giurassica attraversa questo
momento di riflessione aprendosi a una sperimentazione compo-
sta di suono e danza, stimolo, tatto e sorriso, viaggio e abban-
dono, "abbandono" è una delle keywords basiche per respirare
le immagini emotive presentate in queste pagine, non c'è possi-
bilità altra che ricercarsi in un abbandono conoscitivo, la disper-
sione è il salto nel vuoto o la vertigine da shock della conoscen-
za; visione fluida ed eccitante della realtà in divenire che sfugge
alla cementificazione del pensiero in concetto codificato, squili-
brio come analisi critica ibridata di suono, tecnologia, cemento e
corpi in rivolta. Il rave è un hard raptus, una macchina impazzita,
assemblata e lanciata come una furia contro i muri della norma,
oltre i confini del concettualizzato, lì dove pensiero e corpo dan-
zano liberi, un motore transumano nutrito di energia nervosa
proliferante,, composto di interzone atopiche desincronizzate o
strutture industriali abbandonate, sincope di ritmiche techno-logi-
che dell'abbandono e danze crepuscolari d'abbandono; la sociali-
tà d'abbandono è quella di chi si muove tra le scorie, per
sopravvissuti agli orrori della civiltà occidentale, la cultura della
disp ersione o azione dell'abbandono è rifiuto, negazione, distac-
co; ardore nichilista/dissolutivo di quel fetore necrotico o cancre-
na della quotidianità, asfissia di rapporti formali, di ruoli e sta-
tus, di leggi e valori, di etiche e morali, oppressione generalizza-
ta o produzione di morte, da questo terreno arido del presente
si dispiega un movimento che rompe e irrompe, disegna e desi-
gna spazi liberi nel prisma della vita tra contrazioni di passati
anteriori e futuri remoti, per dirla con le parole di Jules-Frangois
Dupuis Aka Raul Vaneigem "come l'economia in crisi che non
perisce, diventa economia di crisi, la crisi della cultura che si
sopravvive, diventa cultura della crisi" (Dupuis 1977).
crisi
la danza è danza della crisi, il suono è il suono della crisi, l'a-
zione diretta tramite l'occupazione è l'energetica potenziale della
macchina impazzita o linguaggio della crisi visto come solleva-
zione, ribaltamento e decostruzione delle sintassi politiche, i
:j- to rimanere aperti e lacerati per far fluttuare le contraddizioni
w con vettori acustici di beat 909 in 4/4 e breakbeat dissonanti, è
il corpo-linguaggio a essere geopoliticamente decostruito nelle
£ sue sintassi di potere, conseguentemente è il corpo dei rapporti
t socio-culturali a essere aperto>penetrato>disorganizzato>innerva-
to>riassemblato ed elettrizzato di nuova vita come il primo dei
•c freak-steins e l'ultimo degli immortali, il corpo nomade del lin-
I guaggio controculturale inizia a perdere il suo prefisso "contro",
^ funzionale al potere della KKKultur, irradiando grooves libertari
S composti da strutture chimiche di battute-movimenti-sorrisi e
£ sviluppando l'ardita potenza della transculturalità. movimenti
| tellurici che spezzano frammentano e ricompongono la superfi-
Ì eie del suddetto tessuto destabilizzandolo proprio nell'attraver-
| samento, negando alle dialettiche dei poteri una controparte su
| cui ratificarsi controidentificando. "... per noi resistere è disunir-
u " ci, il nostro disunirci li sconvolge, ritrovarci è solo erotico, cioè
critico" si legge nell'ultima parte di una fanzine firmata "libertari
oltre il kaos - franatici", la forza di una scelta libertaria per
loro, come per i raver, sta nel grande esodo ovvero, ancora una
volta, nell'abbandono; evasione dalle prigioni delle identificazio-
ni a opera di vecchie categorie dove rientra in gioco la dialettica
0 meglio la crisi dialettica del concetto di confine sulle alchimie
delle sperimentazioni libertarie di frontiera, una frontiera fatta di
edonisti con una causa: il piacere del ritrovarsi in una aritmia
cronotopica densa di extrasensorialità, libera, critica nel suo ero-
tismo, è la sovranità degli stati stessi a implodere nell'impossi-
bilità di un approccio giocale, molecolare al controllo tra la
caduta del senso di stato e la concreta massa atomica liminale
sospinta da venti elettronici nel mare suburbano di cemento
armato, le azioni libertarie agite nella forma-festa si esprimono
come technonatura o panorama di postumanità sincretica, agita-
ta da digitkaos. nel momento postmoderno, in cui certa globa-
lizzazione sta dando vita ad accentramenti governativi che,
attraverso strategie politico economiche, intendono ristabilire
l'assialità scalare tra mondi e loro speculazioni, assistiamo par-
tecipanti al primo epifenomeno controculturale globalmente dis-
gregante, localmente decentrato e mondialmente collettivo. Mark
Spiral-Hidden Resistance, riflettendo sul movimento dei teknivals
come agente disgregante rispetto agli accentramenti di potere,
afferma che "... such a party principle proves very popular & the
concept has spread europe-wide. Escalating on ali fronts... now
as in the future, with ECCs new monolitic bureaucracy poised to
take control & the power drunk capitalistic system holding the
world to ransom, teknival has became something of a haven
and testing ground for new ideas..." (Mark/Spirai Hidden
Resistance 1997). questo quadro viene a sua volta potenziato
dalla prospettiva rizomatica che configura l'altra faccia della glo-
balizzazione spostando il concetto di rete, inteso come relazioni
tra singoli promoter, krew, posse, tribe, etichette indipendenti,
radio libere/pirata, free party people, su un piano connettivo
neomediale tramite convergenza 0 attraversamento di sistemi di
comunicazione a tecnologia digitale, dall'editoria elettronica alla
comunicazione in tempo reale tramite chatroom, newsgroup,
mailing list, website, netradio, webcasting video, tecnologia
w.a.p. e via discorrendo. Christoph Fringeli afferma "... new car-
tographies are emerging, white spots on the map not in some
far away continents but in your own backyard... networks are
types of organizations wich requires intense communication and
exchange of informations between different nodes... there is no
chain of command but a feed back system of collective decision
making. a network is immune to decapitation as hierarchical
structures are largely dissolved as they become increasingly
inappropriates and inefficient. Power is being dispersed... the
network is not complete without you" (1999). le gerarchie si
ribaltano e i centri di potere si perdono nell'azione periferizzan-
te degli "information dancers" i quali, a loro volta, si muovono
tra le rughe della società dello spettacolo ammuffito creando
stroboscopie di zone autonome nelle disfunzioni urbanistico-
architettoniche della gigalopoli/occidente.
frammenti
frammenti di lucida follia che fluttuano nelle spire sonore di
fenomeni acustici in costanti esercizi di telepatia, insopprimibile
voglia di ridere e amare, desiderio del dono, il concetto di free
party qui è dedicato a prassi di sovversione, quindi alla gratuità
dell'atto, alla fuoriuscita dal calcolo, al momento del gioco, alla
generosità del dare, all'impossibile piacere del viver/si immedia-
tamente, alla luce accecante di un sorriso spontaneo, all'abbrac-
cio del tutto, all'inaccessibile feticismo della più inestimabile
delle merci, la vita libera, come il linguaggio della critica in un
famoso assioma situazionista vaneigemiano si faceva critica del
linguaggio, la controtendenza relazionale dedicata alla gratuità
dell'azione, incomprensibile alle mediazioni mercificanti del
postcapitalismo selvaggio, si fa problematizzazione delle relazio-
ni sociali, "l'invenzione suprema è quella di un problema, l'aper-
tura di un vuoto al centro del reale" (Levy 1995). la problematiz-
zazione del reale giurassico, dove i "... dinosauri [governativi]
non si sono estinti anzi ci vorrebbero convinti che l'alta marea è
passata..." ("La grande mareggiata", Conflitto, Assalti Frontali),
non riesce a fare i conti con questa mareggiata problematica di
correnti polidirezionali che emana onde anomale nell'asfalto di
technosovversione. tuffi in quell'emozione oceanica di chi sente
e agisce per infestare e liberare in una fratellanza infinita.
periferia dei pensieri - il delitto
guardandomi dalla periferia dei miei pensieri ripercorro le mie
storie passate, come un assassino che non può fare a meno di
tornare sul luogo del delitto, mi ricordo geograficamente dis-
perso insieme a dj Tank 1 , al Duka, a M. e altra gente, nelle
valli del Monte Peglia, in Umbria, alla ricerca di un sito per dar
luogo al primo free techno festival italiano 2 , essendo il Monte
Peglia un'ottima area geografica centroitaliana, quindi facilmen-
te raggiungibile, con un tessuto controculturale hippy legato
all'area movimentistica delle vecchie occupazioni romane, pro-
vammo a proporre, se non una collaborazione nel supporto
logistico, per lo meno un'immagine possibile di ciò che sareb-
be potuto accadere in loco. Tank era il link con la scena
pegliana e quindi a lui era fondamentalmente delegato l'apripi-
sta di un'esplicazione dell'evento alla curva di resistenza hippy,
in quei casali senza acqua e corrente elettrica, ovviamente tro-
vammo un attrito forte da parte loro ma ci fu una sua frase
dirompente che colpì, anche se forse non consapevolmente,
molto più me che loro, "immaginate i rave come coperchi alza-
ti, per permettere a fumi e sapori di uscire", la metafora era
perfetta, i rave rappresentavano per lui/noi lo sprigionarsi di
forme di conflitto che liberavano l'azione individuale/collettiva
dalle vecchie egemonie, librando nell'aria marcia e stantia del-
l'asfìttico universo politico sociale e culturale contemporaneo,
odori, umori, assonanze, contraddizioni, ma soprattutto indivi-
dualizzando azioni e sensi, il riferimento al coperchio alzato
mostrava anche una critica alle contraddizioni interne alle varie
aree movimentistiche - come centri sociali, radio libere, asso-
ciazionismo di base ecc. - che, anche in quel caso specifico
hippy, erano chiuse all'innovazione generazionale, ai nuovi lin-
guaggi, scatenando guerre intestinali per rivendicazioni di pote-
re 3 , la spedizione in Umbria fallì per la reticenza di un'area che
sviluppava un'idea tradizionale di controcultura come forma di
rifiuto luddista a un uso sovversivo/espressivo della
tecnologia 4 , quindi il festival 5 ebbe luogo in una valle a
Marcellina, sopra Tivoli, e fu stravolgente ma ancor di più lo fu
l'immagine di Tank che racchiuse e contemporaneamente aprì il
significato dei rave in una pentola e in un coperchio rialzato
facendo esplodere la panacea dei venti, la fuoriuscita dei
mostri, l'amplificazione dell'uno in molteplice.
ipertesto
la lettura dei rave si può visualizzare come una forma ipertestuale
in cui la propositività si configura come un progetto autogestiona-
rio dove l'elaborazione di un'architettura relazionale libera si com-
pone di nodi esistenziali autobiografici tanti quante le biografie
delle entità che danzano in questo iper spaziotempo sprofondato
tra i confini delle sintassi dei vecchi poteri e gli affioramenti di
produzioni linguistiche parallele, l'intreccio dei patterns esistenziali
sono i nodi della rete ipertestuale, i links possibili sono le defini-
zioni di significato che elabora la mente unica dell'ipertesto rave.
^ la produzione cognitiva della mente-rave performa la connettività
come shock della conoscenza, dialogia della diversità, agorafilia
£ metropolitana, il raver è un'entità errante che attraversa, in una
oj cerebralità trascendente, la significazione collettiva dell'ipertesto
attraverso i suoi nodi possibili, l'abbandono così qui si riaccende
•c nella ricerca della significazione del testo esploso in una tempesta
I di idee percettive, il lettore danza la sua produzione di testo ero-
f tizzando la sua zona relazionale con la struttura aperta del testo
S collettivo, il raver legge il suo linguaggio glo-cale autoproducendo
| il testo, il testo del rave è a sua volta la zona vuota del linguag-
% gio delle organizzazioni politiche del cadavere sociale, quindi la
Ì ferita aperta del suo corpo che gode del non coagularsi, per anda-
| re più a fondo possiamo, in questa prospettiva, abbracciare le
| concettualizzazioni ripercorse da Pierre Levy nel suo saggio sui
processi di virtualizzazione. Levy introduce i concetti di
virtuale/attuale e reale/potenziale dedicando la sua riflessione ai
mutamenti antropologici della contemporaneità, cercando le chiavi
per un'azione diretta sulla sua gestione sociopolitica. Levy inter-
preta filosoficamente la virtualizzazione come energia dinamica di
problematizzazione del reale, basandosi sulla radice etimologica
latina della parola "virtus" ovvero forza, potenza, l'attualizzazione
è il processo di risposta alla problematizzazione del reale nella
sua reinvenzione significativa quindi nella sua radicale modifica-
zione, la virtualizzazione, usando la percezione del vuoto come
elemento in divenire, come motore del suo processo di attualizza-
zione, trasforma l'attuale istituito in problematizzazione esponen-
ziando e fluidificando le differenze, ancora, il processo di virtualiz-
zazione propone un'azione di eterodossia cronotopica nel suo
svincolarsi dagli spazi/tempi dell'identità, quindi dell'essere al suo
interno, l'idea della virtualizzazione come problematizzazione
nomade, o esodo dalle identità precostituite dagli spazi tempi dei
poteri tradizionali, va esattamente contro quella filosofia politica
tradizionale in cui l'umanità non poteva che esprimersi in una
definizione spaziotemporalmente gerarchizzata, categorizzata, con-
trollata, statica, reale dell'essere: appunto l'essere-ci. Michel Serres
invece parla di una produzione dell'essere tra le cose chiaramente
situate, sedimentate e istituite, opponendo etimologicamente al
tedesco "dasein" esserci, il latino "ex-sistere" ovvero "l'esistere al
di fuori di"; quindi virtualizzare il proprio senso dell'esistere
ponendolo al di fuori dei rapporti di potere in una dinamica rela-
zionale accesa da vitalità passionali composte da progetti, conflitti
e intese svincolate dalle griglie politiche sociali culturali ed econo-
miche moderne, la virtualizzazione anima una cultura nomade gio-
cale nelle sue attualizzazioni spaziotemporali stroboscopiche,
simultanee, frammentate, multicentriche, parallele, destabilizzanti
l'idea cronologicamente e topograficamente lineare/ordinata della
realtà, "la virtualizzazione mette a dura prova la narrazione tradi-
zionale" (Levy 1995). queste le parole di un Levy che entra critica-
mente nelle sintassi dei vecchi poteri moderni. Il rave come forma
ipertestuale esprime la lacerazione di questa sintassi attraverso la
sua complessificazione virtualizzante in una tensione libertaria. Se
il testo del potere si esprime nell'ortodossia del qui/ora, l'iperte-
sto dei rave virtualizza i confini categorici delle identità politico-
sociali e moltiplica le frontiere dell'eterodossia cronotopica in
un'algebra impazzita predicendo numerologie digitali.
la molteplicità dell'uno
la pratica del rave, come moltiplicazione reticolare nell'olografia
dell'uno in molteplice e viceversa, si fa progetto totale di una
mente unica pulsante 0 terreno ottimale di abbattimento dell'io
come unità categorizzata e strangolante, il concetto è caro all'è-
oologia transorganica dell'antropologia batesoniana: "... se desi-
deriamo spiegare o comprendere l'aspetto mentale di un qua-
lunque evento biologico dobbiamo prendere in considerazione
la rete o circuito di sistemi chiusi all'interno del quale quell'e-
vento biologico è determinato, ma quando cerchiamo di spiega-
re un comportamento di un uomo o di un qualunque altro orga-
nismo questo sistema non avrà gli stessi limiti dell'io" (Ba teson
1972). raver come multividuo olografico, altro da sé in continua
espansione, la prospettiva cibernetica adottata da Bateson
mostra come l'armonia del molteplice, nei suoi processi comuni-
cativi, irrompa sul concetto biologico-sociale di sistema, sul suo
^ equilibrio, sul suo controllo e sul suo governo. "... non è possi-
bile che in un sistema che manifesti caratteristiche mentali, una
£ qualche parte possa esercitare un controllo unilaterale sopra il
a, tutto. In altre parole le caratteristiche mentali del sistema sono
immanenti non in qualche parte, ma nel sistema come totalità"
•g (Bateson 1972).
1 il concetto di mente unica qui elaborato trova una sua applica-
ci zione perfetta se riferito alla microecologia dei rave. esso si
2 lega al concetto di granularità 0 densità del linguaggio del
£ molteplice espresso nella cultura technolibertaria, proponendo
| una visione del rave come collettivo intelligente nell'intelligen-
® za collettiva - interpretata come modello comunicazionale
§ tutti/tutti in opposizione ai precedenti modelli uno/tutti dei
I vecchi media e uno/uno dei media reticolari -, soprattutto se
inteso come sostanza alterante la macroecologia della sua
coscienza, il concetto di cultura da un punto di vista semiotico
viene interpretato come universo di galassie di codici 0 net-
work di significati che l'individuo produce per rimanerne con-
temporaneamente intrappolato, aggiungendo una sfumatura di
carattere sociologico data da Ann Swindler, possiamo dire che
la cultura non solo è oggi quasi completamente slegata dai
contesti sociostorici che si imponevano come suprematici, ma
in più può essere visualizzata come "tool kit" (Crespi 1997)»
una cassetta di attrezzi intesi come molteplici strumenti da
usare a seconda dei panorami socioculturali di riferimento,
quindi molteplice nei suoi gruppi di valori, significati e norme
a seconda dei milieux sociali e delle iniziative individuali degli
attori sociali, agenti in forma locale e mondiale,
quindi il concetto di cultura, come forma monolitica, non regge
più e ancor meno giustifica l'idea di apparato sociale come
sistema, la produzione di controcultura technolibertaria in que-
sta prospettiva entropizza la disgregazione proponendo una psi-
cosi di massa invasiva della mente unica o un'azione diretta di
psicotropia culturale nel macropsichismo globale,
ne possiamo dedurre che la società/cultura glo-cale pensa in
noi tanto quanto noi pensiamo glocalmente in essa, la produ-
zione di modelli culturali libertari in opposizione a ogni rap-
porto di dominio è quindi un'azione significativamente psico-
tropa nel macropsichismo collettivo levyano o mente unica
batesoniana che ne disorienta i rizomi molecolari elettrici, le
esplosioni sinaptiche e soprattutto stimola aree nuove in cui
svelare scenari di vita possibili.
rumori armati
i raver navigano nell'estasi amniotica di energie emotive polidire-
zionali mono ed eterodirette, linfa vitale dell'individualizzazione ed
esponenziamento delle storie "attualmente" libere dall'oppressione
dei condizionamenti sociali dei vecchi apparati statali e dai rappor-
ti di schiavitù produttivistica dei nuovi liberismi economici. Breton
affermava che "il più semplice atto surrealista consiste nello scen-
dere in strada con una pistola per mano e sparare a caso, finche
si può, sulla folla, chi non ha voluto almeno per una volta, farla
così finita col piccolo sistema di avvilimento oggi in vigore ha il
suo posto ben preciso in mezzo a quella folla, col ventre all'altez-
za della mira" (Breton 1929). ebbene, l'inarrestabile desiderio sur-
realista di estinguere con uno sterminio figurato le aberrazioni dei
rapporti di dominio può essere metaforicamente trasportato negli,
spari della techno. Dag Spirai affermava "soundystems are wea-
pons - make some noise" e Qirex aggiunge "tekno is a weapon -
shoot your beats". la techno esplode colpi di vita, allattando i
suoi figli con il rumore, negando ogni idea tradizionale di melodia
e di arte, il suono è vita, la sua persistenza nel tempo e nello spa-
zio di un dance floor è continuità di vita, il rumore è vibrazione
acustica libera; pensiero non addomesticato alle sintassi della
musica, la sua forza di impatto, la sua mole acustica deflagra ogni
rapporto di produzione spazzando via ogni codifica mercantile ed
erotizzando i corpi, la produzione di rumore è l'urlo sovversivo di
menti in/quiete, la definizione del suono ha una proliferazione
poliforme mediata da techno-logia a supporto digitale, la produ-
zione di suono non condizionato da stime economiche nei rave
agisce in forma immediata con live sets. " la techno è musica
folk" (Lowe, Shaw 1993) diceva Mark Spirai; ovvero espressione
0 immediata dalla gente per la gente, in questo modo la spirale si
mette in moto e la produzione di rumore come fenomeno pop
£ apre a vasti spazi relazionali in movimento, ritmi di guerre estati-
fi
a, che, dispersione e ricongiungimento in quell'oceano assoluto di
^ pensiero libero, il dance floor è l'humus patogeno di allegri en-tro-
•c pici metropolitani in cui diffondere pensiero impazzito; interfaccia
1 algo-ritmica tra futuro libero e azione presente, il "balla e difendi"
^ che caratterizzò lo sviluppo dei centri sociali nei primi anni novan-
2 ta, scandendo le ritmiche hip hop delle posse, su un'idea di aper-
si tura al territorio metropolitano tramite azione diretta e contempo-
li ranea chiusura identitaria di resistenza, si trasforma oggi nel "balla
Ì e diffondi" inteso doppiamente come apertura a quella metropoli
§ ieri negata dagli stessi centri sociali e ancora come cultura che
I perde lentamente la schiavitù della sottomissione dialettica del
contro per perseguire quella dialogica a favore del desiderio, le
esplosioni sinaptiche di quello spazio cerebrale rappresentato dal
dance floor creano tessuti di vissuto kaotico in cui sperimentare
abolizioni della società di classe.
oracoli postmoderni
una mattina grigia e fluorescente di una domenica indefinita
targata 1.9.9.7., mi ritrovavo, sensualmente acceso ed enfatico,
a Bologna, in una delle feste più significative e stravolgenti
della mia vita, nel ventre devastato di una fabbrica di giocattoli
abbandonata assistetti a un dialogo tra Rorie, un traveller
inglese, e Sasha uno degli organizzatori/pro-motori della festa,
il primo argomentava in modo animato e rabbioso un discorso
sull'assenza di Simon Carter al party 6 . Rorie urlava in cockney
smascellato che Simon era stato offensivo nella sua non parte-
cipazione alla festa, comportandosi come un facente parte di
quello star system di djs della scena techno libertaria esatta-
mente speculare alla scena commerciale. Simon non era venuto
perché aveva richiesto il nome sul flyer e gli era stato negato.
Rory continuava a ripetere "we are ali on the same fuckin' dan-
cefloor, mate". <^mo tutt' *»"o ^^-^nre floor. siamo tutti
uguali sul dance floor. siamo tutti uguali, nelle nostre molteplici
differenzèTn^onzzontalità del dance floor. balliamo tutti lo
stesso sound esprimendolo in serialità differenziate di geome-
trie frattali, questa frase mi fulminò più di quanto non lo fossi
già, dando una luce significativa al momento di ultravita che
stavo respirando, per tutte le feste a venire, le parole, la tim-
brica e la furia di Rorie hanno riecheggiato nei miei pensieri,
vivendo, riproponendo, elaborando e ballando lo stesso valore
di uguaglianza nelle diversità in ogni dancefloor che ho vissuto,
abitato e amato rigenerandomi e mutando, il dancefloor è defi-
nito da un'architettura emotiva sensibile e opaca esperibile
solo da chi prova ed esprime vita ballando su quel sottile con-
fine che la separa dalla morte, le sue forme sono dissolventi e
mutano con l'interagire dei raver. la spazialità sonora esprime
tempi e modalità dell'interazione sociale svelando campi pano-
ramatici dell'utopia; giardini di cemento per piante umane che
vibrano e crescono alterando/si; punto parestesico in cui piace-
re e dolore, amore e morte, assonanza e dissonanza, kaos e
universo convergono in quel fragile equilibrio esistenziale che
si fa varco di uscita nel processo di ek-stasis o ex-stasi o
abbandono dello stato - di cose presenti - verso il territorio di
una poesia generalizzata, si disincarna così il progetto surreali-
sta di influenza freudiana con l'intenzione di portare alla luce
quelle zone d'ombra usandole per una migliore conoscenza di
se stessi e del mondo, una psicoanalisi intesa come arte popo-
lare quindi sbarazzata dalle pretese rieducative e completamen-
te ostile alla terapia psichiatrica poliziesca elaborata sui valori
castranti della reintegrazione sociale, proprio lo stesso metodo
analizzato da Devereux il quale definiva l'angoscia, la paura,
l'orrore strumenti di produzione del sapere (Devereux 1967).
l'autoindagine, come forma di psicoanalisi desacralizzata, non
può che avvenire attraverso una decostruzione del linguaggio
inteso come strurmento di definizione culturale e relazione
sociale, in questa direzione agirono i surrealisti, sebbene cer-
cando ingenuamente il primato dell'istinto/natura sulla ragio-
ne/cultura, con la scrittura automatica che, nel manifesto sur-
realista del 1924 veniva definita come "automatismo psichico
N puro con il quale ci si propone di esprimere, sia verbalmente,
sia per iscritto, sia in qualsiasi altro modo, il funzionamento
£ del pensiero, dettato del pensiero in assenza di ogni controllo
a, esercitato dalla ragione", i rave sono il territorio di un'indagine
psicoanalitica nella loro lettura ipertestuale, il raver definisce il
•c suo stesso testo nell'ipertesto collettivo aperto dei rave trac-
1 ciando e decostruendo la sua stessa biografia, perdendo e
^ ritrovando se stesso nell'opera totale, anti-autoriale e aperta,
2 della festa, il kaos testuale è abbattimento di etiche e morali,
8
£ apertura delle zone d'ombra, fluidificazione delle immagini
« mentali, sesso con l'orrore^amore per la paura e cre.spita.iial —
§ superamento del sé; proprio in un continuum parziale con quel
§ surrealismo "... connesso a certe forme di associazione fin'ora
g trascurate, sull'onnipotenza del sogno, sul gioco disinteressato
del pensiero, [che] tende a liquidare definitivamente tutti gli
altri meccanismi psichici e a sostituirsi a essi nella risoluzione
dei principali problemi della vita" (Dupuis 1977).
il dancefloor calza in un'idea predittiva, oracolo postmoderno per
riflessioni su se stessi, la spazialità liberata diventa perimetro
della mente in una riconfigurazione progressiva in cui tale indivi-
dualizzazione psicoanalitica si amplifica nell'uso consapevole e di
ricerca, oltre che edonistico, di sostanze psicoattive, tale uso
nasce all'alba dell'essere che si dice propriamente umano nella
sua capacità culturale di riflettere su se stesso e sulla dialettica
tra la definizione del sé e la definizione del mondo attraverso una
riduzione del kaos in universo culturale, questo processo di cono-
scenza e produzione di cultura si sviluppa tramite Pelaborazione
di mediatori socioculturali uomo/dio, universo/kaos che partono
dal mito come produzione del reale e del sociale, esso spiega il
significato della vita, quindi dei fondamenti morali, rendendo
accettabile la paura dell'ignoto e, soprattutto, fondando il potere
per diritto divino, al mito subentrano le religioni come astrazioni
simboliche o istituzionalizzazioni del divino in strutture ecclesiasti-
che che rappresentano il vero come sacro, non contraddittorio
rispetto alla narrazione mitica retta dalla logica dell'immediato e
dell'ambiguo, i detentori del vero sono i ministri delle religioni
che mediano, tramite i sistemi di valori religiosi, tra il divino e l'u-
mano arricchendosi del potere del dogma attraverso la sua
dimensione normativa, ai sistemi religiosi si è affiancata poi la
religione laica della cittadinanza, sviluppatasi dai processi di uni-
versalizzazione post rivoluzionari europei di fine '700, dedita al
culto dello stato come astrazione della società civile, ora, nei pro-
cessi di continua secolarizzazione radicalizzati dalla fine del
moderno, assistiamo a una denormatizzazione delle mediazioni
simboliche e sociali di questo rapporto io/mondo attraverso un'in-
dividualizzazione percettiva e analitica basata sulle sostanze psi-
coattive che Huxley analizza in un suo lavoro del '58 edito da
Nautilus, intitolato Le droghe che plasmano la mente degli uomini
(Huxley, Wasson, Graves 1999). partendo dalla definizione del
legame tra stati mistici e modificazione della coscienza, egli affer-
ma che il ruolo del mistico è quello di colui che trascende il sé;
ovvero di colui che supera i sistemi simbolici e sociali che lo defi-
niscono, attraverso un allargamento della visione teso a esperire
più profondamente l'insondabile miracolo dell'esistenza, egli con-
tinua riflettendo sulla decostruzione del potere del ruolo e gene-
ralizzando questo misticismo conoscitivo all'essere umano, indivi-
duando l'impulso spontaneo all'autotrascendenza come base per
la nascita della teologia, questa capacità è stata rivivificata dall'e-
splosione di biochimica e farmacologia propria della fine degli
anni '50 che ha ampliato i mindscapes in campo occidentale
parallelamente alle pratiche divinatorie delle culture dette "nati-
ve", che scoprirono modificatori naturali della coscienza prima del
sorgere della storia, oltre la storia invece troviamo le storie dei
rave come bacini di psicoazione o autotrascen-dance spontanea
attraverso stimoli endogeni ed esogeni, i free party possono esse-
re letti come riappropriazione e autogestione degli infiniti stati di
coscienza possibili perduti in secoli di storia mitica, religiosa e
sociale dai baccanali a oggi, ovviamente in una società dell'accu-
mulo e del consumo globale, facilmente l'uso si trasforma in
abuso e l'abuso in morte e distruzione. Huxley riflette sulle politi-
che adottate in una bipolarità proibizionista/antiproibizionista
dichiarandole fallimentari entrambe e affermando che le società
civili occidentali si trovano al centro di questa dialettica, in una
depenalizzazione progressiva ma altrettanto castrante le forme di
^ autotrascendenza in chi si pone domande sul loro uso come stru-
mento per il miglioramento umano da tutti i punti di vista; siano
£ essi medici, biochimici, sociologici, antropologici, legislativi, etici e
a, religiosi.
1 le fenetilamine che ho conosciuto e amato
£
e
2 Shulgin 7 cerca di rispondere alle questioni di Huxley attraverso
| T.I.K.H.A.L Tryptammines I have loved and known: the conti-
| nuation 8 . in una sua conferenza dei primi anni '8o a Santa
Ì Barbara, nell'università della California, Shulgin esprime piena-
§ mente la sua visione antiproibizionista e libertaria riguardo
j= l'uso delle sostanze psicoattive come strumenti per una ricerca
sul miglioramento della qualità della vita umana, con un inter-
vento intitolato Why I do what I do (Shulgin 1997). accademi-
camente parlando in un modo non pericoloso per la comunità
scientifica e per chi fornisce i finanziamenti governativi per la
ricerca, egli definisce le droghe psichedeliche mettendo un
accento enfatico sul termine psicotomimetico. in particolare,
inerentemente alle droghe psichedeliche, sull'etimologia della
parola "psychoto" da psicosi e "mimesis" da mimesi ovvero la
capacità da parte delle sostanze di riprodurre e moltiplicare e
misurare stati psicopatologici, partendo dalla definizione di
due classi di sostanze psichedeliche in cui raggruppare le due-
cento finora conosciute, egli definisce l'area fenetilaminica e
quella triptamminica; le due aree sono relazionate ai due prin-
cipali neurotrasmettitori ovvero la dopamina e la serotonina,
egli continua affermando che questa non è la piena verità poi-
ché il suo lavoro consiste nello sviluppo di strumenti per
obiettivi ben differenti, creando un background per esprimersi
sul "perché fa ciò che fa" Shulgin spiega che tutti gli aspetti
del "teatro umano" si esprimono in un bilanciamento del con-
cetto di bene e male nella sua continua ridefinizione, il bilan-
ciamento funziona in una dinamica taoistica in cui nel bene ci
sarà sempre del male che lo ridefinirà e viceversa, l'eros e il
thanatos sono sempre presenti in noi ma separati dalla nostra
consapevolezza a causa della difficoltà di penetrare nel muro
dell'inconscio... una definizione degli strumenti ricercati da
Shulgin potrebbe essere quella da lui detta "words in a voca-
bulary", parole in un vocabolario che permettono all'essere
umano di comunicare in modo più conscio con il profondo
della propria mente e psiche, intendendo il raggruppamento di
questi strumenti/parole come il "vocabulary of awareness". una
persona che diviene progressivamente cosciente dell'esistenza
del bilanciamento eros/thanatos che la spinge all'azione può
iniziare a fare scelte consapevoli e il percorso di apprendimen-
to che ne deriva diviene la via del sapere. Shulgin applica il
concetto di bilanciamento agli sviluppi della storia sociale e
scientifica del passato millennio, cogliendo il lato mortifero
delle scoperte scientifiche trasformatesi in potere, abominio,
guerra e distruzione totale, e l'erotismo delle scoperte chimi-
che inerenti alle sostanze psichedeliche; ciò in una strana
coincidenza temporale tra la scoperta dell'uranio e quella del-
l'alcaloide della mescalina oppure tra quella della fissione
nucleare e la molecola dell'lsd. egli continua il suo discorso
dicendo che nel processo di definizione delle scienze c'è stato
un continuo slittamento di interesse dalla dinamica conoscitiva
al risultato e al potere che ne deriva: "in this current age of
science, it is only the end-result, the 'gold' that really matters.
it is no longer the search itself or the learning, but the final
achievement that brings one the acknowledgement of one's
peers, and with that, the recognition by the outside world,
toghether with wealth, influence and power that comes with
the recognitiorT. questo continuo slittamento verso il thanatos
del potere ha fatto sì che si creasse un doppio bilanciamento
nell'eros della scoperta, inerente all'esplosione, dagli anni ses-
santa in poi - proprio dopo la messa al bando da parte della
comunità scientifica delle sostanze "psicotomimetiche" intese
come pericolose e negative per la mente umana - di un gros-
sissimo movimento di interesse dedicato alla comprensione
della mente, della psiche e dei suoi stati possibili attraverso
l'uso di sostanze psichedeliche e non solo, definito antropolo-
gicamente controcultura hippy, concludendo Shulgin afferma
che è proprio la comunicazione tra l'eros e il thanatos della
mente umana ad aver bisogno del vocabolario di "insight" e
consapevolezza dato dagli strumenti che lui sintetizza, è que-
sta la chiave di accesso alle parti più intime e occulte e alla
loro esternazione, patrimonio, prima, esclusivo di sciamani e
divinatori nelle loro culture di appartenenza, in questo senso
la prospettiva critica huxleyana e quella shuliginiana si toccano
proponendo la chimica di sintesi e la sperimentazione inerente
agli stati di coscienza come uno strumento di ricerca, consape-
volezza e miglioramento umano oltre ogni filtro di mediazione
simbolica/sociale possibile in quanto forma di incanalamento e
repressione del desiderio di conoscenza e autotrascendenza
che ci rende coscientemente umani. Shulgin avverte che
ciò che non ci permette di confrontarci e conoscer/ci consapevol-
mente, può uccidere, non solo un'etnia o una cultura, quanto tutto
il genere umano... preti e re, imperatori e presidenti e tutti quelli
che si trovano a loro agio con le strutture mantenute dal potere ten-
deranno a sentirsi disturbati e minacciati dagli individui che insiste-
ranno a procedere in nuove direzioni ignorando completamente la
leadership dei potenti, per le autorità c'è un'inconscia minaccia di
caos nella ridiscussione di ciò che è conosciuto e
moralmente/socialmente accettato, come familiare e sano. La rispo-
sta a questo pericolo può avere varie forme: dalla caccia alle stre-
ghe con l'eliminazione totale dell'avversario, all'avvertimento di
mantenere le nuove forme di conoscenza strettamente per sé, come
con Galileo, come una forma di anticorpo messo in atto per il man-
tenimento dell'ordine costituito e del potere attraverso di esso.
Questo è il modo in cui il bilanciamento tra il thanatos e l'eros
sarebbe continuato se non fosse avvenuta una contemporanea enor-
me rivoluzione tecnologica che ha portato nelle mani del genere
umano una consapevolezza in grado di squilibrare l'equazione
[potere/contropotere] (Shulgin 1997)-
i rave possono essere letti come piattaforma di ricerca per Tana-
lisTPbsta in atto da Alexander Shulgin attraverso ta^sperimenta-
zione degli stati di coscienza come sentieri di indagine &> 3eTrà'
psiche, della mente, dell'identità e come minaccia radicale ai
suoi presunti guardiani.
la fuoriuscita da se stessi è sguardo sulla molteplicità dell'io,
l'interrogazione psichica di se stessi frammenta e ricompone
le problematiche per una visione analitica di equilibrio in
divenire che annienta la sua funzione terapeutica integrativa,
accentuando la sua funzione espansivo-conoscitiva. la pene-
trazione mentale è il volano che unisce sogni a personifica-
zioni con le quali cominciare storie di amori, inseguimenti,
odi, urti, finzioni, oppressioni, liberazioni, sbloccando quel
meccanismo che impedisce alla giostra della vita di abbattere
le inibizioni imposte.
in da mix
l'indirizzo, la scelta da perseguire, è il risultato di quel rapporto
archetipale tra suono e corpo liberato in perpetuo movimento
abitativo. Vinka Petersen, traveller della prima alba del movi-
mento dei free party, esprime la visione della vita che caratteriz-
za tale scelta dicendo che "... vite differenti sono basate su
cose differenti, la nostra è basata sulla musica. Il nostro nucleo
è il sound system. Esso ci nutre, ci alimenta, detta i nostri
movimenti, porta l'avventura e ci unisce..." (Petersen 1999)
sound system è la sorgente, la produzione di avvenire, la spa-
zializzazione della libertà, il pensiero dei produttori di suono
interaffacciati con le macchine, siano esse technics 1200 e mixer
o produttori digitali di suono, vengono velocizzati, amplificati da
finali e configurati in fenomeno acustico dalle casse, il suono
definisce la spazialità relazionale muovendo pensieri e corpi, il
processo di mixing concentrato nell'atto della produzione di
suono non è altro che un modello di comunicazione elicoidale, •
quindi orizzontale nella forma relazionale, e verticale nel distac- *
co della conoscenza, esso torna su se stesso e si amplia rappre-
sentando il mixing esistenziale dei partecipanti alla vita del
dance floor, il mixing degli stessi alla comunicazione inorganica
delle architetture abitate e detournate e il mixing di questa spe-
rimentazione kaotica alla quotidianità della vita, l'oggetto stra-
^ volgente della teoria surrealista che fa del nulla negato delle
? frontiere d'occidente, il tutto che sgretola i confini del suo stes-
£ * so impero, l'oggetto stravolgente-rave diventa così stravolgimen-
-- - -- -- —
a, to dell'oggetto quotidiano-vita.
l'incomprensibilità di orde molecolari di gente febbricitante di
•c vita, abbandonata al culto del suono, che si congrega in alchi-
E mie crepuscolari di cemento e allucinazione, è la genialità che il
^ linguaggio del potere fatto società in decadenza non riesce a
s sussumere, sono processi di produzione culturale individuale
g basata su concetti di creatività, effervescenza, tensione/rottura,
« deistituzionalizzazione/disgregazione sociale, territori del vissuto
Ì che riformattano le mappe cognitive dei soggetti ridisegnando i
§ loro reticoli sociali, la genialità diventa psicosi invasiva, fenome-
I no di massa, bomba decostruttrice l'assolutizzazione cultural-
linguistica dei rapporti di dominio gettata dai viaggiatori della
mente alla velocità del suono; così come in un dialogo immagi-
nario designato da Italo Calvino tra il viaggiatore per eccellenza,
un Marco Polo futuro remoto, e il potere per eccellenza, un
Kublai Kan imperatore del regno dei regni, nella descrizione di
città invisibili: "... il nuovo dato riceveva un senso da quell'em-
blema e insieme aggiungeva a quell'emblema un nuovo senso.
Forse l'impero, pensò Kublai, non è altro che uno zodiaco di
fantasmi della mente. 'Il giorno in cui conoscerò tutti gli emble-
mi - chiese a Marco - riuscirò a possedere il mio impero, final-
mente?' e II veneziano: 'Sire non lo credere, quel giorno sarai tu
stesso emblema tra gli emblemi..."* (Calvino 1993)-
edonisti con una causa - antropologia del frammento
idioma tra gli idomi, linguaggio tra i linguaggi, cultura tra le cul-
ture, ij movimento dei fre e party, vi^mdoj^
frammento attraverso il ri mescolame nto totale di tutto ciò che è
"stato c ontrocu ltura, dalla nascita delle culture giovanili occiden-
tali prepolitiche dei primi anni cinquanta, ai movimenti postpoli-
tici contemporanei, rappresenta, da un punto di vista pretta-
mente !l£^^ avvento dell'età postmoder-
na, il fenomeno di massa techaoiibertario ne^a ogni radice cul-
turale i dentita ria autorappresentandosi in configurazioni kaoti-
che. in esso il gioco di richiami controculturali esprime intrecci
di un nomadismo psichico arrivato all'ultima fermata: noWHere;
capolinea di storia e società, tempi e spazi della molteplicità
controculturale convergono in"momentf 3f eterodossia cronotopi
ca del pattern controculturale occidentale, infiniti sono i rimandi
di questo fluido vitale esponenziato ed esploso, possiamo parti-
re dalla cultura hippy o dalle culture psichedeliche più in gene-
rale con i loro richiami al tema dell'esplorazione degli stati di
coscienza, interessante è mettere in conflitto la retorica conser-
vatrice di chi tutela la storia con la S maiuscola, sebbene dei
movimenti, e chi invece intende spezzarla a favore di una foto-
grafia complessa del presente, prendiamo l'introduzione di
j Gilberto, Camilla 9 , alla riedizione del primo documento sull'ec-
* stasy di Stampa Alternativa (Metzner, Adamson 1988). egli
affronta il tema dei rave, in relazione all'uso di empatogenin^L
U03 chiave, a mio avviso, completamente errata nonché pompo-
samente permeata df quél discorso scientifico, portatore di quel
lo stesso potere e ignoranza nell'approccio alla conoscenza e
alla produzione di sapere, che la SA. S.S.C. 10 si propone di criti-
care attraverso una libertà di ricerca che invece così rischia di
ricadere, in modo quasi esattamente speculare, negli stessi
metodi e procedure, la controscienza può diventare più repressi-
va della scienza stessa se non viene corredata da una riflessio-
ne epistemologica e, più genericamente, ermeneutica, qui, l'erro
re^c onsiste nej_ d[stinguere tra un uso alto e uno basso degli
empatogeni senza contemplare la possibilità di usi diversi e,
quindi, nel continuare a considerare i rave un territorio di con-
sumo ecfòfirslfco/^ psicoattive, per quanto
la critica dell'abuso, di ogni genere, sia basilare ai fini di una
cultura della consapevolezza sulla modificazione degli stati di
coscienza, tagliare tout court su rave e raver come luoghi e
attori dello "s-ballo" e, della "distruzione dell'utopia" sembra un
atteggiamento terribilmente generalistico. leggiamo dalle pagme
di «Ecstasy»:
... c'è chi vede [nei rave] una nuova forma di misticismo collettivo
paragonabile ai grandi raduni hippy degli anni '60, chi invece vede
nei rave null'altro che estemporanei incontri di technosballati uniti
soltanto dalla disperata ricerca dello sballo fine a se stesso. Chi
scrive non ritiene proponibile un confronto tra generazione techno e
generazione psichedelica, sia da un punto di vista storico e politico,
sia da un punto di vista farmacologico. Al di là delle mutate condi-
zioni storiche e sociali [...] la somiglianza tra i due fenomeni sembra
molto superficiale, data dal massiccio ricorso, in entrambi i fenome-
ni culturali, di sostanze psicoattive. Ma la cultura psichedelica fu,
non bisogna dimenticarlo, un aspetto della controcultura che appro-
dò poi al fatidico '68. Qualunque sia il giudizio sui valori di quella
generazione, resta indubbio che le sue caratteristiche erano la ricer-
ca di nuovi valori, sia sociali che individuali, dalla ricerca di una più
ampia consapevolezza di nuovi stati di coscienza. [...] Non a caso le
sue sostanze bandiera furono la canapa indiana e sopratutto l'Isd la
droga che dilata la coscienza. La generazione techno sembra invece
chiusa su se stessa. Proiettata verso un'edonistica ricerca di incon-
' sapevolezza, non a caso la sostanza bandiera è oggi l'ecstasy una
droga che, nel contesto in cui viene utilizzata è tutt'altro che un
, contributo a una nuova e profonda consapevolezza.
in questo senso all'autore sfugge innanzitutto il cqncetto di
nomadismo psichico come forma di attraversamento del "free
spirit" - slogan dei free festival inglesi ("you cant kill the spi-
riti riferito alla repressione) - in bacini culturali di conflitto nel
mutamento antropologico, una delle influenze più forti della
scena dei free party è stata proprio quella controcultura psiche-
delica che, di rimando rispetto ai movimenti americani, e intrec-
o
I
E
1
c
s
8
dandosi con la storia locale inglese, ha dato vita a quel movi-
mento di traveder inglesi, o nomadi della nuova era, che aveva-
no come momento di socialità massima enormi gathering, chia-
mati fiere, di cui la più famosa era la fiera di Albione o libero
stato di Albione, dal circuito delle fiere nacquero i free festival
con una rete ben consolidata in cui trovavano luogo espressio-
ni controculturali di tutti i tipi attraversando l'ondata punk -
vedi la partecipazione attiva dei crass 11 - per arrivare a ibridarsi
con le crew che organizzavano warehouse party, e sebbene la
nascita dei rave in Inghilterra fosse un fenomeno che raccoglie-
va diverse fasce sociali (così come in Italia) non è un caso che
le assonanze con la cultura psichedelica poi si esprimessero
nella nascita dell'acidhouse - con le sue caratterizzazioni nazio-
nali quali il newbeat belga e l'house italiana - tramite percorsi
che si intrecciavano con un certo sound house nero di Chicago,
i clubs omosessuali e le Baleari come terreno fertile di hippies,
aggiungiamo riferimenti allo smile psichedelico di metà anni
ottanta, alla grafica dei flyers, alla famosa seconda estate del-
l'amore 1988. riflettiamo anche e soprattutto sulle potenzialità
di questo intreccio ovvero su come questo percorso commercia-
le appunto si mescoli con le fasce più radicali della controcul-
tura inglese» quella traveder, ancora una vóteTciò che sfugge
all'autore è (a possibilità di vedere una cristallizzazione cultura-
le che attraversi il concetto stesso di controcultura come strut-
turalmente identificata per contro al prò, facendo proprio di
questo passaggio all'abbandono della matrice esclusivamente
politica, una forza libertaria tesa al perseguimento di obiettivi
autogestionari non politicamente rivendicatori, sebbene, per
altro, di aree politiche culturali più strutturate in Inghilterra, e
non solo, ce ne siano sempre state, l'esempio più lampante ci
proviene da "Exodus" una "comune urbana" inglese come recita
l'articolo di «Decoder: rivista internazionale underground», in
esso Bigs, un membro di "Exodus", riferendosi alle strategie
repressive sulla comune, afferma:
... cercano di uccidere il nostro slancio hanno cercato di affamarci
con le denuncie, di bloccare i nostri guadagni facendoci smettere di
suonare nel Bedfordshire [...] pensavano che nessuno sarebbe torna-
to a Exodus ma non avevano capito che queste feste gratuite erano
molto di più. Sapevamo di costituire una presa di posizione, di rap-
presentare una sfida, sapevamo che la legge stava arrivando e così
sono venuti...
bigs ovviamente parla dei free party organizzati da "Exodus"
a Luton dove la propositività concreta si esplicava in progetti
di autonomia e autogestione della propria vita a partire dal-
l'autogestione del proprio divertimento, in Atti di insensata
bellezza George McKay sottolinea quanto detto affermando
che
forse l'esito più stupefacente della scena dei free party in Gran
Bretagna sono gli sforzi del collettivo Exodus con base a Luton nel
Bedfordshire. Traendo ispirazione del pezzo di Bob Marley, Exodus
ha formato un nuovo movimento nei primi anni Novanta che trae
origine da un oggetto materiale come un sound system. A Luton
giovani bianchi e neri hanno unito le loro energie e immaginazioni
per gestire il proprio tempo libero poi divenuto stile di vita, una
comunità, una rete di iniziative e rivendicazioni... Exodus mescola
una retorica rasta multirazziale con la musica dance degli anni
Novanta. Le bandiere e gli striscioni che decorano i loro party al
coperto mi ricordano l'etica radicale del do it yourself sbandierata
nei concerti dei Crass e questa reminiscenza dei tardi anni
Settanta e dei primi Ottanta è rafforzata dall'uso di citazioni e
della musica reggae... (McKay 1996).
il concetto di festa libera si politicizza in quel "freedom for the
right to party" scandito successivamente in slogan di resisten-
za alla legislazione ultrarepressiva messa in atto dal governo
conservatore inglese per eliminare tutte le forme di pensiero
indipendente all'interno del Regno Unito, stiamo ovviamente
parlando del "Criminal Justice Bill", successivamente trasforma-
tosi in "Act", che cercò di approfittare del dilagare della scena
rave in Inghilterra per imporre una criminalizzazione globale di
tutto il movimento inglese inventandosi, nella famosa proposta
di legge, il famoso e ridicolo reato di "Ripetitive Beats
Emission". il passaggio più chiaro dell'assurdità e della repres-
sivi della proposta di legge è focalizzato da Gomma in
Traveller e Raver (Lowe, Shaw 1993):
11) è vietato riunirsi in più di 10 persone in uno spazio anche pub-
blico senza autorizzazione. Per rave si intende una riunione notturna
in uno spazio aperto, anche privato, e caratterizzata da musica. Per
musica si intende: dei suoni caratterizzati da una successione di
battute continue, è reato penale rifiutare di abbandonare un rave 0
un festival, dopo che la polizia abbia esperito i ragionevoli passi
per avvisare ai partecipanti di allontanarsi, per ragionevoli passi si
intende anche solo ravviso dato tramite megafono (provate a pen-
sare se è umanamente possibile udire un megafono con la musica
techno che spara a 10 mila watts).
possibile che l'edonismo espresso da queste mandrie di techno-
sballati inconsapevoli, omologati e integrati, sia così pericoloso
da mettere in atto una meccanica politica enorme tesa a una
manovra repressiva così vasta? possibile che i contenuti di pro-
getti come "Exodus", quali la promozione di un comitato di
occupazione di case parallelamente alle feste prodotte, sia così
poco politico 0 forse troppo avanti per slegarlo da una ricerca
di nuovi valori individuali 0 sociali? ma ancora, prendiamo i casi
più radicali e meno politicizzati come il fenomeno delle tribe di
technotraveller, 0 gruppi attivi nell'organizzazione di free party
tout court, e vediamo come ciò che mettono in scena non sia
altro che un oltraggio alla proprietà privata, ai rapporti di pro-
duzione del circuito commerciale delle discoteche, al valore del
denaro, ai rapporti sociopolitici di dominio nel governo della
metropoli, alla cultura espressa nei rapporti di potere interni al
circuito commerciale, come definire la negazione dello star
system dei djs, l'autoproduzione come concetto globale (dalla
produzione musicale alla strutturazione di una vera e propria
microeconomia alternativa), l'approccio agli stati modificati di
coscienza e una ricerca del common knwoledge, "della consape-
volezza comune", nella messa in rete di conoscenze su un uso
creativo e sovversivo della tecnologia (sul piano musicale e
video e comunicativo in senso lato), in un'uguaglianza nelle
diversità al di fuori dei giochi politici? quanto di tutto ciò giusti-
fica i poveri greggi di teste vuote che rimbalzano sotto le casse
nella visione di Gilberto Camilla?
sempre in Atti di insensata bellezza Philip Tagg afferma che
gruppi o sound system come Spirai Tribe, Circus Normal, Bedlam
o D.I.Y. hanno organizzato i rave come se fossero un aggiorna-
mento del free festival con la medesima spinta all'antagonismo e
alla creatività, questi rave di solito sono di breve durata, occupa-
no una notte invece che un fine settimana 12 o della settimana del
solstizio 13 ma lanciano una sfida alla proprietà privata attraverso
l'occupazione, usano parte del mercato della droga come autofi-
S nanziamento, si spostano per il paese come succedeva per i free
^ festival con la scena dei traveller...
£
jj e ancora in tema di valori e relazioni possibili tra momenti stori-
co culturali differenti (quali quello psichedelico e quello dei
•| rave) George McKay aggiunge "... è nella rivisitazione degli anni
1 Sessanta e nell'ampliamento dell'etica del free festival, sulla
| base di un hardware aggiornato che il rave ripone una delle
§ maggiori pretese di attività controculturale". continuando a
g dubitare dell'affermazione di Camilla, io mi chiedo invece se
| quel grande movimento underground, contestatore, segnato da
S panorami pischedelici, espansioni della coscienza, ricerca sui
| materiali psicoattivi orientati a una trasformazione radicale del
£ concetto di realtà, fosse veramente composto da attori tutti
ugualmente coinvolti in prospettive rivoluzionarie così definite,
aggiungiamo anche che il riferimento diretto tra droga e cultura
comporta sempre dei sottobacini o, meglio, delle aree che attra-
versano fenomeni voluti dominanti: quindi, come Tlsd e la mari-
juana venivano issate a bandiera, a detta di Camilla, della cultu-
ra psichedelica contemporaneamente si usavano infinite altre
sostanze psicoattive tra cui anche lo stesso mdma; così come
Tlsd ha avuto un fortissimo revival nella scena dei free party 14
la quale oggi come oggi è essa stessa parcellizzata da usi e
consumi molteplici che si fanno ponte tra le culture e produzio-
ni di nuove aree interne alla scena; vedi l'uso dello speed e del-
l'amfetamina in genere nei mod, punk, skinhead oppure l'uso
della ketamina 15 o del dmt tipici di quella cultura psichedelica
così osannata, queste tendenze hanno dato vita a espressioni
cultural-musicali differenti, vedi l'area della psychedelic trance
quindi di tutto quell'ambito che va dagli albori della trance alla
goa oppure le sperimentazioni sonore basate sulla asincronia e
sul rumore stimolate anche dall'uso forte della ketamina, vedi
ad esempio la linea di produzione musicale degli Hekate, dell'e-
tichetta Hex e di tutta quell'area inglese che nei fiumi di ketami-
na ci fa il bagno, continuando, non penso che le persone parte-
cipanti agli acid tests fossero tutte così consapevoli e determi-
nate come non lo sono oggi nei rave. esplosioni di questa por-
tata come il movimento psichedelico e il movimento dei free
party in quanto movimenti di massa sono fenomeni obliqui,
transizionali che attraversano e mutano bacini di età, classe,
etnia, genere e aree del vissuto psicologiche, sociali, culturali,
politiche economiche, giuridiche, religiose ecc.
la geografia dei rimandi controculturali convergenti nella scena
technolibertaria dei free party viene caratterizzata da codici
punk, come la controcultura psichedelica, anche il movimento
culturale del punk è stato un ennesimo momento globale o
Esperienza di stravolgimento della cultura di massa che scorraz-
za e distrugge ogni simbolo occidentale così come lo è per il
movimento dei rave. si potrebbe costruire un'equazione: i Sex
Pistols stanno all'house e all'acid come i Crass stanno alla tech-
no e ai free party. Stewart Home (1988), citando Dave Laing,
afferma che a al contrario di tutte le precedenti subculture (teddy
boy, mod, skinhead...) il punk cominciò come musica e gli stessi
punk iniziarono come punk e musicisti", come il punk, inteso
come forma musicale quindi distruzione dei codici di potere del
mercato musicale incentrato sui formalismi di quel progressive
rock cadaverico, così la nascita dell'house music ha rappresenta-
to uno stravolgimento totale del precedente mercato musicale,
distruggendo il formalismo e la melodia, modificando radical-
mente il concetto di festa. "Sniffin Glue", la fanzine che ha testi-
moniato la nascita dell'epopea punk 16 , proponeva, in una delle
copertine più famose, tre sgraziatissimi accordi di chitarra invi-
tando ogni punk a farsi la propria band, esprimendo la negazio-
ne del concetto di arte musicale con le sue auree di potere e il
suo senso nel music business, la forma del cut up grafico tipica
di quel punk di matrice grafica testuale dadaista, futurista e let-
teraria burroughsiana nella scena dei free party trova applicazio-
ne ed espansione in chiave grafica ma soprattutto musicale in
una prospettiva inversa a quella della ricerca della melodia, i
campionatori e la tecnologia digitale in espansione sono gli
antieroi di questo maelstrom linguistico, socioculturale. McKay
(1996) usa le parole di Philip Tagg per affermare che "il campio-
natore permette alla composizione di interagire con il mondo
^ esterno al proprio discorso, non nel modo usuale che consiste
m nell'utilizzare testi per dar forma a un'idea che non sia necessa-
£ riamente musicale, ma incorporando suoni non necessariamente
£ musicali nel discorso musicale, allargando così il concetto di ciò
che la musica può non può essere su basi specificatamente
•g popolari" continuando con la voce di Christian Russel "... forse
I l'acid house ridà vita alla vecchia etica del punk del 1977? Tutti
S.
<; possono produrre musica perché le opportunità sono a portata
s di tutti", la produzione di suono come rumore, fenomeno acusti-
ci co, abbattimento radicale della melodia unisce il punk all'indu-
| strial, punto insiemistico tra il punk e il futuro avvento dell'apo-
§ calisse techno, il movimento industriai estremizza il concetto di
| rumore come abbattimento radicale del formalismo musicale
j= codificato a sua volta in music business, dai suoi esordi nel
marcire del punk, alle sue svolte esoteriche, fino ad arrivare alla
tecnologia digitale, la scena industriai ha una delle paternità più
forti nel problem child-movimento technolibertario dei rave.
Gomma afferma, nell'introduzione al Manuale di cultura indu-
striale, che "anno dopo anno movimenti e tendenze si aggrovi-
gliano, portando con loro il comun denominatore del 'rumore'
come segnale della saturazione informazionale e al tempo stes-
so come strumento interpretativo di nuove sensibilità" (Bandera
1998). un processo di abbattimento dell'idea di melodia e di
equilibrio che nasce con "l'indurimento del suono, la dissonan-
za, la patologizzazione delle timbriche, la loro santificazione tra-
mite il martirio, la catarsi [le quali] appaiono come segnali pop
evidenti già nella seconda metà degli anni sessanta, con l'avan-
guardia non solo sonora, ma comunicativa/artistica (e socio-poli-
tica) in generale", la scena industriai degli anni ottanta è la pre-
monizione di una copula tra l'attitudine punk portata oltre ogni
suo estremo e l'avvento della postmoderna società dell'informa-
zione, gomma presenta il manuale di cultura industriale, docu-
mento cardine della scena, mixando parole degli SPK con le
sue, sottolineando l'ardore di una testimonianza che inizia con
un proclama: "spero soltanto che questa controcultura industria-
le possa avere la capacità di diventare un movimento di propa-
ganda di guerriglia invece che il solito piccolo insieme di idee-
questo è il libro che ha celebrato il matrimonio immondo tra
uomo e macchina, l'apoteosi della decadenza urbana e l'assassi-
nio del rock' n' roir. la scena dei free party è l'innaturale parto,
il figlio bastardo di questa unione composta dal vuoto che
intercorre tra il cadavere delle società civili occidentali e le cul-
ture del cemento in rivolta, i rave sono bombardamenti a tappe-
to di quel rumore dei primordi sperimentato dalle prime forma-
zioni industriai su base tecnologica-onirica. i discepoli dell'anni-
chilimento sonoro alimentano il fuoco profano della violenza
acustica oltre la soglia del dolore, in un piano di lotta armata di
suono e desiderio sempre più veloce, sempre più distruttivo,
sempre più massificato e world wide. la strategia di azione è
prassi reiterata per obiettivi simbolici quali le fabbriche della
società fordista, ben definita nella Cattedrale Della Morte testo
di uno dei gruppi industriai più radicali della prima ondata, il
SOCIALISTISCHES PATIENTEN KOLLEKTIV, di cui prima, affermava
che "la strategia non è dialettica: liberazione contro controllo;
coscienza contro incoscienza, deviante contro normale, sesso
contro castità. La strategia è catastrofica: spingere la situazione
al limite. La strategia è simbolica: usare contro il sistema i suoi
stessi segni intollerabili, la strategia è anonima: rifiuto di essere
categorizzati come un'altra stella deviante. Noi siamo la norma,
noi siamo il crepuscolo", il movimento technolibertario dei free
party non è dialettico: perché sfugge dalle maglie di un'idea
politica che sussume nel suo dibattito politico ogni forma di
alterità, esso sfugge dalle maglie di ogni potere politico, di ogni
sublimazione ideologica, il movimento dei free party è simboli-
co: colpisce i simboli del poteTe industriale ìn Forma post politica
attraverso il piacere della condivisione del momento massimo di
espressione umana, la festa, esso è anonimo: perché diventa di
massa attraversando e non lasciandosi ingabbiare da nessuna
definizione e da nessun apparato di potere, sfuggire è attaccare,
sfuggire è distruggere, sfuggire è sovvertire, i rave sono stati il
crepuscolo che ha illuminato la fine della storia, la fine della
società, il postumano o la nascita di androidi divini,
anche la cultura nera trova il suo contesto in questa eruzione
di frammenti culturali che hanno intessuto il pattern dei free
^ party attraverso una serie di stimoli, i sound system, pivot
delle krew che organizzano feste techno illegali, provengono
£ direttamente da quella cultura jamaicana che emanava reggae
« con casse spesso autocostruite giocando in guerre di bassi
& per magnetizzare e polarizzare l'audience nei clash per le
•g strade di Kingston, il concetto di soundsystem proviene quin-
I di da quell'ambito musicale caraibico che opponeva le sue rit-
^ miche lente e i suoi megasubwoofer a quelle di babylon,
s impero del capitalismo occidentale bianco, ed è proprio in
J quella Londra caraibica sedimentata nel grigiore piovoso di
| Notthing Hill, dello Street Karnival - prima idea di Street para-
li de - che il testimone è stato passato da chi rallenta la battu-
ti ta rimandoci sopra in giamaicano a chi l'accelera eliminando
g completamente la lirica, se il reggae e la cultura del sound
* system sono prevalentemente neri, la cultura del sound
system techno è policroma e raccoglie ogni etnia, classe e
genere sotto lo stesso groove. in questo senso, un punto dis-
solvente tra le ritmiche reggae, quelle della techno e quelle
delPhip hop è rappresentato da un'ibridazione macchinica
totale che decostruisce la ritmica e dall'uso improprio del
basso come detonatore, la jungle prima, con una componente
prevalentemente nera nella produzione, e la drumm'n bass
poi, complessificano la ritmica in quattro quarti dell'hard
techno moltiplicandone gli scenari; esplosioni acustiche di
bassi e immagini impazzite di breakbeats che si susseguono
ingoiandosi a vicenda in un cannibalismo sonoro, questo
nuovo tessuto acustico apre a tutti i tipi di sperimentazioni
musicali possibili partendo dal two-step pulito e ordinato,
sebbene di breakbeats, per concettualizzarsi in intellettualiz-
zazioni di free-jazz-ambient, arrivando a sonorità industriali
per poi sfociare un'altra volta nella distruzione totale della
melodia in rumore, nella componente più estrema di questo
scenario, ancora una volta è d'obbligo citare le metodologie e
le tecniche di chirurgia sonora dell'etichetta indipendente
Praxis, e del suo figlio indemoniato "Hex", linea diretta alla
matrice "Hekate", una delle cellule sonore più aritmicamente
alteranti e terroriste operanti nella scena attuale dei free
party rispetto al tema della decostruzione del suono, per
quanto riguarda le influenze della cultura nera, l'hip hop è un
altro referente, la figura del dj nasce e si definisce come com-
positore di suono intercorrente tra due 1200 technics che
attraversano solchi di vinile, l'hip hop è cultura di strada, cul-
tura della metropoli, cultura della diversità etnica (in primis
african american) e della sua disintegrazione, se nei soundsy-
stem jamaicani spesso si mixava con un solo piatto (a volte
con l'uso di macchine multieffetti per produrre eco 0 interven-
ti me nel passaggio da una traccia all'altra) e con tutte le tec-
niche che ne derivavano, nell'hip hop e nella cultura nera
afroamericana i piatti erano due e le basi ritmiche sulle quali
il rap contestualizzava ed elaborava le sue rime, erano elet-
troniche, l'electro - alla fine dei settanta, inizi ottanta - si
impose come ritmica sincopata nera per la poesia di strada
nera etnicamente ibrida, definendo ciò che oggi nel linguag-
gio comune dell'hip hop è la old school. così fu per i grandi
dell'hip hop come Afrika Bambaataa e la Zulù Nation,
Whodini, Gran Master Flesh fino ad arrivare alle sperimenta-
zioni di Herbie Hancox. lo "spinning the wheels" con tutte le
tecniche a esso annesse quali il cutting 0 lo scratching che
hanno portato al "turntablism" contemporaneo, le basi delle
tracce rap e la cultura di strada della diversità etnica disinte-
grata, sono i tre denominatori che arrivano fino a noi in un
percorso di trasfigurazione semantica, oggi l'hip hop sta rien-
trando nelle feste in vari modi, da una parte c'è l'esplosione
delPhip hop francese, precedente all'esplosione della techno
e dei free party in Francia avvenuta dopo l'avvento della
Spirai Tribe che comunque provenendo da Londra portava già
nel suo messaggio i semi di quella cultura giamaicana del
soundsystem o della cultura nera trapiantata in Europa, l'hip
hop francese nasce in quelle enclavi nordafricane di seconda
generazione che vivono in modo più circoscritto le stesse ten-
sioni etniche dei grandi fratelli americani, da Mcsolaar agli
I.A.M., passando per i Nique Ta Mère per citare i nomi più
forti della scena, i "Beurs", come vengono definiti in "verlen"
"Les Arabes" 17 , sono una componente, anche se in versione
0 minima e spesso molesta, dei "teufs", come vengono definiti i
rave stravolgendo la parola "fète" sempre in verlen. l'hip hop
£ francese viene suonato nei sound system francesi durante le
« loro feste, contemporaneamente c'è un recupero di quelle rit-
& miche electro e di quel down-beat lento e sincopato che
•g spesso si mixa con i breakbeat del drumm'n 'bass. last but
1 not least, c'è una crescente reintroduzione della figura delPmc
^ all'interno dei dancefloor. il "master of cerimony", figura che
| attraversa le dance hall reggae, come nei party hip hop, come
| nelle tracce e nelle feste drumm' n *bass, trova la sua nuova
| collocazione nei dancefloors dei free party rimando questa
t> volta su tracce techno. sebbene con ritmiche velocizzate,
§ spezzate, o rallentate, l'mc dei rave gioca sulla techno deco-
| struendo ciò che s'era già allentato nell'hip hop ovvero auto-
rità e unidirezionalità del legame tra il fonema e il significato,
nelle feste techno gli me armonizzano la loro voce all'interno
di quel mare freddo e magmatico di suoni digitali lavorando
sul collasso simbolico del suono rispetto al significato, il
suono è principe nella negazione della parola, la stessa si fa
suono in un oceano di significati, c'è chi parla con le macchi-
ne e chi suona con la voce, quando voce e macchina si
incontrano il suono diventa postumano. la voce dell'mc viene
filtrata, distorta, corrotta loopata e mixata con le basi, l'uma-
no supera il linguaggio verbale attraverso il vettore del suono
sviluppando una semantica del metalinguaggio o analisi del
suono collassato.
an/estetica dis/contìnua
per quanto riguarda il piano estetico possiamo intraprendere la
stessa deriva negli universi frammentati ed esplosi che compon-
gono la scena technolibertaria dei free party,
a livello estetico il concetto di campionamento ovviamente vale
come per la cultura psichedelica rielaborata in forma ipnotica-
frattale, colori fluo, magliette batik, smiles - questa volta colpiti
in fronte da una pallottola e sanguinanti - come sui flyers o
sulle copertine dei dischi o per i look di party-goers, anche per
il punk mangiato decostruito e defecato,
se i punk decostruivano i codici della cultura globale mescolan-
do icone politiche e tentazioni pop, i raver giocano con i codici
di tutte le controculture mixandoli a loro piacimento, ecco allora
apparire camice di forza, pantaloni scozzesi e bondage, collari,
piercing e capelli rosa shocking, anche da un punto di vista
estetico vale l'equazione precedente tra Sex Pistols e Crass. lo
spirito del '77 sta al colore come i Crass al nero, se gli acid-
punk sono stati esplosione, colore, smile deflagrati, i teknopunk
si autorappresentano con nero e argento, rasature e piercing. il
nero diventa la negazione della scena techno commerciale, le
rasature sono il taglio al superfluo dei capelli nel postmoderno
avanzato, i dreadlock, lungi dal rastafarianesimo, esprimono il
tribalismo urbano delle scorie umane che fluttuano al sound
della techno, così come i piercings sono i testimoni di un'avve-
nuta apoteosi tra corpo, metallo e tecnologia, si ridefinisce l'e-
stetica della sovversione per ciò che i Crass intendevano affer-
mando che M ... la natura della tua oppressione è l'estetica della
nostra rabbia", ma ancora, il sentire postmoderno dei raver
spinge in avanti quell'estetica della rabbia che flirtava con sim-
boli in contrasto facendo apparire i Crass come i simulacri di
una contraddizione estetica tra codici visivi fascisti fatti di tenu-
te militari e rasature in diretta opposizione con il loro antimilita-
rismo anarcopacifista. la militarizzazione estetica è portata al
suo estremo con una scelta di vita 24/7 a contatto diretto con
cemento armato e countryside. I P(h)unky-Robots giocano con
l'idea baggy-clownesca di quell'hip hop estetico oversize degra-
dandola, sporcandola in chiave "renegade" e accelerandola su
quel feticismo tecnologico che fa delle macchine a tecnologia
digitale il mezzo di espressione della rivolta contemporanea.
a/nomie cronotopiche
l'assenza di norme si ripercuote su tutti i piani dell'atto festivo,
dalla sua programmazione di disordine nella metropoli-mondo al
piano estetico. "L'anomia come ultima forma di vita, il suo seme
in me oltre me" urlavano i Contropotere prima di smembrare il
w loro progetto punk-hardcore partenopeo rielaborando le loro
prospettive espressive individuali in dj-live set techno. l'assenza,
£ il rifiuto della norma è contemporanemente il suo superamento
« come assenza dell'idea di devianza funzionale alla stessa, così
da un punto di vista culturale, sociale come da un punto di
•c vista estetico.
E nella storia della sociologia il concetto di anomia, inteso anche
^ su un piano esclusivamente etimologico come a-nomos o assen-
| za di norme, ha sempre ed esclusivamente svolto un ruolo
£ negativo e deterrente, funzionando come rappresentazione del-
€ l'inferno in cui l'essere umano cattivo, distruttivo e animale per
9 natura sarebbe ricaduto se non normato da un'idea strutturale
§ del sociale definito in modelli di sviluppo e chirurgie relazionali
e di status-ruoli, dalla nascita alla morte,
c
così fu per la sociologia di Durkheim ove sfidare l'anomia signi-
ficava andare verso la self made death o suicidio dovuto all'as-
senza di regole, nell'oltraggio più grosso a quell'organismo
sociale, orientato su base biologica-divina così superiore alla
povera e bestiale umanità, ancora più avanti nel percorso stori-
co sociologico, l'anomia viene rielaborata dallo struttural-funzio-
nalismo di matrice soprattutto parsonsiana come specchio del-
l'infimo umano al quale provvede la definizione sociale come
struttura cibernetica, si intende, in questo caso, la macchina
omeostatica e autoriproduttiva che, nella sua ricerca di equili-
brio, piega l'azione individuale a scopi sociali, facendo attuare,
nelle sue teorie sistemiche o, meglio, nel passaggio da sistema
della personalità a sistema sociale, un'azione culturale incentra-
ta sui valori, ciò anche attraverso l'azione dei modelli culturali
annessi agli orientamenti di ruolo, dedicati solo ed esclusiva-
mente al mantenimento di un universo sempre alt(r)o dalla
banale insensata scelta individuale, gli imperativi funzionali, ela-
borati dalla macchina stessa, allora intervengono nel piegare
l'uomo verso il diktat del sociale, quest'analisi avveniva in un
momento in cui i welfare states del '50 si imponevano come
alternativa social democratica occidentale, quindi come modello
sociale comunque fallito rispetto al fallimento della prospettiva
dialettica-rivoluzionaria, ristabilitasi in sistema ancora più buro-
craticamente strutturato nel versante socialista,
l'introduzione della cultura del conflitto nelle teorie sociologiche,
se non per l'occasione di quella sociologia critica di formazione
francofortiana, avviene parecchio più tardi, ovvero intorno al '70
per quanto riguarda la sua matrice prettamente ideologica e
intorno agli '8o per quanto riguarda la nascita del pensiero
postmoderno, il tema dell'anomia come concetto sociologico ha
sempre ricoperto una valenza negativa, la ricerca sociologica, in
tutti gli autori, che siano più tradizionalmente legati a una pro-
spettiva strutturalista funzionalista 18 0 di matrice marxista criti-
ca, si orientava sempre e comunque verso un'idea normativa
dell'essere umano corporatosi in gruppo, ciò che interessa in
questo momento è la fecalizzazione sulla svolta linguistica della
riflessione sociologica per cui ogni cultura è e non può che
essere letta nei suoi confini linguistici in quanto sistema di
significati simbolicamente mediati abbattendo radicalmente ogni
approccio filosofico ontologico, quindi ogni approccio assoluti-
stico - tracciata specialmente dai cultural studies inglesi e ame-
ricani su base decostruzionista derridiana e lemaniana. essi,
ponendosi in contrasto diretto con gli istituti di produzione
autoritaria del sapere, rifiutando il concetto di scienza e dedi-
candosi alla ricerca della libertà, con un approccio consapevol-
mente interdisciplinare, 0 meglio, ibridato, leggono in primis
ogni forma socioculturale come radicalmente relativa, altra e per
questo uguale alle infinite molteplicità del panorama culturale
contemporaneo, decostruendo l'idea di una cultura coerente e
unitaria sottomessa a urVimmagine sistemica, cibernetica e
omeostatica del sociale, in questo senso i cultural studies
abbattono anche il sociale nel passaggio da moderno a postmo-
derno, sviluppando una riflessione sulla glocalità o cultura glo-
bale ed esplosione dei localismi, questo è uno dei mindscape in
cui si muove la riflessione in questo libro: la cultura intesa
come quell'espressione della festa esplosiva rispetto a una vec-
chia e scontata idea di conflitto sociale dialettico in cui il nemi-
co viene identificato come un sistema sociale unitario, cultural-
mente-coerentemente significato e soprattutto politicamente
organizzato su base social-democratica.
^ quella dei rave è una delle forme culturali contemporanee che più
lascia alle spalle un'idea dialettica di sovversione abbandonando
£ il contro e lottando sul per. il movimento dei free party desidera,
g non ha bisogno, le feste propongono una ricerca del desiderio,
un'espressione libertaria che non gioca più, o almeno non più
•c esclusivamente, su una retorica ideologica puntata su rivendica-
I zioni politiche ma semplicemente trancia di netto il bisogno (in
^ questo caso non desiderio appunto) da parte di quella visione
| della società politica di avere un contro per autoratificarsi nel prò.
| in questo senso la ricerca espressiva è anomica, è basata sull'as-
| senza di norma fatta legge, sullo spolverarsi da dosso l'idea di
Ì rispettare anche in forma controculturale un gioco politico che
§ ritorna al mittente donandogli forza, i rave rappresentano l'esteti-
| ca del vuoto, l'aprirsi del rumore nel limbo del silenzio; essi fiori-
scono proprio sul detrito intercorrente tra necrosi della società
politica e archeologia industriale ovvero su ciò che furono tutti i
rapporti di potere di un'economia del dolore basata sulla scarsità
e i rapporti di produzione, se il legame sociale ha la sua culla
nel gioco linguistico come definizione dei ruoli sociali, la sua dis-
soluzione non può che passare o meglio essere superata dalla
decostruzione dei linguaggi del conflitto, i quali si battono ora
non più su codici politici, bensì di diretta riappropriazione, il
campo del diritto è morto, come il sudore identitario delle grandi
appartenenze nel bisogno di cittadinanza qualsiasi essa sia. è il
campo dei desideri rivelati a costruire anomia nella metropoli
unica, dentro e oltre il suo ventre, oltre il reale, verso l'anomia.
ora, l'anomia come ultima forma di vita riesce a configurarsi
come regione animata da un respiro filosofico libertario se, e
solo se, sviluppa degli strumenti per riflettere su se stessa, altri-
menti il degrado, il dominio, l'abuso, l'oppressione, l'omologazio-
ne, l'identità, l'aridità, la morte subentrano internamente occu-
pando un territorio che promuoveva, in forma creativamente mol-
teplice, proprio la liberazione dagli stessi, e non è un caso che
dopo anni e anni di attività controculturale il panorama si sedi-
menti routinizzandosi, i dancefloor si svuotino, il sound si ripeta,
la violenza subentri con spaccio incondizionato, aggressione
cieca, teppismo gratuito, armi, stupri, morte, non generalizzando,
ma la scena francese ne è testimonianza con i suoi approcci da
gang alla cultura da sound system, con i suoi feriti fisici/mentali,
con i suoi morti, ciò inizia ad avvertirsi palesemente anche nel
panorama italiano, guardiamo ad esempio il proseguimento
romano del bordel 23 19 . dopo la prima festa milanese che ha
raggiunto dei livelli espressivi molto forti si è scivolati, nell'arco
di una settimana, dalle stelle alle stalle, il che mi ha riempito di
un'amarezza senza confini facendomi faticare parecchio per non
permettere alla brutta esperienza del secondo party di sovrap-
porsi, cancellando la precedente.
episodio numero 1. aggressione, il kick di partenza è stato la
rissa con una figura che è nata e cresciuta nei rave della scena
romana e che comunque se l'era cercata, ma da lì la cosa si è
estesa a tutte le persone che erano loro intorno tra cui io, che
conoscendo tutti gli elementi ero andato a cercare di capire la
situazione, la rissa si è estesa immediatamente, sono volate
capocciate in faccia e calci a gente che non c'entrava nulla,
alcuni di Kernel Panik, il sound system ospitante sul territorio
romano, hanno provato a sedare la tensione, il tentativo però è
stato subito abbandonato, soprattutto senza entrare in relazione
con i kamikaze, sound co-organizzatore dell'evento, mi sono
preso con un francese, ex sound cospirancy, che ragionava al
grado zero ripetendo come un disco che salta: "Roma di merda,
romani di merda, gente di merda, feste di merda, siete merda",
inutile dire che non c'è stato nessun dialogo, ho socializzato
questa storia cercando di riflettere sulle dinamiche di relazione
tra i vari KP e i vari KAMI ma mi sono trovato tra persone che
si muovevano in due polarità individuo/gruppo, quando chiede-
vo di riflettere sull'accaduto e di parlare ai kamikaze ognuno
condivideva ma, a mattina inoltrata, nel momento effettivo del
dialogo con il tipo precedente, le persone che mi erano accanto
hanno girato le spalle e io mi sono ritrovato con il Billy in que-
stione che come al solito farfugliava frasi a caso gettate lì come
carte di mazzo cercando di affermarsi con la violenza,
dal gruppo all'individuo, chi non c'era, chi non sapeva, chi non
condivideva, a ogni modo nessuno prendeva posizione sul fatto
che i kamikaze si erano comportati come degli sclerati senza
rispettare nessuno, eppure Kernel Panik ci stava facendo una
festa insieme, premetto che ritengo kernel panik una delle
poche realtà di azione contemporanea inerente ai rave che ha
raccolto il testimone della vecchia scuola romana, comunque da
quel momento in poi mi è mancato l'ossigeno, l'atmosfera era
diventata glaciale e completamente ostile, ogni sorriso mi è
sembrato falso, ogni abbraccio mi è sembrato ipocrita, ogni
sguardo vacuo, ogni parola inutile, più andava avanti la festa e
meno potevo sopportarlo.
episodio numero 2. eroina, un tossico era disteso all'entrata
completamente inerme, senza capacità di muoversi, partiamo in
tre per capire che succede, il tipo è riverso per terra con la
pischella che panica non sapendo dove mettere le mani, imma-
gine squallidissima, la gente passa, ogni tanto qualcuno butta
uno sguardo, il tipo sembra Rent di Trainspotting in overdose
ma fortunatamente è a un gradino inferiore; altrimenti il cuore
gli si sarebbe già fermato.
facciamo venire la pischella con la macchina, gli infiliamo dentro
il tipo e li mandiamo al sert. ho odiato quel tossico e non per-
ché tossicodipendente, quanto perché totale, completo menefre-
ghista, a lui semplicemente non interessava nulla, era in quello
stato di caldo torpore da eroinomane per il quale il mondo
poteva anche sgretolarsi in quel momento, ai fini della sua
misera economia esistenziale non sarebbe mutato nulla, sempli-
cemente non gli interessava nulla di cosa stava succedendo lì,
figuriamoci di tutti gli sbattimenti della festa, figuriamoci ancora
dei suoi sensi possibili, semplicemente non gli interessava nulla,
nemmeno di se stesso, sul momento abbiamo cercato di ripren-
derlo ma, successivamente, in me è nato un desiderio cieco di
prenderlo a calci in faccia.
episodio numero 3. violenza, mi è arrivata voce di aggressioni
sessuali a due ragazze che conosco, di cui una delle due pro-
prio nel dancefloor, sotto le casse, mentre la gente continua a
sorridere e ad abbracciarsi in pezza da pasticca 0 a simulare
morti scontate ai bordi della fabbrica, in pezza di ketamina.
rimango mortificato.
episodio numero 4.distruzione./ripensavo al discorso che avevo
fatto con due pischelli che ho caricato in macchina; probabile
sintomo dei successivi momenti nefasti, loro facevano l'autostop
per andare alla festa, mentre parcheggiavamo, mi dicevano che
erano di zona alla Bufalotta 20 e che non avevano preso la mac-
china perché stavano troppo in paranoia al pensiero di uscire
fuori alla fine della festa e ritrovarsela distrutta, io allora ho
controbattuto affermando che atti del genere erano solo opera
di vigliacchi che andrebbero presi al momento del vandalismo
gratuito e fatti andar via dalla festa strisciando da vermi qual
erano, ciò che più mi ha intristito e avvelenato e stata la loro
risposta ovvero che quel comportamento in parte andava capito
e tollerato perché i rave erano lo specchio dei tempi e che
essendo frequentati da gente che veniva a sfogarsi, chi ci anda-
va si doveva adeguare accollandosi la responsabilità di tale tep-
pismo gratuito in quanto frutto dell'alienazione sociale che era-
vamo costretti a vivere, come se fare un rave non portasse esat-
tamente il messaggio opposto ovvero far nascere energia creati-
va dall'aberrazione del quotidiano, ricordo di essere entrato
nella fabbrica già con una grossa tristezza addosso vedendo per
altro gente che scavalcava per evitare le misere 5 mila lire della
sottoscrizione quando poi invece il rave era gratuito e la sotto-
scrizione non c'era proprio.
episodio numero 5. siringhe, cercavo di allontanarmi dall'azione
della festa quindi dai pensieri a essa legati per metabolizzare
quanto stavo vivendo, esplorando gli altri capannoni abbandona-
ti del posto ma, più mi allontanavo, più vedevo per terra sirin-
ghe. siringhe dappertutto, siringhe sporche di sangue, siringhe
vecchie di tossici che si andavano a fare le pere lì o nuove appe-
na usate da gente che si sparava la ketamina in intramuscolo.
più andavo avanti, più ne vedevo, era come quando Castaneda
andava per le valli del messico a cercare boccioli di peyote, fatto
di mescalina. più gli saliva la mescalina, più gli appariva il famo-
so cactus, per me era l'esatto contrario, la mia immagine era
speculare: più andavo avanti più mi si svelava una strada che
non volevo percorrere, era come se la festa stessa si volesse
vendicare di me, di quella mia presa di coscienza, vincolandomi
al dolore, godendo sadicamente dei suoi inputs simbolici,
episodio numero 6. la solitudine, non potevo comunicare a nes-
suno ciò che stavo vivendo, non riuscivo a sbloccare un loop
automatico che mi mangiava il cervello: "situazioni del genere
non devono esistere sulla faccia della terra o per lo meno sulla
faccia della terra che ci prendiamo per renderla libera, io non
riesco a sentirmi libero in situazioni del genere, non riesco a
sentirmi libero se mi devo difendere da un mondo che io stesso
ho concorso a creare".
f posologia e controindicazioni t
jquesta testimonianza è una chiara foto di come un rave si
I possa trasformare da momento di vita nella massimizzazione
*' della libertà concretizzata a momento atroce, infernale e mortife-
ro che invece di destabilizzare il deserto antiumano del quoti-
diano lo riperpetua fortificandolo, quando una pratica controcul-
turale qualsiasi essa sia arriva a reiterare i suoi linguaggi stereo-
tipizzandosi nella incapacità di deflagrare dall'interno tale pro-
cesso, essa segna la sua stessa fine, il termometro della ricchez-
za di un rave è la poliedria esistenziale nel ventre del suo dan-
cefloor. più la diversità si incontra, dialoga e balla, più la prigio-
ne della stereotipizzazione identitaria viene evasa e il rave si fa
una piattaforma di lancio per panorami libertari ignoti, quando
• accade il contrario, come in momenti quali quello appena
descritto, ognuno urla al male definito, che sia l'abuso delle
sostanze, che sia la carenza di nuovi stimoli espressivi libertari,
che sia l'ombra lontana di una penetrazione nazista nelle feste,
ricalcando le stesse dinamiche politico mediatiche della ricerca
del mostro, come tutti sappiamo non è l'identificazione di un
capro espiatorio a risolvere i mali del mondo, o meglio del
mondo delle feste, quanto l'analisi di una serie molto fitta di
intrecci causali, tra cui la sedimentazione delle scene, la stereo-
tipizzazione dei comportamenti, il deflusso della passione, l'in-
capacità critica, l'omogeneizzazione culturale e via discorrendo,
questo intreccio, se non disossato da azione critica e critica del-
l'azione, porta a un progressivo e veloce appiattimento dell'en-
cefalogramma della scena, in questo caso vale ancora un discor-
so di approccio basato su apertura mentale, xenofilia, rispetto
ger la diversità, amore per gli altri e quindi per se stessi, ma
quando la diversità diventa ignoranza, aggressione, prepotenza,
persecuzTone, espressione di potere si deve rispondere, lo si
deve fare con forza e intelligenza, il rave è un bene comune
libero e gratuito per quel che si può. a tutte le persone libere
che danno senza paura di perdere è destinato il compito di pre-
servarlo, la festa è uno spazio in cui finalmente respirare il calo-
re dell'utopia fatta aritmia cronotopica, oltre l'atrocità della vita
quotidiana, non giova a nessuno ripercorrere le stesse dinami-
che di potere all'interno di un contesto frutto di grossi investi-
menti fisici, cognitivi ed emotivi, nonché economici, in quanto
portano a un incremento del rapporto quantitativo di frustrazio-
ne/sfogo, questo vuole quindi essere un invito alla consapevo-
lezza generalizzata e all'azione immediata-incisiva contro ogni
forma di intolleranza e repressione interna ai rave. se i Front242
cantavano "love those who fight against oppression and the
oppressor" cerchiamo anche di capire chi è l'oppresso e chi
l'oppressore, se devo ritrovarmi chi mi reprime negli spazi che
libero allora il significato della liberazione sfuma con tutti i suoi
sorrisi i suoi sguardi i suoi abbracci le sue intese, la cultura del
qualunquismo è accettazione incondizionata della repressione,
non lasciamole prendere il sopravvento su di noi, sulle nostre
scelte, sui nostri desideri, altrimenti la ricchezza e la molteplicità
dei sensi in relazione si trasformerà in monotonia, violenza e
morte, l'investimento in questo senso va fatto sui valori libertari
di tutela della diversità, di antiautoritarismo, di superamento del
sessismo nei termini di misoginia e omofobia, nella capacità di
vivere il gratuito in forma cooperativa senza appropriarsene, nel
piacere di vivere il molteplice in festa, nel godimento di tutto
ciò che è altro in dialogo, nel desiderio di ricerca e conoscenza,
nel piacere di un divertimento incondizionato e spontaneo. l'ela-
borazione di tali valori va applicata e raffinata in un'ermeneutica
dell'anomia, quindi nello sviluppo di un metalinguaggio paralle-
lo a quello del movimento libertario dei free party come forma
di termometro, monitoraggio e successiva ridiscussione, nell'atto
0 pratico questo significa un'azione interna esterna al dancefloor.
l'azione interna prevede strategie di riduzione del danno, le più
£ orizzontali e apolitiche possibili, attraverso cui fornire punti di
f socialità interna alle risacche di asocialità dovute alla routinizza-
zione dei rapporti nel party, fornendo il più gratuitamente possi-
•c bile servizi di testing delle sostanze psicoattive che girano, per
1 un'azione immediata sul mercato interno al party 21 , tale prassi
^ deve essere tesa all'emarginazione di chi specula portando
| morte e alla costituzione di consapevolezza critica rispetto a un
| uso ri-creativo e autogestionario dei propri stati di coscienza.
| non solo, proponendo contemporaneamente assistenza medica
9 e psichica primaria (nonché cibo, acqua e profilattici gratuiti) si
§ può evitare che passi falsi nell'uso di sostanze o anche nei rap-
e porti interni al party (come una molestia, un furto o un'aggres-
sione) si tramutino in una tragedia, questo, in coordinamento
con gli organizzatori del party per un'azione più proficua sulla
qualità dello stesso e per una crescita collettiva nella creazione
di spazi liberi, non è un caso che proprio in Francia, in coordi-
namento o meno con le istituzioni sociali, siano nati i più grossi
gruppi di riduzione del danno direttamente autorganizzati da
raver come Technoplus, le Teepee o Spiritek. ancora internamen-
te è fondamentale portare la diversità lì dove vi è la tendenza
all'omogeneizzazione culturale, ibridando i rave sempre di più
con nuovi linguaggi come la comunicazione visuale, o il linguag-
gio del corpo e la performance, o lo stravolgimento della rap-
presentazione musicale con l'introduzione del cantato e di tutto
ciò che possa decostruire la sedimentazione identitaria del lin-
guaggio libertario della festa, esternamente, l'azione prevede un
continuo coordinamento che permetta alle krews più pìccole,
quando vogliano provare ad agire sul territorio organizzando
rave illegali, di essere supportate da gruppi più grossi che met-
tano a loro disposizione gli strumenti critici e fisici per farlo,
quindi Papproccio libertario alla festa come strumento di espres-
sione, la logistica (con metodi di occupazione, gestione dei rap-
porti con le forze dell'ordine e via dicendo) e il sound system,
previa un mutuo supporto economico ricavato dalla festa, ciò
permetterà di allargare la scena il più possibile connettendo i
singoli fuochi su una base qualitativa, decostruendo contempo-
raneamente quella dinamica da star system che va costituendosi
rigerarchizzando un'area culturale libertaria che nacque come
orizzontale e disidentificata, ed è proprio su tali istanze che
questo spazio testuale vuole svolgere il suo ruolo, riflettendo e
rilanciando la ricerca della libertà attraverso la forma-festa.
ill/egal
il termine "free party", portato dei flussi globalizzati della con-
trocultura libertaria, ha giocato sul doppio senso della parola
"free". in inglese "free" vuol dire libero e, contemporaneamente,
gratuito, gratuità è, in questo contesto significativo, sinonimo di
libertà sebbene l'applicazione della parola "free" abbia a volte
connotazioni economiche e, altre volte, libertarie, a volte il
"free" si trova nei flyers di contesti commerciali con entrata gra-
tuita, mentre altre volte, ad esempio, si trova all'interno delle
feste promosse dalla "k list" di Kanyar, adducendo quasi free
oppure on donation, indicando forme di sottoscrizione per il
sostentamento di un soundystem, oppure per la creazione di
fondi dedicati al supporto legale di alcuni processi in corso o
per altri fini, comunque quasi mai funzionalizzati alla pura ven-
dita del "servizio" festa, in ogni caso la diversità tra il concetto
di "rave illegale" e quello di "free party" è tanto evidente quan-
to lo sono le diversità culturali di una scena locale quale quella
italiana messa in relazione a una scena europea e internazionale
di matrice Soprattutto inglese sviluppata dai "New Age
Nomads". proprio il discorso della sottoscrizione ne può essere
indicatore, specialmente nel contesto italiano, in cui le forme
più avanzate di cultura del conflitto si esprimevano nei centri
sociali, facendo dei concetti di occupazione e autogestione la
loro forma di azione diretta sul territorio per la creazione di
spazi di socialità e produzione altra dai marci giochi politici tra-
sposti in rapporti di potere sul territorio metropolitano, essi
traevano e tuttora traggono sostentamento da una forma econo-
mica di supporto a offerta più o meno libera nelle loro iniziati-
w ve. i rave hanno mutuato in parte questa visione dell'autorga-
nizzazione traendo anch'essi sostentamento attraverso 1a sotto-
£ scrizione, i free party invece, provenendo da un'area hippy dei
j free festival - intesi come liberi gatherings in cui ogni piccola
* realtà individuale o di gruppo autogestiva la propria economia -
•c venivano e vengono compresi come completamente o quasi
I completamente gratuiti, con una economia interna alla festa
f jdata dai bar, dàtta vendita di dischi, magliette o materiale auto-
s prodotto in genere e dalle sostanze psicoattive.
£ sul rapporto tra nomadismo delle tribe e stanzialità delle scene
| locali il discorso poi si diversifica di area in area^in Francia gli
§ Spirals hanno dato vita al loro sogno sovversivo, mentre in
§ Italia hanno solo aggiunto una visione diversa delle feste illega-
li li, sebbene ciò sia stato interiorizzato con più tempo a causa di
£ una serie di problemi di matrice prettamente socioantropologica,
ovvero incapacità di relazione sociale data da matrici culturali
differenti non in grado, da entrambe le parti, di porsi, nella
ricerca del dialogo, al di fuori della propria visione etnocentrica,
quindi, secondo me, la riflessione verte sul fatto che:
ove non vi sia stata scena preesistente il "verbo" spirai 22 ha
attecchito aprendo nuove aree di comunicazione e conflitto
attraverso la festa, vedi la Francia 23 ;
mentre ove risiedeva una scena preesistente al loro arrivo ci
sono sempre stati dei problemi, questa volta amplificati dall'i-
dea di tribe non più come crogiolo di neo-nomadi sovranaziona-
li alla ricerca di interstizi nelle Wastelands di Europa ove pianta-
re fiori sonori del male, quanto melting pot di balordi che vole-
vano mettere le loro mani su una torta molto gustosa e appeti-
bile, e questo è successo in Italia come in Olanda, ad esempio,
l'idea retoricamente missionaria, in chiave libertaria, della Spirai
Tribe si trasformava in vero e proprio colonialismo. Barry, un tra-
veller storico, sin dalla famosa "battaglia di Beanfield" per l'oc-
cupazione del free festival di Stonehenge, mi raccontò di come
lui sentisse di aver partecipato alla scintilla che fece scaturire la
"Spirai Mission". questo avvenne in una non ben precisata data
di un free festival che lui concorse a organizzare, tutti i membri
degli Spirai Tribe si fecero un acido ed ebbero tutti, contempo-
raneamente, la stessa visione: emanare le spore libertarie della
teknomusik in chiave festosa, sovvertendo l'Europa nell'arco di
un anno, e così fecero, partendo per un tour europeo di free
party da tenersi ogni weekend in un posto diverso, ovviamente
le letture di questo technomisticismo folk sono state le più
diverse e, in molti casi, come già detto, furbescamente opportu-
niste. la fine degli Spirals, intesa come divisione in tour ameri-
cano e Sound Conspirancy con mire asiatiche finite male, e la
morte della Network 23, il parallelo progetto di produzione e
distribuzione indipendente di musica techno (in realtà contrad-
detta dalla loro continua presenza distributiva in feste e tekni-
vals), hanno segnato l'ennesimo momento di passaggio e muta-
mento generazionale, in questa prospettiva voglio suggerire una
riflessione basilare:
ricordiamoci ancora che la techno non è solo un fenomeno glo-
bale quanto GLO-CALE. esso è composto da un network di sin-
gole scene che vanno contestualizzate storicamente socialmente
e culturalmente e, contemporaneamente, vanno legate in una
visione globale; vedi tutta una serie di percorsi storico-politici,
per lo meno netTangolazione italiana, con la nascita della cultu-
ra giovanile alla fine del '50, le grosse contestazioni, le contro-
culture, il terrorismo, il riflusso, la nascita dei movimenti antago-
nisti concentrati sulla grande crisi della politica e quindi su una
nuova azione diretta concentrata sul sociale, i centri sociali, la
stabilizzazione degli stessi e infine la nuova azione sul territorio
e il nuovo sangue del conflitto attraverso i rave.
* pongo in questo caso ogni lettore di fronte a una visione sin trop-
po lineare, quindi contemporaneamente invito a diffidare da una
lettura superficiale perché come tutti sappiamo: lealtà = fantasìa +
1 ovvero il reale è un panorama sempre più complesso dT ogni
suo riduzionismo interpretativo., jjave, comunque, per k> meno a
Roma {come a Torino e, successivamente a Bologna, Milano ecc.),
prendono vita, come già mostrato, da diversi intrecci finendo per
rappresentare una forte ibridazione di tutto ciò che è stata la con-
trocultura, ejion solo in Italia, si campiona e rimescola psichedelia
di vecchia matrice, punk, industriai, cultura del sound system, hip
hop, azione dinamica e nomade sul territorio - ovvero occupazio-
^ ne e autogestione, pratica dei centri sociali (strutturatisi socialmen-
te e culturalmente) - nuovi valori quali la riscoperta del corpo e
£ delle sue nuove nature attraverso una danza oltranzista che supe-
g rava di parecchio le precedenti forme della festa sul territorio ita-
liano - vedi la dance hall reggae o hip hop - la nuova percezione
•c della tecnologia e del suo uso, la ricerca innovata sugli stati alte-
I rati di coscienza, la sperimentazione sonora, tale métissage apre il
f conflitto a scenari altri e complessi rispetto alle precedenti genera-
| azioni, il discorso qui si amplia tenendo conto di una serie di fattori
| quali ad esempio, sempre nell'esperienza romana, il fatto jdtieyi
| era già una cultura dei rave nata, a differenza del contesto inglese,
§ prima in forma commerciale - sebbene da un punto di vista musi-
§ cale con delle prospettive di ricerca sonora molto sperimentali e
I creative come quelle "del suono di Roma" - e successivamente
detoumata dalle schegge impazzite stanche delle solite storie sul
territorio, in forma di conflitto e organizzazione di disordine nella
metropoli, c'era un desiderio sommesso quanto evidente nel tes-
suto urbano romano, di qualcosa di nuovo che desse sfogo a
energie ormai paralizzate dalla routine, il passaggio è stato spon-
taneo e dirompente, un fulmine sul cielo pacificato degli equilibri
nella città che ha dato vita, essendo la techno uno strumento folk
di comunicazione, a un accesso di massa, quindi pop e contempo-
raneamente underground, alla creazione di nuovi spazi libertari; un
territorio linguistico che la vecchia leadership del presunto movi-
mento, non riusciva più a detenere, fatto sta che Pillegal" urlato
l'altro ieri con felicità a pieni polmoni per aver dato vita a un
momento così forte ed espressivo come un rave illegale (tanto da
far commercializzare l'urlo stesso in magliette confezionate da un
negozio di dischi, referente del circuito delle discoteche), ieri si è
ibridato con i movimenti controculturali europei dedicati alla tedi-
no e alla forma-festa come pratica di conflitto, trasformandosi in
"free party for free people" per arrivare oggi a mutare ancora il
suo senso, cercando ora una critica su se stesso e una rielabora-
zione dei suoi linguaggi, la maturità di una cultura si riflette pro-
prio in questo, nella capacità di pensare se stessa in termini critici
il libro ne vuole essere testimone e contemporaneo interlocutore. "
datacidio
il narratore qui viene raccontato assumendo attivamente una
posizione passiva di abbandono ai flussi di comunicazione,
quindi al dialogo e alla riflessione su se stesso, abbattendo i
confini tra oggetto e produzione intellettuale, il sottotitolo, pro-
ponente "tedino anomia per delinquenza giovanile", è giocato
su un campionamento testuale da "alien underground", una
delle prime fanzine complete e sperimentali sul movimento tech-
nolibertario edita da Christof Fringeli/Praxis 24 , che recitava nel
suo sottotitolo "Techno Theory For Juvenile Delinquents". il suo
era un palese invito all'atto delinquenziale inteso come sovver-
sione degli ordini costituiti attraverso un uso detournato della
tecnologia, in una prospettiva più nascosta egli ha giocato su
un piano squisitamente linguistico, detournando un registro tipi-
co di quella sociologia inglese e di quel linguaggio giornalistico
anni '50/60 che usava il termine delinquenza per criminalizzare
in toto quell'universo giovanile sempre più distaccato dai valori
conservatori e autoritari della società adulta. Fringeli fornisce
technoteoria per quella delinquenza giovanile che rifiuta e supe-
ra, cambiando direzione alla propria vita e aprendo direzioni di
vita, in questo senso io ho ricampionato e ridetournato, risigni-
ficandolo, il sottotitolo di "Alien Underground", usando i concet-
ti di techno anomia e di delinquenza giovanile come definizioni
metodologiche e concettuali all'interno del libro.
nostalgia di un futuro anteriore
"techno anomia per delinquenza giovanile" delimita l'area di
intervento del libro, introdotto a sua volta da questa riflessione
teorica e strutturale rispetto agli spazi-tempi logici che sottendo-
no i suoi contenuti, essa si sviluppa su un approccio diacronico,
quindi storico, cronologico, ai rave attraverso una ritmica anomi-
ca che salta di sound in sound, svelando paesaggi acustici di
rivolta digitale, un pattern spontaneo di storie vive e carnali che
attraversa la logica del suono sovvertito e della sua controcultu-
ra, nelle loro linearità e decostruzioni, una costellazione senso-
^ riale, frammentata, elicoidale, policroma di reportages, storie di
vita, documenti raccolti dal 1985 a oggi su rave illegali, Street
£ parades, macchinazioni e teknivals, sul territorio romano/italiano
* con richiami europei, i testi sono tratti da fonti documentaristi-
fi!
che quali mailing list, newsgroup, website, flyer, fanzine, magazi-
•c ne, quotidiani, e montati in un macro-cut-up cronologico 25 , esso
I è introdotto da: Tribal Eye: 1649-1992, un ritorno al futuro per
f una storia movimentistica del presente, scritto da Alan "Tasti"
s Lodge, il primo e più prolifico testimone oculare (nel vero senso
| della parola in quanto fotografo, ancor prima che saggista) del
12 movimento traveder, il saggio tratta, con taglio storico, la nasci-
§ ta del nomadismo inglese fino alla travelling tekno nation. esso
§ rappresenta tre secoli di dispersione e polluzione "over the
| edge", oltre le soglie della società civile, attraversando tutte le
sue fasi, una piccola parentesi va aperta sul discorso storico 0,
meglio, sul concetto di storia.
a mio avviso vi sono più livelli su cui riflettere, la parola "sto-
ria" qui sviluppa, nel suo significato, una negazione decostrutti-
va di se stessa nella sua aura dialettica - nella sua linearità,
nella sua autorità del singolare, nella sua ritmica di superamen-
to - quindi e soprattutto di quella storia che vincola, di quella
storia che produce UN reale, UN normale, un "DENTRO",
ritornando sul metodo dell'abbandono, attraversando le città
invisibili delle storie, come un viaggiatore "lascio andarmi fuori
- lascio tutto fuori" Assalti frontali 1999^" da quell'idea reazio-
naria di memoria stoncaTJa stessa, analizzata e messa in crisi
r
anche dagli eredi di quell'analisi marxista che ne ha fatto ric-
chezza e sul quale teorici post-marxisti ancora scrivono, vedi
Lyotard (1979) 0 le analisi di Balibar 0 Wallerstein (1988) che
mettono in crisi il concetto di storia come definizione di quella
cittadinanza a senso unico, figlia di quei processi universalistici
che diedero vita e struttura alle squallide democrazie contempo-
ranee e alle espressioni sociali manifeste dell'organizzazione in
stato-nazione-Europa, nonché ancora la definizione assiale
primoAerzo mondo, sempre frutto di una storia dell'occidente,
di una storia del dominio: di quella storia dettata, la storia non
esiste, la sociologia della storia propone un'analisi della defini-
zione storica dal presente, ovvero la memoria e il ricordo
espressi in testo non sono altro che interpretazioni di chi ha lo
status per definirle attestandole in forma auratica come memo-
ria collettiva, chi dà lo status di definizione della storia se non
l'apparato accademico? e al servizio di chi è l'accademia? 0
meglio, può esistere un apparato intellettuale che produca e tra-
mandi sapere, in grado di distaccarsi sia dai processi di legitti-
mità - che collegano il "vero" scientifico al "giusto etico-politi-
co" - sia dai processi di funzionalità capitalistica - che fanno
del "vero" scientifico "il giusto" economico - e di accettare la
sua sfida terminale:/iT"saper" andare contro se stesso?
ovviamente non è così semplice ovvero vi sono, dalle~esperien-
ze di storia sociale 0 storia culturale della scuola degli annales
in poi, delle riflessioni evenemenziali sulla storia 0, ancor di
più, sulle tendenze di quella storia radicai ibridata con la narra-
tiva del "what... if..." ovvero del cosa sarebbe successo se le
cose non fossero veramente andate così? e susseguentemente:
ma le cose sono veramente andate così?
di sicuro l'analisi che interessa questo libro coglie un approccio
diacronico al presente, l'esplosione della molteplicità delle storie
e delle loro asincronie rispetto alla Storia con la S maiuscola e
ancora la dialogia tra storie come contestualizzazioni di sviluppi
culturali e il loro intrecciarsi in patterns impossibili, questa è la
prospettiva diacronica del libro in cui ho sviluppato, attraverso
la metodologia del montaggio come forma di sampling riportata
su un piano testuale, percorsi possibili e molteplici di reporta-
ges. l'immagine svelata è soprattutto quella della scena techno
italiana dalla nascita inglese alle Street parades/reclaim the
streets, primi teknival ecc. che creano mulinelli temporali, come
nel concetto di temporalità frattale mckenniano espresso in Vere
Allucinazioni (1993) dove il tempo è un fiume esistenziale in
rotta al di fuori degli argini con infinite correnti polidirezionali,
omnipervasive, rappresentate in questo spazio concettuale come
dead ends, percorsi impossibili, temporalità parziali, attraversa-
menti obliqui, connessioni con altre scene e via dicendo, se "la
visibilità è una trappola" come cita Christof Fringeli, "technoano-
mia per delinquenza giovanile" è la danza dei ritmi anomici, l'a-
bolizione della memoria e la negazione del futuro, la danza
della fine della storia; la fine di ciò che Lyotard intendeva del
"prodursi sociale" come "grande narrazione", l'inizio di una
moyen age stravolta, in cui la percezione del tempo è sradicata
dalla sua linearità e supera l'andamento della storia, facendo
collassare il senso di tutti i vecchi paradigmi,
la parte finale del libro, ma non di minore importanza, è dedicata
alla comunicazione visuale. "Every picture tells a story" ovvero
ogni immagine racconta una storia, introdotta da una riflessione di
antropologia della comunicazione visuale, qui la scena italiana dei
free party viene raccontata visualmente attraverso un lavoro di
ricerca e organizzazione dei flyers prodotti durante questi anni di
rave, Street parades e festival techno dal 1993 al 2000.
Buona infezione del pensiero. m
"... we are talking about the invisible insurrection of a million
minds.
p.s.
if you can't figure out what ali this is supposed to have to do
with underground parties, nameless white labels, mysterious
frequencies, connecting levels of sounds and ideas, games of
identity, loosing oneself in dingy basements, realising and for-
getting the meaning of everything, conspiring to become one
with noise:
THEN, WE CAN'T HELP YOU !!!"
Praxis - Demag/Hardcore Underground - Hidden Resistance
1 una delle menti inquiete che, sin dalle prime scintille di pubblico disordine della
scena romana, hanno soffiato sul fuoco, dando emissione radiofonica ad "hard
raptus", una delle varie cellule organizzative di technotempeste operanti alla fine
della prima metà dei '90.
2 a quei tempi non vi era il minimo coordinamento tra le pochissime realtà che
sviluppavano un discorso del genere: l'estrazione era quasi esclusivamente romana
con l'eccezione di un dj indiano uscito dal nulla che mandava Goa; la prima volta
che l'ho sentita in vita mia.
3 ampia testimonianza ne sono i pestaggi avvenuti nei primi periodi della scena
romana da parte delle aree più conservatrici e politiche del movimento.
* al festival di Martellina venne solo uno dei pegliani e si divertì come un pazzo.
* in realtà un megarave di tre giorni che ai tempi fu un record di resistenza e delirio.
6 oggi Crystal Distortion, ieri fondatore del sound a spirale, dell'etichetta "Acid
Orange" sotto l'alias di R-Zac, supporto alla Network 23, una delle due anime musi-
calmente più creative della vecchia formazione Spirai Tribe insieme a Kahos, presen-
te in quell'occasione con Facom, Okupe, Lego e altre realtà della scena europea.
7 chimico e farmacologo nonché docente universitario considerato il papa dell'md-
ma (più semplicemente rinominata extasy) 0 comunque un eroe popolare delle cul-
ture psichedeliche; referente scomodo della comunità scientifica mondiale sui temi
della chimica di sintesi inerente agli stati modificati di coscienza, quindi delle desi-
gner drug, nonché ancora sintetizzatore di un'intera classe di molecole psicoattive
definite "fènetilamine". i suoi due lavori letterari-scientifici più popolari, scritti
assieme alla moglie Ann, sono: P.H.I.K.A.L A chemical love story (Transform Press)
e T.H.I.KA.L - the continuation (Transform Press).
8 suo secondo grosso lavoro questa volta sulle triptammine, che tra l'altro denuncia
la grossa repressione attuata dalla drug enforcement administration dopo la pubblica-
zione di P.I.H.KA.L. (phenetylamines i have known and loved), A chemical love story.
9 direttore scientifico della rivista «Altrove», bollettino annuale della S.I.S.S.C. -
società italiana per lo studio degli stati di coscienza (Nautilus edizioni).
10 è altrettanto giusto sottolineare che la S.I.S.S.C. è tra le pochissime strutture di
ricerca e di produzione di letteratura con un approccio libertario sugli stati di
coscienza, essa si poggia, per le sue pubblicazioni, sulla Nautilus edizioni, casa
editrice anarchica torinese, tra le più sensibili al tema in questione.
11 gruppo fondante di quel punk post '77, politicamente impegnato quindi antimili-
tarista, anarco-pacifista, vegetariano, comunitario.
12 in realtà non è più così poiché la maggior parte delle feste, oggi, spesso inizia il
sabato e finisce il lunedì.
13 data storica dei festival inglesi.
14 per altro, almeno nell'esperienza romana, all'inizio del movimento dei raves ille-
gali, l'extasy era difficilmente reperibile poiché in mano al presunto nemico del
tempo, ovvero il pusher di strada, che andava nelle discoteche o ai raves commer-
ciali, e con il quale le persone che organizzavano i primissimi raves non erano
ancora entrate in contatto diretto, questo portava a un consumo alternativo del-
l'isd, più culturalmente sedimentato nel panorama controculturale precedente.
15 citata, con un "very decadent", già in un albo del famoso fumetto hippy
Fabulous Furry Freak Brothers di Robert Shelton.
16 abilitando il circuito di scambio-espressione a tecnologia povera o seriale quale
l'uso indiscriminato e terrorista di cut-up tramite ciclostili e fotocopiatrici, successi-
vamente chiamato mail art o xeroxart.
17 il verlen è un dialetto usato nelle Banlieues francesi in cui le parole originarie
vengono divise, invertite e ricomposte, questo crea una distorsione sonora che si
trasforma in percorso etimologico.
18 vedi Lhumann e la sua inversione di tendenza nel funzionalstrutturalisnio.
19 una delle feste più grosse e qualitativamente meglio organizzate della scena
francese orbitante intorno al Network23.
^periferia a nord di Roma dove si era tenuto il party.
21 c'è un dibattito abbastanza vasto sull'attendibilità o meno di Piti Te st, ma Tatto
stesso di creare aggregazione comporta una possibilità di riflessione sull'uso delle
sostanze psicoattive e sul senso della socialità internamente al party. .importante
sarebbe anche riflettere sulla costituzione italiana di un database interattivo con i
risultati dei tests delle droghe che circolano sul territorio nazionale.
22 gli Spirai Tribe avevano e hanno una visione quasi missionaria ed evangelizzatri-
ce della techno e dei rave. la loro missione era quella di fare una festa a settima-
na in tutta Europa per insediare il virus libertario della techno e connettere le
scene, questo è ciò che hanno fatto per tutta la metà degli anni '90 in giro tra l'e-
misfero occidentale e orientale del mondo, questo è ciò che hanno tentato di fare
e stanno tentando di fare oltre Europa con il tour americano (aprendo la via a un
convoy misto europeo/americano che continuerà il loro lavoro) e con quello asiati-
co tramite Sound Cospirancy. per maggiori informazioni: Colombié 2000.
23 sorrido spesso quando leggo nei reports delle feste nei siti techno francesi misti-
ficazioni sugli Spirai da parte delle generazioni successive di anime inquiete france-
si alla ricerca delle loro tracce 0 quando trovo leggende metropolitane su di loro.
2A «Alien Underground: Techno Theory for Juvenile Delinquents». technozine inglese
padre della futura «Datacide». tratta dalla filosofia e narrativa cyberpunk ai raves
passando per le produzioni musicali indipendenti.
25 mettendo un punto al 2000, altrimenti il libro non si sarebbe mai concluso, mi
sono trovato, come in ogni progetto pubblicistico, in quella situazione critica in cui
si contrappongono l'effervescenza e la velocità della mutazione antropologica e la
lentezza dei tempi editoriali che rischiano di trasformare la freschezza del prodotto
in storicizzazione dei concetti.
Tribal eye: 1649-1992
Alan "Tash" Lodge
Ecco una storia:
C'è un traveller seduto sotto una quercia. Il proprietario del ter-
reno gli si avvicina con fare minaccioso e dice:
"Fuori dalla mia terra!"
"Che cosa la rende la tua terra?"
"Me Tha data mio padre".
"E che cosa la rendeva la sua terra?"
"Gliel*aveva data suo padre".
"E che cosa la rendeva la sua terra?"
"Suo padre aveva combattuto per averla".
"Va bene", dice il traveller, arrotolandosi le maniche, "allora
anch'io combatterò te per averla...!".
Alla fine della Guerra Civile Inglese, la gente cominciò a realizza-
re che i propri sacrifici erano solo serviti a sostituire un branco
di bastardi menefreghisti con un altro... bèh, questo significano
la politica e la guerra, niente di nuovo!!
I parallelismi che vedo con l'oggi sono inquietanti, paurosi addi-
rittura. La gente precipitava di fronte a uno stato e a un'aristo-
crazia che non li rappresentava. La Chiesa agiva come le multi-
nazionali dei nostri giorni, molta gente voleva solo essere
lasciata in pace, senza l'interferenza del potere, sulle terre che
rispettava e amava. Ho incluso una piccola parte informativa di
sfondo, per darvi un'idea di quello che voglio dire. Risale a 350
anni fa, ma rappresenta ancora un solido esempio di "DIY (Do It
Yourself) culture". "Nessuno dovrebbe essere padrone di nessu-
no, ognuno dovrebbe essere libero di vivere sulla terra" Garrard
Win stanley (1649).
Garrard Winstanley era un filosofo e un pensatore politico del
diciassettesimo secolo, un oppositore del regime che divenne uno
dei principali difensori della causa dei "Leveller" e dei "Digger".
Precedentemente, sempre in quel secolo, il Tesoro Reale si era
avidamente accaparrato vaste aree delle terre comuni a proprio
uso. A quel tempo tre quarti del paese erano terra comune. E la
gente comune soffriva.
^ Durante il caos seguito alla fine della Guerra Civile, il nuovo
regime se ne approfittò impadronendosi delle terre reali ed
£ espandendo in seguito le sue proprietà con una sfacciata annes-
a, sione di altre terre comuni. Il nuovo Parlamento acconsentì a
tutto questo e la gente rimase senza terra e affamata.
•c La gente comune soffriva.
I A quei tempi, erano forti i principi del fai da te, dell'azione
^ diretta non violenta, dell'autosufficienza: se non pensavi da solo
s a te stesso, nessun altro lo avrebbe fatto al posto tuo. D'altra
| parte, la gente comune era stata d'aiuto per combattere contro
| la tirannia del Re ed era ancora espropriata. Il primo aprile del
@ 1649, i Diggers senza terra fondarono un Comune a St. George's
§ Hill, Surrey, con un'economia basata sulla coltivazione e sulla
e pastorizia. L'avventura durò poco più di un anno, poi la gente fu
cacciata via con la forza.
Potrà sembrare strano iniziare questo racconto nel xvii secolo,
ma alcuni fatti sono ancora attuali. Il Governo è lontano dalla
gente e sa poco dei suoi interessi e della sua situazione. Le
pressioni verso il conformismo sono pesanti, le attività devianti
sono scoraggiate energicamente. Esiste tutt'ora una sottoclasse
di diseredati, privi di terra e di opportunità. In più, oggi, siamo
sempre più consapevoli dei problemi ambientali. È una vecchia
battaglia che assume nuove forme (la tensione è probabilmente
iniziata tra i contadini e i cacciatori-raccoglitori dell'Età della
Pietra!). Inoltre, le forme di libera socialità come gli incontri
musicali all'aria aperta sono probabilmente vecchie quanto l'es-
sere umano.
In questo senso il "Festival Pop" rappresenta una più moderna
manifestazione del desiderio della gente di incontrarsi e festeg-
giare. Siamo animali sociali. Alla fine degli anni Sessanta, milioni
di persone si radunavano ai festival di Woodstock e di Monterey.
In Gran Bretagna, il free "Stones in the Park" e il Festival dell'i-
sola di Wight videro la partecipazione di folle enormi.
Accanto agli eventi commerciali si andavano diffondendo i "Free
Festival". La gente cominciava a essere stufa dello sfruttamento,
delle regole, dello squallore degli eventi commerciali. Scoprì
qualcosa. Una visione potente: persone che vivono assieme in
comunità, dividendo i beni e ascoltando e facendo bella musica,
in armonia con l'ambiente e con i propri bisogni.
Parallelamente, cresceva il movimento degli squatters, e gruppi
come gli "Hyde Park Diggers" cominciavano a rivendicare diritti di
territorio. È in quest'atmosfera che cominciarono molti dei raduni,
sia commerciali che free, che si stabilizzarono poi durante gli anni
Settanta. Il Free Festival di Windsor People's divenne un avveni-
mento annuale più grande dell'August Bank Holiday. Non appena
i numeri iniziarono a levitare, nel 1974, la polizia di Thames Valley
decise di agire (dopotutto eravamo nel retro giardino della
Regina) e con enorme violenza fece a pezzi il posto danneggian-
dolo gravemente. Sono ormai trent'anni che ci picchiano con i
loro manganelli! Dopo aver trovato il senso della comunità e uno
scopo (alcuni per la prima volta nella propria vita) in molti deci-
sero di adottare uno stile di vita alternativo e cominciarono a
viaggiare da un evento all'altro durante la "stagione". Tra un
evento e l'altro, però, non tornavano a casa. Si trattava di sce-
gliere i propri territori per sconfiggere, in questo modo, l'aliena-
zione che molti avevano provato una volta tornati in città.
Nel 1975, il People's Free Festival fu ripristinato in un campo d'a-
viazione abbandonato nell'Oxfordshire. Ci andarono più di 10.000
persone e per due settimane reinventarono la città. L'anno
seguente vide la morte del festival della Bank Holiday, a causa
della grande pressione della polizia e di interi giorni di pioggia
pesante. La gente cominciò a guardare ai vari esempi di vita
nomade, come gli zingari. Per vivere "fuori" in maniera diversa,
ma non per questo meno comoda, era necessario attrezzarsi;
pertanto si finì per adottare architetture nomadi come la tenda
"tepee" indiana, la "yurt" marocchina, la "bow top" rumena, la
tenda per due occidentale, l'autocarro e il bus a due piani.
Si cominciarono a sviluppare intenti comuni e nuovi sentimenti
di appartenenza. Tutti concordavano sul fatto che la vita moder-
na fosse troppo veloce, costosa e inquinante. Avevamo scoperto
l'Anarchia in azione, e funzionav3|_La^ gente cominciò a organiz-""
za7sT,"è à^téssere una rete di relazioni sociali, mettendo le basi
di una nuova cultura.
^ Dopo un po' di tempo, però, l'atmosfera cominciò a surriscaldar-
si. Le mistificazioni giornalistiche, con tutte le falsità sul "Peace
£ Convoy" che erano state messe in circolazione, generarono un
S.
« panico diffuso. Come era logico aspettarsi, i media produssero
terrorismo giornalistico con informazioni shockanti. Il «Sun» tito-
•c lava: "Convoglio di armi - gli hippies attaccano la polizia" (nes-
1 suna menzione ad alcuna arma nell'articolo!),
f II «News of the World» scrisse: "Il Mucchio Selvaggio - tossici
s fuorilegge assatanati di sesso fanno sembrare gli Hell's Angels il
£ piccolo Noddy". Questi furono i titoli letti da milioni di persone
| che trasformarono gente essenzialmente pacifica in "folk devils"
t> dei giorni moderni.
§ In opposizione all'istallazione di Missili Cruise Americani nel
| Regno Unito, venne organizzato un campo pacifista prima a
Greenham Common e poi a Molseworth. Nel febbraio del 1985,
l'allora Segretario alla Difesa Heseltine inviò un numero spropo-
sitato di truppe per sgomberare le circa trecento persone e le
due capre che avevano occupato il posto da alcuni mesi, chia-
mandolo Rainbow Village.
Sebbene le autorità trovassero tutto ciò spiacevole, non esisteva
nessuna legge specifica che se ne occupasse. Così ne crearono
qualcuna. Nel passato, generalmente, una forza di polizia senti-
va di aver fatto il proprio dovere nel momento in cui sgombera-
va. Risolveva il problema passandoci semplicemente sopra. In
seguito allo sciopero dei minatori, la polizia imparò ad agire
come una forza nazionale sotto un'unica direzione. Si doveva
fare qualcosa! Stonehenge apparve come il punto centrale della
situazione. Ebbe inizio la "Solstice Operation".
Stonehenge
L'incontro dell'Association of Chiefs Police Offìcers - ACPO
(Associazione dei Capi di Polizia), all'inizio del 1985, si risolse
con la decisione di ottenere un'Ingiunzione dell'Alta Corte per
prevenire il raduno annuale a Stonehenge. Questo era il mezzo
che sarebbe stato usato per giustificare la "battaglia di
Beanfield" il primo giugno, nell'Hampshire. Bèh, non era vera-
mente una battaglia. Era piuttosto un'imboscata a un magnifico
convoglio che si estendeva a perdita d'occhio in ogni direzione
facendosi strada per il Wiltshire Downs. Era un caldo sabato
pomeriggio e noi guidavamo attraverso i villaggi. Fuori dai can-
celli dei propri giardini la gente ci salutava sorridendo.
Un'atmosfera festosa, con pochi segni di quell'"opposizione
locale" che credevamo fosse una delle ragioni dell'ingiunzione.
Un elicottero della polizia ci guardava dal cielo ma c'erano
poche altre tracce di problemi fino a che...
A sette miglia da Stonehenge (il divieto di accesso era a quattro
miglia e mezzo), subito a fianco alla A303 e al confine tra
Hamshire e Wiltshire, i carichi di sabbia di due camion si rove-
sciarono sulla strada. Fino a questo punto nessuna legge era
stata infranta. Scesi dal mio camion per fare delle fotografie,
quando vidi circa venti poliziotti correre verso di me dalla testa
del convoglio, spaccando finestrini senza preavviso,
arrestando/assaltando gli occupanti, trascinandoli fuori dai fine-
strini rotti, lo e gli altri che l'avevano visto fummo spaventati
dal livello di violenza usato dalla polizia negli arresti.
Chiaramente stavamo per fare a botte, di nuovo! Tornammo di
corsa indietro ai nostri veicoli e guidammo attraverso una siepe
nel campo adiacente. La portata dell'operazione di polizia era
ormai palese. Lo stesso livello di violenza era stato applicato
sul retro del convoglio. Si potevano vedere sulla strada vasti
schieramenti di polizia, profondi molte linee. Da quel momento,
la situazione divenne sempre più tesa. Nella retroguardia c'era-
no altri poliziotti di rinforzo che indossavano tute blu senza
numeri, elmetti stile-Nato con visori e scudi a grandezza d'uomo
perspex o scudi neri circolari. Una situazione di fronteggiamento
che si sviluppò con sporadiche dimostrazioni di violenza. Le
agenzie di assistenza sociale dei festival mi fecero vedere una
serie di persone con lesioni alla testa dovute al conflitto iniziale
sulla strada. Si trattava di ferite da manganello dietro la testa,
alcune molto serie. Mi mostrarono un ragazzo di circa vent'anni
semicosciente con un'altra ferita sulla testa. Avevo paura che
morisse. Venne chiamata un'ambulanza: io prestai assistenza
g all'infermiere e aiutai a far comunicare l'incidente attraverso le
linee della polizia. All'inizio gli operatori dell'ambulanza erano
£ preoccupati per la loro incolumità, ma li rassicurammo,
f Mentre scattavo delle fotografie cercai di iniziare una negoziazione,
di instaurare un livello di comunicazione con gli ufficiali delle linee
•c a metà schieramento. Non si riuscì a trovare alcun compromesso,
I così, insieme ad altri, organizzai un incontro con Lional Grundy, il
f Vice Capo della Contea. A lui era affidata l'intera operazione. Era
i da poco sera quando potemmo incontrarlo. Il tono della conversa-
^ zione fu "fate quello che vi si dice di fare, altrimenti...!". Egli ribadì
| che la gente sarebbe stata arrestata se non avesse subito lasciato
@ i propri veicoli. Per paura di ciò che questo avrebbe potuto corn-
ili portare (visti i livelli di violenza durante la giornata), la gente che
I incontrai esitava ad obbedire. Rividi Grundy poco dopo e tentai di
nuovo di farlo ragionare, ma il Vice Capo della Contea minacciò di
arrestarmi per ostruzione se avessi continuato. I poliziotti si erano
radunati copiosi e chiaramente si preparavano a caricare. La poli-
zia aveva arrestato moltissima gente intorno a Stonehenge, duran-
te il pomeriggio. Alle sette di sera, Grundy aveva 1600 poliziotti
provenienti da sei contee, la polizia del Ministero della Difésa e,
alcuni credono, ufficiali dell'esercito in uniforme della polizia. Gli
era stato insegnato che eravamo anarchici violenti (vedi i titoli dei
giornali citati), invece che un gruppo di giovani e di famiglie con
bambini. Eseguirono gli ordini. Le scene che seguirono furono regi-
strate dai media che superarono il blocco della polizia. La storia
ebbe risalto internazionale.
Kim Sabibo, un reporter di frontiera nei "punti caldi" del
mondo, fece un commovente servizio fotografico per I'itn descri-
vendo quello che secondo lui era stato l'atto più violento mai
visto commettere dalla polizia.
Quello che noi - il gruppo di itn e io stesso come reporter -
abbiamo visto negli ultimi trenta minuti qui, su questo campo, è
stato uno dei trattamenti più brutali riservati dalla polizia alla
gente a cui abbia assistito durante la mia intera carriera di gior-
nalista. Il numero di persone che sono state picchiate dai poli-
ziotti, che sono state colpite con i manganelli mentre tenevano in
braccio bambini nei furgoni intorno a questo campo, deve essere
ancora contato... dopo quello che è successo oggi si dovrà sicura-
mente aprire un'inchiesta.
Non si aprì.
Quando quel giorno l'argomento venne trasmesso al telegiornale
nazionale di itn, la voce off di Sabibo fu tolta e sostituita con
quella di un freddo narratore. Le prove più scottanti del filmato
vennero tagliate. Quando chiese perché queste parti non erano
state mostrate, itn affermò che mancavano. Sabido disse:
"Quando, la settimana seguente, tornai a itn e andai nella bibliote-
ca per guardare tutto il girato, la maggior parte di quello che pen-
savo avessimo ripreso non c'era più. Ciò che avevamo consegnato
a itn, soprattutto le riprese più crude, era scomparso". Alcune parti
che mancavano, ma non tutte, sono riapparse su cassette di con-
trabbando e sono state poi incorporate nel documentario
sull'Operation Solstice trasmesso su Channel Four nel 1991.
L'informazione pubblica sugli eventi di quel giorno è ancora
limitata a causa della scarsa presenza di giornalisti sul luogo
al momento dei fatti. La maggior parte, compreso il gruppo
della televisione BBC, aveva obbedito alle direttive della poli-
zia di stare dietro le proprie linee, ai piedi della collina, "per
la loro incolumità".
Uno dei pochi giornalisti che ignorò gli ordini della polizia e che
assistette alla scena fu Nick Davies, corrispondente per la crona-
ca interna dell'«Observer». Scrisse:
Vennero infranti dei vetri, la gente gridava, del fumo nero si alzava
dai furgoni che bruciavano e da ogni parte si vedeva gente che
sembrava essere stata colpita violentemente, abbattuta e tirata per
i capelli... uomini, donne e bambini furono portati via, mentre tre-
mavano, urlavano, piangevano, sanguinavano, lasciando le proprie
case a pezzi... durante Tanno avevo visto ogni genere di cose orri-
bili e spaventose ed ero sempre riuscito a uscirne fuori con un ghi-
gno e a scriverne. Quando lasciai il Beanfield, per la prima volta,
piangevo da quanto stavo male.
Durante l'operazione ho fatto delle fotografie, ma ho messo da
parte la macchina fotografica. Prima dell'attacco la mia (ex)moglie e
io ci stavamo confortando e coccolando per la paura...
o
Quel giorno ci furono 530 arresti, il numero più alto dal tempo
£ della seconda guerra mondiale.
gj Le testimonianze fotografiche sono scarse a causa della natura
dell'operazione. Ben Gibson, un fotografo freelance
•c deir«Observer», fu arrestato quel giorno nel Beanfield dopo
1 aver scattato delle foto alla polizia che si apriva un varco nella
f vettura di un traveller. In seguito è stato assolto dall'accusa di
s ostruzione: la motivazione del suo arresto era solo quella di
£ toglierlo dalla scena. Gran parte dei negativi del rullino che è
| riuscito a scattare sono scomparsi dagli archivi dell'«Observer»
@ durante un cambio d'ufficio. Un amico fotografo, Tim Malyon, è
| scampato per poco allo stesso destino: "Mentre cercavo di fare
| delle foto a degli ufficiali che colpivano la gente con i manga-
y " nelli, un poliziotto ha urlato agli altri di prendermi e sono stato
inseguito. Ho corso e non sono riusciti a prendermi".
Anche i negativi di Tim Maylon sono andati perduti e solo
poche stampe sono sopravvissute.
Un testimone inusuale all'incubo di Beanfield è stato il Conte di
Cardigan, segretario della Associazione Conservatrice di
Marlborough e amministratore della Foresta di Savernake (nel-
l'interesse di suo padre, il Marchese di Ailesbury). Aveva viaggia-
to lungo il convoglio sulla sua motocicletta accompagnato da un
amico membro dell'Associazione Conservatrice, John Moore.
Appena i traveller si allontanarono, la coppia pensò che "sareb-
be stato interessante seguire gli eventi personalmente".
Indossando caschi da motociclista per nascondere la propria
identità, assistette a qualcosa che Cardigan descrisse come
un'"indescrivibile" violenza della polizia. In seguito Cardigan,
durante il processo contro la Polizia del Wiltshire, rilasciò delle
testimonianze oculari sul comportamento delle forze dell'ordine.
Tra queste, la descrizione di una donna in inoltrato stato di gra-
vidanza, "con la silhouette di un dirigibile", che veniva "picchia-
ta con un manganello" e di un'azione della polizia durante la
quale mamma e figlio si ferivano con un vetro.
"Anch'io ho da poco una figlia, così, quando ho visto bambini
tagliarsi con i vetri dei finestrini infranti dalla polizia in tumulto,
ho pensato alla mia piccolina sdraiata nella sua culla a 25
miglia da lì, a Marlourogh", ricorda Cardigan.
Dopo il Beanfield, la Polizia del Wiltshire si rivolse a Lord
Cardigan per ottenere il suo consenso a un immediato sgombe-
ro dei traveller rimasti nella sua tenuta a Savernake Forest.
"Dissero che volevano entrare nell'accampamento - adeguata-
mente equipaggiati - per concludere una faccenda rimasta in
sospeso". "Pensate quel che volete di questa frase", dice
Cardigan, "lo dissi loro che se era il mio permesso che cercava-
no, non ce l'avevano. Non volevo una replica dei grotteschi epi-
sodi che avevo visto i giorni prima".
Il posto fu invece sgomberato usando delle procedure di compe-
tenza della corte, che concedeva ai traveller qualche giorno di
delazione. Siccome era un eminente aristocratico tory locale, la
testimonianza di Cardigan ebbe un'insolita influenza, creando
difficoltà impreviste a coloro che cercavano di coprire e di rein-
terpretare i fatti di Beanfield. Nel tentativo di difendersi dall'im-
patto della sua testimonianza, molti giornali nazionali comincia-
rono a dipingerlo come un "lord pazzo", mettendo in discussio-
ne la sua attendibilità e traendo ridicole conclusioni dal fatto
che il suo bisnonno aveva condotto "la brigata della luce".
L'editoriale del «Times» del 3 giugno affermava che il suo essere
pazzo da legare era probabilmente ereditario.
In risposta, Lord Cardigan fece causa con successo al «Times», al
«Telegraph», al «Daily Mail», al «Daily Express» e al «Daily Mirror»
per aver dichiarato che le sue asserzioni contro la polizia erano
false e che stava dando spago agli hippies. Egli ricevette quello
che descrisse come "un gradito assegno e una scusa scritta" da
tutti loro. Il trattamento serbatogli dalla stampa rappresentò un
chiaro segno dell'esistenza di un fronte compatto formato dal
governo e dai media. Ed essendo la testimonianza di Cardigan un
bastone tra le ruote dei loro programmi, l'evento ebbe ancora più
risalto. Giudicando dalle apparenze, essi avevano davanti agli
occhi una vera e propria creatura dell'establishment - proprietario
terriero, perla del regno, membro tesserato del partito conservato-
re - che attaccava la polizia e che quindi, implicitamente, aiutava
coloro che essi chiamavano le forze dell'oscurità. Dice Cardigan:
M
Non mi ero reso conto che chiunque sembrasse supportare tesi con-
£ trastanti l'establishment sarebbe stato assalito dai giornali. Nessuno
S.
w ci pensa, non c'è niente di più naturale. Non mi ero reso conto che
»= sarei stato considerato un traditore di classe; se vedo un poliziotto
. c prendere a manganellate una donna mi sento di aver diritto di dire
■| che non è una cosa buona da fare. Sono andato avanti, ho assistito
S. a un episodio della storia britannica e ho riportato ciò che ho visto.
e
I Per tre giorni (e notti), senza condizione adeguate di cibo e di
g sonno, condividendo in molti la stessa cella, riempimmo le sta-
li zioni di polizia del sud dell'Inghilterra. Da Bristol, dove fui
8 preso, a Southampton e Londra. Fummo poi accusati della grave
g offesa di "adunata sediziosa". Alla fine, la maggior parte delle
& accuse furono lasciate cadere. Alcuni persero tutto quello che
avevano. I genitori cercavano frenetici i bambini che erano stati
presi in custodia. I veicoli erano stati portati a 25 miglia di
distanza e la gente dovette affrontare ulteriori umiliazioni nel
reclamare quello che era rimasto delle proprie case.
In ventiquattro intentammo un'azione civile contro gli apparati
repressivi della Contea Wiltshire per le ingiustizie che aveva-
mo subito quel giorno. Quasi sei anni dopo, nell'Alta Corte
del Wiltshire, vincemmo gran parte del processo e venimmo
tutti risarciti. Il «Guardian» scrisse: "Il bisogno di preservare
l'ordine pubblico non permette alla polizia di calpestare i
diritti della gente comune".
Dopo un'udienza di quattro mesi (durante i quali ci sentimmo
come se fossimo noi a dover essere giudicati), l'ultimo giorno, il
giudice emise un verdetto a spese della corte nel quale afferma-
va che siccome stavamo già prendendo un sussidio legale, non
ci sarebbe stato dato niente. Che novità!
Come dichiarò Lord Gifford, il nostro rappresentante legale: "Ci
è rimasto un grande amaro in bocca".
Stonehenge ci ha reso, ognuno in un modo diverso, più arrogan-
ti. Cera un tipo al quale affidavo i miei bambini all'inizio degli
anni '8o - era un vasaio, tra le altre cose. Un uomo più gentile
non lo potevate incontrare. Dopo il Beanfield non lo avrei mai
lasciato solo con i miei figli. Alla fine di tutta quell'assurdità ho
visto un uomo fiero oscillare fra malattia e malvagità.
C'era molta gente che condivideva un qualcosa di molto positi-
vo che uscì dal Beanfield con una visione del mondo all'insegna
del Sfottetevi tutti". La natura bellicosa della violenza della poli-
zia generò ovvi paragoni con la tattica politica coercitiva adope-
rata nello sciopero dei minatori l'anno prima. Molti osservatori
affermarono che i due eventi rappresentavano una significativa
dimostrazione della natura paramilitare delle disposizioni gover-
native per il controllo della folla. Infatti, il rapporto confidenziale
della Polizia del Wiltshire sull'Operazione Solstice rilasciato ai
querelanti durante il processo conclusivo della Corte Reale,
dichiarava: "le opinioni degli avvocati riguardo le tattiche usate
dalla polizia durante lo sciopero dei minatori per impedire la
violazione dell'ordine pubblico sono state considerate rilevanti".
La sezione notizie del «Polke Review», pubblicato sette giorni
dopo il Beanfield, affermava: "L'operazione della Polizia era
stata programmata da molti mesi e sono state applicate le
lezioni di dispiegamento rapido imparate dallo sciopero dei
minatori".
Il ragionamento sotteso a queste tattiche così maldestre è stato
ben riassunto in un divertente passaggio del rapporto confiden-
ziale della polizia sul Beanfield: "È risaputo che c'è una gerar-
chia dentro il convoglio; un piccolo nucleo di capi che prendono
le ultime decisioni su tutti gli argomenti importanti riguardanti
le attività del convoglio. Un secondo gruppo, conosciuto come i
luogotenenti o i guerrieri, esegue i desideri del capo del convo-
glio, intimidendo gli altri gruppi sul posto".
Se il mantenimento coercitivo dell'ordine pubblico durante lo
sciopero dei minatori fu un'introduzione violenta all'ostilità della
Thatcher verso l'attività del sindacato, la Battaglia di Beanfield è
stata, similmente, una dura introduzione a una nuova era di
intolleranza verso i traveller.
Ulteriori problemi e Public Order Act
^ Le cose non sono più state le stesse dopo il Beanfield. Durante
^ il resto dell'anno, sia in piccoli gruppi sia in eventi di grandi
£ dimensioni, i traveller furono continuamente attaccati. Nel mag-
g gio/giugno del 1986 le tribe provarono nuovamente a incontrarsi.
Li attendeva la stessa sorte. Un numero smisurato di poliziotti
•c spinse vari convogli per tutto il sud dell'Inghilterra. Che stress!!
1 II primo giugno arrivammo a Stoney Cross, a New Forest,
^ nell'Hampshire. L'intero argomento fu sulla prima pagina del
| giornale per una settimana! I politici se ne uscirono di nuovo
| con l'oltraggio morale. Il 3 giugno il ministro degli Interni,
| Douglas Hurd, così descrisse il convoglio in un discorso alla
@ Camera dei Comuni: "Gli On. Membri dell'occidente del paese
§ saranno consapevoli delle immense difficoltà create dal convo-
| glio di pace alla polizia, convoglio che tutto sembra tranne che
pacifico. Piuttosto, assomiglia a niente di meglio che a una
banda medievale di briganti che non hanno alcun rispetto della
legge e dei diritti degli altri".
Il Consiglio Nazionale per le Libertà Civili (NCCL) osservò che
questa affermazione era stata fatta senza aver portato alcuna
prova del fatto che il convoglio contenesse un'alta proporzione
di gente con precedenti criminali, 0 che i traveller stessero com-
mettendo infrazioni sulla strada. Due giorni dopo, il 5 giugno,
Margaret Thatcher disse che il suo governo era "... ben felice di
fare qualsiasi cosa in nostro potere per rendere difficile la vita a
cose come un 'convoglio hippy'". Poco dopo, la polizia
dell'Hampshire organizzò T'Operazione alba (Operation day-
break)". Il 9 giugno 550 poliziotti invasero il campo in supporto
ai fattori con un ordine di evacuazione. Il convoglio non fece
resistenza e ci furono molti arresti. I poliziotti portarono una
vasta documentazione sulla gente e sui loro veicoli, la maggior
parte dei quali furono di nuovo sequestrati. Da tutto questo
derivarono le oggi famose clausole anti-hippy che, inserite all'in-
terno del Public Order Act, divennero operative nel 1987. La
sezione 39 del Public Order Act decreta che trasgredire l'ordine
della polizia di lasciare un terreno rappresenta una nuova infra-
zione criminale. Dopo gli eventi dell'anno precedente, questa
sezione rappresenta un altro esempio di come la polizia sia por-
tata a rinforzare la legge civile e a decidere su argomenti che,
fino ad allora, erano di competenza della Corte Civile. È la
prima volta da centinaia di anni che la violazione di proprietà
diventa una infrazione criminale. È stata la più grande e contro-
versa misura inserita in gran fretta nella legge.
Con questi poteri, il funzionario di polizia con il grado più alto
in loco può ordinare alla gente di lasciare il terreno se è ragio-
nevole credere: che due 0 più persone abbiano violato la pro-
prietà volendo restare nel terreno per un periodo indeterminato
di tempo e gli sia già stato chiesto di andarsene; che siano
stati arrecati danni al terreno 0 si sia tenuto un comportamento
minaccioso contro il locatario; che 12 0 più veicoli siano stati
portati dentro il terreno.
Il ministro degli Interni aveva dichiarato: "La clausola è una
risposta ai 'problemi' dei new age traveller e mostra come que-
ste misure non siano rivolte fondamentalmente contro gruppi
nomadi". In ogni caso, conformemente al Consiglio Nazionale
Nomade, dalle 9.27 della mattina di quel giorno la legge entrò
in vigore (primo aprile 1987): la sezione 39 era stata applicata
contro gli zingari dalla polizia di Avon e Somerset.
Il clima politico di crescente ostilità che seguì ebbe un dramma-
tico effetto sui traveller, spingendo molte delle famiglie, che
erano parte integrante della comunità del circuito dei festival,
ad andarsene per paura. Nel 1987, la gente si stabilì sulle piste
di decollo dietro a Stonehenge dopo aver intrapreso a piedi la
distanza di otto miglia da un improvvisato posto a Cholderton.
Come le nuvole coprirono l'aurora del solstizio, coloro che ave-
vano fatto il tragitto a piedi furono bloccati sulla strada, separa-
ti dai monoliti dalle fila della polizia antisommossa e da rotoli
di filo spinato. La rabbia salì e scoppiarono degli scontri. L'anno
seguente la collera era tangibilmente cresciuta e, ancora una
volta, all'alba del solstizio ci furono alcuni che trovarono la
situazione veramente inaccettabile. Questa volta prevalsero i taf-
ferugli con tentativi accordati di rompere il cordone della polizia.
Nascosti intorno alla zona, comunque, c'erano migliaia di poli-
ziotti e, come la rabbia della folla accerchiata crebbe, un nume-
ro spropositato di uniformi scese dalla collina inondando l'area
^ per disperdere la folla con un libero uso di manganelli e di
^ scudi da rivolta.
£ Andy Smith - ora editore del Festival Eye - ha ricevuto quest'an-
g no un risarcimento legale di 10.000 pound dalla Polizia di
Wiltshire per una ferita da manganello alla testa ricevuta quando
•c inciampò e cadde a Stonehenge nel 1988. Negli anni successivi
I all'evento, gli fu diagnosticato che soffriva di sindrome da stress
f post traumatica. "Faccio sogni ricorrenti sull'episodio e, dopo otto
s anni di tormento, avevo bisogno di lasciarmi l'evento alle spalle".
g Il numero di persone disposte ad andare a Stonehenge e affron-
| tare questo trattamento naturalmente diminuì; rimase solo un
@ piccolo nucleo di persone preparate alla difesa di quello che si
§ considerava un diritto. A partire dall'entrata in vigore del Public
| Order Act del 1986, le operazioni di polizia per impedire a
chiunque di raggiungere il cerchio di monoliti durante il solstizio
sono diventate sempre più frequenti. Ci sono comunque ancora
pochi temerari che strisciano tra le siepi e sfidano i fari degli
elicotteri pur di vedere l'alba del solstizio a Stonehenge.
Attacchi alla nostra economia alternativa
Fino al 1985, il circuito dei free festival aveva rappresentato la
spina dorsale economica che dava la possibilità di viaggiare
tutto l'anno. Tradizionalmente i tre punti cardinali nel circuito
dei festival erano il May bank holyday, il Solstice e l'August
bank holiday. Senza bisogno di pubblicità, i frequentatori dei
festival sapevano stare in attesa di queste date sapendo che un
festival avrebbe avuto luogo da qualche parte. L'impiego dei
due bank holiday, come specifici momenti dei festival, è stato
progettato per consentire ai lavoratori di partecipare a un festi-
val senza l'inevitabile lunedì di ritorno a lavoro. Fiorirono anche
festival tra questi punti cardinali, facendo nascere la possibilità
di viaggiare dall'uno all'altro (scegliendoli) durante l'intera esta-
te. Vendendo artigianato, servizi e spettacoli, i traveller si diede-
ro un'economia alternativa che dava una vitalità finanziaria a
una cultura itinerante.
L'evidenza suggerisce che la campagna politica per sradicare i
festival era mirata a rompere quest'economia. Infatti, nel marzo
1986 un'indagine sugli ambulanti del dipartimento della salute e
della sicurezza sociale affermava: "Gli uffici locali del DHSS
(dipartimento per la salute e per la sicurezza sociale) hanno
sperimentato crescenti problemi nel trattare le richieste da parte
di larghi gruppi di ambulanti negli ultimi due 0 tre anni. La
situazione ha raggiunto il culmine durante l'estate del 1985,
quando vari gruppi si sono incontrati a Stonehenge per un festi-
val che era stato bandito dalle autorità. Ne risultò un confronto
con la polizia, ben pubblicizzato tra l'altro, che, si disse, spezzò
l'economia normale dei festival e da cui nacquero numerose
richieste per sussidi supplementari". È ovvio che, facendo fuggi-
re la gente, venissero meno i margini di profitto.
Negli anni che seguirono la stampa di destra descrisse i traveller
come scrocconi di sussidi, senza fare alcun riferimento al fatto
che dietro al collasso progettato dell'economia dei festival ci
fossero delle responsabilità ben precise.
Un'altra ramificazione di questa tattica fu ancora più insidiosa e
sgradevole.
All'ingresso del Free Festival di Stonehenge del 1984 una mac-
china bruciata portava testimonianza dei livelli di auto-regola-
mento che emergevano dall'esperimento sociale. Il cartello che
sporgeva dal rottame proclamava: "questa era l'auto di uno
spacciatore di eroina".
Spossessati della loro economia un tempo fiorente, fronteg-
giando vessazioni e sgomberi incessanti e sempre crescenti,
vittime dello sfacelo della comunità, i traveller si scoprirono
indifesi di fronte a una forza distruttiva potenzialmente più
devastante di qualunque altra imposta dalle autorità. "A un
certo punto l'eroina non fu tollerata affatto sulla strada",
ricorda Deker Lynn, madre di sei bambini. "Ai festival se qual-
cuno la vendeva o anche solo la usava sarebbe stato sicura-
mente buttato fuori, punto".
L'eroina, la grande fuga verso l'oblio, trovò gli elementi più gio-
vani di una comunità fratturata inclini a cadere nelle sue grinfie,
^ e il suo uso si diffuse come la mixomatosi. Ancora una volta le
^ famiglie dei traveller furono costrette ad abbandonare i siti che
£ erano diventati "sporchi", squilibrando ulteriormente le comuni-
f tà avvilite e creando una divisione tra posti "puliti" e "sporchi".
Lynn, che ancora vive nel suo autobus a due piani, spiega:
•c "Non parcheggio più in grandi siti. L'eroina è qualcosa che spez-
I za una comunità, le persone diventano così egocentriche che
^ non gliene frega niente dei loro vicini. Così tante volte la gente
s se l'è cavata e ci sono stati così pochi arresti per eroina.
| Evidentemente sanno che questo è il modo più rapido per divi-
se dere una comunità; uniti resistiamo, divisi no".
<s> L'altra manifestazione della disgregazione della comunità fu l'e-
§ mergere della cosiddetta "brew crew" (la banda della birra).
I Questa era composta principalmente da giovani traveller incaz-
y " zati che si sottoponevano a una dieta di birra speciale e svilup-
pavano un gusto per il nichilismo, lo scrocco e il disprezzo del
vicino. Mentre era in salute, la cultura dei festival aveva la pos-
sibilità di farcela, ma una volta spezzata, la comunità ebbe diffi-
coltà a fronteggiare l'esodo.
Decker Lynn dice: "All'inizio la situazione era contenuta. Ogni
famiglia aveva i suoi problemi, ma la brew crew era un elemen-
to molto piccolo intorno al 1986, ed estremamente contenuto
dalle famiglie che gli stavano accanto, ma c'era un grosso
numero di giovani incazzati che si riversavano fuori dalle città
con birre ed eroina e la comunità dei traveller non potè tener
testa alla loro quantità".
La cosiddetta brew crew causò costante disgregazione nei festi-
val che ancora sopravvivevano sul circuito decimato e fornì un
ovvio bersaglio ai politici affamati di calunnie e ai mass media
di destra, che dipinsero regolarmente l'intera scena con l'inevita-
bile e omni-inclusivo pennello nero.
Rave, dance party, tekno festival
Verso la fine degli anni Ottanta il fenomeno culturale dei rave
iniziò a emergere in tutto il paese iniettando nuovo sangue e
portando nuova economia sulla scena dei festival. I rave party
erano simili ai free festival dato che erano eventi non autoriz-
zati in luoghi tenuti nascosti fino all'ultimo. Eventi del genere
offrivano nuove opportunità di avventura e iniziarono ad
attrarre moltissimi giovani dalle città. Questa scena crebbe
drammaticamente. Alcuni di questi party differivano dai free
festival poiché l'organizzazione era gestita da gruppi come il
Sun Rise che facevano pagare l'ingresso e conseguentemente
facevano un sacco di soldi. Ad ogni modo, non tutti i rave
party erano di questa natura. La scena dei free festival comin-
ciò a fondersi con quella dei rave party producendo un ibrido
dotato di nuovo dinamismo.
Ma non tutti sulla scena dei free festival erano soddisfatti delle
conseguenze di questa fusion^ festi-rave:
Ho detto che una delle cose che più mi piacevano dei festival
era andare in giro per i falò e i furgoni per ascoltare le fisarmo-
niche. Quando arrivarono i raver, non si sentì più niente di
diverso dalla cassa. Un afflusso di massa di giovani raver che
non sapevano nulla della vita di campagna portò un sacco di
attenzione sgradita sui traveder, ma senza di essi la scena dei
festival sarebbe morta nel '91 e oggi nessuno saprebbe di cosa
stiamo parlando.
Altri trovarono rinnovato entusiasmo nella mutazione culturale.
Avendo partecipato ai free festival dal 1984, e vissuto sulla stra-
da più volte durante quel periodo, Steve Redshaw diede il ben-
venuto al nuovo sangue: "Verso la fine degli anni Ottanta le
cose si stavano mettendo male nel circuito dei festival. Poi i
rave rivitalizzarono la scena e io ritrovai la fede".
Ancora una volta l'attenzione politica era puntata contro questi
nuovi eventi rave improvvisati, e ciò risultò nell'Entertainment
(Increased Penalties) Act ["Legge sull'Intrattenimento (Pene
Aumentate), N.d.T.].
Presentato dal Segretario privato personale, Graham Bright, que-
sto disegno di legge introdusse massicce sanzioni, fino a 20.000
sterline, per gli organizzatori di eventi non autorizzati.
Ancora una volta questa legislazione ebbe un effetto drammati-
g co sulla scena dei free festival e dei rave, spingendo l'organizza-
zione di eventi nelle mani di grandi promotori commerciali con i
£ capitali necessari per pagare licenze e polizze.
S.
a, Steve Redshaw osserva: "Entro il 1993 le leggi stavano avendo
il loro effetto sulla scena rave. Allora la dance music si spostò
•c nei club e diventò più esclusiva".
1 Di conseguenza la natura della promozione dei festival si allon-
^ tanò da un orientamento comunitario, mentre gli uomini d'affari
2 e i proprietari di club commerciali incassavano sul desiderio del
| pubblico di avere festival e party avventurosi in campagna.
| Secondo Tony Hollingsworth, ex promotore di eventi per la GLC
@ e ora parte del festival commerciale multimilionario Tribute: "La
§ motivazione dietro questi festival non è più la passione, è il
5 commercio".
Rispetto ai festival portati avanti dalla gente, la scena dei festi-
val commerciali offriva poco più di un'altra esperienza di shop-
ping, dove il portafoglio di un partecipante è stimato e incorag-
giato molto più che la sua partecipazione.
La Comune di Castlemorton
Nel 1992 documenti trapelati dal distretto di Avon e Somerset
dimostrarono l'esistenza dell'Operazione Nomad. L'ordine operativo
di forza pubblica 36/92 marcato "confidenziale", rivelava: "Con
effetto da lunedi 27 aprile del 1992 risorse specifiche saranno
usate per raccogliere informazioni riguardo al movimento di itine-
ranti e traveder e per trattare atti minori di violazione di proprietà".
Un servizio informazioni organizzato dal distretto di Avon e
Somerset produsse bollettini regolari per l'Operazione Nomad che
elencavano dettagli personali sui traveller e i frequentatori abitua-
li dei festival senza fare riferimento ad alcun carico pendente. Un
ordine operativo di forza pubblica dichiarava anche: "Le risorse
saranno accresciute massicciamente nel periodo compreso tra gio-
vedì 21 maggio e domenica 24 maggio inclusa, in relazione al
raduno di traveller previsto nell'area di Chipping Sodbury".
Questo particolare si riferiva al Free Festival annuale di Avon che
si era tenuto nel periodo delle vacanze di maggio per molti
anni, benché in posti differenti. Comunque, il 1992 era l'anno in
cui la polizia di Avon e Somerset intendeva porre un freno alla
cosa. Di conseguenza, le migliaia di persone che viaggiavano
verso l'area dove doveva tenersi il festival furono instradate
nelle contee adiacenti dalle manovre della polizia di Avon e
Somerset per l'Operazione Nomad.
Il risultato finale fu il Festival improvvisato della Comune di
Castelmorton, altro evento cardine nella storia recente della cul-
tura dei festival.
La polizia di West Merchea sostenne di non essere a conoscenza
del festival che si doveva tenere nel suo distretto, affermazione
basata sull'improbabile eventualità che la polizia di Avon e
Somerset non avesse informato il distretto accanto
dell'Operazione Nomad.
Un'impressionante folla di 30.000 traveller, raver e frequentatori
dei festival si radunò quasi in una sola notte nella Comune di
Castelmorton per tenere un free festival che arrivò dritto in fac-
cia al Public Order Act del 1986 e all'Entertainment Act del 1990.
Fu una celebrazione imponente, la più grossa nel suo genere
dai giorni di abbondanza dello Stonehenge Free Festival. La
polizia di West Merchea affermò che la sua formazione fu tal-
mente rapida che non potè fare niente per fermarla.
Ad ogni modo le autorità usarono Castelmorton in una maniera
tale che molti furono spinti a credere che fosse stato, almeno
parzialmente, preparato. Dopotutto un grande numero di persone
era stato smistato nell'area dall'Operazione Nomad: era realmente
possibile che la polizia di West Merchea fosse ignara di tutto ciò?
La stampa di destra pubblicò chilometri di reportage in cui cri-
minalizzava fanaticamente l'evento, come il titolo in prima pagi-
na sul «Daily Telegraph», un classico: "Gli hippies sparano razzi
di segnalazione alla polizia". Le mattine seguenti l'editoriale del
«Daily Telegraph» dichiarava: "Nuova era, nuove leggi" e meno
di due mesi dopo, Sir George Young, l'allora ministro per gli
Alloggi, confermò che nuove leggi contro i traveller erano immi-
nenti "in reazione alla crescita di costernazione pubblica e di
allarme per il comportamento di alcuni di questi gruppi".
N Infatti, le proteste che seguirono Castelmorton fornirono le basi
00 per le leggi più draconiane mai rivolte contro la cultura alternativa
£ britannica. Così come il Public Order Act del 1986 seguì gli eventi
S.
^ di Stonehenge del 1985, allo stesso modo il Criminal Justice and
Public Order Bill iniziò il suo viaggio nel 1992, gonfiato con l'indi-
•c gnazione prefabbricata che seguì Castelmorton. Due anni più tardi,
1 quando raggiunse lo statuto, il CJB includeva sanzioni contro
^ assemblee, eventi di musica all'aperto non autorizzati, campeggi
| non consentiti, e "violazione di domicilio aggravata". La legge ridu-
| ceva inoltre il numero di veicoli che potevano radunarsi insieme
| da dodici (come stipulato nel Public Order Act del 1986) a sei.
® La fabbricazione di notizie usata per preparare il palato pubblico
§ alla legge in arrivo fu incessante, con descrizioni dei traveller
e sui media che includevano "orde di locuste saccheggiatrici"
(«Daily Telegraph»), e "questi schifosi parassiti devono essere
controllati" («Daily Mail»).
(Ho preferito interrompere lo scritto di Tash alla nascita della scena
dei free party per contestualizzare gli sviluppi storici di questa cul-
tura libertaria. La costituzione di una nuova scena controculturale
del Regno Unito ha amplificato le manovre repressive attraverso il
Criminal Justice Act. Per chi volesse approfondire la sua genealogia
e la trasformazione storica che ha comportato, il racconto di Tash
prosegue su http://www.gn.apc.orgAash/index.htm).
Straight to the edge. Prima linea: reportage di guerre
soniche 1985/Y2K
a cura di Francesco @lter8 Macarone Palmieri
Reportage da un Party dei Mutoid Waste Company (1984-1985)
Vado ai party fin dai tempi dei party della M.W.C, a nord di
Londra a metà degli anni ottanta. Questi parties iniziarono come
una scusa per finanziare i lavori artistico-industriali dei Mutoid
che consistevano di sculture e veicoli motorizzati fatti di rottami.
Si trattava essenzialmente di party massicci in posti occupati, il
più famoso dei quali era un vecchio deposito di autobus a
King's Cross. La selezione musicale originale includeva punk,
psichedelia, dub reggae, e altra roba strana assortita. Quando
arrivò l'acid house, i party si trasformarono gradualmente in
giganti acid parties finché la polizia non li costrinse a spostarsi
fuori Londra e in seguito fuori dalla Gran Bretagna.
Le sculture in questi party erano fatte generalmente di vec-
chie parti di autobus, macchine e biciclette. Il più famoso era
lo Skull Bus, un enorme veicolo ottenuto da un vecchio auto-
bus (credo) che era stato completamente smontato e ricostrui-
to in qualcosa che sembrava lo scheletro di uno squalo con
un teschio umano mutante al posto della testa... La scultura
più ricordata era una grande marionetta di uno scheletro alto
15-20 piedi fatto di tubi di marmitta cromati e altra roba.
Aveva dei cavi legati alle braccia, gambe e testa penzolanti
fino ai burattinai che ballavano a tempo di musica. Guardare
questo mostro compiere enormi gesti di delirio a tempo con
la musica mentre stavo intrippato perso è un'esperienza incisa
nella mia mente per sempre.
Da un Volantino > Bagni di Tivoli 03/12/1994
CRONACCONTO DI UN DISORDINE METROPOLITANO
La T.A.Z. 003 stava nascendo. Il posto era perfetto: un'architet-
tura industriale sul magico terreno delle acque albule di Tivoli. I
g ravers avrebbero ancora una volta ampliato le loro menti, espri-
mendo le loro realtà in un ballo liberatorio, parallelo al crescen-
£ do dei B.P.M.
g Bagliori di una nuova società orizzontale ed egalitaria avrebbero
illuminato l'interzona rave. ancora una volta, sempre più forte,
•c si sarebbe perpetuata la situazione di piacere fetale, creando
I una fratellanza che avrebbe rotto ogni tipo di barriera tra i neo-
^ clan tribali che popolano il tessuto metropolitano,
s In quel di Tivoli si sarebbe riaffermato il valore primario dell'es-
£ sere umano: il diritto alla libertà.
| Libertà di esprimersi e di sperimentare mille strade diverse.
® Tutte contro la fallita politica rappresentativa, contro il controllo
§ del grande fratello statale, contro lo squallido gioco di sfrutta-
g mento capitalistico.
Bene, che tutti lo sappiano, il ventre è stato raschiato. Il feto
maligno è stato estirpato. I tanto amati tutelanti dell'ordine
pubblico, con i loro suadenti strumenti, hanno interrotto il
parto. Una forte repressione con denunce e pestaggi ha ricoper-
to le azioni di liberazione politico-territoriale-mentale.
lo auspico che all'ordine istituzionale si risponda sempre più
forte con il disordine metropolitano. Sabato scorso c'è stata
una mobilitazione di quasi 3000 persone con 2 km di sosta
selvaggia e intasamento di una delle strade principali di
Roma.
lo spero che, se vi sarà bisogno, ogni T.A.Z. si trasformerà in
un riot. Il seme tumorale si è clonato in quantità. I parti si mot-
tiplicheranno. I figli maligni di questa società sputeranno la
loro saliva corrosiva su tutte le sporche istituzioni, essi non
balleranno di gioia che al conseguimento della meta primaria:
un'eterna alba di libertà:
Da «Decoder: rivista internazionale underground» (Shake edizio-
ni underground) > Snia Viscosa > Roma Capodanno 1994-95
One nation,
One mission,
One vibe,
One tribe,
Deeper than you know,
Deeper than blood man
SPIRAL TRIBE - DEEPER THAN BLOOD - 23
Il primo varco è un buco in una rete. Salto sul muretto aspet-
tando che scatti il verde del semaforo, di modo che, anche se le
macchine mi notano, sono costrette a muoversi. Una volta pas-
sata la collinetta, mi inoltro in una strada asfaltata. Alla fine
della strada si svela alle mie pupille, ancora dilatate dal giorno
prima, un'immagine spettacolare: la struttura industriale della
Snia - Viscosa. I muri comunicano colore tramite graffiti lisergici
disegnati dagli ETC, grandi devastatori della metropoli. Il com-
plesso industriale è enorme, la sua forma dà quasi idea che gli
architetti l'avessero strutturata con una premonizione, che, in un
prossimo futuro vi si sarebbe tenuto un free festival.
La sala del rave è attigua a quella del sound system "One Love
Hi Power (con la partecipazione dei "THC"). Più avanti, sulla
sinistra, c'è lo spazio torretta gestito dal leprone. Sulla destra si
estende un'area della struttura totalmente devastata. Il liquido
delle bombolette di neve artificiale, in loco prodotte, ha creato
un mini laghetto acido, corrosivo e, a detta di alcuni, "senza
fondo". L'immagine infine sfuma sulla sinistra con la stazione
prenestina e sulla destra con un cantiere che ci ha "gentilmente
concesso" fior fior di impalcature.
I lavori all'alterazione delle strutture architettoniche durano una
settimana: dalle ramazzate per togliere tutte le siringhe ed
immondizia varia al crollo di muri buttati giù con le nostre mani
passando per imponenti graffiti di goldrake (l'eroe della mia
generazione, la generazione manga).
Tutto è pronto infine. Scende la notte del 31 e già 50 persone
attuano l'occupazione del posto. Si apre il cancello della strada
asfaltata, si spostano di peso le macchine antistanti all'entrata
ufficiale, entrano i furgoni e la T.A.Z. prende vita.
g II gruppo elettrogeno non ci può deludere: è un mostro di 50
kwatt a forma di casa con tanto di porte. Le vibrazioni musicali
£ iniziano e, questa volta, non solo techno. 3 input diversi fanno
2.
a, sì che percorsi musicali innovativi si inerpichino nelle menti
della gente. Vibrazioni musicali - sensoriali - sonore creano spi-
•c rali che coinvolgono tutti i presenti. Il sincretismo si fa realtà
I evolutiva tramite unione e co-presenza di mille modi di vivere
^ differenti. Ragazzi playmobil, punkabbestia, 4oenni del comitato
s di quartiere pigneto, rasta e chi più ne ha più ne metta, creano
| unioni e contaminazioni delle più disparate. Il flusso di comuni-
| cazione crea all'interno una tela fittissima ed impossibile da
Ì rompere. Due interventi sono stati attuati da parte del braccio
| armato dello stato ma, contro 3000 persone, non avrebbero
e avuto speranza alcuna.
II fiore del male è sbocciato al centro di roma con tre boccioli
dai diversi colori. Lo stelo però è unico e li accomuna nel
concetto di base: la liberazione di un'altra area del territorio
metropolitano. I B.P.M. sparati a 8000 watt rappresentano la
voglia di sottolineare le contraddizioni che lo stato ipocrita
tende a nascondere. Se illegalità significa far rivivere luoghi
abbandonati ed intoccabili. Se illegalità significa andare con-
tro lo squallido commercio capitalistico, bene, 3000 persone,
fregandosene delle leggi italiane, hanno mangiato il frutto
proibito. È stata la loro condivisione dell'evento a fare della
snia una zona liberata. Essi hanno dimostrato che la voglia di
sperimentare nuove forme di espressione è più forte delle
imposizioni legislative di uno stato autoritario in cui siamo
costretti a vivere. Il vento del disordine metropolitano, a
dicembre ha soffiato sulla prenestina. Le previsioni meteorolo-
giche prevedono un terremoto per il prossimo futuro. È arriva-
to il tempo in cui balleremo sulle macerie di questo sistema
sociale. Questa è l'alba di una nuova era.
Flyer contro la repressione dei rave > 14/07/1995
REPRESSIONE SOCIALE 0 REPRESSIONE DI MOVIMENTO?
Giovedì 14 luglio, alcune persone sono state aggredite nello
spazio *dell'estrema tolleranza* dell'ex mattatoio.
I motivi di quest'attacco vanno ben al di fuori delle dinamiche
interpersonali. Da più di un anno, fonti occulte (dovute forse al
fatto di non avere coraggio delle proprie azioni) cercano di
destabilizzare la voglia di esprimersi in maniere differenti rispet-
to alla marcia politica ideologica, veicolando improbabili dicerie
su presunte organizzazioni ai fini di puro lucro. Forse si sentono
toccati dal fatto che il potere politico sta sfuggendo dalle loro
mani e per questo si arrogano il diritto di incarnare il ruolo di
"controllori del movimento" (figura retorica che, da un mio
punto di vista, non è rappresentativa).
I siddetti leaders parlano e sparlano, non rendendosi conto di
avere atteggiamenti proibizionisti e reazionari.
I grandi detentori di verità assolute, pretendono, con la violen-
za, di applicarle al mondo circostante in maniera autoritaria ed
incondizionata,
lo mi chiedo:
È questo il rispetto dell'essere umano, il valore di base che
dovrebbe unirci nelle nostre soggettività?
È tramite l'uso della forza bruta che dobbiamo confrontarci?
Giovedì abbiamo avuto la conferma che il rave, con i suoi modi
di rompere la legalità, con le sue forme di comunicazione, con
le sue pasticche ed i suoi acidi è sempre più agli antipodi
rispetto alle appartenenze ideologiche. Soprattutto è in opposi-
zione a chi, con atteggiamenti di grave intolleranza, vuole, usan-
do la forza come ultima spiaggia nell'incapacità di comunicare,
distruggere la voglia di migliaia di persone di esprimersi e di
andare contro la putrefatta cultura politico-ideologica italiana.
comunic-azione diretta, individualismo
raveolution
Da AVANA, bbs - Cybernet > Rassegna stampa sulla repressio-
£ ne del rave al Farneto del 31/10/1995 con critiche a margine
& DELLA MISERIA DELL'AMBIENTE GIORNALISTICO
•c
.£
I questi sono i primi di una serie di articoli vomitati dalla stampa
^ istituzionale - con i suoi voli pindarici terminologici, la sua feb-
s bre di audience, le sue schematizzazioni dovute alla presenta-
^ zione della merce spettacolare per essere maggiormente fruibile
| dal loro target: "utente passivo medio" (se ne esiste uno) - in
Ì realazione al rave illegale nella stazione della metro di via
| Farneto del 31/10/95.
S se tutto ciò fosse successo due mesi fa, mi sarei infuriato per il
comportamento dei mezzi di comunicazione di massa, oggi inve-
ce rido e, contemporaneamente, provo compassione per la loro
miseria critica, per le loro generalizzazioni dovute a totale igno-
ranza, per i loro sforzi di commercializzare la forma poiché rista-
gna la più totale assenza contenutistica, per la loro "ingenua
malizia" nel deragliare ideologicamente sfruttando immagini sfo-
cate tratte da rapporti della polizia (con il confronto dei vari
articoli si noterà il loro comune denominatore, addirittura si usa
la stessa terminologia in testate delle più diverse), mi piace
però evidenziare come, a prescindere dal fatto che il rave non
sia partito causa intervento della pubblica sicurezza (che ha gri-
dato agli occupanti, pistola alla mano: "uscite, ci avete rotto il
cazzo, non siamo mica al vostro servizio!") si è riusciti a buttare
sale sulla ferita, penetrare e rivoltare la lama nella piaga dell'a-
buso edilizio e quindi relativa gestione politico-mafiosa del terri-
torio metropolitano (giunta Carraro, ma Rutelli è uguale),
per corrodere questa società dell'informazione si impone la
comunicazione tramite la continua invasione del territorio metro-
politano, sua alterazione e sua successiva liberazione,
lascio adesso la parola ai testi degli articoli che a causa dell'ec-
cesivo zelo da parte dei giornalisti pennivendoli, parlano real-
mente da soli.
spero che, tramite la strutturazione di questa rassegna stampa,
si alzi un forte livello di dibattito.
«Il Giornale» 02/11/1995
Roma. Durante i mondiali, quella stazione ha vomitato decine
di migliaia di spettatori diretti allo Stadio Olimpico. Poi, come
molte delle opere realizzate in occasione di "Italia Novanta",
lo scalo ferroviario di via Farneto era caduto in disuso.
Qualcuno ha voluto rivivere le notti magiche dei mondiali di
calcio, anche se in modo totalmente diverso. La polizia ha
infatti scoperto che quella stazione era stata trasformata in
una gigantesca discoteca. Ovviamente abusiva. Risultato? Fine
del divertimento per un migliaio di giovani e sigilli a questa
struttura costata miliardi di lire e oggetto di un'inchiesta della
magistratura sugli sprechi di "Italia Novanta". Era stato trova-
to anche un nome appropriato: "underground" (questo è vera-
mente, più di tutto l'articolo, frutto di pura invenzione del
giornalista). La discoteca era attrezzata con un impianto di
amplificazione ultramoderno, 12 box giganti dove avrebbero
dovuto esibirsi altrettante ragazze (e la fantasia del giornali-
sta vola sempre più in alto). Scenografie sprecate, dal
momento che la polizia, verso le 4 di mattina e in piena festa
ha messo in fuga organizzatori e centinaia di ballerini (a pre-
scindere dalla figura del "ballerino", il rave non è proprio par-
tito poiché la polizia è intervenuta alle 18:30).
«Il Messaggero» 02/11/1995
PONTE MILVIO, CENTINAIA DI GIOVANI HANNO TROVATO ALL'IN-
GRESSO GLI AGENTI. SEQUESTRATE UNA GUIDA ALL'USO DELL'EC-
STASY E DECINE DI PASTICCHE / FESTA PROIBITA NELLA STAZIO-
NE FANTASMA / BLITZ DELLA POLIZIA A FARNETO, DOV'ERA
STATO REALIZZATO UN RAVE PARTY CLANDESTINO.
Un enorme crocifìsso issato a metà parete con un casco da
motociclista in testa, le grandi casse acustiche che avrebbero
sparato più di mille watts, le luci stroboscopiche al soffitto. Era
0 tutto pronto nei grandi locali grigi, così tipicamente underground,
* di quel che resta della stazione ferroviaria Farneto, alle spalle
£ dello Stadio Olimpico, usata solo per un giorno ma costata una
«, valanga di miliardi (in realtà non è stata usata neanche un gior-
no poiché all'interno della galleria i binari sono ancora in costru-
•c zione) e ora clandestinamente trasformata nottetempo in un tem-
1 pio del rave. L'appuntamento al popolo della notte e dell'estasi
^ era stato fissato per martedì sera, il tam tam aveva fatto il solito
2 giro: scuole superiori, facoltà universitarie, periferie (notare la
| ripetitività delle stesse terminologie in tutti gli articoli che denota
| un minimo comune denominatore). Gli ospiti avrebbero trovato
® un bel po' di pasticche d'ecstasy e perfino un manuale per l'uso,
§ per conoscere ed utilizzare al meglio gli effetti da sballo 0 limi-
| tarne le conseguenze sgradite (ecco uno dei capri espiatori cen-
trali a cui i mass media stanno cercando di far riferimento per
colpevolizzare azioni del genere: l'uso di determinate sostanze
illegali quali l'ecstasy e quindi rave illegali in esclusiva relazione
ad una ''cultura dello sballo" funzionale all'assetto statale stesso
e che, in ogni caso, si tende a destabilizzare tramite pamphlets
controinformativi su usi ed abusi della sostanza stessa. Il mini
manuale, peraltro, è una traduzione di ciò che il governo olande-
se manda in giro per la prevenzione, cerchiamo quindi di eviden-
ziare il gioco dei mezzi di comunicazione di massa). Ma ad acco-
gliere centinaia di giovani e giovanissimi stavolta c'era la polizia.
"Scusi, è qui il rave party?" chiedevano arrivando. E quelli, al
posto del biglietto (quale biglietto?), pretendevano la carta di
identità. Nel corso dell'operazione sono state identificate una
decina di persone tra i 16 ed i 26 anni ed in particolare due di
queste sono state trovate in possesso di una trentina di pasti-
glie amfetaminiche (la strumentalizzazione che i mezzi di comu-
nicazione di massa fanno del concetto "droga" è veramente
squallido. Le uniche pasticche sequestrate dai così intelligenti e
preparati tutelanti dell'ordine statale sono capsule di GUARANÀ
tutt'ora reperibile in ogni erboristeria. Da qui è nato ed è stato
ricamato tutto un resoconto fittizio con immagini fittizie - vedi
rai due che ha fatto un servizio posizionando sacchetti di
pasticche non ben definibili vicino all'amplificazione sequestrata
- sempre per il discorso di prima: penalizzare, punire in base al
capro espiatorio di turno, in questo caso uso ed istigazione
all'uso di sostanze stupefacenti). Gli organizzatori della festa,
invece, erano già riusciti a scappare. Gli investigatori, quindi,
hanno potuto soltanto denunciare ignoti per danneggiamento
aggravato, resistenza a pubblico ufficiale, furto di energia elettri-
ca, divulgazione di stampa clandestina, istigazione all'uso di
sostanze stupefacenti e spettacoli pubblici non autorizzati.
L'intento degli organizzatori clandestini, come avevano pubbliciz-
zato in numerose locandine affisse in vari istituti della città
come l'Enrico Fermi (altra invenzione dei media poiché alcuni
ragazzi fermati per evitare angherie e possibili coinvolgimenti da
parte della polizia hanno detto di aver saputo della festa nella
loro scuola. Di lì ecco partire tutto un discorso inventato sull'in-
filtrazione in scuole e università romane) ed in alcune facoltà
universitarie come architettura, era quello di festeggiare hallo-
ween (gli intenti vanno ben oltre, dirigendosi verso l'evidenzia-
zione di una gestione politico-mafiosa del territorio metropolita-
no, nella creazione di azioni di disordine, nell'incisione e
destrutturazione di un circuito commerciale dei divertimentifici,
nella ricerca di momenti di libertà tramite occupazione tempora-
nea ed autogestione etc). La discoteca segreta era stata attrez-
zata per la particolare occasione. L'energia elettrica rubata attra-
verso collegamenti volanti ai cavi d'alta tensione delle ferrovie
dello stato. L'area scelta per il raduno è nella parte della banchi-
na che costeggia la ferrovia e si sviluppa nella galleria pedonale
che parte dall'atrio principale della stazione, lunga un centinaio
di metri, larga venti, alta nove (/V? realtà la festa era solo nella
galleria). Curata anche la coreografia realizzata con parti di
materiale ferroviario e, appeso al centro della grande galleria,
un grande crocifisso quattro metri per quattro, rivisitato in chia-
ve postmoderna con al centro un casco da motociclista ed un
enorme ragno. Sarebbe stato un successo. Ma, verso le diciotto
di martedì, sono intervenuti gli agenti del commissariato Ponte
Milvio, guidati dall'ispettore Antonio di Leo, ed hanno intimato
ai cinque giovani intenti ad allestire il locale di aprire i cancelli.
Viste le brutte quelli si sono invece chiusi dentro con catene e luc-
N chetti, costringendo gli agenti a chiedere l'intervento dei vigili del
fuoco per poter aprire le porte. E quando, mezzora dopo, gli inve-
ii stigatori sono riusciti ad entrare, dei ragazzi non c'era più traccia:
a, probabilmente erano fuggiti lungo la linea ferroviaria, ormai in
& disuso, e poi da qualche uscita d'emergenza. All'interno della sta-
•c zione la polizia ha trovato anche molti volantini. In alcuni c'era
I anche una sorta di vademecum sull'uso delle pastiglie di ecstasy:
% consigli al consumatore novizio su come assumere e superare gli
s eventuali effetti collaterali (notare la ripetitività dell'articolo sull'ar-
£ gomento "droga 9 ), in altri invece si teorizzava Pautoproduzione nel
| campo della musica, dell'editoria e del vestiario. Gli investigatori
Ì non escludono che in passato altre feste analoghe siano già state
§ organizzate nella ex stazione. Dopo un periodo di grande popolari-
| tà, i raduni rave sembrano essere passati di moda {infatti i raves
illegali sono un'attitudine alla vita, non un trend) ma evidentemen-
te non è così. Luoghi abbandonati o capannoni industriali da affit-
tare a poco (chi ha mai affittato nu//a!), ville immerse nella perife-
ria: tutto va bene al rave purché sia rigorosamente fuorimano e
lontano dalla sorveglianza delle forze dell'ordine.
(adesso si evidenzia in pieno il bieco gioco del «Messaggero»)
Il perché è semplice: l'ecstasy passa di mano in mano ed è la
droga pulita del momento. Con i suoi effetti euforizzanti e disini-
benti va fortissimo. Quest'anno carabinieri e polizia ne hanno già
sequestrate 47 tonnellate, contro i 115 chili dello scorso anno.
Luca Bussi
«Messaggero» 02/11/1995
DISCOTECHE UNDERGROUND / SUDORE, PILLOLE, MUSICA
DURA CON UN SOLO SCOPO: RAGGIUNGERE LO SBALLO COM-
PLETO PRIMA DELL'ALBA (questo è "lo scopo" che i media
fanno arrivare a migliaia di persone per cercare di legalizzare
la repressione da parte dell'establishment nei confronti di un
processo di liberazione che, di sicuro, non si ferma davanti a
ridicole strumentalizzazioni del genere. Questo è uno degli
articoli più cristallini per quel che riguarda l'opera di manipo-
lazione e soprattutto l'ignoranza dei mezzi di comunicazione
di massa riguardo i raves illegali. Si faccia caso all'intervista
della parte lesa: Orrù, gestore dalla discoteca Smile e sinda-
calista del sindacato italiano locali da ballo).
Quella che doveva infiammare la stazione ferroviaria di Farneto
sarebbe stata soltanto una delle tante feste rave organizzate
martedì sera in città. Completamente abusivi, sfrenati, trasgres-
sivi, spesso esaltati dalla droga e da ritmi musicali sempre più
estremi ed innaturali, gli appuntamenti clandestini organizzati
"per chi punta allo sballo completo" sono diventati un fenome-
no metropolitano di fatto incontrollabile anche in una capitale
relativamente tranquilla come Roma (mi chiedo in che città vive
il nostro giornalista). "Ormai - dice Gianni Orrù, 31 anni, gestore
della discoteca Smile in via Schiapparelli ai Parioli - questo tipo
di serate nemmeno più a contarle. Ma è ora di fermarle" (l'inter-
vista a Gianni Orrù che adesso seguirà, rende esattamente l'idea
del filo da torcere che stiamo dando ai produttori-gestori di
squallidi divertimentifici e dei loro ingenui intenti di deragliare i
raves illegali sul pericolo "droga". 'Tutto ciò significa che l'attac-
co al circuito commerciale sta funzionando).
Per avere un'idea di cosa sia una di queste feste basta dare
un'occhiata al vocabolario. Il verbo "to rave", in inglese, vuol
dire infuriarsi oppure andare in estasi. È esattamente quello che
i giovani fanno 0 tentano di fare in un party clandestino. La
moda è nata in Inghilterra alla fine degli anni Ottanta ed ancora
resiste (// rave resiste e muta proprio in quanto non moda bensì
attitudine, bisogno di esprimere il disagio sociale in forme
^nuoj/è). La musica - ieri, appunto il rave, oggi in genere il
cosiddetto progressive - è ossessiva e impone ritmi frenetici (le
generalizzazioni musicali altro non sono che un ennesimo lam-
pante esempio di totale ignoranza da parte del "pennivendolo"
in questione). Si balla per ore, si suda come bestie, si manda
giù, volendo, qualche pasticca, e si resiste esausti e apparente-
mente felici fino allo stremo, sognando di poter raggiungere Te-
stasi emotiva e magari sfiorandola.
È ovvio che le feste rave ai locali tradizionali non sono mai
andate giù. Chi le organizza non paga le tasse, non deve
^ rispettare le norme sanitarie, non ha personale da tenere in
regola, non ha locali da pulire, niente di niente. Gli basta tro-
£ vare un posto, una villa, un capannone o un qualunque altro
a, stanzone dove la musica non disturbi il vicinato e il gioco è
fatto: si mettono le locandine in giro - domani notte rave - si
•c specifica l'indirizzo e il popolo della notte arriverà di sicuro,
1 pronti a pagare biglietti anche salati pur di "andare oltre"
v {ancora una volta il macellaio di parole in questione naviga
s attraverso fantasiosi mondi da lui elaborati. È mai possibile
£ che si specifichi l'indirizzo sul flyer di una festa illegale?
| Seconda cosa non esistono biglietti d'ingresso poiché vi è
® una semplice sottoscrizione. Se si va contro il mercato non si
| perpetuano le stesse dinamiche^).
| "Questa - aggiunge Orrù, che fa parte del sindacato italiano
locali da ballo - è concorrenza sleale. Ma sarebbe niente. Il
fatto è che le feste rave vanno combattute anche per tutto
quello che portano con sé. Compresa la droga. I giovani, lì,
cercano di varcare ogni limite. Non ci sono regole, non c'è
niente di niente, solo trasgressione. E poi si parla di stragi
del sabato sera..." {povero Orrù colpito nel suo onesto lavoro
da gestore di discoteche, nel suo impegno sodale-umanitario
di sindacalista dei locali da ballo. Si sappia bene che le stragi
del sabato sono iniziate quando i raves illegali, a Roma,
ancora non erano nati).
Luca Lippera
«Il Tempo» 02/11/1995
L'IRRUZIONE DEGLI AGENTI HA EVITATO AGLI STUDENTI DI CON-
SUMARE LA FESTA NEI SOTTERRANEI DELLA STAZIONE FARNETO /
LO SBALLO RESTA DI TRAVERSO
Rovinata la festa della notte delle streghe. L'irruzione degli
agenti della squadretta di giudiziaria del commissariato Ponte
Milvio ha impedito lo svolgimento di una notte da sballo nei
sotterranei della stazione di Olimpico Farneto, monumento allo
spreco dei Mondiali '90.
Gli investigatori non escludono l'ipotesi che altre feste analoghe
siano state organizzate nella ex-stazione e le indagini puntano,
in base ad alcuni volantini ritrovati, anche su gruppi musicali
che gravitano intorno ai centri sociali (la fantasia del giornalista
continua a gravitare nel buio).
Quattro giovani e volenterosi ispettori (si noti l'uso degli agget-
tivi) hanno così vanificato gli sforzi del Brian Zone Production
che aveva organizzato una mega discoteca nei locali della sta-
zione abbandonata (per l'ennesima volta l'ignoranza e la voglia
di schematizzazione da parte di chi pretende di avere il control-
lo si evince dal testo. Innanzitutto la parola è "Brain" e non
"Brian". Secondo, non è di certo in una sigla netta e definita
che si identifica un modo di agire contro questo assetto socia-
le). Da giorni volantini e manifesti pubblicizzavano l'evento nelle
scuole superiori della capitale. Gli ispettori di Leo, Somma, con i
colleghi Rongoni e Rossi hanno captato qualcosa e sospettando
che la festa fosse l'occasione per divertirsi con qualche pasticca
eccitante sono entrati in azione (forse è anche un bene che l'im-
maginazione del braccio armato dello stato, in relazione agli
scopi di azioni del genere, si fermi al "divertirsi con quache
pasticca eccitante". Più l'organizzazione statale repressiva vive
nell'ignoranza, più si ha modo di agire).
Quando hanno fatto irruzione nella stazione alcuni giovani
intenti ad allestire i corridoi per la festa si sono dati alla fuga
attraverso una lunga galleria ferroviaria che sbuca dalle parti
della Balduina. Tra le persone identificate fuori dalla stazione,
alcuni giovani sono stati trovati in possesso di pastiglie che
sono state inviate per esami alla polizia scientifica.
Probabilmente, affermano gli agenti, si tratta di sostanze stimo-
lanti, dal momento che gli stessi ragazzi identificati, di 25 e 26
anni, hanno ammesso di far uso di quelle pastiglie quando stu-
diano. "Ci aiuta - hanno detto - a non sentire l'affaticamento
mentale" (si pensi alla figura di merda che gli agenti sequestra-
tori faranno con la scientifica quando gli verrà detto che il gran-
de sequestro da loro attuato è un patetico buco nell'acqua -
sospinto dal loro bisogno di criminalizzare - poiché il GUARANÀ
è legalmente reperibile in ogni erboristeria).
^ Atmosfera surreale dentro i cuniculi di Farneto. Enormi murales
* colorano le pareti. Frasi sconnesse a slogan dal sapore politico.
£ "No nazi", "questo e l'uso che ne facciamo dell'abuso edilizio",
g si rispecchiano ad altre del linguaggio alternativo e surreale
"impasticchiamo superman" (????), "bradipo". Due enormi strut-
•c ture metafisiche, portate lì sotto chissà come, troneggiano tra le
E gallerie 2 e 3 (// giornalista dimostra sempre di più la sua
^ demenza non arrivando a pensare che le strutture possano
g anche essere costruite in loco).
I Un enorme crocifisso con un casco da moto al posto della testa
« e un ragno stilizzato, entrambi costruiti con pezzi di moto ed
@ auto, dovevano dare alla stazione un aspetto più consono alla
§ festa underground. Gli agenti di polizia hanno sequestrato
| numerosi strumenti di amplificazioni, casse acustiche, piatti,
cavalietti che dovevano servire per sparare musica nei sotto-
passaggi dove erano previste un migliaio di persone. Gli orga-
nizzatori avevano provveduto a realizzare l'impianto dell'ampli-
ficazione attaccandosi ai cavi dell'alta tensione che penzolava-
no dal soffitto. Riattivati anche i semafori sistemati dalle ferro-
vie per incanalare il flusso di passeggeri, le luci rosso e verde
dovevano accendersi a tempo di musica (e la fantasia del gior-
nalista continua a librarsi nell'aria). Sequestrato anche numero-
so materiale propagandistico. In alcuni, intitolati "xtc", c'era
anche una sorta di vademecum sugli effetti delle pasticche di
ecstasy, tra cui quello di stimolare il rapporto sessuale (ennesi-
ma invenzione del giornalista poiché con l'mdma l'eccitazione
non è fisica bensì mentale. È quasi impossibile avere rapporti
sessuali quando si usa l'ecstasy). In altri, campeggiati dalla
scritta "sulle orme di TAZ" è trattato l'argomento delle zone
temporaneamente autonome sulla falsa riga di un movimento
anarchico americano che usa la stessa sigla "TAZ" (quest'ultima
frase evidenzia in pieno il disordine mentale del giornalista,
piccola rotella di un carro atto alla distorsione delle forme
comunicative. Non esiste nessun movimento con il nome "TAZ".
Le zone temporaneamente autonome sono una f or ma di lot ta
teorizz^adaHakim^^}^ altri si teorizza l'autogestióne "P"*
Tautoproduzione, con le quali, è spiegato, nel campo dell'edito-
ria della musica e del vestiario si realizza una forte economia.
In uno, firmato alter8, si teorizza la free festival rebellion come
rottura dei canoni culturali.
Maurizio Piccirilli
«L'Unità)» 02/11/1995
HALLOWEEN. LA FERMATA FS FARNETO, SCANDALO DEI MONDIA-
LI, ERA STATA TRASFORMATA IN DISCOTECA / MEGAPARTY NELLA
STAZIONE FANTASMA/ ARRIVA LA POLIZIA, PRIMA BARRICATE,
POI IL FUGGI-FUGGI
Niente treni né rave per la stazione fantasma di Farneto,
all'Olimpico, costruita per i Mondiali del '90 e chiusa subito
dopo. La festa "underground" organizzata per lunedi notte - la
ricorrenza di halloween - è finita in una maxi operazione della
polizia. Dopo essersi barricati nella stazione, gli organizzatori
sono fuggiti lungo le gallerie, abbandonando attrezzature hi-fi
per diversi milioni di lire. Alla festa dovevano partecipare un
migliaio di giovani.
Una vera e propria stazione fantasma, costruita per i Mondiali
del '90 con una spesa miliardaria, eppoi chiusa dopo solo 10
giorni, abbandonata al degrado e al vandalismo. Il posto ideale
per festeggiare halloween (in realtà, di festeggiare halloween,
ytwn fregava quasi nulla a nessuno. Il motivo-cardine è ben
altro, ovvero squarciare la piaga dell'abuso edilizio nella gestio-
ne del territorio metropolitano. Adesso lo si prova a gestire
direttamente, tramite la deflagrazione delle cattedrali romane,
simboli significativi di spreco e ladrocinio), la notte delle stre-
ghe, ballando fino al mattino. E il programma era proprio que-
■"Sto: un gigantesco illegai rave ambientato sulla banchina della
stazione ferroviaria di Farneto, all'Olimpico.
Da giorni manifesti e volantini annunciavano l'evento di lunedì:
Una festa underground e assolutamente gratuita (almeno su que-
^ sto, «l'Unità» si è rivelata quasi onesta, al contrario del
«Messaggero» il quale, facendo parlare Orrù, il sindacalista dei
£ divertimentifici, si è inventata un fantomatico prezzo di un'altret-
S.
a, tanto fantomatico biglietto di entrata che si aggirava intorno alle
50.000 lire) per trasformare - almeno per una notte - quella sta-
•c zione dimenticata, in una TAZ, 0 "zona autonoma temporanea".
I Peccato però che quel volantino sia finito in mano, non solo
f agli studenti di Ponte Milvio, ma anche agli agenti del commis-
s sariato [incuriositi dalle quella strana questione dell'autonomia].
£ Così, prima che il rave cominciasse, alle sei del pomeriggio di
| lunedì scorso, la polizia si è presentata alla stazione di Farneto.
@ All'interno c'erano 5 ragazzi {stime approssimative decise arbi-
§ trariamente dal giornalista), probabilmente gli organizzatori, che
c alla vista degli agenti si sono subito barricati nell'atrio. Prima
hanno chiuso il portone con una catena, poi hanno accatastato
casse acustiche ed altro materiale. L'assedio è durato poco, per-
ché la polizia ha chiamato i vigili del fuoco per sfondare l'in-
gresso. Nel frattempo però, gli "occupanti temporanei" se la
sono svignata fuggendo lungo i binari sotterranei che portano
alla stazione di via Damiano Chiesa. Nella fuga hanno anche
tentato di portare via piatti, mixer e luci che poi però hanno
dovuto abbandonare lungo la strada ferrata.
Quando gli agenti sono entrati nella stazione, si sono ritrovati
in una vera e propria discoteca (questo è quello che hanno
voluto vedere loro poiché l'intento è anche quello di destruttu-
rare l'immagine stessa dei divertimentifici tramite una gestione
■ altra degli spazi nella ricerca di un'impostazione, attraverso l'al-
terazione del contesto in cui avverrà l'azione, di stati modificati
di coscienza. Nelle discoteche si ricrea sinteticamente l'ambiente
metropolitano e lo si mercifica, nel rave illegale lo si vive nella
realtà in un rapporto dialogico con le sue strutture architettoni-
che alterate, in ogni singolo spazio) perfettamente allestita e
capace di ospitare un migliaio di persone: amplificatori giganti,
• luci stroboscopiche, graffiti. La scenografìa era completata da un
crocifisso postmoderno alto 4 metri che penzolava dal soffitto, e
al cui centro spiccavano un enorme ragno anch'esso di ferro e
un casco da football americano. Una scultura realizzata con
materiale ferroviario ed elettrico prelevato dalla stazione. Per l'il-
luminazione, invece, gli organizzatori - che evidentemente pre-
paravano da giorni l'allestimento della festa - avevano realizza-
to un allaccio abusivo con la rete delle ferrovie dello stato. Oltre
a graffiti e ad un serie di scritte - soprattutto slogan anarchici -
gli agenti hanno trovato molti volantini inneggianti alla TAZ e
opuscoli sull'uso corretto dell'ecstasy [la cossiddetta droga da
discoteca] (la comunicazione istituzionale ha fatto sì che l'ec-
stasy fosse vista come "droga da discoteca", in realtà dalla fine
del '70 ad oggi sono state portate avanti fior, di sperimentazioni
pisocoterapeutiche al di fuori di un contesto musicale) e di altre
. sostanze psicotrope. Ma cos'è questa TAZ?
"Il concetto viene dal movimento cyberpunk americano - spie-
ga un frequentatore dei rave romani - e definisce una zona
temporaneamente autonoma, libera dal controllo istituzionale e
sociale anche se per poco tempo. È un evento simbolico,
insomma. I nostri rave sono illegali perché non autorizzati, e
conscious, coscienti, perché hanno un significato politico, non
commerciale".
Dopo aver sequestrato le attrezzature hi-fi, alla polizia non è
rimasto altro che presidiare la stazione. Una sorpresa spiacevole
per le centinaia di ragazzi, che al posto del rave hanno trovato
gli agenti, impegnati ad identificare i "sospetti". E a due dei
giovani identificati sono state sequestrate alcune pasticche -
forse amfetamine, forse oppiacei - {ripeto per l'ennesima volta:
GUARANÀ) inviate per esami alla polizia scientifica.
Il mancato rave ha riportato però all'attenzione il caso delle sta-
zioni miliardarie dei Mondiali '90, Farneto e Villa Clara. Della
vicenda si era occupata la magistratura già alla fine del '93,
quando il pm Giorgio Castellucci aveva ordinato il sequestro
delle stazioni, poi tutti gli imputati furono prosciolti dal gip.
Ora, proprio una decina di giorni fa il Campidoglio ha sottoscrit-
to un protocollo d'intesa con le FS per l'inserimento delle due
fermate nel nuovo anello ferroviario.
Massimiliano Di Giorgio
o
2 «L'Unità» 2/11/95
f E SEGUENDO IL "FLYER" SI ARRIVA NEI LUOGHI DELLHLLEGAL
£ RAVE"...
. c (unico articolo, da un mio punto di vista, semi-esplicativo della
1 scena romana. N.d.A).
1
I "Non aspettarti l'organizzazione di un servizio volto al consu-
« mo di una merce, ma crea azioni illegali/caotiche, capaci di
C alterare il quotidiano... L'individualità liberata si esprime all'in-
§ terno di una pratica orizzontale e coinvolgente dove speri-
8 mentare il superamento di ogni forma di delega e controllo".
§ A parlare è il "flyer^ ossia il foglietto che, passando di mano
in mano, offre alcune indicazioni essenziali su come raggiun-
gere la zona del rave e sullo spirito con cui andarci (in realtà
\ il flyer corrisponde più alla seconda indicazione che aìla
prima, essendo un mezzo di comunicazione non manipolata
che viaggia "di mano in mano" quindi non usa i circuiti istitu-
zio nati).
* Già, perché i rave illegali sono feste un po' fuori mano, cui
non si arriva facilmente: una volta in zona bisogna infatti
"seguire le traccie" cioè i cartelli e segnali che offrono le ulti-
me indicazioni su come raggiungere lo stabile 0 il capannone
abbandonato. "E soprattutto - come dice Luther {riferimento
fortemente voluto a Luther Blisset, l'antidentità omnipresente
in attacchi psichici di vario tipo), strenuo frequentatore degli
illegai - il rave vuole essere un evento autogestito e autofi-
nanziato in cui nessuno delega agli altri la riuscita della festa"
per cui porte sbarrate al controllo e alla "tutela" dello stato
[polizia, accertatori siae, servizi d'ordine] e porte sbarrate alla
mercificazione del divertimento, così come viene praticata nei
rave commerciali.
E sì, perché sebbene possa sembrare ai profani capziosa, la di-
stizione tra rave commerciali ed illegali c'è ed è sostanziale: i
primi organizzati da dj romani noti al pubblico dei giovanissimi
grazie alle trasmissioni radiofoniche [una su tutti Virus di Freddy
K] si svolgono in locali e discoteche a prezzi che si aggirano
intorno alle 50.000 lire; i secondi invece, organizzati da gruppi
di ragazzi muniti di amplificazioni, mixer e gruppo elettrogeno,
sono pressoché gratuiti. Ai partecipanti viene chiesta una sotto-
scrizione [massimo 5000 lire] necessaria a coprire le spese delle
istallazioni e ad acquistare impianti più potenti e sofisticati.
Grazie a questa "politica" il fenomeno della primavera '94 si è
espanso senza soluzioni di continuità: si sono moltiplicati i
gruppi promotori, sono aumentati i partecipanti [si oscilla tra le
500 e le 3000 persone] e la cadenza degli illegal è ormai dive-
nuta settimanale. Diverse le zone di Roma e circondario in cui si
sono materializzate queste zone temporaneamente autonome: si
va dai capannoni abbandonati di Torcervara a quelli sulla
Braccianense, dalla ex Snia-Viscosa sulla Prenestina al Faro di
Fiumicino. Ma la condivisione dell'evento dura solo una notte,
perché non è altro che un esperimento di trasformazione: tra-
sformazione delle strutture architettoniche dello stabile (che si
riempiono di graffiti 0 fanno da supporto al clippare incèssante
di immagini), trasformazione delle strutture fisiche e mentali
attraverso il martellare della musrca tec(h)no 0 l'assunzione di
sostanze "psico-attive". Con l'arrivo del mattino i "ravers, inse-
guiti sulle autostrade dalla polizia, si disperdono come le termi-
ti" dice Dick Hebdige, noto studioso inglese delle sottoculture
giovaci.
Marco Deseriis
Documento degli Spirai Tribe e info sul loro tour europeo a cura
di Network 23 (1995)
SPIRAL TRIBE
UNITED FORCES OF TEKNO
THE ONLY WAY FORWARD IS TO GROW.
THE ONLY WAY TO GROW IS TO EXPAND BEYOND THE BOUNDARIES
OF WHAT WE KNOW INTO UNCHARTED AREAS OF THE UNKNOWN.
THE UNKNOWN BEING THE ONLY SOURCE OF NEW KNOWLEDGE.
OUR LIFE SUPPORT SYSTEMS ON THIS PLANET ARE ORGANIC.
TO REGENERATE CELL WALLS, DIVIDE & MULTIPLY.
OLD BARRIERS FALL AWAY, ANCIENT PILLARS CRUMBLE & NEW
STRUCTURES
STAND UP IN THEIR TURN.
ONE GENERATION GIVES BIRTH TO THE NEXT.
THE OLD GIVES LIFE TO THE NEW.
WE LIVE IN THE EVER TRANSITIONAL MOMENT CONNECTING
PAST THROUGH PRESENT TO FUTURE.
IT IS OUR MISSION TO DISCOVER THE EVER CHANGING HORIZON.
TO CONTINUALLY RE-ESTABLISH NEW PARAMETERS & TO EXPLORE
& SECURE
EACH NEW LEVEL AS WE FIND IT.
IT IS OUR PURPOSE TO DESTROY THE INERTIA THAT HAS BEEN
RESPONSIBLE FOR THE DEMISE OF THE LIFE FORCE ON OUR
PLANET.
IT IS OUR AIM TO POSITIVELY MOTIVATE THE PEOPLE & THE
NATION.
IT IS TIME TO WAKE THE PLANET UP!
THE ADVANCE PARTY, USING STATE OF THE ART DIGITAL TECHNO-
LOGY COMBINED WITH THE ORGANIC LIFE SYSTEM DELIVERS A
MASSIVE JOLT TO HUMAN SENSORY CIRCUITS, PROVIDING THE
EXTRA ENERGY INPUT NEEDED TO MAKE THE QUANTUM LEAP
FROM TERRESTRIAL TO EXTRA-TERRESTRIAL CONSCIOUSNESS.
SPIRAL TRIBE ARE HITTING ENGLAND AND THE WORLD BY
STORM. THE GROWTH OF THE SPIRAL TRIBE HAS BEEN ASTONIS-
HING. THEY ARE THE LARGEST AND MOST INFLUENTIAL OF ALL
THE TECHNO SOUNDSYSTEMS.
they are a collettive of people who have been holding mostly
free party's outdoors, in derelict buildings and warehouses
almost every weekend for the past 5 years. party's have been
held ali over england, holland, france, spain, berlin, czech rep,
Vienna and are courently touring italy. inspiring many people to
continue where they left off.
Network 23
(Network 23 Spirai Tribe's latest venture is a distribution co-ope-
rative who's aim is to provide an independent and businessman
free method of releasing records etc. in an attempt to preserve
the originai meaning of Techno and Underground music in gene-
ral. Allready the Network's Studio's in London, Paris and the
Spiral's mobile studio have produced many releases).
Da AVANA, bbs - Cybernet > Street parade > Roma 04/11/1995
STREET PARADE STOPPA L'ASTA
"Il Forte non si vende, si difende!". Con queste dure parole, un
gioiosissimo corteo musicale dei Centri Sociali romani si è dipa-
nato il 4 novembre per le vie della metropoli, a difesa della
decennale occupazione di Forte Prenestino. Il posto, davvero
affascinante dal punto di vista architettonico, non lo è meno per
il brulicare al suo interno di gruppuscoli creativi d'ogni genere,
accaniti produttori di immaginario e di stili, accomunati dal desi-
derio di cambiare la propria vita e - possibilmente - il mondo.
Ora il Ministero delle Finanze, com'è noto, vorrebbe metterlo
all'asta, per la cifra iniziale di 8 miliardi: perciò la "rumorosa"
protesta del 4 novembre.
Si è trattato di una manifestazione assolutamente innovativa
rispetto a tutte quelle cui i Centri Sociali ci avevano sinora abi-
tuato, che infatti non ha mancato di suscitare critiche nel circuì-
to "antagonista" della capitale. Tutti i codici tradizionali del cor-
o
" teo, già visibilmente vacillanti a partire almeno dal 1989-90,
£ sono stati infranti. Rotta la ripartizione in "spezzoni" politica-
* mente omogenei (distinti dagli striscioni), ammutoliti i cori semi-
£ rituali rimasti inalterati dal 1968, dissolta la seriosità antipatica
. c di chi non cessa neanche per un attimo di prendersi sul serio,
e la moltitudine si è ridistribuita fluttuante attorno alle numerose
* sorgenti sonore, ha affascinato il "pubblico" delle strade e delle
I finestre, ha saltato, ha ballato, si è grandemente divertita.
| Giunti in Piazza Esedra, i 5 furgoni musicali si sono distribuiti a
« raggerà ed è emersa in piena luce la composizione del corteo: i
§ diecimila erano suddivisi in grosse "tribù musicali" non chiuse,
§ f 'ma aperte e fluttuanti, ripartite secondo il genere e lo stile, con
g t| la gente che correva da una parte all'altra per provarle tutte:
!/ c'era il furgone techno di Spirai Tribe, quello Torretta Style col
! trash '7o-'8o, c'era One Love Hi Power con il suo dub a manetta
, e il raggae molto apprezzato del furgone dei Villa Ada, mentre
j l'impianto neonato di Auro & Marco (Centro Sociale di
v Spinaceto) deve ancora crescere in potenza.
' Le^^ichejiirimppliticità di questa autentica "festa nomade",
di questa gioiosa dimostrazione di come la metropoli possa e
debba essere sottratta alla noia mercantile, sono vecchie e
infondate. Non perché ci piaccia attenuare il conflitto 0 dissi-
mularlo, al contrario: perché vogliamo potenziarlo, radicalizzar-
lo, renderlo più acuto e dirompente. E questo è impossibile fin-
ché i modi e le forme residue dei conflitti precedenti ingabbia-
no e frustrano i nuovi modi di sentire e di agire della gente,
bloccano lo sviluppo di "armi" finalmente adeguate al presente.
Il 4 novembre sono saltate queste gabbie. Di certo il quadro è
ancora sfuocato, il magma incandescente e tutti i possibili ordi-
gni sono ancora liquidi ed informi, inutilizzabili. Ma almeno si è
intravisto chiaramente - e per la prima volta - chi e come, e
con quale stile si stia di nuovo dopo tanto tempo mettendo
all'opera, forse senza ancora una politica, di certo senza più la
vecchia marginalità.
Da AVANA, bbs - Cybernet > rave sulla braccianense (RM) >
Pasqua 1996
GIORNO DELLA RESURREZIONE DI CRISTOSTOP
FLUSSI EMPATICI INCONTROLLABILI SONO SCOPPIATI
PRESSO LE CONTAMINATE ACQUE DI BRACCIANO STOP
UN'ALTRA FABBRICA, NATA ALL'INSEGNA DEL DIO CAPITALE
E DELL'ALIENAZIONE, È STATA DETOURNATA VERSO LA CON
DIVISIONE, LA COMUNICAZIONE, LA LIBERTÀ A DISPETTO DELLE
AZIONI DI REPRESSIONE DA PARTE DEI TUTELANTI DELL'ORDINE
STATALE STOP
UNISCITI AL DISORDINE STOP
FREEDOM TO R@VE NON-STOP
@LTERH@TE
"La metropole, dans ses expressions architectoniques, n'est pas
seulement aberrante mais sourtout rebelle" - BOB -
Dal sito di Alan "tasti" Lodge http://www.gn.apcorg/tash/ìndexhtm
> Reclaim the Streets > M41, Shepherds Bush, luglio 1996
REPAIR THE STREETS - LA PRESA DELLM41
Annunciato come un "Festival di Resistenza" e "l'unico 'party'
che valga la pena di fare", il terzo Street party di Reclaim The
StreelS-è stato all'altezza delle sue promesse. Al suo apice,
df^ottomila persone occupavano l*M4i nei pressi di
Shepherds Bush trasformando l'autostrada più piccola della
nazione ne "lo Street _party più grande, più libero e più spet-
tacolare mai visto!". ~
" Migliaia di persone in festa si erano radunate a Broadgate vici-
£ no Liverpool Street soltanto pochi minuti dopo l'orario dell'ap-
* puntamento a mezzogiorno di sabato 13 luglio. Erano stati di-
£ stribuiti dei volantini che chiedevano alla gente di "seguire q ugl-
. c li con le fasce rosa al braccio"' e di "aspettarsi l'inaspetta to".
e" Alle 12.30 si sparsala voce che era il momento di partire e circa
* trecento Criticai Mass presero il via, mentre il gruppo principale,
i aiutato da organizzatori in incognito, si spostava nel sottosuolo
(O
I verso la Central Line diretta a ovest. Quattordici fermate e sei
€ treni della metro pieni zeppi più tardi, la folla emerse a
§ Shepherds Bush, dove la polizia, fino a questo punto soddisfat-
§ ta della sorveglianza, bloccò l'entrata alla rotatoria dell'M4i.
1 Alcune persone, incerte se si trattasse 0 meno del luogo desi-
gnato, iniziarono a festeggiare qui.
All'estremità opposta dell'autostrada, la squadra di blocco, ren-
dendosi conto che la gente era arrivata, decise di iniziare.
Evitando gli osservatori della polizia con abili manovre, raggiun-
sero la strada. Due macchine furono schiantate teatralmente per
bloccare il passaggio, e furono innalzati tre trampoli a tre piedi
da una parte all'altra della carreggiata diretta a sud. Due veicoli
di soundsystem avanzavano in coda al convoglio inseguiti da
dozzine di poliziotti a piedi. In quello che fu probabilmente il
momento più spaventoso della giornata, i veicoli vennero circon-
dati in un'autostrada vuota; i guidatori trascinati fuori e arrestati
da agenti di polizia soddisfatti e certi di aver sedato il party.
Ma la polizia aveva sotto-stimato la creatività della folla.
Udendo che la strada era stata presa, la gente iniziò a trovare
strade alternative per raggiungerla. Come un fiume che sfonda
una diga, le piccole falle si trasformarono in inondazione. Un
nutrito gruppo di persone camminò alla larga intorno alle file di
poliziotti, venendo fuori da dietro e superandole semplicemente
di corsa sulla strada! Altri trovarono dei percorsi attraverso le
stradine interne e risalirono sulla strada più avanti.
Al posto di blocco, quelli che non erano stati ancora arrestati
si arrampicarono alla meglio sui camion del sound system e
assisterono allo spettacolo sbalorditivo di migliaia di persone
che gli correvano incontro. Le facce della polizia si abbassaro-
no rapidamente e mentre la folla si avvicinava iniziarono ad
indietreggiare. Gli arrestati, ammanettati alla svelta con il
braccio dietro la schiena, al cenno di un sergente vennero
prontamente de-arrestati (forse si trattò del de-arresto dell'an-
no?) e presto i veicoli brulicarono di gente. I lati dei camion
furono aperti e i sound system tirati fuori. La folla ruggì. Il
party era iniziato!
dig for victory!
Gli "scalatori" appesero enormi striscioni per la larghezza del-
l'autostrada. Un gigantesco sole, murales colorati; mentre altri
proclamavano "Distruggi il Potere!", "Supporta i lavoratori della
metropolitana" e "La societFche abolisce l'avventura, rende la
sua stessa abolizione Tunica avventurai
Ne seguì uno scontro quando la polizia tentò di bloccare altre
decorazioni ed equipaggiamento che venivano fatti entrare da
un terreno vicino. Un furgone che conteneva l'amplificazione per
i gruppi dal vivo fu sequestrato, ma ancora una volta, fronteg-
giata da una folla attiva, l'autorità della polizia si dissolse. Si
ritirarono e allora vennero portati dentro tappeti, poltrone -
tutto un soggiorno! Fu gettata una tonnellata di sabbia sul
catrame e vennero montate bancarelle sulla corsia d'emergenza.
Tre "Dame da Pantomima" di nove metri scivolavano silenziose
attraverso il party lanciando confetti.
Le bancarelle del cibo distribuivano gratis stufato e panini; gli
artisti di graffiti donavano colore al catrame; i poeti declamava-
no dalle balaustre; gruppi di musica acustica suonavano e gli
attori di strada si esibivano in pubblico. Quelli seduti sui tram-
poli, isolati dalle file della polizia, negoziarono la loro inclusione
e si unirono alla massa di gente. I poliziotti si ritirarono agli
estremi della strada e si accontentarono di ridirigere il traffico e
litigare tra di loro.
Sotto la gonna gigante di una dama pantomima, i de-costruzio-
nisti si misero al lavoro. Usando un martello pneumatico a
tempo con la musica tedino, attaccarono ripetutamente il catra-
me della strada, finché larghi crateri coprirono la corsia di sor-
passo (alcuni entusiasti sono stati visti in seguito mentre con-
frontavano "tocchi" di autostrada!). Il paesaggio lunare fu poi
"naturalizzato" piantando alberelli recuperati lungo il corso della
strada di collegamento Mn.
Mentre il sole tramontava su un giorno straordinario, furono
accesi fuochi sulla strada, i rifiuti furono raccolti e gli striscioni
rimossi. I sound system annunciarono un altro free party altrove
a Londra, poi alle u la musica si spense, e i camion si allonta-
narono tra l'acclamazione di una folla riconoscente.
Per quasi dieci ore, la M41 vibrò, non al rombo ripetitivo del-
l'automobile, ma al ritmo di una sommossa umana; il suono
vivente di un festival, e come la mise un attivista a un poliziot-
to di pessimo umore, "Considerati fortunato, saremmo potuti
andare dappertutto: Buckingham Palace, Downing Street,
migliaia di persone che si arrampicano sul Parlamento."
E come disse un altro, "Oggi ci stiamo solo esercitando. Domani
tutto è possibile!".
Contatta Reclaim the Streets a Londra: 0171 281 4621.
La mattina di venerdì 2 agosto, la polizia fece incursione nel-
l'ufficio di Reclaim the Streets e nell'abitazione privata di una
persona, sequestrando alcuni computer, oltre a vari effetti
personali. Una persona fu accusata di associazione a delin-
quere con lo scopo di causare danni criminali all'autostrada
M41. Tutte le accuse furono poi ritirate - per mancanza di
prove!
Dal sito dì Alan Tash" Lodge http://www.gn.apcorg/tash/indexhtm
>Reclaìm the Streets > Birmingham, agosto 1996
Circa cinquecento persone sono intervenute per lo Street party a
Birmingham di sabato 17 agosto. Si sono radunati in un parco
vicino al luogo stabilito per l'evento portando striscioni, tamburi
e vari strumenti musicali.
Un gruppo di Criticai Mass partì in bici e i circa ottanta ciclisti
si diressero verso un grosso svincolo stradale che, avevano
ragione di credere, la polizia riteneva essere il luogo designato.
La gente a piedi uscì dal parco attraverso un altro cancello e si
incontrò con il furgone che portava il sound system, circondan-
dolo per evitare che fosse sequestrato. Inizialmente la polizia
tentò di sgombrare il cammino del furgone attraverso la folla,
dicendo al guidatore "non si preoccupi, la faremo passare". Una
volta realizzato cosa trasportava il veicolo, cercarono di impe-
dirgli di proseguire oltre sgonfiandogli le gomme e parcheg-
giandogli di fronte alcuni furgoni della polizia.
A questo punto i ciclisti erano tornati dalla loro corsa diversi-
va e avevano occupato il luogo stabilito. Finalmente, dopo
molto strattonare e spintonare e negoziare, il sound system fu
montato e il party potette iniziare.
Sembra che la polizia fosse stata informata che gli "Anarchici
di Londra" si erano infiltrati nel party progettando di scavare
buche sulla strada! Tutto ciò che si avvicinava alla strada
venne controllato e fu fatto un arresto per "associazione a
delinquere per danneggiamento", poi, cessata la minaccia alla
strada, la polizia si rilassò un poco. Dato che non c'era mai
stata alcuna intenzione di aprire buche sulla strada, fu difficile
per la polizia trovare prove e l'accusa fu ritirata.
Alla fine la maggior parte dei presenti si mossero, ma circa
dieci persone furono arrestate. La polizia perquisì la casa
della persona arrestata per associazione a delinquere e dopo
aver completato la perquisizione tornò al piano terra in
o ascensore. Sembra che 708 agenti di polizia si siano accal-
" cati nell'ascensore, sovraccaricandolo e rimanendo intrappolati
£ dentro. Per uscire dovettero sfondare la porta da dentro. I
^ tecnici venuti a ripararla dissero che non era la prima volta
£ che si trovavano a dover riparare ascensori danneggiati dalla
• c polizia a quel modo. I residenti locali, supportati dalla lettera
e di un procuratore legale, stanno facendo pressione sul consi-
^ glio per mandare la parcella alla polizia di West Midlands.
e
2
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| Contatta Reclaim The Streets a Birmingham: 0121 449 5452
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ì=! Dal sito di Alan tash" Lodge http://www.gn*apcofs/tash/index.htrn
> Reclaim the Streets > Brighton, agosto 1996
Un rapporto sulle operazioni di polizia alla manifestazione di
Reclaim the Streets, a Brighton, il 24 agosto 1996
IL GRUPPO DI DIFESA LEGALE E MONITORAGGIO DI BRIGHTON.
Il 24 agosto 1996, la polizia del Sussex preparò una grossa
operazione per fermare una manifestazione di Reclaim the
Streets a Brighton. Ottanta persone furono arrestate, e si dice
che l'operazione sia costata intorno alle centomila sterline.
Circa 46 persone furono accusate di varie imputazioni derivanti
dall'evento. Il Gruppo di Difesa Legale e Monitoraggio di
Brighton (GDLMB) ha pubblicato questo rapporto per evidenzia-
re la preoccupazione largamente sentita a proposito della sor-
veglianza poliziesca di questo evento. Crediamo che quel gior-
no la polizia si sia comportata spesso in maniera aggressiva,
irragionevole, violenta e illegale.
Elenchiamo una serie di motivi di preoccupazione che crediamo
derivino dall'operazione di polizia in questione. Includiamo
anche una cronologia degli eventi in cui documentiamo alcuni
degli incidenti di quel giorno come registrato dai nostri
Osservatori Legali e altri testimoni di primo grado. Abbiamo
omesso i nomi degli arrestati e il numero di agenti di polizia
coinvolti; anche se nella maggior parte dei casi siamo in pos-
sesso di questi dettagli.
Il GDLMB fu formato nell'aprile 1995 per monitorare il controllo
poliziesco delle proteste a Brighton, e per offrire informazione e
difesa legale ai partecipanti. I nostri Osservatori Legali, alcuni dei
quali esercitano la professione di legge, vengono sottoposti a un
briefing legale prima degli eventi e indossano giubbetti arancio-
ne chiaro che li identificano come Osservatori Legali. Abbiamo
monitorato svariati eventi a Brighton dal giorno della nostra fon-
dazione e, fino all'arresto di alcuni dei nostri Osservatori all'ulti-
ma manifestazione, abbiamo mantenuto buoni rapporti con la
polizia, che ha riconosciuto il nostro ruolo indipendente. Gli
Osservatori Legali non prendono parte alle dimostrazioni e sono
indipendenti dalla polizia come dai manifestanti.
Speriamo che questo rapporto sia utile per iniziare un dibatti-
to reale a proposito delle operazioni di polizia che hanno con-
traddistinto questo evento, e a proposito delle decisoni della
polizia del Sussex che l'hanno spinta ad agire come ha agito.
Non crediamo che la gente di Brighton voglia che la sua forza
di polizia agisca come ha agito quel giorno, e gli agenti coin-
volti dovrebbero essere ritenuti responsabili per le azioni che
hanno sanzionato 0 eseguito.
Gruppo di Difesa Legale e Monitoraggio di Brighton, 7 ottobre
1996
Da AVANA, bbs - Cybernet > Sugli eventi accaduti a Roma,
C.S.O.A. Forte Prenestino, il 02/11/1996
Thursday 14 November 1996 0.15.17
Melting Point Item
From: Marzi Ano
2 Subject: 2 NOV 1996: pallottole in aria, avvoltoi in caccia
To: Melting Point
^ I fatti ben noti non hanno generato una utile discussione circa
£ lo Stato delle Cose all'interno del "movimento".
0) (— ^
e L'incapacità ad assumersi le proprie responsabilità continua ad
^ ; essere il tratto caratteristico dell'area SOCIALE realizzata dai
I | CENTRI.
€ Insipienza ed autoreferenzialità masturbatoria.
I
8 Essere i Leaders (0 le avanguardie 0 i militonti) della propria
£ errabonda zattera di miseria non è un fine che meriti tanto
^ impegno, signori/e!!
Tali sforzi sarebbero meglio diretti ad altra opera, ad esempio
realizzazione di piaceri (che non devono essere necessariamente
barricaderi).
Indicazioni per i tempi correnti ne troveremo solo in noi stessi/e,
di certo non in rassicuranti ("agghiaccianti") modelli di compor-
tamento reiterati alla maniera di topi impazziti.
Perché quanto sopra?
Due SBIRRI entrano al Forte e mettono a repentaglio diverse
vite umane a causa della loro, tristemente nota, natura violente-
mente idiota.
La responsabilità è dei Tecno-Party.
A Radio Tomba Rossa un "dibattito" si propone di analizzare
questo pericoloso deviazionismo.
Atti di dolore e contrizione con la solenne promessa di "nonfar-
lopiù" fra i VERICOMPAGNI/E.
Alcuni spunti di riflessione ed analisi.
1) Il 2/11 si è avuto un "problema tecnico": nessuno era alla
porta. Le guardie sono sempre le stesse, poteva accadere
durante una qualsiasi iniziativa, realizzandosi la stessa man-
canza.
2) La gente che ballava (3000 idioti secondo i VERICOMPAGNI/E)
ha mandato affanculo chi li informava dell'accaduto spezzando
probabilmente il cuore di questi.
È brutto, ma il problema sarà mica di sensibilizzarle, queste
3000 e più persone?
La responsabilità è da cercarsi qui e le proposizioni verso il
futuro ciò devono riguardare.
3) Gli Avvoltoi (vedi VERICOMPAGNI/E) farebbero meglio a consi-
derare che il fatto nuovo avvenuto da due/tre anni a questa
parte nel "movimento" è proprio la pratica degli Illegali, che
hanno coinvolto moltissime persone, più di quante molte altre
"corrette" iniziative sommate fra loro non abbiano fatto.
Sarà questo un fatto politico?
Proprio i VERICOMPAGNI/E che dovrebbero avere questa "atten-
zione politica", cosa fanno?
4) Stop ipocrisie. Molti ad eccezione di qualche babbione/a par-
tecipano ai Tecno-Party 0 si beccano le relative sottoscrizioni.
Perchè allora non approntare in sede di assemblea di gestione
strumenti atti a - comunicazione - gestione crisi - sensibilizza-
zione circa la natura dei luoghi in cui si tiene l'iniziativa, ad uso
dei frequentatori/fruitori.
5) La mancanza di collegamento e cooperazione fra CS. roma-
ni, l'astio fra alcuni, la confusione in/fra tutto e tutti preesiste-
vano al 2-11.
Sono il prezzo che si è pagato per SCLEROTISMI veteromovi-
mentistici da un lato e ABBOCCAMENTI (pieni e con tutte le
scarpe) ISTITUZIONALI di altri forse più "moderni", "ottimisti" e
(forse?) interessati. Alcuni potevano pensarci prima.
6) Per rispondere alla violenza che ha interrotto un Tecno-Party
occorre una risposta coerente: NO CORTEO, SI STREET PARADE.
g. Altro che "reazione di difesa debole e solo sotto botta", rilancia-
re signori/e rilanciare!
£ Quello che ci hanno tolto sparando ce lo riprendiamo (esatta-
ci mente "quello") PER LE STRADE e davanti a loro.
. c Un invito: agli Avvoltoi che felicemente si apprestano al ban-
1 chetto la cui unica portata consiste nelle spoglie dei Tecno-Party
^ e relativi "utenti", si consiglia di soprassedere.
I Mangiare qualcosa di sé stessi (leggi di ciò di cui volenti 0
« nolenti fate parte) porta invariabilmente a dolorose indigestioni
€ e lacrimazioni coccodrillesche.
®
8 "They travet the world in their ice cream van
ÌÉ they've voyaged to the bottom of time
they've been to the place
where the MU MU mate
and the children
STILL CRY"
MULLY SCOULDER (Justified and Ancient da MU)
Da AVANA, bbs - Cybernet > Sugli eventi accaduti a Roma,
C.S.OA Fòrte Prenestino, il 02/11/1996
Area # 24 Nomadismi
07 Nov 96 23:05 Message # 3321
From:
To: Ali
Subj: la persecuzione del popolo voodoo
la persecuzione di tutto ciò che ruota intorno ai raves illegali,
oltre ad essere costantemente perpetuata da organi istituzionali
quali quelli di pubblica sicurezza e saltuariamente dai vecchi lea-
ders di movimento, viene ora messa in atto da tutti coloro che
hanno adesso verità in tasca per puntare l'indice, la loro sicurezza
è, ormai, una volta per tutte, motivata dai fatti del due novembre,
ora i raves, oltre a distruggere la gente con le droghe facendole
cancellare il concetto di purezza della militanza politica e di
rispetto per i propri superiori di partito, crea pericolo fisico con
scontri diretti con le forze dell'ordine, ecco allora prendere forza,
da parte delle varie reminiscenze dell'ideologia unica proliferanti
nei detriti panterini, gli atti di giudizio universale, è arrivato da
parte loro il momento di riprendere il potere su questa massa di
ravers insubordinati che celano la loro autodistruzione dietro finte
motivazioni politiche, basta con questo aprirsi alla gente portan-
do forme nuove di espressione del malessere sociale; basta speri-
mentare campi del vissuto che non pertengono alle solide radici
veterocomuniste; basta mettere in crisi i valori universali della
lotta politica; basta inquinare la sua purezza con chi la strada se
la vive direttamente, giorno per giorno, con tutta la sua crudezza
e repressione e che, non essendo politicamente sensibilizzato ed
ideologicamente schierato non deve far altro che sottostare alle
direttive dei vertici del partito di movimento se vuole porsi contro
la bestia sociale, e allora giù con tribunali approssimativi quali
tavole rotonde radiofoniche, interventi criminalizzanti in varie
assemblee, critiche a spron battuto sulla "perdita qualitativa delle
iniziative" nei centri sociali (quando, se c'è qualità è proprio nella
sperimentazione che si dimostra), mi dispiace, ma questa volta la
caccia alle streghe (rispetto alle passate criminalizzazioni ogni-
qualvolta si presentava una forma controculturale creativa nuova
vedi il punk, le posse, etc.) non attecchirà su un popolo che
vive ardentemente l'accensione del desiderio di essere gaudente-
mente libero. Il cuore della nuova inquisizione ideologico-polizie-
sca contrarrà i suoi muscoli fino ad arrestarne i battiti attraverso
il superamento dei suoi ritmi, la metropoli urlerà canti di morte
da cui discenderanno le danze di vita di un popolo che fa del
nomadismo la sua liberazione, il popolo voodoo.
alter8
* ... make war not love
£ — Blue Wave V2.12 [NR]
f Origini <AvANa BBS> +6-2574110
I
•c
E
* Da AVANA, bbs - Cybernet > Sugli eventi accaduti a Roma,
i CS.O.A. Fòrte Prenestino, il 02/11/1996
€ Area # 24 Nomadismi
<S 04 Nov 96 23:40 Message # 3282
§ From: T.H.E. Walrus
S To: Ali
^ Subj: DI RAVES, SPARI, CENTRI SOCIALI E SBIRRI 1/2
sabato notte al Forte Prenestino a Roma durante un affollatissi-
mo teknoparty la polizia ha fatto irruzione e ha sparato... No,
così non va, non ho voglia manco per il cazzo di fare un "inter-
vento", ho voglia di parlare un po' di quello che è successo a
me e ad altri, e del senso che ne ho ricavato...
ok, ricominciamo da capo, se ti interessa
allora, diciamo che te ti trovi in mezzo a 'sto rave - technoparty
cioè, ma gente che gli illegai raves se li gira mi diceva che era una
buona approssimazione
hai potuto verificare certe tue stramberie personali sul rapporto
rave\statidicoscienza\magick - e sa iddio se non preferiresti ora
scagionare di questo, invece che di stocazzo di storia - hai
girellato, chiacchierato\sfumacchiato un po' con gente che hai
conosciuto, hai ballato, ballato, ballato, ballato, ballato-
sei lì da dieci ore ormai, nel frattempo la gente dal piccolo
gruppo iniziale è diventata davvero tantissima, il forte è
stracolmo, saranno 305 mila, non sai valutare... ed è gente di
tutti i tipi soprattutto, anche del tipo che solitamente a giro per un
centro sociale non vedi mai
' ...la coppia di ragazzine giovani giovani giovani, che si son cala-
te e che ora se ne stanno sdraiate felici sull'erba, carezzandosi
e ruzzando come due gattini, il koatto di periferia, la tipa in
\ gran tiro da strabonazza che balla su un tavolino come fosse un
• cubo da discoteca, il pischello con maglietta e berrettino, la
tizia vekkiotta quasi quanto te con il look da indianoveterofric-
chettona, il probabile fasciotto-o-che-si-crede-tale, che se non
altro per venire qua si è appena tolto la maglietta con la runa...
e mille altre immagini ancora, ma non importa, tutto quanto si
mescola e si confonde nei flash visuali delle strobo, nella poten-
za della tekno da guerra che sta passando, e che avverti con il
corpo prima ancora che con le orecchie...
.>una grande scansione pulsante e calda, che pare il respiro
stesso del rave, che ferma in istanti congelati di tracce atempo-
rali gesti, facce, vestiti, espressioni, stravolgendo ogni senso di
identità precostituita...
stai proprio pensando a questo, alla perdita di senso & identità
cristallizzate che è in atto - come momento vissuto, non come
categoria intellettuale - e alle possibilità che questo potrebbe
aprire... non sono riflessioni granché logiche, non sono nemme-
no "riflessioni", ormai saran le 2 0 le 3 di notte e tu sei com-
pletamente perso, perso con la mente e perso fisicamente, ma
questo va benissimo, una gran bella onda da surfare...
... ma all'improvviso senti un po' di detonazioni, secche, quasi
insignificanti, come sempre sembrano gli spari lì per lì, e sussul-
ti: porkoddio!!!
poi ti dici di no, che sei fuori di testa, prima son stati sparati dei
fuochi d'artificio, cazzo c'entrano gli spari, la situazione fila liscia
come un olio, è vero che fuori da un po' la pula sta cacando il
cazzo per gli schiamazzi, ma insomma... del resto proprio agli inizi,
quando hai sentito che c'eran gli sbirri fuori, hai chiesto se c'era
rischio di provocazione poliziesca, e la risposta è stata di no...
» hai appena finito di rassicurarti in questo modo, che si sentono
altri spari, la musica si interrompe e grosse ondate di gente che
£ cominciano a scappare in direzioni contrastanti; nella confusione
^ non si capisce un cazzo: gli sbirri sono entrati al Forte, no non
■= sono entrati ma stanno a beversi la gente fuori, sì sono entrati,
. c hanno sparato ci sono dei feriti, no è una rissa...
E
^ sali su una montagnola per toglierti di mezzo dal casino, la
I mente ti si snebbia di botto e realizzi che:
S
(0
| A) sei in un posto che non conosci per un cazzo, non sai manco
§j dove sono le altre uscite, e comunque sono le tre di notte e
8 probabilmente fuori non c'è nessuno tranne il pula, e se dawe-
e ro gli sbirri han deciso un'entrata in grande stile proprio adesso
c
qua al forte prenestino sarà peggio che a fort apache... dai
un'occhiata un po' dubbiosa ai sassi e alle bottiglie che ci son
per terra vicino a te e decidi che per ora la cosa più saggia è
startene lì buono e vedere che cazzo succede
B) anche perché la ressa è inverosimile, c'è grande tensione nel-
l'aria, e se si scatena un'onda di panico c'è da farsi spiaccicare
nel casino come se nulla fosse
C) qualunque cosa stia succedendo quelli eran *davvero* spari,
e sei nell'angoscia perché c'è a giro gente che conosci da poco
ma che già hai imparato a volergli bene
D) sei inkazzato come una iena, ma ti senti anche incerto ed
impotente, e la cosa ti fa incazzare anche di più
passa qualche minuto e fortunatamente la musica ripiglia, la
tensione in parte si scioglie, un po' di gente ricomincia a balla-
re, tanto che ti dici che forse, mah, ti sei sbagliato, magari è
stato tutto un falso allarme, tanto la storia continua a sembrarti
di fuori... viceversa, incontri una persona che conosci, con una
grossa torcia elettrica in mano, e ti dice che no, è tutto vero, gli
sbirri sono entrati, hanno sparato due caricatori, e ora sta
andando a cercare i bossoli, gente all'ospedale c'è finita pure,
ma non son ferite da arma da fuoco per fortuna...
... subito dopo becchi altra gente che conosci, con addosso
quell'aria tra l'incazzato e lo stravolto che conosci fin troppo
bene per troppi momenti di merda come questo che hai vissu-
to, le facce sono tese, c'è chi si è visto portare a braccia un
amico suo coperto di sangue e ha pensato che gli avevano
sparato, mentre invece si sono "limitati" a spaccargli la faccia
con il calcio di una pistola, c'è chi per poco non veniva calpe-
stato nel casino...
ti ritrovi in mezzo a una discussione, si cerca di capire, di
cogliere un come ed un perché... pare che due pulotti in unifor-
me, un ps ed un caramba assieme (e sarebbe già un particolare
significativo) siano entrati di corsa dalla porta principale - in
quel momento incustodita - e con le pistole alla mano si siano
spinti sino al palco per "imporre la cessazione del rumore"...
"allora - come dice bene uno - è regolare, no? la gente de
devanti si è allargata e li ha fatti passa' perché si è fleshata
ner vederli, poi ha realizzato, si è richiusa, e je è andata dietro,
sti due cojoni se so' ritrovati ner mezzo a Via marea, hanno
perso er capo e hanno sparato"
c'è chi commenta incredulo l'irresponsabilità della polizia, che
ha messo a rischio di un macello migliaia di persone; te gli ram-
menti che gli apparati di questo stato hanno insanguinato di
stragi e bombe le banche, i treni, le piazze e gli aerei di tutta
italia, e che il vero volto del potere è quello là... lui ti guarda
un po' confuso sul momento e poi annuisce, dice che è vero,
che lo sa anche lui, ma una cosa è sentirle raccontare queste
storie, un'altra viversele sulla propria pelle...
bYeZ
T.H.E. Walrus
— Blue Wave/RA V2.30
Origin: ZERO! 011,6507540 24h/day
o
N
* Da AVANA, bbs - Cybernet Sugli eventi accaduti a Roma,
£ cs.o.a. Forte Prenestino, il 02/11/1996
S
1 Area # 24 Nomadismi
^ 04 Nov 96 23:40 Message # 3283
I From: T.H.E. Walrus
| To: Ali
« Subj: DI RAVES, SPARI, CENTRI SOCIALI E SBIRRI 2/2
8 c'è chi tira fuori stupefatto l'inevitabile "ma non siamo più negli
£ anni di piombo", come se davvero credesse che il volto reale
del potere e della repressione - il volto del massacro e del ter-
rore *vero* - sia esistito solo come "emergenza", come risposta
alla "minaccia terrorista", e non sia invece, come di fatto è ed è
sempre stato, minaccia costante di morte e galera e intimidazio-
ne, pronta ad abbattersi su chiunque sgarri in qualunque modo
venga reputato "pericoloso"...
comunque una cosa esce chiara: non è pensabile una "casua-
lità"; l'intera dinamica della vicenda reca il marchio di una
provocazione cercata e voluta, non è pensabile che due sbirri,
in un momento di follia, si siano imbarcati da soli in un'av-
ventura dalle conseguenze imprevedibili e potenzialmente gra-
vissime, dinanzi a decine di loro colleghi, senza avere il culo
in qualche modo parato da un livello superiore
allora sorge una domanda: perché proprio stanotte? Perché, quan-
do in otto anni una vicenda simile a Roma non era mai accaduta?
non è facile rispondere, e certe valutazioni può farsele sul serio
solo chi conosce il territorio ed il contesto in cui si trova a vive-
re ed agire, ma personalemte un'impressione ce Pho, ed è che
una risposta possa trovarsi nella volontà forte di distruggere\cri-
minalizzare il *fenomeno stesso* del rave, che infatti - guarda
caso "strano" - a roma è nel mirino di una durissima e costante
repressione poliziesca, benché non sia mai accaduto che duran-
te un rave ci sia scappato il morto o le coltellate o l'overdose,
come invece succede spessissimo nelle diskoteke da 80 karte a
serata, che restano invece "stranamente" indisturbate.
Riporto qui un flyer distribuito durante il rave stesso, che può
chiarire meglio il senso di ciò che intendo dire:
... VIVIAMO CIÒ CHE CI PIACE
limavi mento dei ravers illegaljjio n è riducibile ad unajnoda^La
una tendenza, piuttosto rappresenta una modaKtàjfrajMw
della controcultura. Dopo uh brève periodo di raves comerciali e
mercantili, gestiti da un universo musicale, che in alcuni casi era
comunque qualitativamente alto, finito poi in pasto alle scorri-
bande di destra, qualcuno a roma ha preferito ricordare, metten-
dosi in azione, che Hjav^j^r.suajflttUH^ business jrié
fascismo. È una forma indefinita di socialità diversificata, senza
leggi od obblighi, senza tempTo luoghi prestabiliti. È una delle
tante espressioni dell'immediatismo, la filosofia del mordi-e-
«fuggi, del vivi-qui-ed-ora. È un approccio più consapevole all'uso
di sostanze psicotrope. È una situazione particolare dove cono-
scere e sperimentare ritmi e tempi "altri". È un'opportjjnità per
veicolare controinformazione, disqbbedienza, azjprie diretta.
Molto pTu del M balla & difendi", parola d'ordine dei Centri Sociali
all'inizio degli anni '90. Un modo per toccare il ludico con pro-
fonda convinzione, senza verità assolute. Dal primo illegal rave
t^ntp è stato fatto: la creila e lo sviluppo di piccoli gruppi che
si sbattono per allestire technoparties, per migliorarsi sui piatti e
per creare musica, per stravolgere i luoghi comuni dei posti auto-
gestiti, per imprimere e segnare la propria jndMdualità fuori
dalle ortodossie stantie e dal qualunquismo generalizzato. Forse
non ci interessa scrivere la storia, la facciamo ogni giorno.
— IL FUTURO ESISTE: È ADESSO! —
g e non è soltanto la paura del desiderio nomade che serpeggia
* inquietante per la metropoli a motivare questo accanimento
£ repressivo, e nemmeno la potenziale e temuta associazione
^ rave\riot; è anche la constatazione che il rave può rompere le
£ dinamiche del comando sociale e della separatezza artificiosa tra
•e soggetti, la ^pericolosità* per le logiche del potere e della passi-
1 vità eterodiretta, costituita dal fatto apparentemente semplice che
^ tanta gente e così diversa tra loro si sia ritrovata in una dimen-
I sione "illegale" - anche se soltanto per il disturbo della (cimite-
J riale) quiete pubblica - in un centro sociale, cioè in un luogo che
€ solitamente, al di là delle affermazioni di principio riesce a rap-
2
§
c
.e
presentare un punto di aggregazione e ritrovo soltanto per una
categoria ben definita di persone, e che per questo stesso fatto
rischia sul lungo periodo di andare a trasformarsi in uno fra i
tanti altri modelli di "normalità", per quanto "antagonista".
tutto ciò pone a mio avviso due grosse questioni su cui riflettere:
1 i^Mlitti i "compagni" - e ne conosco parecchi, specie della mia
generazione - che solo a sentir parlare di rave, empatogeni, etc.
danno fuori di brutto e cominciano a sbraitare di "cultura dello
sballo", "autodistruzione", "falsa coscienza", "spacciatori da maz-
ziare" e palle varie, farebbero meglio a interrogarsi su fatti come
questi in maniera un po' meno superficiale, e a chiedersi se non è
il caso di abbandonare queste konsolidate e rassikuranti bigotterie
da vekkie zitelle e riflettere senza pregiudizio sul senso e sulla
pratica possibili che maturano dentro a questo ed altri fenomeni
"apolitici" o "reazionari", il che tra l'altro dovrebbe essere il primo
compito che si pone chiunque voglia definirsi "rivoluzionario" o
"sovversivo" o "antagonista" o come cazzo gli pare a lui compito
che invece solitamente i "rivoluzionari" si guardano bene dall'af-
frontare non appena si profilano all'orizzonte comportamenti nuovi
e non sanciti dalla venerabilità di un'ortodossia riconosciuta, della
quale si affrettano quasi sempre ad ergersi a difensori, trasforman-
dosi di fatto in reazionari... e basta che qua ci vorrebbe un libro;
2) per quanto il discorso della pratica nomade dell'evitare lo scon-
tro frontale sia da prendere in seria considerazione rispetto a una
serie di situazioni, è pur vero che è illusorio pensare di poter sem-
pre e comunque eludere lo scontro con un avversario che a scon-
trarsi con te è fortemente determinato, perciò è necessario anche
porsi in grado di saper prevedere e\o fronteggiare lo scontro, qua-
lora questa necessità si presenti; e questo era probabilmente tanto
più vero la scorsa notte, al momento in cui una pratica nomade ha
traversato invece un luogo stanziale e facilmente aggredibile secon-
do dinamiche "classiche", puntualmente attuate dall'avversario,
a ciò si aggiunge e connette una questione: senza voler entrare
in una bega su legalità\illegalità dei centri sociali, underground
vs. overground etc. - son questioni che a me interessan molto
poco e che ritengo possibile valutare solo in concreto, senza
voler dettare principi ^generali* e perciò stesso privi di senso -
c'è da chiedersi se per caso non sia stato presente la scorsa
notte un eccesso di affidamento sul "riconoscimento istituziona-
le" di una struttura come garanzia contro il rischio, repressivo,
che invece è sempre presente e inevitabilmente scatta al
momento in cui si attua una qualunque sovversione *reale*.
Le conseguenze e le scelte possibili rispetto a questi problemi
sono molte, e varrebbe certo la pena discuterne, ma ora sono
stanco e mi sono finalmente rotto i coglioni di scrivere.
bYeZ
T.H.E. Walrus
Da AVANA, bbs - Cybernet Rave illegale, Castel Romano
16/03/1996
Ciao!
anche questa volta sono tornata dal rave! (sab. 16 mar.)
Sto studiando la narrativa fantascientifica e ho trovato il concet-
to di "novum" come elemento che caratterizza la SR
ll fNovumj sarebbe u n'i n n 0 vazi 0 ne cogn iti va, un fenomeno 0 rela-
zione totalizzante, che ^allontana dalj^ormajtella realtà del-
l'autore e del lettore;
- si collega alla possibilità di discontinuità qualitativa nello svi-
luppo delle relazioni umane
- partecipa in prima linea al processo storico collegato alta lotta
per la de-alienazione dell'uomo
- fonda un sistema aperto che possiede il suo novum tanto in
se stesso quanto davanti a se stesso, come si conviene al non-
finito stato del mondo, da nessuna parte determinato da formu-
le trascendentali sovraumane.
Consideriamo che, in un romanzo, l'evento narrativo è costi-
tuito da un movimento attraverso il confine del campo seman-
tico (che è definito dalla norma culturale dell'autore); cioè,
l'evento narrativo è una trasgressione della norma culturale.
Nella SF, questo movimento attraverso il confine del campo
semantico, è intensificato e radicalizzato dal Novum. Cioè, il
novum, in quanto innovazione cognitiva totalizzante, modifica le
coordinate spazio-temporali della realtà: la trasgressione della
norma culturale diventa trasgressione della norma ontologica.
Questa trasgressione è rappresentata da un mutamento di esse-
re nel personaggio\agente a causa della sua rimozione in un
nuovo spazio\tempo.
Allora, è successo che il capannone del rave era un'astronave
in partenza e dentro, arrampicati e distribuiti tra i fatiscenti
residui di una civiltà distrutta, danzavano, finalmente liberi, i
figli del caos. L'ho detta un po' romanzata perché questa real-
tà, qualche anno fa, mi sarebbe sembrata fantascienza.
E mi sono chiesta perché associavo quest'esperienza al mio
archivio di immagini fantascientifiche, quando ho incontrato il
concetto di novum mi sono spiegata questo perché: l'innovazio-
ne cognitiva totalizzante è trapassata, con un atto volontario,
dal mondo della finzione letteraria al posto dove siamo, la con-
seguenza è una mutazione antropologica in atto.
Questa è una possibile sequenza dei movimenti:
• Il PRIMO MOVIMENTO è Trasgressione della norma: ri-appropia-
zione di uno Spazio già strappato all'umanità dal lavoro sala-
riato.
- Il SECONDO MOVIMENTO è Attraversamento, del confine del
campo semantico: il movimento è radicalizzato perché è costi-
tuito dal Novum (fenomeno o relazione totalizzante). Nello
Spazio occupato nasce il Nuovo Spazio disegnato dall'immagi-
nario, cioè dalla libertà di criticare l'esistente e com-prendere
l'Altro. La fabbrica diventa Altro, cambiamento ontico della
realtà.
- Il TERZO MOVIMENTO è Mutazione, antropologica. Cambiamento
ontico del personaggio\agente che diventa Altro da se restando
se stesso (consapevolezza).
Nessuno può fermarci, ora
Insomma, se questa è una lettura possibile, mi rendo conto che
è come la scoperta dell'acqua calda perché comunque sta avve-
nendo. Però a me piace cercare di capire e spiegare quello che
mi succede, così lo vivo con più coscienza e mi da la spinta a
proseguire perché sento i piedi sulla strada. Magari tutto questo
discorso non è poi tanto chiaro perché sto cercando di capirlo
mentre lo faccio, ecco qua, complimenti a chi ha avuto la
pazienza di seguirmi fino in fondo.
BYEZ
REAZ
Da AVANA, bbs - Cybernet > Rave illegale > Manziana 21/12/1996
È un impressione un po' a caldo
non vagliata dal confronto dopo il passaggio dell'onda, fatta in
un momento di decompressione...
ma, vi dico, che la storia del 21 è stata veramente astrale.
illegale azione diretta
lavorare insieme su questo, e mettere in comune un senso,
anche solo fatto di suggestioni, fa fluire una potenza indicibile
perché determinata da una serie di corto circuiti.
pratica, azione, lotta, costruzione di senso e condivisione.
favorisce la fusione di
Una macchina da guerra
ATTENZIONE
si possono disattivare i circuiti di paura
ATTENZIONE
prepararsi ad entrare in risonanza
Niente accade a caso
EMERGENZA
un'esercito di amanti è invincibile
OBIETTIVO IN VISTA
FARE USO STRATEGICO DI SOSTANZE STUPEFACENTI
ATTENZIONE
identificazione degli obiettivi strategici
OBIETTIVO STRATEGICO NUMERO 1
ABOLIZIONE DEL LAVORO
niente è vero
OBIETTIVO strategico numero 2
LIBERAZIONE DEL TEMPO
tutto è possibile
OBIETTIVO strategico numero 3
TUTTO IL POTERE ALL'IMMAGINAZIONE
dissinnescare i dispositivi di polizia
vivere gratis
per la conquista della feticitaà
qui ed ora
da oggi questa missione è diventata possibile
DATA ASTRALE 21 DICEMBRE 1996
SOLSTIZIO D'INVERNO
Da AVANA, bbs - Cybernet > Messaggio relativo alla morte di
Sasha
From: CyberNet
Subject: DeMaG*HaRdCoRe*UnDeRgRoUnD
To: Nomadismi
Ce: Ali, CyberNet
Demag Teknozine apre con un editoriale in cui riprende un testo
di presentazione del progetto hardsound creato da Sasha, un
nostro amico profondo morto quest'estate in india.
Ed è a lui che sarà dedicata una 3 giorni il 27. Stay tuned.
666
"Noi abbiamo il rimedio per combattere il cancro già da molto
tempo, ma non abbiamo ancora i fondi per distruggerlo. Forse
questo è paranoico? Il virus (la sensazione di venire manipolati)
si è definitivamente esteso alla popolazione... molti stanno spe-
rimentando nuove vie per guadagnare e aumentare lo spazio".
Tutta questa confusione caotica ci conduce verso un punto
dove l'ordine crea se stesso. Esso si trova dove le entità fuori
» dal controllo raggiungono nuove forme di materia... sintetizza-
re il disagio per mettere in dubbio la verità... un linguaggio
£ sotterraneo di codici.
^ Dietro l'autorealizzazione, dove l'ansia esterna viene sacrificata e
la paura non diventa più t'arma degli uomini,
•c Hard Sound Project vuole essere il manipolatore degli obiettivi
I di Head Cleaner sotto forma di strumento. Un progetto, il cui
f destino è l'autodistruzione per rigenerare nuova vita...
| H.S.P. non ha futuro, il suo segreto è spiegato dalla continua
| compenetrazione con l'ambiente circondante.
| Ogni formula si trasforma in un'altra formula. Il collegamento
Ì crea vita 0 morte verso altre forme di vita.
| Sub-net è il punto di connessione tra tutte questa formule dove
| gli essere viventi crescono... il posto ideale dove creare spazio.
Il tempo si è fermato... lunga vita al nuovo sangue rigeneratore.
y\^asha
Stampato su DEMAG 01 in seguito alla tragica morte del nostro
migliore amico SASHA.
Egli è stato dei pochi grandi e originali innovatori. Membro fon-
datore del progetto Hard Sound, dell'etichetta Head Cleaner e di
SUB-NET.
È stata così profonda la sua influenza nella produzione musicale
nelle persone che lo hanno conosciuto, che la sua energia
sopravviverà continuando ad ispirare e a condizionare tutti noi.
666
...no way out but fucking disorder 27 settembre 1.9.9.7.
Blue Wave/DOS V2.20 [NR]
Origini <AvANa BBS> +6-2574110
Da Ordanomade (www.kyuzz.org/ordanomade), il primo sito
della scena tekno underground italiana > Fintek party > Roma
27/09/1997
OUVERTURE
mi sarebbe piaciuto dormire a lungo ma non l'ho fatto,
alle 9.22 ha chiamato mia zia per dirmi ke mia nonna ha il
fuoco di s. antonio al nervo ottico.
MOVIMENTO
trasformazione di energia.
porko iddio quanto è stata dura.
mi viene ancora da vomitare e commozione.
attenzione a non confondere i piani.
un piano è quello per cui tu stai determinando con gli altri un'a-
zione comune, scelta con il senso dell'occupazione e del supera-
mento di alcuni dei limiti del consentito, questo è il primo movi-
mento, questo è il primo collante di comunanza,
per questo c'è una comunanza, perké apri una porta e attraversi
uno spazio insieme, lo spazio, luogo e non luogo mentale, del
capannone, costruito negli anni '60 dall'ingegner manfredi
metallurgico... ke sia lo stesso ke si è suicidato per aver costrui-
to corviale... benedetto dal sacro aspersorio del cardinale rosso
sotto gli occhi compiaciuti di un giovane massone bianco,
anke immobile, la mattina 0 nel pomeriggio inoltrato, dopo 15
ore di cammino... cattiva, molto cattiva, capace solo di guardare
e registrare, quasi contemplativa se non fosse carica di odio-
energia-distruttiva.
allora, nel piano del primo movimento il percorso è ancora in
atto, lungo, comune, sensato, sono ancora nell'atto affermativo
dell'appropiazione e della mappatura di zone spaziali, temporali-
mentali altrimenti inacessibili o sconosciute, molti vedono guer-
rieri, io vedo animali sciolti, sciacalli, pesanti correnti di energia
dura da trasformare, un cappio fra miliardi di vetri infranti, secre-
zioni corporee sekke makkiate indistinguibili dalla materia, un'e-
nergia distruttiva, ke spacca in mille pezzi, scompone e diffonde,
ma io sono buona vedi, salto sui pannelli e non distruggo...
va bene, la mia storia è una cosa, quella comune è un altra,
questa è la mia.
sono esule nomade fuoriuscita marginale non-appartengo.
SECONDO MOVIMENTO
trasformazione dell'energia our very special friend sasha.
qui si innesca un altro piano, l'attraversamento del non-luogo
stavolta avviene non solo per sperimentare, ma per accompa-
gnare sentire e oltrepassare insieme all'energia,
non conosco questa storia, mi faccio antenna, ripetitore di
frequenze.
ULTIMO MOVIMENTO
la tensione tende a +/- 8.
corto circuitano te sinapsi, quando il terzo piano taglia di traver-
so le correnti.
non c'è soluzione di continuità,
le autostrade nervose si sovraccaricano,
il terzo piano è quello dell'accaduto, è quello della nemesi fina-
le, dell'apocalisse o riv el azione.
ma nella tensione ke scorre attraverso un organismo nomade,
irrisolto senza appartenza non esiste terminazione ke tenga.
attenzione al terzo piano ke interseca il progetto del primo
movimento.
innesca la dimenticanza del percorso comune, stiamo ancora
attraversando un luogo insieme, viandanti un tratto in comune,
ognuno è un tassello per il passaggio.
blokkata, inkastrata cortocircuito contemplativo e distruttivo.
Ma questa è sempre storia mia. per cui chiudo, con il fuoco di
s. antonio. nato dalle ceneri. +
Da «Head Magazine», rivista underground inglese > Fintek Party
> Roma 27/09/1997
ROMA 27 9 1.9.9.7.
HEAD CLEANER FREE PARTY
Sasha è in noi
Lo spazio era costituito da un complesso di fabbriche alla
periferia di Roma a due passi da un piccolo aeroporto e dalla
tenuta estiva del Presidente della Repubblica; un posto piut-
tosto pericoloso, ma come sapete noi siamo sotto l'egida di
un sindaco che non ha potuto usare alcuno strumento repres-
sivo nei nostri confronti a causa della sua campagna elettora-
le. La struttura architettonica era caratterizzata da una toccan-
te visione simile alle pitture di Bosch e ai disegni di Escher;
asimmetrica nella sua grigia costituzione ed articolata secon-
do prospettive labirintiche. La libertà di perdersi rendeva con-
creta la teoria del caos dentro i non luoghi proprio sotto la
mezzanotte. Il desiderio di liberazione totale era già situato
dentro lo stomaco della struttura mescolata ed incasinata gra-
zie al supporto di un sound system composto di 25K jbc +
i2k nexo. 2 ore per allestire il tutto e farlo funzionare mentre
nello stesso tempo arrivavano due macchine della polizia che
sembrano non avere alcuna intenzione di creare problemi. È
Tuna. La gente confluisce attorno all'area liberata con 200
macchine, vans e trucks, come una sorta di flusso meccanico
disordinato. In un paio d'ore siamo in 4 mila a muoverci
secondo un unico filtro nel quale i suoni tagliati dell'under-
ground più sotterraneo urlano il loro grido liberatorio dei
corpi e delle menti. Un unico battito. Migliaia di fuochi menta-
li. Energia incontrollata. La rete è stata rappresentata dalla
forza sovversiva delle realtà techno romane insieme alla tribe
Hecate, i rappresentanti della Praxis Ree, i Bradipomorph e
tanti altri; l'obiettivo era l'amore per la libertà aggiunto alla
passione, nell'espressione totalizzante di una unica dimensio-
ne. Suoni scuri mescolati alle frequenze basse senza casse
dritte, ampio spazio alla sperimentazione. Le orecchie sangui-
navano. Il massacro. Gli stereotipi culturali e la repressione
sociale sono scomparsi per lasciare il posto a nuove forme di
vita insieme mai conosciute prima, capaci di divorare la noia
maniacale. Né futuro né passato, insieme per distruggere
avendo acquisito una consapevole conoscenza della tecnolo-
gia come strumento PER LA RIVOLTA. Armonia in movimento
come attitudine creativa per annientare l'equilibrio e l'ordine
prestabilito. Cemento, pelle, acqua, acciaio, pensieri, gas,
generatore di corrente, impianto di amplificazione. Tutto in
uno, uno in tutti. Il free party è durato due giorni e due notti.
Tutto è cominciato dall'intento di voler stare insieme con tutti
quelli che hanno contribuito alla realizzazione di questo even-
to e che hanno conosciuto Sasha. Ciò ha dato origine a qual-
cosa di nuovo: il fluido spontaneo di un network secondo una
complessità diversificata e non gerarchica.
PRODUCI/ABUSA/CREPA
NOI SIAMO QUELLI CHE VOGLIONO DISTRUGGERE LA
CIRCOLARITÀ, ADESSO!!
SASHA È DENTRO DI NOI
Dalla rubrica "Consenso Popolare" in «PETI NUDI» n. 999 del
1997 > Fintek Party > Roma 27/09/1997
NON SOLO UNA CELEBRAZIONE
Una delle ultime volte che ho visto suonare Sasha, indossava una
parrucca coi ricci neri lunghi, calzoncini bianchi da gelataio e cami-
cia a quadri tipo yankee; inutile dire che ho riso tutta la sera.
Quello che ricordo con piacere è che improvvisò, in circa un'ora di
consolle, una selezione di techno-jungle-drum'n'bass, miscelata con
enorme abilità a una serie di pezzi storici di dance funky anni '70.
Notevole, convincente, dissacrante come sempre, con in più un
pizzico di eleganza. Sasha è con noi in tutti quei momenti di vita
vera, di gioia estrema, di irresistibile sarcasmo. Ed è stato con noi,
che non lo dimentichiamo, anche il 27 settembre per una due
giorni nei pressi di Pratica di Mare, vicino a Roma. L'ex industria di
prefabbricati, fallita ormai da dieci anni, è stata occupata da circa
1.500 persone, che da anni si ritrovano per creare situazioni ed
emozioni diverse e diversificate, sempre più rassomiglianti ai nostri
sogni e bisogni. Stravolgere l'uso consueto e routinario del tempo
e dello spazio è l'obiettivo prospettabile, senza tralasciare i molte-
plici modi d'attuazione delle nostre esigenze e i numerosi altri
metodi e strumenti che ancora dobbiamo scoprire e sperimentare.
Affinità e non gerarchie, chiarezza di intenti e non percorsi forzati.
Alcuni momenti dell'evento vanno comunque sottolineati: l'inizio
della musica con "Heroin" [versione remix della Pharma ree] scel-
ta da Marco Micheli davvero sorprendente ed intrigante; Leo che
nonostante disturbato da problemi tecnici è stato insuperabile ed
in alcuni punti ironicamente "noise" [sgommate di cervello assicu-
rate]; Christoph Fringeli [Praxis, Subversion, etc] gothic hardcore
fondamentale, grazie di esistere; Dan, pischello inglese, morbida-
mente devastante! E poi Acid Kirk, Seal Phuric e i DJs romani.
Evento significativo e inedito per quest'anno che non ha offerto
troppo. Peccato che la scaletta in consolle abbia subito qualche
caduta, succede quando non si tiene conto che alcuni DJs vanno
valorizzati nell'ora e nel momento adatto, e che magari certi stili
e generi vanno gustati la notte e non la mattina; d'altronde la
musica "sperimentale" non tutti sono abituati ad apprezzarla
per tutte quelle ore di seguito. Magari un taglio dritto minimale,
meno incartante avrebbe incoraggiato la maggior parte degli
avventori ad intrattenersi.
Da questa due giorni è scattata la presa e l'occupazione del
posto, non solo per uso abitativo, ma anche per provare ad
attuare forme di convivenza stimolanti e lungimiranti.
È cominciata la lenta creazione di uno spazio più vivibile e confor-
tevole; lo sforzo di ripristinare una struttura abbandonata e in
parte disintegrata dagli anni. Lo spirito del gruppo di persone che
si sta sbattendo in questi giorni è espresso da un volantino comu-
nicato alla radio: "Esausti dall'incastro della metropoli a scomparti
come Roma, dove sembra impossibile creare una realtà diversa
perché comunque soggetti al tempo-denaro [...] È l'energia dell'u-
nione che muove le nostre azioni e senza dimessa per noi sarebbe
pressoché impossibile realizzare i nostri sogni [...] Quest'area ci da
ossigeno e a nostro avviso merita la vita" da FINTEK: IL CLAN.
We will survive.
Anna Bolena
Da Ordanomade (www.kyuzz.org/ordanomade) > teknival >
Bologna 1997
il teknival è un freeparty.
lo spettacolo è una cosa che vai lì come passivo e te la guardi,
è reiterazione coatta, non puoi toccarlo, non ne sei invaso, non
ti ci puoi calare dentro
quello che sta accadendo sulla dorsale appenninica non centra
meno di niente con lo spettacolo
è un nodo di spazio tempo e varianti che da forma ad una spe-
cie di Atlandide, di isola misteriosa che si ribalta dalle pieghe
di un tessuto frattalico disegnato da vettori di forza.
si ribalta ogni 1000 anni, appare e scompare agli occhi nostri
che non abbiamo ancora una visione piena.
un unico organismo, l'alba su un corpo solido e macroscopico,
la superfice terrestre.
un corpo astrale in sistema con altri corpi, il sole come palla di
fuoco che tocca una superfice butterata su cui tante piccole
entità leggere si muovono rapide e disornate,
si concentrano in zone di consapevolezza, alimentate dalla pre-
senza diffusa e reticolare di altri parti di sé, percepite che si
muovono dapprima nell'areale circostante, eppoi sempre più
radi e in nuove concentrazioni in tutto lo spazio.
affrettatevi perché il varco sulPappennino dura solo per io giorni,
un villaggio che è un crocevia di più tempi, rompe le categorie
passato/presente/futuro
il fuoco si fa con arbusti odorosi, pietre di fornacella, sostanza di
cui è invaso il cratere lago nella zona, cartelli di lavori in corso,
divieto di fermata per mettere la pentola dell'acqua a bollire.
i sound disegnano lo spazio con cassa dritta e spezzata e sono-
rità da atmosfera.
dal villaggio medievale, antecedente l'anno mille, e distrutto
da morbi mefitici, il trionfo della contaminazione dove centi-
naia di corpi divenivano una sola sostanza maleodorante,
comunicante, alla città postindustriale invasa di sostanza can-
cerose, altro tentativo, piuttosto random di creare un universo
di relazioni che non sia lacerante ma armonico, al luna park
ottocentesco di luci dove i freaks vengono messi in mostra in
gabbia deformati e dove vengono diffuse miracolose sostanze
potenzianti e guaritive.
verso la base spaziale, avamposto di altre civiltà non necessa-
riamente sulla crosta terrestre comunicanti in vibrazioni sonore,
zona di monitoraggio.
le categorie si spezzano, si frammentano e convivono. Le
varianti sono inserite, tendendo verso il superamento della
spaccatura, della divisione del tempo, dei tempi, verso la con-
divisione aldilà delle strutture mentali che diventano fittizi
ostacoli astratti.
only one way out, attraverso un lungo budello, una linea del
frattale del tessuto di questo spazio del pianeta.
qui come su un'astronave nell'iperspazio o su un
carro di corpi massacrati dal morbo.
le stesse strade le ho percorse in sogno, sono tutti stati possibili.
un piccolo roseto visto da vicino è una perfetta architettura di
piani oscillanti, terrazze, scivoli e piscine, non è difficile essere
una fata.
Da «Peti Nudi» > hypermedia > Rntek Fridays
THE MOVER - 7 novembre 1997
Il nostro amico crucco non ci ha deluso! Bomber bordeaux con
scritta "planet core production" in gotico sulla schiena e cassoni
inauditi che sprizzano da tutti i pori, l'incontro con lui è stato
sacro, HEIL THE MOVER - dj SwaiTz
CANNIBALD 14 novembre 1997
Technics 1200 e piatto obsoleto senza pitch... davvero un'impre-
sa! È incredibile come riesca a rendere gradevole e bello anche
il disco più insignificante stravolgendolo e mutandogli l'intera
ritmica; da qui viene dipanata una matassa variamente articola-
ta, tale da trasformare il minimale in funky, l'house in dub e via
discorrendo. È come leggere un libro; se ti fermi al primo capi-
tolo non riesci a prevedere dove andrà a parare, in seguito
attraverso un discorso armonico si giunge all'epilogo risolutivo
delle ipotesi iniziali. Ineguagliabile. Vai sempre!
AMBUSH 21 novembre 1997
Come il tuo cervello sbattuto vigorosamente sulla parete; poi
scivola giù e si unisce all'intestino attorcigliato; emette ruomo-
rosi versi viscerali apparentemente indecifrabili; una volta deva-
stati dentro, ciò che giunge aritmico rimane matematicamente
irremovibile abilità accuratezza estro assolutamente unici.
CHRISTOF FRINGELI 21 novembre 1997
Ho da sempre enorme stima per la sua attività su praxis ed
altre etichette (sub/version 001 002 capolavori). Ancora una
volta ascolto con piacere la sua anima scura ed energica la
sua convincente capacità di miscelare la techno spinta con
inprevedibili momenti spezzati, la sua sensibilità nell'assecon-
dare i danzatori con un'impatto musicate assai personalizzato
e a volte ostico. Complessità estrema come piace a me.
Welcome again!
PANACEA 16 gennaio 1998
Personaggio profondamente "ingombrante", esponente di spicco
della label tedesca Chrome, ha vivacemente stravolto, dentro una
stanza nuda e cruda, l'intero percorso di un genere, quale il drum-
m'n'bass (se i generi sono degni) ormai logoramente banalizzato.
Nelle costruzioni architettoniche algoritmiche, squadrate e sbril-
lantate, tra stridori ossessivamente energetici e obscuri, ha insi-
stentemente espresso, con la sua mole, una modalità di occupa-
zione della consolle goliardica, sconvolgente, autentica.
Abbiamo goduto attraverso brividi elettrizzanti, nell'ascoltare
anche i lavori dei suoi fulgidi amichetti, come la splendida
secrets remixata da Einrich At Hart (il quale ha introdotto la
serata con una valida selection) ed inoltre le mitiche traccie
composte con il piccolo problem child (assieme al quale ha
elevato un duetto dal nome esplicito: Disorder); sculture su
vinile ripassate e sputate dalla sua mente possente e pesante
con l'ausilio del pc.
DURA POTENZA TEUTONICA! condizione e situazione imprevedibile.
Mi sorgono numerosi dubbi: perché spesso accade che la massi-
ma concentrazione di persone si verifica in parties assolutemen-
te inutili e insignificanti, con conseguente desertificazione di
quelli indimenticabili. Perché invece di prendere e disperdersi le
energie non vengono valorizzate? Retoriche quotidiane? MAH!
Discografia essenziale:
kerosene - songs from the wood - chrome 2
panacea - low profile darkness - chrome 9
problem child - nuclear device - chrome 12
heinrich at hart - secrets - chrome 16
position chrome 18 (doppio collettivo)
Anna bolena
Da «INFOXOA», rivista di quotidiano movimento > Street Parade
> Milano 29/11/97
29/11/1997: QUANDO IL FUMO SCONFIGGE LO SMOG
"RIPETO PER TUTTI NESSUNO ESCLUSO.
GRATIS PER TUTTI COLORO CHE PAGANO.
GRATIS PER TUTTI COLORO CHE PAGANO
IN DOLORE" (W.B.)
Sabato 29 novembre io e Kool siamo andati a Milano per la
Street rave parade antiproibizionista. Da paura, pensavamo. E non
ci sbagliavamo. La giornata era in perfetto "london style", in pra-
tica ha piovuto intensamente tutto il giorno, microgocce d'acqua
ti cadevano addosso e tu lì per lì non te ne accorgevi. Ma alla
distanza l'accusavi tutta (eccome cumpà!), col risultato di fradic...
fracicarti completamente. In compenso ne valeva la pena, il gioco
valeva la candela, e se piove, piovviccica, il culo ti si appiccica:
accendi 4 na candela che'l culo te se pela!! In altre parole la piog-
gia quasi c'entrava nel buco del culo! Ora, senza perdersi appres-
so ai culi fracichi, va detto che la storia partiva alle quattro del
pomeriggio da Largo Cairoli, pieno centro. Il corteo rumoroso era
formato da una decina di carri allestiti per l'occasione: si partiva
dal primo, targato cox 18, in pratica un tir con generatore da 100
kw al proprio interno dotato di macchina del fumo (?) e luci hi-
tech, per arrivare a quello della Pergola Tribe, un camion con
tanto di due televisori che trasmettevano geometrie frattali e
immagini 3D misticheggianti, passando attraverso magic bus di
vario tipo e automezzi pesanti con braccio meccanico a riposo.
Tutti rigorosamente camuffati con maschere giganti, reti militari,
striscioni psichedelici e strutture di cartapesta. Noi stavamo fisica-
mente a pezzi perché reduci insonni da ore di treno e perchè alle
6:00 am già stavamo a Milano, ma eravamo felici. Era un'allucina-
zione: un cielo grigio che faceva da specchio alla guaina e al
cemento della città, una "Milano da fumare" più che da bere, ton-
nellate di decibel che si insinuavano in tutti gli angoli delle strade
e dei palazzi, musica dall'inizio alla fine senza sosta, un percorso
lunghissimo, momenti di caos e destabilizzazione, sonorità stri-
denti, cagacazzi, frenetiche, ipnotiche, piene, invadenti, senza
rispetto per "chi soffre" autocarcerato tra le mura di casa. Vista
dall' alto, da un elicottero, l'immagine offerta era un segmento
non lineare, flessibile, policromo, delimitato alle estremità da due
puntini tonalità nero-pece-tipo-cancro, puntini intepretati magi-
stralmente dai copz, gli psychopoliziotti, la p.s.s.s., le guardie che
"aprivano" e "chiudevano" la Street parade, sgorbi irrigiditi nelle
loro luride uniformi, simili a quei pupazzetti che camminano se
giri la chiave che hanno dietro la schiena (PUAHH! CHE SCHIFO). I
negozi del centro attendevano migliaia di consumatori per lo
shopping natalizio, ma la nostra festa ha impedito loro di alzare
le serrande ed esporre la merce in vetrina. Questo perché quel
sabato eravamo noi la festa in vetrina. Era bello fare su e giù
lungo questo serpentone musicale, attraversare yards, zone così
differenti tra loro, camminare e trovare banchetti ambulanti di
delizie culinarie a base di canapa, salutare dal basso verso l'alto i
trampolieri, farsi inebriare dalle coltri dei fumogeni colorati, espol-
dere ogni tanto botti da capodanno. Ma se Kool e Me, stanchi,
camminavamo senza fretta, praticamente il 90% dei componenti
la Street parade ballava, si agitava, strillava, sprigionava tanta
energia, trasmetteva positività e soprattutto si divertiva come
pochi, le facce si allargavano spaccandosi a metà in sorrisi a 32
0 denti: mai avuto carie in vita nostra. Corpi lanciatissimi in evolu-
" zioni dinamiche skizo-frenike, differenze e singolarità che si muo-
£ vono mano nella mano, fantasie liberate capaci di desiderare e di
* rendersi immediatamente riconoscibili attraverso la spontaneità
£ dei gesti. Tekno, Jungle, Ska e Reggae gli stili per l'occasione. Un
•c furgoncino attrezzato di computer e strumenti vari trasmetteva
e Tekno fatta dal vivo, live, gli amanti del reggae deliravano al
^ grido di "police in helicopterAhey 're searching marijuana" (=
1 guardie sull'elicottero in cerca di marijuana), milioni di canne bru-
« ciavano a meraviglia quasi sfidando l'acqua piovana. Hanno circo-
lo lato un gran numero di flyers e volantini, è importante in queste
3 occasioni comunicare in questo modo. Un grande striscione recita-
§ va "liberare i corpi sprigionare le intelligenze", il concetto base
£ era sottrarre la cosidetta "questione droghe" alla miserabile sfera
del diritto penale, la Street parade si è fermata infatti fuori San
Vittore, carcere arcinoto e per metà riempito da persone detenute
a causa della legislazione proibizionista. Una volta arrivati, abbia-
mo alzato il volume a palla e abbiamo sparato in aria fuochi d'ar-
tificio, per segnalare la nostra presenza e solidarietà a tutti i dete-
nuti, che hanno raccolto l'invito bruciando le lenzuola e urlando
più forte di noi. Un momento bellissimo, vissuto con la rabbia e
l'odio che tutti\e avevamo e abbiamo contro il carcere e tutte le
forme di repressione. Cifre: chi dice 2000, chi 10.000, facciamo
5/6.000. Il fatto è che passando per il centro in alcuni momenti il
numero delle persone aumentava, perchè molti erano i curiosi che
si fermavano a osservare. È stata la prima Street parade antiproi-
[ , bizionista della storia di Milano, che raramente ha visto una com-
j / plessità cromatica simile o ascoltato così tanta musica in un
j colpo solo. Quasi i«Ln!2yi!^9§li!! J^I^M.Ì Abituato a lavorare
v95. 0 _9 re .3l giorno e poi spegnere il cervello, narcotizzarlo con le
' vere droghe che effettivamente generano dipendenza: chiesa,
Si scuola, famiglia, lavoro salariato, macchina, tempo libero, orologi-
li cronometri vari, tutto ciò che è possibile comprare (anche senza
| $ ) e possed ere. Una trasformazione limitata nel tempo ma di
| notevole significato. Un incastro intrigante, avvolgente, irresistibi-
le: voglia di partecipare. Un'emersione improvvisa di stili, colori,
suoni, contatti, frames, atmosfere che la cittadinanza repressa
sembra aver rimosso dal proprio DNA, un'istigazione a delinquere
contro la normalità e la serializzazione, un invito esplicito a riap-
propriarsi dei propri corpi e quindi delle proprie menti. Contro la
lobotomia e le privazioni sensoriali nessun controllo e nessuna
repressione. Contro ogni proibizione, anche quella della tradizio-
nale fiera degli "oh bej oh bej", un volantino invitava a "muoversi
e incazzarsi", e "salire sull'astronave che atterrerà nel cuore di
Milano nei soliti giorni", in missione per conto di S. Ambrogio, il
"santo patrono" della città, ia^sgnsazione era di vivere ^concre-
to momento antiproibizionista, al di là delle semplici parole: non_
solo canne, mcTogni ambito della nostra vita^ le nostre sceltec i
n ostri t empi: antiproibizionismo come attitudine ^pratica ^auto-
gestione delle soggettività, autoproduzione delle sostanze come
strategia per abbandonare e combattere il mercato. Un'esperienza
da condividere e proteggere, un orgasmo da ripetere! Finita la
Street parade, la storia continuava con una serie di iniziative sera-
li (concerti, dance halls, tekno party, drum'n'bass night) nei posti
occupati in giro per la città, naturalmente iniziative a tema, giusto
perchè le quattro ore abbondanti di musica e divertimento della
Street parade non potevano essere sufficienti! Le richieste della
parata musicale erano: depenalizzazione della coltivazione della
canapa da fiore per l'eventuale cessione di piccole quantità ad
uso individuale o comunitario, una più chiara e affermata tenden-
za giuridica che riconosca il valore terapeutico della cannabis, sot-
traendole alla discrezionalità del singolo magistrato; depenalizza-
zióne di tutti i reati minori connessi all'uso (o piccolo spaccio) di
qualsiasi droga esistente sul mercato; ^arc^raziop£„dl tutti i sie-
ropositivi malati di A.I.D.S. detenuti jiellejjatrie galere, e per una
svolta politico-sociale orientata alla sperimentazione sul modello
nord-europeo che tocchi una gamma di iniziative volte alla distri-
buzione/legalizzazione controllata delle droghe dette "pesanti". I
soggetti che promuovevano la storia: csoa COX 18, ass. cult.
Calusca City Lights, SQOTT, Gola 8/10, Radio Onda D'Urto, Breda
Occupata, Transiti, cs Leoncavallo, Bass Fi Mass Pergola Tribe,
coli. Ronda Rossa (Novate), Bakeka (Novate), Eterotopia
(S.Giuliano), circ. cult. Scienze Politiche, coli. Architettura, USI
Sanità Milano, cs Garibaldi, Rete Antiproibizionista, cs Ya Basta In
* Rete (Vicenza), csa Forte 115 (Verona), coli. Porco Spino (Verona),
" Cayenna Autogestita (Feltre), coli, per il cs Rovereto, Cà
£ Rozzeria\Laboratorio Autogestito (Mestre), coli. Antiproibizionista
* cs Samir (Rovigo), coli. Autogestione (Chioggia^ alcunjYe del [cs
£ Schio, Magazzino 47 (Brescia), Golgonooza, JLivello ^ (Bdlogng^:
•e La prossima volta, facciamo una storia festosa e conscious tipo
1 questa a Roma, Se non altro eviteremo di pagare il biglietto alle
^ f.s. e ci divertiremo una cifra!
e
| FRNK FRNK FRNK & Kool giving thanx to GREEN POWER
5
g
§ Da «Datacide» # 4 > in ricordo di Curley > Roma, Capodanno
£ 1997-98
OBITUARY
Curley 1973-1998
Il terzo di gennaio del 1998 in Italia, mentre dormiva, Curley si è
spento serenamente per un problema al cuore che non sapeva
neanche di avere.
Nella nostra cultura dance creativa, ci sono poche persone con
l'energia attiva e l'impegno necessari per mantenere la scena
fresca, vibrante e all'avanguardia. Curley possedeva tutti questi
poteri e li diffondeva come un virus, contagiando con un feeling
positivo chiunque incrociasse il suo cammino, e unendoci nella
fiducia verso il futuro.
Anche a Londra Curley ha influenzato grandemente i free party. Il
momento in cui preferiva mixare era la mattina verso il tardi,
quando il party sta per sfumare, mentre la maggior parte dei dj
chiede il cosiddetto "peak time" (ora di punta), intorno alle tre o
quattro di mattina, quando la pista scoppia di gente. Appena
prima del suo set, Curley, un grosso nero olandese con un sorri-
so sempre più grande, poteva essere visto a scuotere e svegliare
la massa di corpi esausti ammucchiati ai margini del capannone,
quand'ecco: le dieci in punto di una fredda domenica mattina, la
luce del giorno che invade una pista riempita di sguardi intensi,
facce soddisfatte e un'onda di corpi presi nei ritmi ipnotici e bat-
titi euforici che significavano il suono di Curley. La sua personali-
tà magnetica, la sua abilità elettrizzante e la sua fiera passione
per la musica, le macchine e il disordine hanno ispirato tutti, dal-
l'amico più stretto alla conoscenza più occasionale.
Come artista, dj e produttore, Curley ha viaggiato attraverso tutta
l'Europa, influenzando molti altri artisti, etichette e soundsystem,
nominarli tutti sarebbe come recitare un elenco telefonico.
Nessun party sarà mai lo stesso senza di lui, pochi avevano più
carburante per la vita di Curley e la sua presenza sarà rimpianta
ardentemente. E tuttavia il suo spirito continua a vivere, e conti-
nuerà a ispirare le generazioni a venire. Egli si è allontanato dal
nostro mondo e si è trasferito in quel vecchio grande studio nel
cielo; lassù in mezzo alla tecnologia che è fuori da questo
mondo, Curley sta irradiando su di noi, trasmettendo il suo stile
speciale di frequenze audio che ci darà il coraggio e la creatività
necessari per trasportarci verso un futuro migliore.
CHE POSSA RIPOSARE CON ORGOGLIO.
Brett
Molti party di tributo per Curley hanno avuto luogo in Olanda,
Roma e Londra. Una festa all'aperto e una compilation sono
previsti per l'estate. Tutti i profitti vanno al giovanissimo figlio
di Curley, ixl.
Da Ordanomade (www.kyuzz.org/ordanomade) > Tributo a Curley
AVANTI VELOCE
lui era un medium tra gli elementi e il suono
attraverso di lui tutto prendeva forma con un equilibrio perfetto
lui era il portatore del kaos
sempre spontaneo
sempre diretto
sempre immediato
era coinvolto in ogni cosa che dicevi
come un bambino
ogni cosa lo eccitava
racconto un immagine
luglio scorso
7 di mattina
via della pisana
magazzino abbandonato dell'alcatel
il party era selvaggio
inarrestabile
tutto riportava ad un organismo
con mille cuori pulsanti
era lì che l'ultima forma di vita anomica si espandeva
in noi
oltre noi
e non c'era nessun modo di arrestarlo
neanche la morte
eravamo oltre la morte
alle 7
era più o meno un ora che stava suonando
io mi ero addormentato perché ero stanco
mi sono risvegliato in un colpo
e ho sentito lo stimolo di andare in consolle
lì l'ho trovato che emanava luce
una luce di negritudine
che faceva cadere galleggiare volare tutti
in un respiro unico
attraverso di lui tutto si esprimeva
e prendeva forma
ci avvolgeva
ci attraversava
il suo sorriso ti prendeva le budella
la gente non poteva fare a meno di abbracciarlo e baciarlo
io non mi scollai di lì
trassi tanta di quella energia da levitare
ero nel tutto
tutto era in me
tutto era ottimizzato
valeva la pena di vivere
valeva la pena di vivere
valeva la pena di vivere
valeva la pena di vivere
vivere era giusto
ha suonato
per 3 ore di seguito
senza mai fermarsi
con un'aura che espandeva sempre di più
si è fermato solo 3 ore dopo
e la prima cosa che ha fatto dopo aver abbracciato un migliaio
di persone è stato andare da suo
figlio di sei mesi per accarezzarlo ed allattarlo
FFWD
dedica a Curley per la prima festa fatta a Roma 7/71997
Da Ordanomade (www.kyuzz.org/ordanomade) > teknival >
giugno 1998
* SOLAR SONIKA
" Il posto era il letto di un fiume, fra le colline, in Maremma, a
£ 3/4 km di strada bianca dal paese più vicino: Pari.
* Da Roma, dopo un viaggio di eira 4 ore, si arrivava ad un quadri-
li vio alle pendici di questo paesino, sulla sinistra il piccolo cimitero,
•e sulla destra la strada per il paese e di fronte a noi un piccolo car-
e tello con le frecce rosse e nere che era l'indicazione per il teknival.
^ Scendiamo giù per la stradina bianca, di notte, in macchina era-
I vamo in quattro, con le tende le borse, la brandina e due pitt-
ai bui sonnacchiosi, da lontano si vedevano nel buio i raggi del
€ bomber che tagliavano il cielo come dei laser.
§ Dopo circa 3 km sulla strada cominciano ad esserci le prime
§ macchine parcheggiate, ma noi ci inoltriamo più in fondo, fin
§ dentro il campo, tra persone macchine cani sounds e furgoni e
mi riappare la solita immagine di un grande circo graguignolesco.
Ci fermiamo in uno spazio libero, abbastanza grande da contene-
re un sound, e scendiamo dalla macchina per cominciare a farci
un'idea della topografia del posto. Nel buio non è semplice, i
percorsi sono disegnati dai sounds dalle luci e dai furgoni men-
tre Biade e Destroya, soprattutto Biade che non vuole mangiare,
sono piuttosto nervosi e dobbiamo tenerli al guinzaglio. Girando
per cercare un buon posto per le tende ci accorgiamo che da un
lato il campo è delimitato da un lago, da un altro lato si alza un
boschetto basso e impenetrabile, il terreno è sassoso e piantia-
mo le tende dietro una duna di sassi in modo che le onde dei
suoni ci arrivino spezzate e meno violente.
La prima mezz'ora è convulsa, rapida e organizzativa, immersi in
un oceano di suoni che alterano il battito cardiaco e le emozio-
ni cerchiamo di costruirci una base di ordine da cui partire per
poi gettarci completamente e consapevolmente nell'abbraccio di
papà caos. L'idea di salire su questa giostra mi eccita e mi tran-
quillizza allo stesso tempo, non c'è fretta, non c'è tempo, non
c'è problema.
GET READY PLAYER TWO
Bellissimo alla luce del giorno, i sounds erano molti di più di
quanti avessi immaginato. Metek Tomawk Sound Conspiracy
Mutoid, quello dei Bradipho, sembrava un accampamento nel
deserto roccioso, in mezzo alle dune di sassi bianchi, il francese
era la lingua più parlata e mi piaceva sentirla parlare e tentare
di capirla. Un altro quadro del gioco consisteva nell'andare alla
deriva nei campi intorno lungo le sponde del fiume, (pur gibbo-
ne, amme quel cazzetto di gokart m'è apparso alle spalle nelle
stradine labirintiche dietro, avevo appena finito di pisciare poi
ho sentito il rumore in lontanza e m'è apparso quel mostro spa-
rato e contemporaneamente di fronte m'è apparso uno sulla
moto da cross, mi sembrava di stare in un flipper). Nel pomerig-
gio ho dormito in un prato in mezzo all'erba altissima e mi sen-
tivo piccola come un insetto graffiata dalle spine. Il sole batteva
durissimo e alle 10.00 di mattina eravamo tutti certi fosse già
mezzogiorno per quanto era caldo, immersi completamente in
questo oceano di suoni, appoggiata alla macchina guardavo
tutte le persone passare e ne leggevo quasi i pensieri dai movi-
menti, in certi momenti avrei desiderato che la musica scompa-
risse per abbandonarmi al silenzio della campagna e avvertivo
come una forzatura l'aver ricreato una situazione così cittadina,
da rumori nel traffico all'ora di punta, da persecuzione del
suono aggressivo, alto, caldo bollente. Figli del rumore lo por-
tiamo con noi dovunque andiamo, spingiamo la situazione al
suo limite, usiamo contro il sistema i suoi stessi intollerabili
segni, noi che siamo cresciuti (almeno noi di nazionalità italia-
na) in un mondo che voleva insegnarci a non disturbare la natu-
ra, cioè quella porzione di spazio verde dove solitamente non
stiamo, cresciuti con l'ordine di dover salvare un mondo che
non esiste più, con l'ordine di invertire un processo entropico
irreversibile, allevati nella frustrazione di avere una colpa e di
non poter rimediare a quella colpa, noi che siamo cresciuti con
lo spauracchio delle droghe
"Questa realtà è fatta per chi non ha il coraggio di affrontare le
droghe" era scritto sul computer della consolle del F. E adesso
eravamo lì in una zona di caos che non aveva paura di chia-
marsi con il suo nome ognuno da solo ad armonizzare il suo
mondo con gli altri, attraverso sorrisi e scambi di sostanza, lo
senza le chiavi della macchina impossibilitata a partire mi senti-
^ vo immersa senza via d'uscita, e solo da dentro quella zona,
" costruendo un fragile castello di carte di competenze e recipro-
£ co aiuto, scassinando la portiera, il tappo della benzina e
^ manomettendo i fili dell'accensione, avrei potuto muovermi.
£ Figure bellissime, c'erano queste francesi alte e grandi, una blu
. c e una bionda che si inseguivano correndo, le avevo incontrate
e nella casetta diroccata dove alcuni vendevano le crepes, e dopo
le avevo viste nuovamente mentre cercavo un posto per fare
I pipì, così belle che mi faceva bene solo guardarle, perché erano
J statuarie profondamente tranquille e gioviali, manifestavano la
€ gioia di una vita instabile e mutevole, lucidamente intrapresa,
§ una situazione portata al suo limite sulla cresta dell'onda con
8 l'abilità di non perderla mai.
g Questa volta ho notato molto spesso la bellezza adamantina di
^ alcuni esseri femminili.
Come Shuli e la sua amica, lei la thailandese inglese che ha
suonato al sound del F., il lunedì mattina, e mentre suonava era
veramente felice, attenta ai suoi suoni e alle reazioni che smuo-
veva nelle altre che ballavano da ore di fronte alle casse, quasi
a farsi toccare dai suoni come una doccia. Sembrava essere lì
per raccogliere quante più impressioni possibili, pronta a scam-
biare il suo sguardo con il tuo.
DUE GIORNI DOPO
Eravamo rimasti in pochi del F. seduti sotto il telone fra i due
furgoni, senza cibo, soldi acqua e musica ma tranquilli, quando
i Bradipho son passati a portarci un po' di frutta. MXM ha detto
- qui siamo in prima linea - ed ho ripensato a quando stavamo
a Berna ed un bambino vedendoci passare aveva chiesto alla
mamma - mamma sono militari quelli? - e MXM era stato feli-
cissimo, non di certo per un'etica militaristica, quanto per il sen-
tirsi combattenti di frontiera, sempre attenti a spostare il limite,
in prima linea.
Nell'ultima ora la spirale che vedevo da due giorni ha accelerato
il raggio dei suoi vortici, il movimento dentro cui stavamo era
rispecchiato benissimo dai mulinelli del fiume che ci scorreva
accanto, al punto che non riuscivo ad essere certa di quale
fosse la direzione del corso dell'acqua.
BUSINESS
Ciccia mi proponeva tutto ciò come soggetto di un film che sicu-
ramente avrebbe sfondato tutti i botteghini altro che le storie
che girano adesso al cinema, si gli dicevo io ma dovresti avere
una telecamera negli occhi che riprende sempre tutto.
LA PARTENZA
Ciao ciao mentre ce ne andiamo facendo slalom tra i furgoni cer-
chiamo una cartina, io tengo la macchina accelerata che se si spe-
gne tocca spingerla di nuovo, in quel momento mi si avvicina una
ragazza, che con un accento francese delizioso, dal finestrino mi
chiede se ho due posti in macchina per la stazione più vicina, io
sto imparanoiatissima e come prima cosa gli rispondo dicendole
che è un macello, che non ho le chiavi della macchina, però sì dai
salite - dobbiamo andare a prendere il mio ragazzo - mi risponde
indicando oltre il sound di sound conspirancy. - perché? non può
venire qui? - - no - - perché? - - non può farsi vedere -.
Il suo ragazzo era nascosto nella macchina di lei e non poteva
muoversi, andiamo a prendere questo ragazzo. Le chiediamo
come mai lui non può farsi vedere - perché non vogliono farci
partire, i parigini, stanotte ci hanno rotto la macchina e rubato i
soldi e i documenti. - - perché non vi vogliono far partire? —
perché vogliono prendere la sua vita - è tutta la risposta che
riceviamo. La spirale è imprevedibile. Lui sale di corsa in macchi-
na e ce ne andiamo dal teknival come i fuggitivi, davvero quan-
do ci entri non sai mai come ne uscirai, ma ne stavamo uscendo.
L'ultimo spaventoso flash apocalittico è stato quando ho preso
la strada sbagliata lì, in mezzo ai campi, una strada che improv-
visamente è finita dissestata come un percorso di alta monta-
gna, dentro al lago, rovinosamente: per un istante è finita ho
pensato io, e ho visto il mondo allagato, dopo un cataclisma
totale, di cui noi non avevamo avuto ancora conoscenza,
sopravvissuti e bloccati in quel campo che sarebbe rimasta la
nostra unica realtà. Pronta a tornare indietro e a ricominciare da
capo, preoccupata più che altro per la vita del ragazzo seduto
o sul sedile posteriore che si credeva in salvo e invece non lo era.
" Chiaramente avevo semplicemente preso la strada sbagliata.
£ Al termine voglio annotare come più o meno volontariamente
^ il 23 sia stato in quei giorni un numero ricorsivo, oltre ad
£ essere il numero della statale per Siena che ci ha condotto a
•e Pari (23 0 223) era anche il numero di serie del generatore
e con il quale in molti hanno combattuto più volte. Più altri
^ aneddoti ma quelli me li lascio in testa.
e
2
3
AB
§ Da Kanyar (www.imaginetfr/kanyar), il primo sito della scena
8 tekno underground della Francia del Sud > Capodanno >
§ Bologna 31/12/98
Uno spazio sovradimensionato...
I METEK, TKO-BLAZ, TAD, OUTLAW, TEKNO MOBIL SQUAD festeg-
giavano nei dintorni di Bologna, in un immenso hangar, il nuovo
anno. L'atmosfera surriscaldata dai raver italiani, malgrado l'umi-
dità esterna, hanno partecipato circa 3000 persone!
II Dj guida la folla...
Installazione colossale di quasi 40 Kilowatt pure. Giocolieri,
mangia fuoco, maschere allucinanti, tutti gli ingredienti essenzia-
li ad una super fiesta.
Live di John dei Metek
Live dei Tekno Mobil Squad
Due performance dal vivo hanno abbracciato il popolo, quella di
John dei Metek e quella dei Tekno Mobil Squad.
Tutto s'interrompeva sabato a mezzogiorno per le pressioni
della polizia italiana. Un altro grande raduno aveva luogo a
Roma, organizzato dai Tomahawk.
Da Kanyar (www.imaginetfr/kanyar) > BassBase Party > Torino 9
27/03/1999 !
8
In quest'inizio di primavera, almeno 2000 ravers, e non solo torine- |
si, affluivano al Bass Base Party che cominciava un po' male, i raver ^
dovevano forzare l'entrata per accedere dopo due ore di attesa. j»
Problema subito dimenticato perché il luogo risulta splendido, e
una vecchia fabbrica abbandonata nella periferia sud di Torino, |
ed il suono è eccellente. ^
E
E
I mix sono di Reno, Lu-Base, Sub Clobs, Ixy e dal vivo Simon &
e 69dB si alternano per la felicità degli aficionados. *
i
o
Atmosfera cordiale molto diversa rispetto ai rave francesi di ~
questo tipo. «
S
Da Kanyar (www.imaginetfr/kanyar) > Futura Umanità > Milano
01/05/1999
Il party FUTURA UMANITÀ a Milano è stato fantastico.
Niente immagini... spiacente, non trovo che valga mai la pena di
portarmi dietro la telecamera, temo sempre di perderla.
Non so quanti sound system fossero presenti, era parecchio caoti-
co. L'Anti Muzak Front ha organizzato qualcosa di veramente carino,
era un sacco di tempo che non avevamo un rave così a Milano!
La zona trance aveva un soundsystem gigante, non so quanti
kilowatt, ma era davvero peso, in certi casi mi sono chiesto
come cazzo poteva reggere un volume così alto, era come
aspettarsi un'esplosione, heh! :)
La sala techno/hardcore pompava duro, dj Oscar è meglio
ogni volta...
Una marea di gente che saltava e anche se c'erano 3 rave in
Italia e il teknival a Parigi questo evento ha attirato una quanti-
ca tà enorme di stranieri... Ero felice di vedere persone felici :)
" Non ho visto polizia, non so se ci sono stati problemi, perché
£ me ne sono andato verso le 7... ad ogni modo credo che fosse
^ fantastico, il party era in una grossa fabbrica dentro la città e il
•£ bUmBuM si poteva udire in tutta l'area.
. c La primavera sta svegliando la gente, i rave sembrano migliora-
ci
e re in questo periodo in Italia... se va avanti così mi aspetto un
^ teknival da paura a giugno.
I Pace.
| 3034
Da Kanyar (www.imaginetfr/kanyar) > Solarsonica Teknival >
Lago di Bolsena (VT) 17/05/1999
Dopo vari casini finalmente ci siamo sistemati sul lago di
Bolsena vicino Viterbo; bel posto, paesaggio affascinante.
Insomma tutti i presupposti per vivere una settimana da
"rève". Musica come d'abitudine anche se ogni tanto mi sem-
brava di sentire qualche mix di fat boy slim!!!! Forse il troppo
fumo mi faceva strani scherzi? Non saprei, perplesso cercavo di
trovare qualche cosa che mi ricordasse 11 f jjtP^ s \[ lyyftì 11 Poca
fortuna i tempi sono cambiati anche qui da noi business is
business!!!!
, Francamente ci sono rimasto male, tanta gente per un mega radu-
/ no che assomigliava più ad una sagra (vedi Svizzera, Berlino) che
f ad una festa come è sempre stato. La gente indurita ingurcitava
qualsiasi cosa gli passava per le mani, siringhe ne ho viste purtrop-
po un po' sparse qua e là. Troppi cani che rompevano i coglioni,
molti ragazzini alle prime esperienze con sostanze proibite, genta-
glia che cercava di venderti anche il culo, traveder che oramai pen-
sano a farsi soldi per mettere su casa in Sardegna... E poi questi
reporters che continuavano fotografare qualsiasi cosa... uno stra-
zio!!! Và bene l'informazione ma così muoiono le feste illegali, tutti
possono accedere adesso e così avete distrutto un'idea di libertà.
Contenti?
viva bertaga!
Da Kanyar (www.imaginetfr/kanyar) > Solarsonica Teknival >
Lago di Bolsena (VT) 17/05/1999
se un ragazzino di 20 anni può morire ad un teknival allora
vuol dire che qualcosa non funziona.
mi chiedo quale sia il motivo per cui uno decide di andare ad
un rave io lo faccio per tutto quello che ad un rave si trova nor-
malmente poi continuo a sentirmici dentro per giorni e giorni e
mi dispiace di essere andato via.
ma a trentuno anni so fino a dove posso arrivare e mi sento al
sicuro da tutto evidentemente ognuno deve sentire e sapere
sempre dove può arrivare e lui non lo sapeva.
però: quanto conta la musica e quanto contano le "sostanze" per
la maggior parte della gente che era, come me, al lago di bolsena?
se il giorno dopo ovunque spuntano siringhe, se bambini dietro i
cespugli si iniettano ketamina
se ognuno arriva con il suo carico di mercanzie, se le tribe se i
camion servono quasi solo a questo, allora io del rave non ho
capito un cazzo: non è la tekno che ascolto tutto il giorno non
è la gente senza gli ammennicoli che di solito si porta dietro, non
è l'atmosfera non è la totale libertà di fare o non fare
o forse ci sono arrivato tardi
ci saranno ancora teknival in italia?
lo ci sarò?
andrez
J* Da Kanyar (www.imaginetfr/kanyar) > Solarsonica Teknival >
g Lago di Bolsena (VT) 17/05/1999
u.
•c Troppo rumore intorno ad una festa....
E
S. I giornalisti non fanno altro che inventare stronzate, e noi
| passiamo sempre più per una sorta di animali...
J Si mormora che il ragazzo morto sia stato ritrovato con una
E siringa in tasca... ringraziamo i telegiornali.
@
o Ringraziamo anche coloro che hanno devastato il ristorante
8 adiacente...
c
iS Non bastava essere accusati di già troppe cose...
Ringraziamo anche i 2 Ragazzi francesi che avevano rubato non
ho ben capito cosa e si sono fatti arrestare...
Grazie anche per lo stato pietoso in cui è stato lasciato il luogo,
per le siringhe sparse (almeno il buon senso di buttarle)...
Penso che se quest'anno sia stato così difficile svolgere un Tekni
in Italia il prossimo anno sarà decisamente impossibile...
luther
Da Kanyar (www.imagìnetfr/kanyar) > Mysterìous DutchSound >
Catania 22/05/1999
A Catania un rave d'antan.
Salve a tutti compagni d'avventura!
Volevo dirvi che tra sabato 22/05 e domenica 23/05 ho assistito
ad una festa meravigliosa in riva al mare a Catania... località la
Playa così si chiamava il posto.
Un gruppo di travellers olandesi aveva organizzato il tutto,
avevano sistemato i loro impianti in una specie di cabana all'a-
perto vicino al mare, si ballava su un suolo fatto di sabbia!!!!!!
Musica tradizionale da rave... grandiosa!
Paesaggio fantastico, sembrava di essere in un luogo oltreoceano,
gente che ballava in armonia con la natura senza rompere i
coglioni e soprattutto senza prendersi troppo sul serio.
Viva la Sicilia e i suoi cittadini. Circolavano solo trip fatti
artigianalmente da questi olandesi, la gente aveva il sorriso
stampato in faccia, nessuno era stressato incazzato, ognuno si
sentiva partecipe della festa.
Tutti entusiasti, traveller ed io, figuriamoci abituato oramai a dei
rave sempre più incasinati dove le persone cercano solo di
assimilare un numero imprecisato di droghe, a fare commercio
smisurato di sostanze
era una favola il rave in Sicilia
au revoir a tout le monde fortura/viva bertaga!
Fortura
Da Kanyar (www.imagìnetfr/kanyar) > Fintele Birthday > Roma
25/09/99
Sabato 26 sono stato alla Fintek per il presunto compleanno.
Arrivo alle 3 e l'acqua era finita da un pezzo. Da bere solo supe-
ralcolici, su un terrazzino seminascosto acqua a 500/1000 lire al
bicchiere. In giro: pozze di vomito, mucchi di monnezza, stanze
piene di rottami. In sala: cassa assassina tutta la notte, variazio-
ne zero. La gente: uomini pelati a torso nudo sudati incarogniti e
coatti puri (qualcuno ha sagacemente descritto la situazione
come "una caserma che balla"). Donne poche 0 zero: il punto
* non è "rimorchiare" (avere dei flirt è, tra l'altro, bello per tutti:
m uomini, donne, x, y e z) ma "una caserma che balla" (solo uomi-
£ ni) non va bene... non può essere... c'è qualcosa che non va.
^ Fuori (e un po' anche dentro): qualcuno parlava di gente rannic-
■£ chiata a terra che tremava 0 viaggiava di k 0 faceva brutti trip in
•c genere? Beh, si vede che li ha visti sabato alla Fintek, c'era tutta
e la gamma del bad trip. Qui e là: droghe offerte ogni centimetro
^ (in ciò non vedo niente di male), più spacciatori che clienti, prez-
| zi nella media con tendenza a salire più che a scendere. Un po'
S prima delle 8 del mattino (mi pare) arriva l'acqua: due 0 tre con-
qo fezioni da sei per un migliaio di persone, viene venduta a bic-
@ chieri ma i due che se ne occupano sono troppo Ketati e non
8 rispondono a chi ne chiede.
Ìé Dopo aver a lungo contrattato (parlando con una specie di
grasso manichino con gli occhi arrovesciati) ottengo una botti-
glia a 5.600 lire (prezzo fatto da lui, io gliene offrivo 6.000):
siamo in quattro, beviamo poi la diamo in giro. Erano tre anni
almeno (credo dalla morte di Selene) che non andavo alla
Fintek: non credo che ci tornerò prima di sei, dodici, diciotto...
Si, avete ragione, sapevo com'era e quindi che cazzo ci sono
andato a fare: boh, credevo che per l'occasione, magari, qual-
cosa... invece un cazzo. Per fortuna che ero con un bel sorriso-
ne, sennò era da farsela prendere male. Appena il sorrisone è
passato me ne sono andato, rosicando per l'acqua eccetera.
Anch'io sono una vittima della droga...
Cambiamo le storie, por favor..
Baby Lonbitch
Dal newsgroup di Ordanomade > Hekate party > Roma 16/10/99
Subject:
Roma 16/10 report e catalogo interno
Date: Fri, 29 Oct 1999 18:42:50 +0200
Organization:
Newsgroups: taz.ordanomade
Ciao, sono Alessandro e scusate se non ho risposto subito alle
vostre domande.
Per prima cosa specifico che la festa del 16/10 era ad Aprilia,
sulla strada Pontina a 46 km da Roma, una ventina di km dal
Fintech. Il luogo era un'ex-fabbrica di medicinali (molti si saran-
no divertiti con qualche residuo...) a due piani, un po' come
quella del Bass Base a Torino (per chi c'era!), solo che il piano
superiore era molto più spazioso. I sound system che hanno
montato erano Desert Storm + Hekate crew al piano inferiore e
Teknomobilsquad + vari DJs e live al piano superiore. Nel capan-
none laterale c'era un altro sound system che ha suonato ad
intermittenza. Inoltre c'erano molti altri soundz che non hanno
montato per mancanza di spazio. Non che il posto sia stato pic-
colo... però era proprio impossibile fare più di così...
Da Kanyar (www.imaginetfr/kanyar) > Kernel Panik party >
Roma 23/10/99
Report per chi non è stato alla festa di sabato, chiacchiera
empatica per chi c'è stato.
Saluti. Sono un felicissimo reduce della festa di Kernel Panik.
Posto molto molto bello, un'area industriale persa nel verde, una
di quelle interzone tipiche di Roma dove, dopo aver attraversato
quartieri zeppi di palazzi, ti ritrovi in una valle con boschi,
campi, pecore eccetera. E poi la storia era veramente "in"
Roma, nel senso che era proprio città piena e non in culo alla
luna... Vari capannoni di varie dimensioni e condizioni, tre in
funzione: il sound di Kernel Panik nel più grande, di Hekate
(nel più piccolo)
e nel terzo addirittura un sound punk hardcore (!!) che però non
ho avuto la fortuna di visitare, essendo troppo preso dal resto
della storia e delle storie. Gente non tantissima (ma comunque
« un bel po', forse meglio? Chissà...) ma presa davvero benissimo.
m Cerano, per noi di Roma, un sacco di facce che non si vedeva-
£ no da anni e rincontrarsi era fichissimo, la gente che parlava,
' chiacchiere e passeggiate. Musica tres chic: bello e vario il
£ sound di Kernel, stili diversi e dj degni di questo nome, insom-
•c ma un bravo a tutti ma soprattutto al live set di P che è stato
1 GRANDISSIMO. Mentre suonava era un continuo susseguirsi di
^ "da paura, da paura...":
I penso proprio che sia il migliore sulla piazza romana. La
J parte video era parecchio bella, le immagini venivano proiet-
to tate su una vela triangolare. Il bar era eccellente e chi se ne
@ occupava amichevole. Poi c'erano le performance, ma anche
8 queste me le sono perse.
S
c
E
Insomma, sono proprio stato una favola e come me tutti quelli
che ho incontrato. Scrivo pieno di entusiasmo ma, credetemi , non
vedevo l'ora di andare ad una festa dove finalmente la gente
fosse presa bene, l'atmosfera amTchevótè e TS musica bella: tutte
condizioni che dovrebbero essere tipiche di una festa e invece
spessissimo latitano, anzi, è tutto il contrario... Insomma, spero
d'averne altre di storie di questo genere e perciò ringrazio Kernel
di cui, da oggi in poi, divento tifoso. Poi, se anche altra gente
comincia a uscire dal cliché del cazzo delle feste scrause, meglio
ancora! Salut.
baby lonbitch
Da Kanyar (www.imaginetfr/kanyar) > Sound Conspiracy party >
Treviso 27/11/1999
Molto freddamente e razionalmente dico bellissima...
ma la morte del ragazzo Domenica mattina ha creato vuoto e
negatività, interiore, emozionale... una forte sensaz. di
delusione...
in
Tra l'altro lo conoscevo anche solo se di vista...
M
È stata una cosa che ha rovinato e imparanoiato tutti! ^
Per come sono fatto, senza spiegare i perchè e i come, lo vedo §
molto come un segno... forse doveva succedere. S
i!!!!Bisogna assolutamente creare e rendere questo microcosmo g,
più nuovo... siamo forse arrivati alla saturazione... è arrivata agli ^
sgoccioli la cultura e i valori che portavano avanti il movimento... g
servono nuove idee e trasformazioni... §■
...banchetti informativi... harm reduction project... i sound «
system, sono loro che devono capire queste cose... e se le =
capiranno verranno aiutati...!!!! jj
Questa cosa mi ha segnato... -|
***Take care of your brotherS*** 2
quartex e
Da Kanyar (www.imaginetfr/kanyar) > Sound Conspiracy party >
Treviso 27/11/1999
Mi trovo spiazzato dopo quello che è avvenuto, è veramente giunta
la fine di tutto ciò? Senza commentare poi le notizie che spargono i
media in un momento come questo, anche il canale di informazioni
che doveva essere strettamente riservato è stato sputtanato; ci
saranno altre feste in giro, cosa sarà successo a tutti ai ragazzi che
sono rimasti bloccati dai carabinieri e dalla guardia di finanza?
^Comunque si è giunti inevitabilmente ad un punto che sta met-
tendo in crisi tutto il sistema, apprezzo moltissimo l'idea di orga-
nizzare un forum, ma allo stesso tempo mi chiedo, si riuscirà .a*
tenere in vita questa cultura? E come s[ potrà mai'ttovare altri
. canali di comunicazione ora che il letame ha invaso tutto, non
bisogna arrendersi di fronte all'ignoranza abissale che ci circonda
dobbiamo collaborare e tentare di dare del nostro meglio.
" vanni
£
I
• c Da Ordanomade (www.kyuzz.ors/ordanomade) > Sound
e Conspiracy party > Treviso 27/11/1999
1
1 ... ARRIVIAMO VERSO LE 10.30 DI DOMENICA MATTINA A
| CASTAGNOLA...
| UNA MACCHINA DI GENTE COLORITA (+ 0 -) FERMA AL BAR PER
| FAR COLAZIONE CI INVITA AD ASPETTARLI PER ACCOMPAGNARCI
8 AL POSTO...
I COMPLESSO INDUSTRIALE, IMMERSO NEL VERDE... PARECCHIA
5 GENTE, DIREI ARIA DA TEKNIVAL... SOLE, ARIA TIEPIDA
(SI STA TRANQUILLAMENTE CON LA FELPA) NONOSTANTE I SEGNI
DELLA GELATA NOTTURNA...
VEDO TUTTI, TANTI, TANTA ROBA, MUSICA BOH (NON NE HO
AVUTO IL TEMPO),
ARIA DA GRANDE FESTA, GENTE PRESA BENE... MINKIA QUANTI
SIAMO!!
CIAO ADRIANO CIAO BETTY (ABBRACCIONE) NIK-SHANTAL-LUCA
KARIN
MILANOBOLOGNATRENTORINO...
QUANTA GENTE. AMICA. BAMBINA. CONOSCENZEDISTORTE
... GUARDIAMOCI NEGLI OKKI...
—POSSO VOLERTI COSÌ BENE SE TI FAI COSÌ MALE?? HO
PAURA
SALTELLO UN PO'... MI SDRAIO IN RELAXKETAMINOSO SUL PRATO...
MI ALZO SORRIDO... KE BELLO ARRIVARE LA MATTINA, NON PER-
DER SONNO.
NON PRENDER FREDDO, IL SOLE KE CI AKKAREZZA.
...E KOME SIAMO BBELLI...
CIAO ADRIANO... ADRIANO CIAO!... HEI ADRIANO [KE FACCIA!!]
È MORTO... UN TIPO È MORTO, L'HA SCOPERTO GIO, È PRESO
MALE, PIANGE...
ARRIVERÀ L'AMBULANZA, GLI SBIRRI... SPESSO, SPESSA
SITUAZIONE
IRRECUPERABILE, SERIAMENTE IRRECUPERABILE
PIANO PIANO LA GENTE SPARISCE DA DAVANTI LE CASSE...
LA VOCE SI SPEGNE ASSIEME ALLA MUSICA... HO SENTITO SOLO
SUSSURRI
PER ALMENO UN'ORA... LACRIME, FACCE SEGNATE, MOLTO
SEGNATE...
IL POPOLO ERA GIÀ QUASI TUTTO FUORI AL SOLE... ORA IL
CAPANNONE
È VUOTO... CAZZO K (?) VOMITA E SVIENE SOTTO LA CONSOLE...
MA PORKODIO KE SUCCEDE KRISTO SANTO....
E I CERVELLETTI LAVORANO, E LO SENTI NELL'ARIA... E TUTTI
SANNO
KE TUTTI PENSANO... PASTA ASSASSINA, MISCUGLIO DEL KAZZO,
CONGESTIONE,
SKIFEZZE ECCESSIVE... CORRIAMO TUTTI LO STESSO RISKIO,
ANKE
SE LO GESTIAMO IN MODO DIVERSO.... GLI "SKIFOSI" CI SONO,
E SPESSO SONO MOLTO VICINI A NOI... MOLTO;.. MA KAZZO,
E I TUOI BIMBI... PERKÉ ERI SOLO... QUANTO SEI STATO LI
SEDUTO CON LA BOTTIGLIA DI TEQUILAALCOLIKA (PERKÉ QUE-
STO MOSTRO!!!)
ACCANTO PRIMA KE QUALKUNO TI CERCASSE...
GUARDIAMOCI CRISTOPORKO
... IN UN DELIRIO DI ONNIPOTENZA 0 ESTATICO KE SIA...
E IL CARRO FUNEBRE... CI SONO PASSATO ACCANTO DUE VOLTE...
GIO CON GLI OCCHI LUCIDI... IL S.S. SMONTATO...
(COL KAZZO KE LA GENTE HA CONTINUATO LA FESTA!!)...
SI ATTENDONO I CAMION... SI CERCA DI SMALTIRE...
PORKODIO
... E POI RABBIA, ODIO... PERKÉ... MA KE KAZZO HAI FATTO...
KE HAI FATTO PER DOVERTI ACCASCIARE, FUORI, A TERRA, AL
GELO...
KE HAI PRESO PORKODIO... ODIO KRISTO... PERKÉ
VORREI KE TUTTI SAPESSERO KOSA PRENDONO E PERKÉ...
NON DOVREBBE ESSERE UNA COMUNITÀ COSCIENTE, NON
SIAMO QUELLI DAGLI OKKI APERTI??!??!?! OPPURE TRA UN PO' CI
n RITROVEREMO ALLA RIAPERTURA DEL NUMBER!?!?!
* ... non è una fiera dove scegli la caramella 0 il dolcet-
£ to ke ti piace di più e lo ingoi col primo liquido ke hai
' tra le mani... e poi ne trovi un altro... mh ke buono
1 mdaxtcketaskassafoluefiorellinisuperstikazzi...
•e io continuo a credere nelle potenzialità di queste mani-
1 Gestazioni...
\ -ma lo sporko, l'errore, i coglioni ci sono ovunque...
1 corro e corriamo dei riski... ma se mi devo stronkare
| voglio ke sia un incidente di p.e.r.c.o.r.s.o e non un sui-
e ODIO!!!!!!
| ■ ... TRISTEZZA... MA KE KAZZO!! NESSUNO HA AVUTO IL CORAG-
8 GIO DI CONTINUARE A BALLARE... MA ALLA FINE MI SEMBRAVA
l AL LIMITE DELL'ASSURDITÀ ANKE L'INFINITA PARANOIA:
5 SOSTENIAMOCIINQUESTOMOMENTODIFFICILE...
MA WAFFANCULO... C'È Kl KREPA, È BRUTTO DIRLO, E C'È ALLO
STADIO, AL CONCERTO DI EROS RAMAZZOTTI, PER STRADA, AL
NUMBER, IN CASA PROPRIA, SOTTO UN PONTE, SPARATO DA
UNO SBIRRO 0 DA UN SOLDATO IN MISSIONE DI "PACE"...
... SOLO KE A VOLTE TI VIEN DA PENSARE KE LE KOSE KE TI
APPARTENGONO ABBIANO UN SENSO UN PO' PIÙ PARTICOLARE...
E POI TI RENDI CONTO KE NON È COSÌ PER TUTTI...
L'IMMUNITÀ È DECISAMENTE UN CONCETTO DEL CAZZO...
, ANKE QUANDO È IMPLICITA NEI COMPORTAMENTI...
! ... NON SI PUÒ ESSERE IMMUNI DAGLI INCIDENTI... SI POSSONO
SOLO LIMITARE^
GUARDIAMOCI GUARDIAMOCI GUARDIAMOCI GUARDIAMOCI
GUARDIAMOCI
KRACKoi
Dal newsgroup di Ordanomade > Euroteknival > capodanno Y2K
Francia del Sud
Subject: Y2K TEKNIVAL SUD FRANCIA
Date: Thu, 6 Jan 2000 00:55:53 +0100
Organization:
Newsgroups: taz.ordanomade
Ora so finalmente cos'è il teknival e ho capito cos'è realmente
una TAZ.
È stata la vera festa, un vero e proprio DELIRIO... gli amici, il
macello, gli stessi ravers (il meglio), l'impianto, i palloncini, il
viaggio, le Tribe, la musica, il capannone immenso, i TIR i
bambini il meglio.
Una festa così grande e così bella non l'avevo mai vista. Sono
troppo contento
Si aspetta la prossima festa in taly
W i tulip
the same face
Dal newsgroup di Ordanomade > Euroteknival > capodanno
1999/Y2K Francia del Sud
Subject: Re: Y2K TEKNIVAL SUD FRANCIA
Date: Thu, 06 Jan 2000 03:18:29 +0100
Organization:
Newsgroups: taz.ordanomade
References: 1
Bbella a tutti...
noi siamo ripartiti da lì all'ora di pranzo del 4...
tutto spento... tutto finito...
in assoluto la festa-teknival-rave-teknoparty
più bello... emozionante... totale... coinvolgente a cui sia mai
stato...
(scusate la povertà e la banalità degli epiteti ma
non credo ce ne siano per descriverla)
gli ultimi a spegnere il sound (un muro impressionante!!! circa 70
« casse...),
NO
" ovviamente sono stati i Sound Conspiracy (accorpati per l'oc-
£ casione ai Tomahawk e Desertstorm)
' penultimi i Lego che erano insieme ad altre due tribe di cui
£ adesso non ricordo i nomi... (neuroni appesantiti....)
. c anche il loro sound veramente potente...
e sotto alcuni punti di vista più dei Conspiracy....
1
I > > È stata la vera festa,un vero e proprio DELIRIO... gli amici, il
| macello, gli
f > > stessi ravers (il meglio), V impianto, i palloncini, il viaggio, le
Tribe, la
§ > > musica, il capannone immenso, i TIR i bambi-
ni il
> > meglio.
Sottoscrivo tutto....
e aggiungo....
la colonna di camion furgoni macchine moto bus che la sera
del 30 si è messa in moto per raggiungere il posto....
mai vista una fila così lunga... migliaia di mezzi-
atmosfera particolare...
un mare di gente...
le guardie hanno dichiarato circa 20.000 persone...
ovviamente ce n'erano di meno...
due strade provinciali chiuse al traffico...
tutti presi bene-
zero (o quasi) mostri....
Live Act da paura!!! Grandi Kaos e Simon... più altri che non
conosco...
e ovviamente Dep di Kernel Panik...
che ha fatto raggiungere le punte massime di
popolazione sotto le casse dei kamikaze...
potrei continuare a lungo-
unica nota stonata... le droghe... non all'altezza della
situazione... porcoddio!
> Mentre me ne andavo (il 2 pom.) ho visto una colonna di
camionette della
> gendarmerie che stava arrivando.. ..com'è finita?
la simpatica "gendarmerie" è stata per tutto il teknival
piazzata nel parcheggio accanto al posto....
ma solo l'ultimo giorno (il 4) si è messa a rompere un po' i
coglioni identificando tutti quelli che uscivano tra cui noi e per-
quisendo
qualcuno...
(per la cronaca: mezza pasticca sono 200 franchi di multa...)
le ultime tribe stavano ancora dentro e non so quando ne sono
uscite...
m'informerò....
> > Una festa così grande e così bella non l'avevo mai vista,
penso non ci sia mai stata...
> > Ora so finalmente cos'è il teknival e ho capito cos'è realmen-
te una TAZ.
Aggiungo una vena di poesia al tutto...
io invece so meglio cosa sono io!!!!
bbella pettutti
victim
Dal newsgroup di Ordanomade > Natek party > Torino 26/02/2000
Subject: natek party mini report
Date: 28 Feb 2000 20:19:17 GMT
Organization:
Newsgroups: taz.ordanomade
arrivo sabato sera che sarà stata mezza notte (avevo indicazioni
sbagliate sia sul numero dell'info che sul punto di incontro) in
piazza statuto avrebbe dovuto esserci il ritrovo, ma invece un
cazzo di nessuno per fortuna tre pischelli mi indicano il fìyer sul
so cestino della monnezza dice meeting point Corso Umbria, ci
" vado... poca gente anche li... la festa è a moncalieri bella storia
£ dove c'è stato il colossal bassbase.
^ arrivo alla fabbrica già brulicante di macchine e persone porca
£ troia ma non conosco nessuno, forse erano tutti torinesi, la
. c musica non è ancora partita nonostante l'ora avanzata, arrivano
e un po' di milanes, bolognes, qualcuno degli Animatele.
^ all'entrata i soliti rompicazzo che non vogliono cacciare lo scudo
I dicendo di non avere soldi (a me non me parevano poveri visto
* i vestiti e le facce da cazzo che avevano) parte la musica molto
E hard ma il volume è un pochino basso, faccio le mie storie e via
5 che la festa parte. Al mattino il volume viene aumentato, (forse
8 perchè suonava Pippo il paladino locale delle gocce acide tori-
!=! nesi, per me potevano farlo schiodare anche i dj dei Natek che
ci stavano dentro pure loro) alla luce sbanchetto con i dischi
(GRAZIE A TUTTI COLORO CHE HANNO COMPRATO I DISCHI così
facendo permettete alla nostra distribuzione di andare avanti e
di essere sempre più presente alle feste).
minchia volevo dire due cazzate ma mi sono lasciato prendere,
comunque bella festa
SUPPORT YOUR LOCAL SCENE
SUPPORT UNDERGROUND TEKNO
QIX QIREX
Da Kanyar (www.imaginet.fr/kanyar) > Kernel Panik Party >
Roma 05/02/00
ore 23 (forse)
grazie ad un essere bradipoforme i furgoni sono entrati in una
fabbrica non del tutto abbandonata, una parte funzionava anco-
ra, in particolare gli uffici erano attrezzati.
qualche idiota a provato anche a entrarci dentro e questo ha
fatto suonare un allarme che ha fatto intervenire la polizia che
fino a quel momento era solo passata senza neanche fermarsi,
dopo un'ora in pieno montaggio di scenografie e sound sono
arrivati i metronotte che sono entrati da un altro cancello e
hanno detto che stava arrivando la polizia, sono stati gentilmen-
te allontanati e loro stessi hanno ceduto la catena con la quale
chiudevano il secondo cancello.
l'interno era piccolo, giusto nelle ore di punta si è creata un po'
di calca, e non aveva punti da cui entrava la luce e così si è
ballato sempre al buio;
i nuovi striscioni e le immagini sparate sulla vela da n.t.s.c. (come
al solito grandi!!!) chiudevano il dance floor strapieno di gente (più
di 1000 persone) sorridente e contenta e spesso urlante.
il sound ha fatto il suo dovere alla grande... un bel muro di 24
casse che ha sparato tekno e d&b... ottimi tutti i djs compreso
chi ha spezzato un po' il ritmo, al di là dei gusti 16 ore di cassa
dritta non si reggono proprio!!!
I Live Set anche questa volta hanno segnato il party... Dep ha
spakkato e Victim dopo di lui ha continuato a fomentare e a far
ballare tutti, (bellissimi i campioni vocali!!! a quando un live che
duri più di 60 minuti?).
nel primo pomeriggio di domenica un omino blu con manganel-
lo e pistola è entrato nel capannone, dopo poche parole si è
allontato raccomandandosi che nessuno provasse ancora a
entrare negli uffici, e lasciando intendere che al di là degli uffici
non c'erano altri problemi.
pare che la festa sia stata bella e colorata (forse anche troppo...
peccato per quella merda che c'era per terra...).
oltre al toner per terra si segnalano in negativo quegli idioti che
hanno provato a forzare gli uffici... andate a rubare o rompere
vetrine da qualche altra parte e non dove c'è qualcuno che vi para
il culo... tanto poi chi rimane fino alla fine è chi porta il sound e la
g denuncia se la becca Kernel Panik o cmq chi organizza le feste!!
altra cosa da notare è chi ha avuto la brillante idea di fare "K"
con il pennarello per £1000 sulle mani della gente (la K era il
'timbro" per chi era già entrato) una sola parola pezzenti!!!!!!
a a a a a a a a nessuno è mai rimasto fuori ad una festa... chi
non ha il classico e decisamente povero scudo (5000 lire)
(manco le sigarette ci si comprano più) non è mai rimasto fuori,
ci può essere pure chi non cell'ha sul serio Oo scudo) e non è
mai stato cacciato magari si fanno un po' di storie ma poi tutti
entrano.
Con i soldi delle feste NON CI SVOLTA NESSUNO!! Viene tutto
reinvestito per fare dei party sempre migliori.
No business
No cops
No toner!!
Kernel Panik
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Dal newsgroup di Ordanomade > Kernel Panik Party > Roma
05/02/00
Molto precisamente giunto alle 6:30 in una festa allampanata
dall'aspetto gradevolissmo. Grazie all'atac metro+bus ti permetto-
no oggi di raggiungere il rave piacevolmente immerso nella zona
Casale. Ovviamente appena entrato e trovata signorina scopro
che la minestra con i quadrucci non è ancora finita. Pensa tu!
addirittura quella coll'olio di semi di girasole. All'olandese come
direbbero a Rotterdam. Tra il sale 0 non sale della questione
noto molti pasticcari delusi (a Teknogramo, dice lui, non ha fatto
quasi un cazzo...) e un po' alla volta tra le cortine del sottocassa
una cifra di negri come non ne avevo mai visti prima ad un rave.
Quando mi rallegro della numerosa presenza di extracomunitari
tutto è compiuto. Dopo lo stupore del sole del mattino e la comu-
nità di fichinculo in mezzo al fuoco. Meraviglia delle meraviglie. La
gente si lava con l'acqua e sapone. D'accordo mi sono sporcato
anch'io eppure... basta un po' di zozzo a mandarci in paranoia mi
chiedo. Si d'accordo sarà quel cazzo che sarà sta roba. Rame?
Vernice? Inchiostro? Comunque tranquillo c'è chi ci lavora da tren-
t'anni e quotidianamente co' sta roba! Suvvia! Volare in aereo
equivale ad esporsi costantemente ad un radiografia pari alla
durata del viaggio. Anche i raggi X sono cancerogeni. Credete di
esserere fatti di merdaccina che il nostro corpo non mandicchia a
cagare l'assalto di una volta dell'ipertossica sostanza mah! LA TAZ
SI FA IL BAGNO 0 cade in un bicchier d'acqua. Forse le vostre dro-
ghe non erano buone mancava l'astrazione necessaria a spezzare
definitivamente il basso reclamo dell'acqua e il sapone e la para-
noia secondaria e di ritorno del cosa penserà la gente vedendomi
così. Questo con il lisergico non succede, penserebbe Hofmann.
Ma con le pasticche cattive e altri timidi annessi e connessi si!
Replicherebbe l'ispettore. È proprio in casi come questi che il con-
cetto di droga di stato si diffonde. Tanto più innocui e smarriti
tanto più cedevoli alla paura del potere che richiama all'ordine.
L'automatismo indotto del controllo viene alla luce in momenti
come questi. LIBERIAMOCI sempre e comunque. Dal mio punto di
vista molto vicino a quello di ALdous (bella!) le droghe, se così
siamo costretti a chiamare i principi attivi e pentagonali dell'ottimo
fungo della segale cornuta, non erano niente male. Ballammo e
benedicemmo più volte la danza spazzolata da Dep e vincolata
con un bel ritorno mattutino da Victim senza lesinare troppo sulla
cassa dritta tanto pergoderla appieno quando torna! Ritorno ovvia-
mente con l'atac e scene memorabili di incontri inquisitori. Sono
sporco e allora? Faccio il biglietto ma i controllori mi dicono che
oggi non si paga. Sporco ma ligio anche io che credete! Ultimo
autobus due vecchietti di fronte l'imbarazzo della mia presenza al
seguito della mia ragazza anche lei in nerissima evidenza, occhi
come biglie di vetro luccicanti per entrambi, li porta a litigare tra
0 loro come se non riuscissero a trattenere l'imbarazzo di una situa-
re
* zione che non sanno e non vogliono affrontare. Pare che lui non
£ gradisca l'architettura di Roma e poi prima di scendere getta via il
* cappotto per terra imprecando contro le maniche: "Porcaccio... non
£ si sa mai quale è il dritto e il rovescio!" Già quale il dritto e quale
. c il rovescio, chissà?
1 "CHE OGNUNO FACCIA IL CAZZO CHE GLI PARE SEMPRE E
| COMUNQUE" (Mt 3. 24)
i Bella festa! W il Kernel! Abbasso i bieki blu!
3
CO
2
S2
fi
5
§ Dal newsgroup di Ordanomade > Reclaim the Streets Carnrval >
g Roma 07/03/2000
Subject: Street parade a Roma
Date: Wed, 08 Mar 2000 17:18:47 +0100
Organization:
Newsgroups: taz.ordanomade
Ieri c'erano tutte le premesse per la storia più fica a Roma degli
ultimi tempi, e in parte è stata così.
Mi mancano dei pezzi, non riesco a ricomporre come sono andati i
fatti... Mentre partiva la prima carica in fondo al corteo c'ero, in
testa non si sapeva nulla... E la gente scappava impanicata. Sono
stato travolto dalle persone e ho preso manganellate sulla schiena.
Un macello, non credo che nessuno sia in grado di raccontare
bene la storia.
Ho sentito vibrazioni molto negative e ho visto amici attaccarsi
tra di loro, ho visto una marea di pischelli deficienti e strafatti
non rendersi conto di quello che facevano.
Bruciare i cassonetti e demolire tutto non è in sé giusto o sba-
gliato; se serve farlo è giusto farlo e va fatto.
Ma proprio perché mi mancano dei pezzi della storia, posso dire
solo quello che ho visto: solo cariche, niente scontri (anche se
so che ci sono stati alla fine): ho visto bruciare cassonetti in
mezzo alla Street parade, con le guardie lontane centinaia di
metri... Solo per il gusto di sfogarsi.
Molti pischelli per me ieri hanno agito senza cervello, in modo
vigliacco e avventato, fomentati dalla possibilità di sfasciare
tutto sentendosi il culo parato. Parato poi da chi non si sa,
visto che la gente fondamentalmente scappava alle cariche
senza opporre resistenza. Lì per lì avevo la sensazione che sta-
vamo prendendo pizze da tutte le parti.
Ho visto facce stranite, evidentemente c'è chi voleva festeggiare
e chi si era organizzato diversamente.
Se si è trattato di azioni pensate prima avrei voluto saperlo in
anticipo, il clima non era assolutamente teso, almeno i presup-
posti della storia non lo erano.
Ci sono momenti e momenti: per divertirsi, per fare qualsiasi
cosa, per dormire, per demolire tutto.
lo sono assolutamente convinto della validità della Street para-
de come disorganizzazione a libera partecipazione.
Ma si tratta di disorganizzazione organizzata o almeno comu-
nicante. Non puoi provocare uno scontro se poi non lo reggi
e ti dai con la coda tra le gambe. La potenza dell'azione
diretta è reale, ma ci vuole compattezza e consapevolezza.
Ieri qualcuno a messo a repentaglio l'incolumità di centinaia
di persone e questo non può andare. Molte persone sono
deluse, altre ci hanno rimesso direttamente: si parla di 12
denunce a piede libero.
È una rosicata vedere un potenziale da paura che si trasforma
in vandalismo sterile, insensato. Se ci fossero stati obiettivi pre-
determinati la cosa sarebbe stata diversa, quantomeno ci si
sarebbe attrezzati diversamente.
A parte che credo proprio che prima di fare un'altra Street pas-
serà del tempo...
Mi dispiace, credo che quello che è successo poteva assumere
altri connotati, ieri non doveva essere un workshop su come
bruciare un cassonetto... Se lo fosse stato perchè era intenzione
di tutti farlo, oggi sarei contento e fomentato. Posso capire che
nel panico rovesci macchine, spacchi vetrine e motorini, ma ad
esempio le piante di via dei Fori Imperiali buttate per terra in
maniera inutile sono un segno preoccupante... 0 dovrei conside-
ra rarle il frutto del genio tattico di qualche stratega della som-
** mossa metropolitana? Rimane comunque il dato positivo di una
£ storia che è nata bene, che scorreva fluida con facce prese
5 benissimo, che non è riuscita ad autodifendersi. Il bordello ha
colto impreparati quasi tutti, e questo non può accadere, perché
devo sapere le intenzioni delle persone che ho vicino. Se scontri
| devono essere dobbiamo essere uniti tutti, convinti di quello
* che facciamo, preparati e attrezzati... Neanche mi frega un cazzo
I
s di prendere botte gratuitamente per aiutare quattro coglioni,
ss La Street Parade di ieri rimane qualcosa di forte, ma non si pos-
sono ripetere errori già commessi.
Forse mi sbaglio di grosso, forse il panico è stato fatto perché
bisognava fare le barricate e difendere la Street, forse era il
momento giusto per demolire ogni cosa tutti insieme, sicura-
mente mi sono perso parecchie situazioni, forse qualcuno era
convinto di star facendo i veri riots, aveva la percezione chiara
e netta di riprendersi le strade e la città. Ma per quello che ho
visto e sentito non mi pare proprio.
È inutile una Ferrari sotto al culo se alla prima curva vai dritto.
Reclaim Reclaim... La storia non può finire ieri, non può finire
male.
Reclaim the streets
Reclaim the money
Reclaim the brain
Involve yourself... It could be you
FRNK
Da Kanyar (www.imaginetfr/kanyar) > Reclaim the Streets
Camival > Roma 07/03/2000
ieri sera reclaim a roma, partenza da piazza Venezia, direzione
(credo) esquilino, ritorno a piazza Venezia, parte ed è una Aga-
ta, carri con musica, almeno quattro 0 cinque, potente quello di
kernel, gli altri non saprei dire di quali strutture, un carro è a
forma di casetta e dice che la casa la vogliamo tutti, un sacco
di gente mascherata, notevoli due tipi vestiti da cesso con su
scritto "reclaim the shir. a metà di via dei fori Imperiali, un po'
prima del colosseo, sosta, dei compagni salgono su quella spe-
cie di muraglione che confina con il parco di colle oppio e,
vestiti in tuta bianca, aprono uno striscione su pinochet, accen-
dono fumogeni e candele romane, lanciano dei fuochi artificiali,
da paura! sui carri la musica pompa e ci sono anche luci, io ho
seguito il corteo/streetparade fino a questo punto, poi, causa
forza maggiore, me ne sono dovuto andare.
ora leggo sui giornali che ci sono stati scontri all'altezza di
porta maggiore e largo brancaccio, cioè poco dopo, la polizia ha
caricato due volte, pare ci siano dodici fermati, "repubblica" ha
la foto di sei celerini che prendono a calci in testa un tipo steso
a terra che si ripara alla meglio, la gente in piazza ha bruciato
cassonetti, sfasciato auto (foto di mercedes sfondata), bucato i
vetri del forum per i pellegrini della volkswagen ai fori (scatola
cemento acciaio in mezzo ai capitelli romani), pare semidistrutto
una sede della banca di roma, "il messaggero" scrive: "fermato
un messicano con tanto di sombrero, mentre una minnie ha il
viso coperto di sangue", e bravi gli sbirri infami, su "repubblica"
tre ragazzi feriti dicono che i celerini non picchiavano con i
manganelli ma "con dei manici di zappa", forse erano i calci dei
fucili che usano i carabinieri, impugnando il moschetto per la
canna.
ho appena messo giù il telefono, ho parlato con uno che la storia
l'ha seguita fino in fondo: mi ha detto di una cifra di gente ferita;
di polizia che pestava indiscriminatamente tutti quelli che incontra-
va, anche signore che cercavano di riprendersi la macchina; di
pischelli fatti di ketamina che cascavano per terra durante le cari-
che; di altri pischelli fatti di speed che assalivano pure i compagni
che cercavano di organizzare una linea di difesa dalle guardie.
£ non ho parole.
* spero che qualcuno che è rimasto fino alla fine racconti qualcosa,
è io non ho altro da dire.
baby lonbitch
Dal Newsgroup di ecn (www.ecn.org) > Reclaim the Streets
Carnival > Roma 07/03/2000
Messaggio originale
Data: venerdì 10 marzo 2000 1.49
Oggetto: ma davvero qualcuno pensa che la Street parade così
come è stata non è andata male?
qualcosa ancora sulla Street parade, se confrontate le premesse
dell'organizzazione e quello che poi è successo, la cosa sconfor-
ta veramente e i ballerini che fanno i manifestini lasciano un'i-
dea di infantile idiozia: in una posizione assolutamente minori-
taria come è oggi quella dei centri sociali, delle lotte sociali
serie, andare a sputtanare per il gusto del gesto, una possibilità
di visibilità reale, è da idioti, c'era da poter far vedere e vivere
almeno a carnevale (nel momento in cui per storia il mondo è
0)
E
£
e
£
o
rovesciato) che oggi essere contro vuol dire soprattutto essere
contro un tipo di dinamiche fa della violenza e del controllo
della violenza le uniche forme di convivenza, c'era in ballo l'idea
di una sensibilità sul serio differente: libertaria, anarchica, ludi-
ca, quello che volete, quella che se intende dire che questo
mondo andrebbe rovesciato, trova un modo un po' più fantasio-
so che rovesciare un cassonetto, o no?
i mea culpa vanno fatti, perché se in certi casi la rabbia può esse-
re simbolica e avere un senso, davos Seattle per fare due esempi
eclatanti, altre volte i simboli che contano sono diversi: è una
lotta che va fatta su tutti i fronti questa: sociale politico culturale
linguistico drammatico mentale..., ridurre il tutto ad uno solo di
questi aspetti significa snaturare il conflitto e diminuirlo davvero
ad una contrapposizione elementare lacrimogeni contro passamon-
tagna, che a me francamente ha un po' annoiato se non altro.
amate i vostri nemici
Christian
Dal newsgroup di Ordanomade > Tekno Mobil Squad +
Animatele party > Milano 11/03/2000
Subject: festa a Milano (mini REPORT) newsgroup ordanomade
Date: 13 Mar 2000 11:53:22 GMT
Organization:
Newsgroups: taz.ordanomade
finalmente le feste a milano rincominciano ad essere più frequen-
ti, questa di sabato è stata buona, tekno mobil squad e animatele
in una fabbrica attaccata alla tangenziale si sono dati da fare per
spaccare il culo e dalla loro parte ci sono riusciti, peccato che
dall'altra le casse non tenevano e buttavano la musica un po'
troppo male, belli i live di Cristian e lucian al mattino (tra l'altro è
appena uscito il TMS 3 spacca due tracce tribe convinte e potenti
il top tra i loro tre Ip usciti fino ad ora, se lo volete basta chie-
dercelo). buona l'atmosfera bella la gente (peccato che gli esage-
rati poi rompono il cazzo ma tutto normale)
ora mi fermo qui magari continuo dopo
ciao qix
QIREX
Dal newsgroup di Ordanomade > Music Priority Party > Firenze
11/03/2000
Subject: MP PARTY Firenze 11-03-00 - Short Report
** Date: Mon, 13 Mar 2000 20:10:59 +0100
£ Organization:
* Newsgroups: taz.ordanomade
I
. c Come era previsto, la locazione del rave era si all'Osmannoro
1 ma non alla Zabban Valley/Fabbrica dei frutti canditi... bensì ad
* un altro capannone poco dietro la stamperia di Roberto Cavalli
I e di Modé.
§
ss Situazione f.d.o buona almeno fino alle 5 quando siamo andati
@ via - sono all'antica, a me piace ballare di notte =;) -, la festa
§ sembra che sia andata liscia e non ci sono stati casini, un mio
§ amico dice di essere stato fermato da degli agenti in borghese
^ che prima con uno stocco di marocca almeno mezz'etto in
mano gli hanno chiesto se voleva il fumo, a lui non gliene fre-
gava una sega e ha tirato dritto salvo per essere immediata-
mente preso per un braccio e giù la solita trafila, vuota le
tasche, te ti fai le canne e bla bla bla... non so nemmeno se è
vero perché considerato il degenero che c'era in quel posto
andare a fermare uno a cui per di più non gliene fregava nulla
di fumare è veramente strano =;), anyway...
Arriviamo lì alle due ed il posto si trova molto facilmente, le
indicazioni erano chiare ed il sound si sentiva con chiarezza a
svariate centinaia di metri. Lo spettacolo iniziale è stato un
filino sgomentante, nel senso che come siamo arrivati il dege-
nero era già iniziato da un po'... gente con la faccia infilata
nella terra, collassatissimi, io e i miei amici "Cazzo, ma son
solo le due, occome fanno a essere già così di fori?!?!"
comunque divertente =;). Si entrava da un buco nel muro,
proprio vecchio stile, poi verso le quattro hanno aperto una
porta e hanno tolto la cassa.
All'interno una buona arena con fronte in rete mimetica, scanner
colorati e strobo rossa attivata proprio nei momenti giusti.
Genere hardtechno, talvolta dischi sharp techno pitchati a 45
ma sempre in cassa cattiva... una menzione d'onore per l'im-
pianto perché era veramente ben fatto! Sarà stato un 15 kw e
dietro aveva un degenero di equalizzatori e compressori grafici
da fare paura; ne veniva fuori un sound che, anche se non
aveva di certo la potenza di uno da teknival comunque spakka-
va di brutto e si sentiva benissimo ovunque.
L'energia io la sentivo, la gente reagiva bene, e c'era una gran
voglia di party a Firenze, dopo 5 mesi che mancavano i Music
Priority.
Meravigliose le tipine punx flashate con le catene di fuoco
che hanno seriamente ipnotizzato la massa con le loro evolu-
zioni, anche se in qualche momento manca poco che gli pren-
devano fuoco i rasta, ma si sono riprese subito, son state
brave si =;).
L'unica nota stonata era un tipo fulminatissimo, proprio col
cervello perso nei corn flakes, che ballando pogava selvaggia-
mente andando addosso ad un monte di gente, e avrà retto
per un paio d'ore buone, poi non sappiamo più che fine
abbia fatto-
Storia giusta, senza casini e ben fatta.
Tra l'altro venendo via abbiamo beccato Athos e ci ha dato un
flyer. A quanto pare MP saranno di nuovo attivi il 25-03 al
Livello 57 a Bologna.
Ardua scelta... vado a BO 0 dagli Acid Drops laggiù al nord =;)?
Le mie precarie condizioni economiche mi sa che mi spingeran-
no più verso BO, ma non si può mai dire... comunque sembra
che la scena si stia risvegliando, speriamo che si mantegna il
più pulita possibile!
Keep it hard and keep your hypa!
' Dal newsgroup di Ordanomade > Acid Drops Department party >
£ Torino 25/03/2000
1 Subject: torepodrop
* Date: 27 Mar 2000 22:33:09 GMT
I Organization:
| Newsgroups: taz.ordanomade
e
@ Una bella fiesta veramente, forse una delle poche volte che Fim-
8 pianto era come da descrizione (ìókwspaccaculo) e non abbaiate di
g potenza fasulle, i diggei bravi tutti, purtroppo non li conosco di
persona quindi non posso dire questo piuttosto che quello, la
gente ballava presa bene, forse un tipo diverso di pubblico rispetto
magari a quello milanese 0 bolognese più abbestia (non è di sicuro
un difetto) nessuno scazzo almeno fino a che sono rimasto io.
Devo ammetere che era la prima festa degli Acidi Torinesi che
ho fatto, anche se ne ho sempre sentito parlare bene da tutti,
mi è dispiaciuto andarmene prima che suanasse la Betty (sicura-
mente avrà spaccato come gli altri) mi picerebbe sentirvi anche
fuori da Torino magari ammilano.
Massimo rispetto
SUPPORT TORINO MOVEMENT
SUPPORT ITALIAN MOVEMENT
SUPPORT GLOBAL UNDERGROUND TEKNO MOVEMENT
ps grazie a tutti quelli che hanno comprato i dischi da noi al
mattino, in questo modo permettete alla nostra distribuzione di
sopravvivere e di essere sempre più presente alle feste
SUPPORT QIREX DISTRIBUTION
Q I X
Dal newsgroup di Ordanomade > Acid Drops Department party >
25/03/2000
Subject: Re: torepodrop; acid drops 25-3
Date: Tue, 28 Mar 2000 12:35:45 +0200
Organization: be free
Newsgroups: taz.ordanomade
References: 1
cazzo, una festa fantastica, altro che cazzi, tutto ha spaccato,
tutto era perfetto.
parte il sound, i dj's ecc., spenderei due parole sulla scenogra-
fia, che veramente mi ha esaltato... non per far polemica, ma
cazzo, fare un party non vuol dire solo accendere una strobo
del cazzo in un angolo, mettere su un ampli e un paio di cas-
settine... a torino questo weekend c'erano colori fantastici, scul-
ture, allestimenti..., e sopratutto... cazzzzzzzzoooooo una cassa
che c'è l'ho ancora tutta dentrooooo!!!! 16 kw pieni,
hanno suonato, se non ricordo male, in sequenza: Simone, pippo,
davich, ultracore+davich (fantastico), alienstek, betty, pippo ancora
e Simone again. mi manca solo un nome di uno che ha spaccato...
ma non lo conoscevo, credo di non aver dimenticato nessun altro...
altrimenti, perdono...
aspettiamo ora kernel da roma, per un'incontro che potrebbe
fare storia, invitiamo ovviamente tutti i romani a fare un giro
con il kernel qui al nord, per un party che veramente veramente
potrebbe diventare epico: kernel + acid's più incontri e dialoghi!
sbattimento per il ritorno, con anche lo sciopero dei treni (che
secondo me ha tagliato le gambe a molti che sarebbero potuto
arrivare da bologna ecc.)
unica sola nota di lamento, la solita ressa all'entrata per chi
non voleva pagare lo scudo canonico... qualche volta si scende
nel ridicolo.
Dal newsgroup di Ordanomade > Plastik VI > Roma 25/03/2000
Subject: PLSTK report
Date: Sun, 26 Mar 2000 04:09:06 +0200
£ Organization: x
* Newsgroups: taz.ordanomade
I
1
PLSTK6: SPZK 4
1 kerneL o
| 'AphexTwin.'SQUAREPUSHER. (old
I sKooO'ArmanL'Publicnrj.e altre
« vecchiesonorità capitoline.
€ peccato il SOUND, non reggeva tanta KATTIVERYA.
| bELLA x i pelatini....;x).... so* quelliche si sono divertiti di +(...fa
piacere vedere ancora qualche onesto Ko$t3Utt03&)-
TeKno4eVeR.voL
1
e
scusate il ritardo non m'a ri pj av 0
Dal newsgroup di Ordanomade > Llquld Party > Roma 01/04/2000
Subject: LIQUID. SEQUESTRATO IMPIANTO.
Date: Sun, 2 Apr 2000 21:24:50 +0200
Organization:
Newsgroups: taz.ordanomade
Siamo arrivati sul posto in via delle Monachelle intorno alle 11. Il
cancello era chiuso da una catena. Abbiamo impiegato un quarto
d'ora per aprirlo. Siamo entrati dentro col furgone e gli altri mezzi;
non abbiamo avuto neanche il tempo di scaricare qualcosa che gli
uomini della "Benemerita" circa una ventina, tutti in tenuta mime-
tica, muniti di manganelli e bastoni di legno ci hanno circondati
sbucando dappertutto. Erano incazzati neri, hanno perquisito tutti
noi e i mezzi. Ci hanno fatto spegnere i cellulari. Uno di "loro" ha
preso un cellulare che squillava e rispondendo ha invitato la per-
sona che chiamava a venire là alla festa. Dopo circa un'ora ci
hanno portato alla caserma di Pomezia anche con i nostri mezzi.
Li è iniziato una nuova trafila di perquisizioni che hanno portato al
ritrovamento di log. di erba e di i5g. di fumo. Intanto arrivavano
altri ragazzi fermati sul posto della festa che erano stati trovati in
possesso di droghe varie. A un ragazzino minorenne l'hanno gon-
fiato. BASTARDI. Siamo stati denunciati per violazione di domicilio
e occupazione abusiva con violenza sulle cose. Impianto, genera-
tori, dischi sono stati sequestrati assieme ad un furgone. Ci hanno
detto che nella zona di Pomezia non si deve più fare niente altri-
menti la prossima volta non si comporteranno così bene.
Questo è tutto.
X K. P. Sulla scrivania del Maresciallo c'era il biglietto della
festa del 25/03 con il numero della infoline e l'indirizzo su Kyuzz.
Quindi "OCCHIO" a tutti.
Dal newsgroup di Ordanomade > Acid Panik Kernel Drops
TeknoGatherìng > Torino 22/04/2000
INVITO PARTECIPAZIONE MASSIVA
ACID KERNEL DROP PANIK KERNEL ACID DROP PANIK DROP ACID
KERNEL PANIK
1. Perché dopo 6 anni di azione diretta nelle zone morte della
metropoli unica, è tempo che Roma e Torino, le prime realtà italia-
ne a spargere le loro spore di disordine libertario, si uniscano stra-
volgendo l'ordine della polis come città stato - nazione politica;
2. perchè la rappresentanza delle due scene storiche, nelle loro
continue mutazioni attraverso gli anni, si fonderà in una macchi-
na da guerra o virus mutogeno in errante distruzione;
3. perché il virus mutogeno sarà una psicopatia che attecchirà
nelle menti di tutti i ravers con la responsabilità/piacere di illu-
strare scenari di devastazione possibile alla nuova scuola;
4. perché da questo party di massa nasceranno i nuovi figli del
rumore in un'asse teknosowersiva nazionale che attraverserà ed
innerverà le singole scene di Firenze > Bologna >, Milano, con un
occhio speciale per il sud italia in lento ma creativo risveglio;
5. perché la corporazione e il contatto favoriranno la defini-
zione delle nuove strategie avanguardistiche sul fronte liberta-
rio, attraverso un'innovato respiro tra psicogeografia metropo-
litana, erotizzazione dei cervelli, risveglio dei corpi e techno-
logia sovvertita;
6. perché celebrare il nostro essere vivi e postumani oltre i con-
fini della civiltà non può che rappresentare l'ultimo canto di
guerra e la prima danza di amore;
ROMA E TORINO SI TROVERANNO INSIEME A SCATENARE LISER-
GIE DEL RUMORE.
EVOCANDO LO SPIRITO DEL CEMENTO DAL 22 APRILE FINO ALLA
FINE DEL MONDO.
L'IRRESISTIBILE PIACERE DEL SENTIRSI OLTRE LO SPAZIO E IL
TEMPO, DOVE L'ASSENZA DI LEGGI COME FORMA DI
AUTO(A)NOMIA DESCRIVERÀ IL NOSTRO HUMUS LIBERO RISOR-
GENDO ANCORA ANCORA E ANCORA, COME IL PRIMO GIORNO
DELLA FINE.
£
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Si
IL DANCE FLOOR RACCONTERÀ LA STORIA DELLE NOSTRE VITE
IN UNA MENTE UNICA ILLUMINATA DISSOLVENTE IN UN BATTITO-
MOVIMENTO-SGUARDO-SORRISO:
FERMATE LÌ IL VOSTRO PENSIERO PERCHÉ IN QUEI FLUSSI RISIE-
DONO LE
RISPOSTE ALLE VOSTRE DOMANDE ESISTENZIALI. LA VOSTRA ENER-
GIA NERVOSA
DOVRÀ APPLICARE QUEST'IMMAGINE EMOTIVA NEL QUOTIDIANO,
STRAVOLGENDOLO COMPLETAMENTE<
NO A JUNKIES, PUSHER ASSASSINI, NICHILISTI DELLA DOMENICA,
SFRUTTATORI DELLE FESTE, SCIACALLI. PATITI DELL'ESTREMO
ALLA RICERCA DELL'ULTIMA EMOZIONE, SESSISTI/OMOFOBI, IDEO-
LOGI DI OGNI GENERE, GIORNALISTI E GUARDIE. SI AD OGNI
SPIRITO LIBERO CHE FACCIA DEL DONO IL PIACERE DEL COIN-
VOLGIMENTO.
Dedicato a coloro che muovono corpi e pensieri in cospirazione
Attraverso il potere dell'abbandono - vivendo negli squilibri
come Ortiche nate dal cemento.
"we who are oppressed/love those who fight/against oppression
and the Oppressor/brothers and sister"
Beroshima/front 242 -unplugged-acidorange
Children>of>the>noise>age
Dal newsgroup di Ordanomade > Acid Panik Kernel Drops
TeknoGathering > Tonno 22/04/2000
Subject: Torino Acid Panik Kernel Drops
Date: Mon, 24 Apr 2000 23:23:23 GMT
Organization:
Newsgroups: ordanomade
Considero Torino una delle città più coinvolgenti nel mio immedia-
to presente. Tra l'ortodossia dei movimenti anarchici insurrezionali
e il potere targato Rat si nasconde il lato oscuro di una forza tri-
gonometrica in cui angoli occulti di cemento in rivolta urlano i loro
canti di vita. Torino: un terzo Roma per la sua urbanistica "squa-
red", un terzo Parigi per i suoi viali enormi, un terzo Londra per i
suoi venti esoterici. In queste intersezioni di colori ignoti si apre a
ventaglio la sua storia macabra, fatta di sangue e lavoro, fatta di
scuole e fabbriche l'una davanti all'altra come riformatori e carceri
consequenziali. La barbarie è dietro l'angolo. La barbarie è dentro
l'angolo. La polis Torino nasconde nel cuore del suo dogma poli-
g tico le extrasistole dell'ethnos-eresia. Batitti impazziti. Battiti fuori
* tempo/fuori spazio. Batitti di un unico cuore digitale ibridato della
£ sua nuova natura: cemento armato in rivolta. La stessa materia di
* strutture industriali abbandonate che in un anno, per tutto il terri-
è torio torinese, sono state rase al suolo. Faccio un giro per queste
. c lande sperdute prima di arrivare al party. Mi si spiega che il gran-
1 de capitale torinese insieme alle istituzioni stanno facendo tabula
^ rasa delle aree dismesse. Spontanea è la mia riflessione, azione
I repressiva diretta alla radice nella viabilità dei flussi economici
S nella città. I non luoghi di archeologia industriale non producono
e capitale quindi vanno distrutti o sussunti in una ricapitalizzazione
§ che sia culturale-economica dominante (vedi i progetti di banaliz-
| zazione riabilitazione industriale da parte delle giunte di sinistra -
g in questo caso mi riferisco a Roma; vedi le ristrutturazioni della
Rat nello specifico mi riferisco all'area usata per il primo
Psylocyborg a Torino ora concessionaria Rat once again). In questo
processo economico e culturale, le forze della repressione si uni-
scono per tagliare alla radice, appunto, i luoghi di espressione
libertaria della nostra cultura-contro o cultura-oltre. In un solo
anno sono state buttate giù 5 aree come quella che abbiamo vis-
suto e fatto nostra per 3 giorni. Lo stesso disinteresse della Digos
è funzionale ad una banale riflessione dedicata ai raves come
morte del movimento insurrezionale quindi l'atteggiamento da
parte dell'ordine pubblico è di un laisser faire con una risoluzione
alla radice, lo sterminio dell'archeologia industriale. Ma daltronde
è questa la forza di una strategia nomade dedicata alla polluzione
di disordine: la possibilità di esprimere linguaggi-territorio libertari
che siano invisibili alla mappa simbolica o monitoraggio da parte
del controllo delle varie forme di potere.
Anyway
2.30 di notte. Entro nella propsettiva della Torino invisibile. La
Torino che si attraversa e si lascia attraversare. La Fiat ha partori-
to un altro mostro gigalitico ora humus del germe teknoliberta-
rio. Il ventre bollente e ghiacciato di una balena che cresce
embrioni come in un necronomicon possibile di Giger. La prima
porspettiva infinita è ad angolo e veicola lo stormo di freaks
direttamente nel cortile appena dietro la prima struttura ove
risiede il dance floor; come se si fosse spinti a trasformarsi
immediatamente in energia elettrica e suono passando per i fina-
li e casse invece di entrare nella enorme cattedrale dalla porta
principale. Vàrco la soglia, mi perdo immediatamente in un primo
taglio prospettico sull'impossibiltà di definire le dimensioni.
Cerco di respirare l'esperienza acustica per capire se il suono
riesce ad investirmi da quella lontananza e sento i pori aprirsi al
respiro maniacale dei bassi. 24mila watts montate bene in un
romantico muro come se ne vedono poche volte. Immediata è
l'attrazione verso la massa. Prime 4 ore di saluti in giro ed è già
alba. Ancora non ho ballato né mi sono calato ma sento un'ener-
gia disembodied, prodotta da parte del mio corpo già connessa
alla mente unica della festa. Mentre parlo con tutte le persone
sconosciute, conosciute e ri-conosciute, mi faccio attraversare dal
piacere dell'abbandono. Attraverso persone-emozioni-vite in
modalità fast forward. Mi ritrovo a guardarmi attraverso migliaia
di occhi in un flusso dinamico. Una tempesta di "emotional engi-
nes". Tra me e me penso che ce ne sarebbe dovuto essere alme-
no il doppio ma sento che la gente è equilibrata e sta bene
quindi me ne frego del numero e sopratutto delle prime e varie
tensioni negative che mi passano addosso vedi un feeling inizia-
le negativo con un mio amico, le macchine sfondate dalla mise-
rabile umanità e la consapevolezza che girano pasticche di
merda, e che la gente si sente male. La battuta dà il tempo alla
sequenzialità dei frames che si svelano al mio sguardo obliquo.
Taglio bauhaus. L'immagine nell'immagine. La percezione del mio
occhio si muove continuamente su uno split micro/macroscopico.
Il colore è dato dall'infinità di striscioni installati nelle due pareti
contrapposte del posto. Gli stessi striscioni sono animati, steli di
rosette icono-grafiche che reintepretano simboli (quali il cerchio e
la saetta o vecchio marchio punk nichilista nei primi Novanta
simbolo rinnovato di occupazione ed autogestione) e mitragliano
segni (quali il tema della spirale come pattern grafico di misura-
zione del kaos) raccontando storie acide in linguaggi visuali. Il
loro posizionamento in un lavoro di luci definisce e sfaccetta il
g dancefloor in forma policroma, tanto quanto la molteplicità infini-
* ta di questa massa atomica (in)-dividuale. È giorno e il mio
£ cuore batte intesamente, sempre appena oltre la battuta del
* suono scelto dal dj del momento. Per questo la mia danza è
£ mentale più che fisica. Mi arricchisco incredibilmente di tutte le
. c persone che ho sentito indecise prima di venire. Ora le ritrovo li
i con un sorriso a 64 denti, libere di lasciar volare il loro sentire
& un'intesità di vita spesso aberrata dalla reitarazione di un quoti-
g diano difficile per tutti (il quale spesso rischia di rendere sterili
J rapporti nati e sviluppati su un livello profondamente qualitati-
€ vo). Questo è il non tempo libero, questo è il non spazio dei
§ desideri resi realtà. L'indicatore dell'andamento della festa è l'e-
§ sperienza sonora. Il mixing, acidkernel si rispecchia nel suono
g sempre perfettamente miscelato e senza mai nessun problema
interno in consolle (sappiamo tutti quanto sia motivo di scazzi
ed insensate egemonie. La gestione è stata cool; anche all'appa-
rizione dal nulla di un Tomahowk in consolle che non è stato
sgozzato e, aggiungo che il suo set down beat lento e spezzato
mi è piaciuto molto). Un approccio cristallino ai controlli che
mostra come ormai il cuttin edge della festa si sia spinto talmen-
te avanti da irrompere nello scenario esistenziale di tutti sedi-
mentando il suo DNA libertario all'interno delle arterie che
coagulano i co-dividui nel party. Mercurio, acciaio è il liquido che
mi scorre nelle vene. Lo stesso colore di un cielo in transizione.
Alba 0 tramonto; il grigio crepuscolare rende fluorescente e mor-
bida la struttura. La mia pelle bianca/le mie mani nere.
L'architettura industriale sono io, decostruita, deorganizzata nel
suo corpo organico del lavoro salariato, di vite distrutte da ricatti
economici tra speculatori e vite perse, tra patronato ed elemosi-
na per la sopravvivenza, aggressori e vittime di uno straziante
ricatto economico durato 3 secoli. Ora lo spazio e il tempo sono
desimbolizzati e il rifiuto di un modello economico sociale mor-
tuario si fa sempre di più danza di corpi e menti. La tempesta
teknolibertaria sagoma ogni angolo rendendolo attraversabile e i
ravers sono esplosi dappertutto, esploratori dell'impossibile,
sabotatori erotici di un corpo trans-organico multisessuato.
L'impatto sonoro non si muove in verticale ma in orizzontale, è
kaotico e si espande con la velocità di una battuta mantenuta
sempre intorno ai 180. Per la prima volta dopo parecchio tempo
mi ritrovo a far viaggiare i pensieri in un 4/4 non scontato.
Sabato sera domenica mattina domenica pomeriggio. Non so
che ore sono, non so dove sono, non me ne frega un cazzo di
saperlo. Voglio dare il più possibile ad ogni persona che incon-
tro perchè mi sento ricambiato in progress. Il processo comuni-
cativo è elicoidale e la corrente elettrica sottocutanea esplode
da ogni poro in una detonazione a raggiera.
T Esploro/mi perdo/mi arrampico/ mi_ insinuo/gioisca ^ la luce di
"'una furia impazzita Tche 'mfsplnge oitre le mie stesse forze. Ho
rotto ogni catena e il reale non mi interessa più. Non mi ha mai
interessato e sono sempre stato costretto a subirlo. Rido rincor-
rendo i miei pensieri in libertà ed ogni sguardo è una fonte
nuova in cui dissetarmi di consapevolezza.
Seguendo una serie di coordinate spontanee mi ritrovo insieme
alle persone care della festa, in quel che si configura come un
giardino di cemento bianco. Regna un silenzio alieno. Ci sediamo
sotto un albero dai fiori enormi viola. La comunicazione si svilup-
pa prettamente su un piano di reciprocità empatica fatta di
occhiate intuizioni e sorrisi. Quell'angolo rappresenta l'equilibrio
nell'evocazione di digit-caos. Le energie personali entrano in una
dimensione collettiva diretta esattamente verso un punto specifi-
co: lo spazio del non luogo. Arredamenti interni di giardino giap-
ponese per esterno devastato come in una rappresentazione di
geometria frattale basata su estetica minimale olografica bianca-
grigia-viola. Sono le esatte coordinate cerebrali per assumere
ketamina facendo esplodere l'abilitazione energetica mentale
espandendola su una velocizzazione dissociativa. Lo spirito del
cemento ci invasa completamente. La telepatia mono/eterodiretta
attraversa, nell'arco di pochi minuti, il piano del dialogo. Una
volta dentro/fuori, l'estetica del vuoto si fa dolce allucinazione
acustica, aprendo di netto immagini di rivelazione. Autogestione e
trascendenza sono i due valori cardine che si intereccano nell'e-
g sterno fattosi interno e nell'interno comune esteriorizzato. Dove
* sono i confini? Perché avere confini? L'estetica del vuoto si fa sub-
£ lime mindscape interattivo. La danza del divenire è vento compo-
ni sto di matematica binaria; la stessa che intreccia i pattems del
■£ doppio tracker mixato da J-Dep nel suo wall of sound-live set.
•e Siamo energia incondizionata senza attrito che vola libera oltre
e ogni costrizione socio-culturale. Siamo qui e ora. Ci percepiamo
& sentendoci uno/infinito. Completamente rapito da sindrome di feli-
I cità, vengo richiamato dall'esperienza di chi mi sta sulla destra.
J La sento particolarmente ricca e intensa. Entro dentro le sue rive-
E (azioni postumane. È il figlio del rumore che risorge in lui, oltre
§ lui. Controllo e consapevolezza per liberare l'energia nervosa
8 facendola esplodere di luce. È troppo forte ed impossessato per
g lasciarsi possedere dalle maglie del controllo sociale. È troppo
^ libero per pensare di piegarsi al vissuto sterile e annichilente di
una vita ritmata sui rapporti di produzione che lui stesso ha cal-
pestato miliardi di volte ballando sulla società del lavoro, sulla
società civile. Nel momento topico dell'esperienza appare una
figura non troppo alta, goffa, capelli lunghi sporchi, un pizzetto
lungo. Si infila repentinamente tra i rami dell'albero dai fiori viola
e chiude il cerchio amplificando la potenza del momento. Lo
accettiamo come se lo avessimo evocato noi stessi. Risucchiati
dal fluttuare della self-trascen/dance riapriamo gli occhi per ritro-
varlo all'interno di una sua ritualità specifica che lo spinge ad
accovacciarsi tra i rami, alla radice dell'albero, per mettersi in ver-
ticale e rimanerci un tempo momentaneo o infinito. Noi sentiamo
la ricchezza di ciò che sta facendo, esprimendo con le sue forme
ciò che noi stessi stiamo vivendo. Il pensiero più spontaneo e
immediato di tutti è la resurrezione. Un Cristo sporco e malanda-
to. Un Cristo fluttuante e sovversivo. Un Cristo che calpesta i valo-
ri cattolici cristiani proprio nel giorno della sua stessa resurrezio-
ne. Un Cristo che abbandona le sue chiese che l'umanità malata
di potere ha costruito sul simbolo della croce rendendola religio-
ne antiumana di morte sopraffazione e sterminio, autorità, maso-
chismo e dominio. Un Cristo che appare per esprimersi lì dove i
valori di quella teologia sociale libertaria trasformano l'odio per
l'umanità da parte degli equilibri di potere eclesiastici-clericali, in
forme di ultra-amore nella trasformazione dell'esistente. È il Cristo
blasfemo e iconoclasta che bestemmia liberazione ad essere con
noi, in una forma che abbatte liturgie e arriva follemente, dove gli
angeli stessi non osano volare.
Ci alziamo tutti insieme volando a 5 metri da terra per lo spes-
sore del momento. Rientro nel calore del dance floor trasportato
dalle vibrazioni dei bassi. Provo a ricercare cristo in giro con la
coda dell'occhio con la consapevolezza che non lo troverò in
quanto frutto di vere allucinazioni. Disordine, indisciplina e sorri-
si solari governano l'immagine del momento. Il derma necrotico
e sonnolento della città domenicale/pasquale è stato lacerato da
una nuova e sensuale cicatrice tekno-logica. La transizione.
Un'enorme vagina di cemento ha generato un nuovo frutto di
consapevolezza e liberazione. Ora che abbiamo mangiato tutti
parte delle sue membra rigenerandoci in esso, dobbiamo permet-
tergli di rivivere in noi sedimentando l'esperienza e accrescendo-
la in un'azione innovata - riabilitata nelle sue forme comunicati-
ve del conflitto socioculturale altrimenti rischia di perdere il suo
valore dinamico rimanendo ricordo di una bella festa. Sono le
onde del presente che dobbiamo surfare per spingerci sempre
oltre senza fermarsi mai 0 lo spazio di vita libera sarà mummifi-
cato nel tempo dei un passato così vicino, così lontano.
Ultima considerazione. È fondamentale rivendicare un'autonomia
della scena italiana, non per futile campanilismo, sarei sin trop-
po banale a scriverlo, quanto per lavorare ed esprimere autono-
mamente le nostre forme espressive senza essere dei derivati
da un modello di festa in realtà arrivato già esaurito in Italia
specialmente nel momento in cui la stessa, nelle città portanti
del movimento tekno illegale, ha mostrato la sua storia fatta di
occupazione e sovversione digitale senza bisogno di importare
modelli di conflitto da contesti spaziotemporalmente lontani.
L'infinita differenza porta la ricchezza della complessità nel rap-
porto xenofilo di contatto e scambio con l'alterità. L'uguaglianza
porta al dominio e alla sottomissione.
Cresciamo e moltiplichiamoci.
Baci profondi ad ogni persona che mi ha attraversato. Spero di
aver donato qualcosa ad ognuno di loro. Nice one.
Children>Of>The>Noise>Age
"... Or tutto intorno
una mina involve,
dove tu siedi, o fior gentile, e quasi
i danni altrui commiserando, al cielo
di dolcissimo odor mandi un profumo,
che il deserto consola
(...)
E tu, lenta ginestra,
che di selve odorate
queste campagne dispogliate adorni,
anche tu presto alla crudel possanza
soccomberai del sotterraneo foco,
che ritornando al loco
già noto, stenderà l'avaro lembo
su tue molli foreste. E piegherai
sotto il fascio mortai non renitente
il tuo capo innocente...".
Dal newsgroup di Ordanomade > Acid Panik Kernel Drops
TeknoGatherìng > Torino 22/04/2000
Subject: torino Acid Panik Kernel Drops
Date: Mon, 24 Apr 2000 10:58:45 GMT
Organization:
Newsgroups: taz.ordanomade
Dopo mesi di latitanza dal NG eccomi qui per dire poche cose su
Torino (al momento ancora in corso). Festa fantastica e atmosfèra
incredibile. Fin dall'inizio, ingresso in un capannone come solo a
Torino ne ho visti (grazie alla Fiat e a quelli che si sono sbattuti
per trovare un posto dove suonare con 24K senza che nessuno
venisse a lamentarsi), un mare di persone che in gran parte non si
erano mai conosciute che collaborano per montare tutto, emozione
forte neirimmaginare cosa sarebbe diventato quel capannone al
termine degli sbattimenti, torinesi-romani-milanesi che montano la
console con precisione millimetrica, ore di lavoro che ha dato i
suoi frutti. L'impianto era meravigliosamente potente, gli allesti-
menti e le luci in vero stile AD arricchito da quello che non cono-
scevo e ora so essere lo stile KP. E poi la musica. Non avevo mai
visto i Kernel e le mie varie esperienze di live set erano sempre
state deludentissime, trovavo la musica banale e ripetitiva, priva di
capacità di stupire ed emozionare. Ma ora che ho visto e sentito
Beppe mixare due pc con instant tracker... Gli altri live set mi faran-
no ancora più schifo. Bravi anche ai piatti, e poi mi sembra inutile
dire che gli Acid Drops hanno spaccato pure loro, come al solito. E
anche la gente sorridente e contenta, e a parte due testedicazzo
(di cui una che purtroppo è sempre presente ai party AD e il 23
novembre aveva avuto la bella idea di staccare un cavo dal mixer
mentre suonava Davich) hanno ballato e si sono divertiti tutti. Mi
dispiace di avere avuto un crollo sabato alle 6 del pomeriggio e di
essere andato via salutando pochissime persone; quando alle 11 di
oggi ho telefonato e sentito la musica ancora a manetta mi è
venuta la forte tentazione di rifare la strada per Torino. Insomma,
gran bella festa, difficile da raccontare a chi non c'era. Saluto i
romani che ho conosciuto, soprattutto quelli che già conoscevo per
averli letti qui e ai quali finalmente ho dato un volto.
A quando il prossimo incontro?
Dal newsgroup di Ordanomade > Acid Panik Kernel Drops
TeknoGatherìng > Torino 22/04/2000
Subject: Acid Panik -expirience- Kernel Drops
Date: Tue, 25 Apr 2000 20:14:35 +0200
Organization:
Newsgroups: taz.ordanomade
References: 1 , 2
Dovevamo andare in treno, ma alla fine, coraggiosamente abbia-
mo scelto la macchina. La solita Panda, che ora, si trovava ad
affrontare il suo più lungo tragitto, e noi con essa.
Detesto guidare, 0 più che altro, detesto l'ansia del pensiero di
mettermi in macchina e guidare. La mia compagna avrebbe gui-
dato all'andata e forse io al ritorno.
Padova-Bergamo, prima tappa. Sono solo le 19 e ripartiamo con
aggiunti due componenti al gruppo.
Torino. Raccogliamo altri cinque componenti, mai visti prima, in
piena festa. Anche loro sono a conoscenza di quello che io
sospetto sia uno dei maggiori raduni a cui abbia mai partecipa-
to. Le maggiori (0 quelle che, nel mio repertorio immaginario,
alimentate dalle infos di questo ng, sono le più conosciute)
scene tekno italiane si incontrano, si uniscono e si inglobano
in una totalità che solo la tekno riesce a conferire alle cose che
investe, che avvolge, altera e deforma. ì.ooam. Al cimitero arri-
viamo adesso con due Pande, ma l'altra invece di seguire la
carovana di sei macchine che stava partendo in quell'istante,
decide di fermarsi a chiedere la strada al tipo. Come mi fanno
incazzare queste coseee!!!
Iniziamo la ricerca, con le infos acquisite. Regolare, ci perdiamo al
primo incrocio... ma alla fine, quasi un'ora dopo, lo becchiamo.
Vedere le altre macchine, la gente di fronte all'entrata, mi provo-
ca un brivido di felicità che solo in quei momenti ed in pochi
altri mi capita di sentire.
Velocemente parcheggiamo le macchine... una smania quasi anfe-
taminica, fa schizzarci in mezzo agli altri. E così mi rimmergo in
un mondo, che quanto più mi sembra fantastico e lontano dal
mio quotidiano, tanto in esso mi sento partecipe, ed esso in me.
Ho la duplice sensazione di trovarmi a mille chilometri di distan-
za da dove sono nato (poiché è così), ma in un posto dove
sono sempre stato, vissuto e cresciuto. È più di un anno che
cerco di partecipare sempre più attivamente ai party, e quando
intendo partecipare, intendo cercare di radunare gente e denari
per arrivarci e "viverlo". Non sono mai riuscito ad arrivare ad un
party prima delle due di notte (a To infatti sono arrivato in anti-
cipo), nessuno dei miei vuole farlo, ed un gruppo è necessario
affinché tutto possa tendere al perfetto.
Entriamo, paghiamo 5000 senza che nessuno fiati. Anzi, con tanto
di "buona festa" da parte della simpatica romana all'entrata.
Bel cortiletto all'incrocio dei capannoni, servirà domani per
prendere un po' di sole ed aria. Enorme è il primo aggettivo,
varcando la soglia del lampeggiante e rimbombante capannone,
hangar, deposito... che cazzo era?
Fiat, c'era uno stemma sul portone di fronte all'entrata. La musi-
ca già pesta. Mi avvicino al fondo, verso le casse. Fantastico,
ma visto così belle istallazioni. Grandi le strutture cyber-art,
compresi striscioni teknotribali. Grande la scritta IF I CAN'T
DANCE I DON'T WANNA BE PART OF ANY REVOLUTION. Flesciosa
la scritta degli Acid, nel vibrio della luce di Wood (?), appoggia-
ta sopra... cazzo! Le casse!! Quante sono?, mai visto niente del
genere, forse in un disegno in rete!! Un muro, un vero muro, di
quelli che narrano i ravers più esperti, conosciuti qua e là.
Si prospetta davvero una cosa fuori dal comune!!!
Chissà che sbattimento si sono fatti per allestire tutto, che grandi...
bravi!! È la prima volta che vengo and un party qui a To, se sono
sempre così, vale davvero la pena le 4 ore e mezzo di viaggio!!!
Ma, una cosa mi sembra alquanto strana, sono qui da almeno
mezz'ora e non sento praticamente affluenza chimica!!!
Gli altri vogliono la speed... ma no, è presto, poi mi tocca tirare
speed per tutta la notte!! No, vado a cercare le paste, che mi
suggerisce safedance.com (Ferrari, Scorpioni, Soli etc).
Scarseggia la gente che le ha, e quei pochi hanno: mitsubishi
(blande a mia esperienza) rombi (sembrano medicine, poi sono
bianche... mhm, non mi fido) bottoni di Amsterdam (ancora più
anonimi) mtv (che nome!! Non mi ispira per un cazzo. Ma que-
sto è stato un mio errore, visto che poi, chiedendo in giro, mi
sono accorto che facevano il loro effetto). Stop.
Mhmmmm, aspetto, vediamo che arriva... ma, normalmente c'è
molta più scelta e moltissima più quantità (a FI era incredibile)!
Intanto ballo.
Un'ora dopo mi faccio un altro giro, nel frattempo nessuno mi
ha offerto niente, solo uno cartoni, ma non mi vanno stasera
£ (anzi è da un bel po' che ho perso la passione).
* Un mio amico mi offre una raglia di speed, va be acquistiamo-
li ne un po', il viaggio è stato lunghetto... Cosà? La speed a
. c 40.000? Ma che siamo pazzi, dove siamo in Sicilia? Ma va!!
e Non le do 40 per una busta!! Aspetto ancora, mi rilasso con-
^ centrandomi sulla musica, mi lascio andare al treno sensa
I sosta, godo del respiro. Un ritmo nel ritmo, un flusso nel flus-
(0
« so. Con lo sguardo saluto le facce note. Inneggio con gli uomi-
€ ni, scambiandoci le rituali espressioni di stupore, come a
5 volerci dire Tun l'altro "cazzo, come picchia" "stasera spacchia-
§ mo". Adoro le donne che c'erano al party. Quelle che ormai mi
g sembra di conoscere da una vita, visto tutto il tempo che ho
6 scelto di ballare, di fronte, di dietro 0 accanto a loro,
^eravigliose amanti per meraviglioso sesso psico-moto-sonoro.
f Toccarsi con lo sguardo, sfiorarsi con i pensieri, danzando insie-
Jjp£, a volte scegliendosi.
E qui potrei parlare per ore di tutte le esperienze che IO ho
fatto, poiché non so se tutto ciò che ho sentito l'ho sentito solo
io, ma di sicuro sono io che l'ho vissuto!!
Sempre osservando le mie regole del rispetto (anche un po'
del timore):
- Assicurarsi che non ci sia "altro" che possa incattivirsi
- Assicurarsi che non ci sia "altra" che possa incattivirsi (que-
sto ad esempio con una delle mie preferite, che continuava
ad essere strattonata dalla sua amica ogni volta che mi cerca-
va con lo sguardo)
- Lasciare trascorrere un periodo di gioco (sempre all'interno
delle varie ore di ballo): gesti, sorrisi indicativi, pattern di sguar-
di (se interessa spiegherò più avanti)
- Assicurarsi, attraverso il contatto verbale, pria che fisico, la
consensienza.
Raramente arrivo fino all'ultimo punto, di solito godo così tanto
nel ballare e nel giocare che non faccio altro. Forse alla ricerca,
e spesso nell'attesa.
E credo sia d'obbligo ringraziare, anche, il Tulipano Arancione,
per la spendida esperienza che mi ha fatto vivere insieme alla
gente che c'era a To, tutti voi che c'eravate (e che siete riusciti
ad arivare in fondo a questo post).
Avrei una valanga di cose da dire in più... dalle immagini che
sono riuscito a catturare e che ancora (per poco) affiorano nella
mia parte cosciente ai concetti affiorati nella danza estatica.
Davvero speciale in fine, l'esperienza mai vissuta prima di vede-
re, prima il capannone rischiararsi e le luci spegnersi, ed in
seguito, l'arrivo delle tenebre e dei flash strobo-tropici.
Ci vedremo tra meno di 5 giorni a Mi, spero!!
vi adoro
Luther unonessunocentomila
Dal newsgroup di Ordanomade > Acid Panik Kernel Drops
TeknoGatherìng > Torino 22/04/2000
Subject: saluti e baci
Date: Wed, 26 Apr 2000 14:26:54 +0200
Organization:
Newsgroups: taz.ordanomade
Impressioni ottime sulla festa a Torino, nulla da aggiungere ai
già emozionanti reports appena letti riguardo all'organizzazione
ed allo svolgimento del party, tutto liscio, peccato che i soliti
pezzi di merda abbiano fatto passare un bel po' di mezzi nella
notte rubando tutto il possibile... spero che prima o poi qualcu-
no vi becchi in diretta e vi appenda per i coglioni!
Immenso piacere nello scoprire e conoscere le persone in carne ed
ossa che stanno dietro a tutto questo: Headcleaner instancabile
motore sovversivo gentilissimo nel portarci il catalogo di Venerea e
Torazine 23 per noi introvabile da tempo, Baby Lonbitch compa-
gno di sventure postali ed espresse, Rent e Victim agitatori del
^ suono di Kernel Panik e compagni di banchetto del vinile al matti-
* no, Kink, Makkina e gli altri che dimentico 0 che già conoscevo.
f
* A quando il prossimo evento?
£ Rivendichiamo l'autonomia della scena italiana dallo stereotipo
. c importato
e della tribe colonizzatrice e barbara!
1
«
I bye.
S
2
€ PS: QIX e qirex non sono la stessa persona, anzi qirex non rap-
ii presenta in modo specifico la mia persona ma è un nome collet-
8 tivo di un progetto più ampio (distribuzione, newsletter, sound
g system ed altro in evoluzione) di cui io e QIX facciamo parte,
c
Fino ad ora tutti i messaggi mandati a questo newsgroup con
il nome qirex sono miei ma questo non significa che gli altri
che fanno parte dello stesso nucleo si rispecchino nel mio
pensiero/operato.
Dal newsgroup di Ordanomade >Acid Panik Kernel Drops
TeknoGatherìng >Torìno 22/04/2000
Subject: Re: Torino Acid Panik Kernel Drops
Date: Wed, 26 Apr 2000 22:56:17 +0200
Organization:
Newsgroups: taz.ordanomade
References: 1
forse ci voleva un party come l'ultimo per spingermi a scrivere
qui dentro forse le emozioni provate sono così forti che non
possono essere contenute in semplici msg tra amici ma richie-
dono uno spazio più esteso un canale preferenziale un'onda
lunga quello che ho visto alle 5 di pomeriggio del sabato: ho
visto due gruppi di gente confluire in una piazza assolata di
Torino ci si presentava ma nessuno faceva caso ai nomi ci si
guardava dritto in faccia per guardarsi dentro e scoprire quello
che c'era poi il capannone vuoto enorme un casino della
madonna trenta secondi perché ognuno potesse immaginare
nella propria testa quello che poteva diventare da lì a poche ore
e poi la magia ho visto la scena leggermente da fuori come se
qualcuno avesse schiacciato il tasto go! E tutti assieme sono par-
titi ognuno con qualcosa da fare ho visto due diversi concetti di
party fondersi in un nuovo concetto l'armonia generarsi dallo
scambio di oggetti di sguardi di idee il tutto con zero scazzi zero
tentativi di imporre il proprio modo da questo inizio non poteva
che nascere un party memorabile la musica eccellente gli AD li
seguo e amo da tempo i KP piacevolissima sorpresa il live set di
Beppe ha spaccato tutto peccato non aver sentito Davich suona-
re (sono andata via domenica sera) belle le proiezioni le luci gli
allestimenti il pavimento senza polvere ma l'emozione vera era il
sorriso della gente le occhiate che senza parole dicevano "min-
chia stiamo spaccando di brutto" i torinesi li porto nel cuore i
romani bella gente davvero un grande a Paolo sia per la musica
sia per aver dimostrato tanta pazienza quando non ha menato
uno dei due coglioni del party nonostante gli stesse rompendo il
cazzo non poco l'altro coglione è stato giusto spintonato su un
tavolo da Davich ma questo è niente in confronto a quello che
meritava per quanto ha rotto il cazzo (e non era la prima volta)
e per fare incazzare uno come Davich davvero ce ne vuole vabbé
due coglioni in tutto il party è una buona media, fuori la percen-
tuale è molto più alta un grosso abbraccio a Simone e a suo fra-
tello Stek (per me erano proprio fratelli) perché per tutta la notte
ho sempre saputo che dietro il muro di casse potevo incontrare
le loro sagge parole un abbraccio al fratello grande di Paolo che
aveva un sorriso bello come la luna e a tutte le ragazze perché
vederle all'opera era uno spettacolo un grazie a Davich a Maria
per esistere ultima cosa
>IL DANCE FLOOR RACCONTERÀ LA STORIA DELLE NOSTRE VITE
IN UNA MENTE
>UNICA ILLUMINATA DISSOLVENTE IN UN BATTITO-MOVIMENTO-
SGUARDO->SORRISO:
>FERMATE LÌ IL VOSTRO PENSIERO PERCHÉ IN QUEI FLUSSI
RISIEDONO LE
DISPOSTE ALLE VOSTRE DOMANDE ESISTENZIALI. LA VOSTRA
ENERGIA >NERVOSA
>DOVRÀ APPLICARE QUEST'IMMAGINE EMOTIVA NEL QUOTIDIANO,
HEADCLEANER NON POTEVI DIRLO MEGLIO
MENO MALE CHE T'HO CONOSCIUTO
LÀ
Dal newsgroup di Ordanomade > Acid Panik Kernel Drops
TeknoGatherìng > Torino 22/04/2000
Subject: RerAcid Panik Kernel Drops GRAZIE!!
Date: Thu, 27 Apr 2000 02:10:05 +0200
Organization:
Newsgroups: taz.ordanomade
References: 1
Poco da dire!
È stato un Rave bellissimo!! qualcosa di speciale!
Credo uno di quei momenti in cui chi è da tempo
nel giro trova nuove energie e nuovi stimoli per continuare ad
esserci e chi è nuovo non può far altro che innamorarsi e dire
"questi sono i motivi per cui vale la pena di fare parte, di par-
tecipare a questa cosa!"
Questo è anche quello che ho pensato quando sono arrivato
alle 3,30 di notte, dopo cinque ore di macchina solosoletto, e
sono entrato nella fabbrica; prima meraviglia per quello che mi
sono trovato davanti, poi un'orgia-smo fatto di Musica, Suono,
Luci, Proiezioni, Ambiente, Condivisione.
Non so in che modo AcidDrops e Kernel Panie hanno interagito
fra loro, come si sono unite le due forze (non avendo mai par-
tecipato alle loro feste) ma quello che ne è venuto fuori è
stata LA FESTA più incredibile a cui ho partecipato. GRAZIE!!
Grazie a tutti!
Ovviamente grande piacere nel conoscere un po' di gente del
newsgroup - non tutti quelli che c'erano! Peccato -, Rent,
Teknogramo, Davich, Baby Lonbitch, Okapi, Kink, e il grande -
in tutti i sensi! - Headcleaner, poi Simone di Venerea, Peppe a
cui, e per caso, ho fatto in tempo solo a fare i complimenti per
il liveset, e molti altri di cui magari ora ho dimenticato i nomi
ma non le vibrazioni positive-
poche parole con tutti purtroppo come succede in queste occa-
sioni ma grande feeling....
Note negative per le solite situazioni... anche a me hanno incoc-
ciato la macchina; appena arrivato ho visto due si arrampiacava-
no su una scala per entrare di sgamo eho sentito subito le sto-
rie delle macchine aperte, mentre la domenica pomeriggio ho
avuto il disonore di conoscere due che si sono "vantati" dell'i-
mitazione del timbro fatta con pennarello (davanti alle mie
"rimostranze" hanno detto: "i soldi è meglio che quelli li pren-
dano da altri" con aria di disprezzo),
pusher del cazzo, eccetera, etc...
Tuttavia...
BBellissima!!!!!!
e grazie ancora!
DAniele
Dal newsgroup di Ordanomade > Tekno Mobil Squad party >
Milano 29/04/2000
Subject: TM SQUAD report
Date: Tue, 2 May 2000 21:05:13 +0200
Organization:
Newsgroups: taz.ordanomade
Alla fermata della metro di S. Donato arriviamo alle 00.30, già
un bel gruppetto di gente s'è radunata tra le macerie della rico-
struzione industriale. Il rito della ricerca di informazioni, lo
g scambio già distorto dalle prime allucinazioni che ogn'uno porta
N con sé. Perché ci sono sei cani e due persone su di una Passat?
£ Ai cani piace la Tekno?
* A me non interessa sapere dov'è, a me interessa sapere se
I qualcuno sa dov'è, per fare la carovana e partire. I furgoni in
. c testa. Arriviamo poco dopo. Il fabbricozzo ha il cortile, ma disse-
e minato di pezzi acuminati di qualsiasi materiale inorganico.
^ Per mezz'ora non fanno entrare. Cosa fanno? Il Sound check (si
| scrive così?)?
IO
w Si apre un varco con banchetto. 5000, perfetto, sono contento
E di dare lo scudo a chi s'è sbattuto! Bravi e grazie!
® Dopo Torino mi aspettavo d'essere deluso dal successivo party,
8 invece no. Bello l'hangarone del dance floor. Rigorosamente nel-
§ l'angolo le casse. Che amplificazione c'era? 8kw? Il volume non era
^ altissimo. La gente affluisce sempre più numerosa. Ma il dj stenta
a prendere il ritmo. Bisogna incitarlo, far salire l'energia, comuni-
cargli la nostra voglia di ballare fino allo sfinimento. Quando
anche dentro di me, l'energia di un disco volante rosa, cambia lo
stato empato-connettivo con lo spazio-non spazio che mi circonda,
concentro le onde sonore autoprodotte, in ululati di ipergioia.
Ancora, ancora e ancora. Sento il ritmo aumentare, altri urlano con
me, qualcuno ci sente e sovrappone altri loops. Poi sono io a cal-
marmi, mi godo i brividi, spostando parzialmente l'attenzione
verso la spina dorsale attraversata da scariche dopaminergiche.
Iniziano le sequenze di patterns battito-movimento-sguardo-sorri-
so. Poca la gente che di solito vedo ai parties, altri li conosco
ormai da un anno, ma pochi di loro conoscono me!!! Normalmente
non mi intrattengo troppo in conversazioni. Preferisco i dialoghi
silenziosi, le simbologie della gestualità danzante, i giochi ambigui
e i rimbalzosi ma pacifici poghi. Finché si vuole si va avanti,
assaggiando varie specialità che offre la cucina di casa.
La gente di Milano è presa meglio del solito, ride e si diverte.
Meglio di così
Arriva l'alba, ancora si balla, ma io sono già stanco (è la prima
volta che mi stanco così presto... merito dello scorso
Panikweek). Mi perdo in vari discorsi, con gente conosciuta lì
sul posto che sicuramente ha contribuito in maniera decisiva.
Mi sono divertito un casino anche questa volta, mi sento soddi-
sfatto... saluto chi incontro sulla strada per la macchina... e
anche questa festa è finita. Pekkato!
Luther
Dal newsgroup di Ordanomade > Contact Party > Bologna
13/05/2000
Subject: Contact report
Date: Mon, 15 May 2000 18:22:36 +0200
Organization:
Newsgroups: taz.ordanomade
Sono arrivato verso le 3 dopo un ora e mezzo di infoline occu-
pata. Il rave doveva ancora iniziare perché un camion si era
impantanato e messo di traverso sulla strada sterrata che porta-
va alla radura prescelta impedendo al camion con il generatore
di passare e quindi si è dovuto aspettare che arrivasse da Bo
un cavo più lungo per collegare il tutto.
Nel frattempo la statale si era trasformata in una strana casba
con gente che passeggiava sù e giù lungo il chilometro 0 più di
macchine posteggiate ai due lati della strada.
La musica è iniziata alle 5. lo ero salito sù verso le 4,30 perché
un francese simpatico mi aveva detto che era quasi tutto pronto
per partire. Così è stato impressionante sentire la prima hard-
tekno che si espandeva nella valle dove non c'erano ancora per-
sone e l'eco di ritorno del suono dal bosco intorno. In io minuti
era pieno di centinaia di ragazzi che ballavano mentre nasceva
il primo chiarore del giorno. Il prato fra gli alberi era in discesa
cosicché dovunque ti giravi potevi avere un colpo d'occhio su
tutto e tutti.
<Ma te guarda le fecce!) commenta Luciano
<SI> dico io. Non c'era niente da aggiungere, tutto era perfetta
armonia! La giornata è passata tranquilla tra balli, baci e
abbracci, chiaccherate, gente presa bene compreso me, Cono-
co sciuto Positive Mind e altri ragazzi "positivi". Non è piovuto
o
N mentre un po' di nuvole qui e là ci hanno un po' protetto nelle
£ ore più calde.
* Verso sera c'è stato anche il tempo di iniziare a ripulire un po'.
1 Quando me ne sono andato via dopo le 20 di domenica c'erano
. c ancora ragazzi che ballavano e si divertivano.
1 Tuttavia:
^ la polizia aveva individuato l'assembramento fin dalla prima
| parte della serata e poliziotti in borghese hanno girato per il
3 party mentre diversi carabinieri hanno sostato per tutta la matti-
lo na e pomeriggio a 100 metri facendo posti di blocco (quando
f me ne sono andato c'erano sempre).
| Mi hanno detto che hanno preso anche le targhe delle macchine
g posteggiate sulla strada.
^ Ricordo di arrivo di almeno 2/3 ambulanze, una quando non era
ancora iniziata la festa. Il luogo del rave (vicino Bologna) per
me era un posto che dava parecchio nell'occhio.
Verso le 21, sull'autostrada andando verso Firenze all'altezza
di Pian del Voglio ho visto una QUINDICINA!! 0 forse di più
tra camionette e furgoncini della polizia: voglio sperare che
non fossero per la festa. Tuttavia siamo stati al centro dell'at-
tenzione...
Nota in margine:
pasticche: ho visto di persona quelle che sul sito
di dancesafe vengono chiamate "WAANG"
che contengono DOB; a me l'hanno offerte
come "yo-yo"... il tipo aveva anche motorola blu... cioè pastic-
che giuste mdma... speriamo che le prime non abbiano fatto
danni...
Ciao
DAn
Dal newsgroup di Ordanomade > Contact Party > Bologna
13/05/2000
Subject: Re: Contact report
Date: Mon, 15 May 2000 20:17:49 +0200
Organization:
Newsgroups: taz.ordanomade
References: 1
Tutto sommato non è stato un brutto party... c'era moltissima
gente molta della quale dovuta al fatto che è iniziato alle 5...
un inizio un po' a rilento, dopo 3 ore di attesa la voglia di bal-
lare era tanta ma per la prima mezz'ora hanno suonato della
"jungle 0 drum&bass" che sinceramente mi ha un po' ammo-
sciato. Il prato in discesa tutto umido è stata un po' la ciliegina
sulla torta dopo le 3/4 ore di attesa, assieme all'impianto a
mio parere non alla portata della tanta gente e dei Dj.
Il TeknoRaduno sul ciglio della strada è stato veramente igno-
rante ma mai quanto la coppia sadomaso vestita di pelle ade-
rente con lei che tiene al guinzaglio il suo ragazzo.
Rino
Dal newsgroup di Ordanomade > Contact Party > Bologna
13/05/2000
Subject: R: Contact report
Date: Tue, 16 May 2000 13:17:17 +0200
Organization:
Newsgroups: taz.ordanomade
References: 1,2,3
Party del 13.05.00
Ma non dovevano esserci FKY e X-Tech, ma?!
A me pare di aver visto solo il live set di Luciano TMS... che
vale, ma gli altri?
Si sono persi?
Sinceramente il momento di migliore musica è stato il live, sarà
che lo preferisco al mix (non me ne abbiate contro x questa
affermazione, ma dopo svariate feste, sono arrivato alla conclu-
sione (mia personale, chiaramente)) che attraverso il live chi
suona può risuscire a interpretare meglio come la gente è presa
e modulare i suoni a suo piacimento...
Altra grande pecca la posizione! SALITONE PAURA!!!
Sarà ma gli Okupe hanno una certa sfiga qui in Italy, do you
remember Torino in Ottobre in Corso Umbria, dove hanno suo-
nato FKY e Babylon Joke (almeno là ce l'hanno fatta!!), ma dopo
una notte intera ad aspettare il generatore (uno si era rotto
quasi subito), ed è stata una notte lunga e difficile x tutti
(OKKUPAZIONE DI VIALE UMBRIA!)
Sperando in futuri migliori cioè aspettando Sabato a
Torino
see
ya kroTeknik
Dal newsgroup di Ordanomade > Torino 20/05/2000
Subject: Torino, capitale degli sballoni
Date: Tue, 23 May 2000 16:26:59 +0200
Organization:
Newsgroups: taz.ordanomade
References: 1
Una nottata perfetta... qualcuno al meeting ha trovato un pull-
man su cui siamo saliti in 70 che ci ha portati nelle vicinanze
della festa, da lì qualche kilometro a piotte arriviamo alla festa:
i soliti giri, la solita spesa (ho apprezzato molto un paio di tuli-
pani, adoro questi fiori), entriamo.
Anche se il volume non era dei + pompati la musica invogliava
a partecipare:
un enorme spazio all'aperto circondato da fabbrichette, un po'
come un cortile spagnolo coi muri tutti taggati ed un muretto
di casse ben distribuite in posizione "arena": la gente, e
quanta gente, tutta felicissima con un bel sorrisone in faccia
che ballava, girava. Ho visto molti romani (saluto Tankie che
da quanto ho capito ha perso il suo tulipano), alcuni francesi
e tedeschi, ma anche gente di Milano ed altra ancora con cui
mi scuso di non aver approfondito. Fra l'altro ho notato gran-
de presenza di gente nuova... probabilmente alle prime fie-
ste... che m'ha fatto parecchio piacere... La molecola fondeva
il mio corpo a tutto il mondo: la temperatura al giusto fresco,
la luna che ci ha accompagnato per tutta la notte carismatica,
seminascosta dalle bluastre nubi: se alzavi lo sguardo sem-
brava, con le luci stroboscopiche un'apocalisse polare... forse
un po' come nei films di star wars. Anche la ketamina però
era molto presente... e dalle voci qualcuno è stato deportato
in ambulanza.
Purtroppo me ne sono dovuto andare al mattino presto mentre
la festa ha continuato fino al mattino seguente... lasciandomi il
ricordo di questo grande amore del party-
Cadavere
Dal newsgroup di Ordanomade > Torino 20/05/2000
Subject: Re: report da torino Ttf? fateci sapere
Date: Tue, 23 May 2000 16:19:08 GMT
Organization:.S.G. Gradiente Etico
Newsgroups: taz.ordanomade
References: 1 , 2
Confermo ke il posto era veramente bello... Un capannone già
demolito e a cielo aperto... Con le mura perimetrali ancora in
piedi ke isolavano dall'ambiente circostante... E delle casette ke
<g sembrava di essere in Grecia ma erano gli uffici interni intonaka-
N ti di bianco...
£ Molta gente, non tantissima, e atmosfera da teknival x la diposi-
* zione del s.system... Interessante la postazione x i live a centro-
& pista fatta in tubi innocenti... Con cavo volante aereo!!
S
1 X me la nota dolente è stata la musika... Si certo ho ballato
* ankio... Di notte faceva anke freskino se ti allontanavi dalle
| casse (non potentissime...) Però in questo caso a farmi ballare
| non è stata la musica... In generale un po' deludente...
® Il primo live era decisamente lento a tratti un po' commercia-
§ lotto... Poi ha suonato Chaos... Non sapevo se ridere 0 pian-
ai gere... Traccie vekkie mal combinate... Ogni tanto sembrava
^ ke scappasse un pattern di default della drum machine con
tracce funky ke andavano a velocità doppia! L'effetto te lo
lascio immaginare... Non capivo se lo facevano apposta (c'era
anke un altro ke suonava con Chaos) 0 se erano errori delle
makkine ormai vetuste... Solo con (credo ) Babylon Joke la
cassa si è fatta un po' potente e anke la pista ha preso +
vigore).
L'alba è stata molto bella e in conclusione io mi sono diverti-
to... (ce l'avevo immensa!!... La botta) ma la musica non è
stata all'altezza delle (mie) aspettative... Inoltre molto presto è
finito da bere con conseguenti problemi... Cmq sono andato
via dopo le 14.00 il sole quando usciva dalle nuvole pikkiava
+ della musica...
Alla prox, Stek
Dal newsgroup di Ordanomade > Torino 20/05/2000
Subject: Re: report da torino ???? fateci sapere
Date: Wed, 24 May 2000 13:12:28 +0200
Organization:
Newsgroups: taz.ordanomade
References: 1,2,3
Sono d'accordo con Stek sulla musica durante la notte, un po'
sconcertante :((. La mattina invece mi è piaciuta, ho apprezzato
la musica di Frikkio (credo si scriva così) degli Olstad, ma anche
degli altri due. L'impianto effettivamente era un po' deboluccio -
all'aperto si sente -, ma lo spazio mi piaceva proprio, raccolto e
insieme aperto, con i prati di sotto e i capannoni di sopra.
Quello che mi ha colpito di più - è la prima volta che andavo
ad un party a Torino - è stata la gente: bella gente! :)))
\ Era da circa un anno che per vari motivi frequentavo poco la
scena lì, e gli ultimi party seguiti a Bo (1,5/2 anni fa) erano un
po' impressionanti per le scene di distruzione umana che si
mostravano al mattino. Qui no, malgrado i consumi vari e
abbondanti ho avuto l'impressione di gente che è in grado di
regolarsi. Sono andato via verso le tre del pomeriggio e oltre
alla gente che ballava c'erano vari gruppi di persone che parla-
vano tra loro, comunicavano, si divertivano. Certo, qualcuno che
esagera c'è sempre, credo sia inevitabile, l'importante è però la
tendenza generale perché è quella che dà il tono al party. Ero lì
quando è venuta l'ambulanza, non credo che fosse un caso gra-
vissimo, tanto è vero che hanno cercato di intervenire lì, mentre
se le cose sono davvero serie trasportano subito all'ospedale.
Sembra che il malcapitato abbia bevuto troppa ketamina (per-
ché berla? ci sono modi più sicuri per assumerla ).
Ho finalmente conosciuto alcuni amici del ng, torinesi e mila-
nesi (spero capiti presto anche con i romani...., a proposito
Rent, scrivimi!). Un aneddoto: quando parlavo al telefono con
TknoGramo mi chiedevo, "ma come fa a parlare così a raffi-
ca?!?" e poi sornione: "Ma voglio vederlo al party alla dome-
nica mattina se è ancora in grado di parlare così...". Ebbene
sì: alla mattina parlava ancora a raffica e in modo sensato,
complimenti!
Al Livello 57 il 3 giugno suoneranno alcuni personaggi ben noti
del ng, da Torino e da Milano, se Davide Quirex si muove :))))),
postiamo presto il flyer,
ali the best,
paolo
Dal newsgroup di Ordanomade > Tekno Mobil Squad party >
Appennino Emiliano 27/05/2000
Subject: R: KiLL tHe cOps!!
Date: Mon, 29 May 2000 20:41:56 +0200
Organization:
Newsgroups: taz.ordanomade
References: 1 , 2
Posto veramente fantastico... grandi capannoni... poltrone e
divani....
grandi quantità di acqua Uliveto abbandonata... parecchia robet-
ta da sciacallare... impianto giusto... situazione veramente cari-
na... anche i cani allegri e mansueti... le droghe giuste e non
abusate ( apparte la tipa che dormiva nel mezzo della "pista" a
cui tutti rompevano ogni 5 minuti tentando di rianimarla!!).
Carabinieri, municipale e pompieri discretamente mansueti
anche loro, almeno fino alle 11, si limitavano a prendere i docu-
menti di chi usciva dai capannoni con la macchina, a controllare
le assicurazioni e a dispensare consigli di vita
ciao
Dal newsgroup di Ordanomade > Tekno Mobil Squad party >
Appennino Emiliano 27/05/2000
Subject: Tms report
Date: Mon, 29 May 2000 15:19:49 +0200
Organization:
Newsgroups: taz.ordanomade
Allora,
io sono finito per tutta una serie di contingenze e imprevisti
(l'MP infoline che stranamente taceva facendomi pensare che
avessero abbandonato e poi un appuntamento saltato) alla
bella festa di Tms fra i boschi e i prati in un luogo sperduto
nonché splendido dell'Appennino emiliano. Non c'era il numero
di persone dell'ultimo party a Pianoro, soprattutto la gente è
tutta arrivata tardi dopo le 2, me compreso, e poi continuata ad
arrivare fin oltre le 4, credo per l'oggettiva difficoltà di raggiun-
gere il posto. Comunque si era un bel po' e ci siamo divertiti.
Niente scene di degenerazione, come si dice tutti presi bene
dall'inizio alla fine.
Prato del sound system in leggera discesa con le casse +
i camion con i teloni colorati + il bar che disegnavano un semi-
cerchio,
quasi un tekno-teatro; luci semplici ma efficaci. Impianto ok,
anche se non da KernelAcid, postazione liveset davanti alle
casse, il tutto coperto da teloni anti-sole, dal quale Luciano
ci ha deliziato a più riprese con i suoi live. Bel tempo, anzi
avremmo preferito un po' più di nuvole. Sono andato via
verso le 8 della domenica, qualcuno c'era ancora; il padrone
del prato (tipo tranquillo) si è presentato a più riprese per
controllare la situazione, da ultimo si sono messi d'accordo
per 200 carte in cambio di niente denuncia e i ragazzi se ne
sono stati lì fino a lunedì mattina. Già dalla sera abbiamo
iniziato a pulire il posto. Sostanze di cui ho avvertito la pre-
senza: 007,mitzu, Euro, Tulipani di quelli tondi, Capsule,
Speed ok, poca Keta.... peccato per le due feste vicine in
contemporanea....
è tutto per ora
ciao,
0 DAn
fi
£
£ Dal newsgroup di Ordanomade > Firenze 27/05/2000
1 Subject: Firenze report
* Date: Tue, 30 May 2000 23:24:13 +0100
I Organization:
| Newsgroups: taz.ordanomade
«
§ Ancora un party all'osmannoro (OrsoMannaro!): è la seconda
| settimana che si parla di una festa bucolica intorno a Fi ma
g l'altra volta non l'hanno fetta (era a Bo) e stavolta, come al
^ solito, si è parlato tanto di campagna e poi si approda sempre
alla Casina rossa (chiunque abbia passato nottate in giro per
l'osmannoro a cercare feste sa bene a che mi riferisco)! alme-
no questa volta il posto era clean e non c'erano bidoni di
sostanze chimiche in ebollizione! Cmq lo squallore dell'allesti-
mento, secondo me, derivava dal fatto che sono arrivati lì
all'ultimo momento e non c'hanno avuto tempo di montare
nienfaltro che la luce solitaria e il bar (!) dove vendevano una
birrona CALDA veramente molesta: almeno acqua ne facevano
girare in abbondanza e non si formalizzavano tanto sui prezzi.
Musica bella, tanta cassa dritta e non esageratamente veloce,
un bel beat da tecno-polleggio. Anche la gente (pochina) era a
posto, tutti molto cordiali ed in effetti c'era qualche personaggio
un po' inusuale, anche se mi sono perso il prof, di arte... e per
fortuna anche degli "asciugoni" non ho avuto alcuna percezione;
cmq gente che ruba alle feste, da che mi ricordo, ce n'è sempre
stata (a volte anche quelli di certe tribe, si diceva) non che con-
divida minimamente la cosa, però non mi suona come una novi-
tà... certo che asciugare i ketaminosi è veramente una bastarda-
ta da gran pezzi di merda 8-(
that's ali folks
murpy
Dal newsgroup di Ordanomade > Roma 03/06/2000
Subject: M.I.N.I. - Report
Date: Mon, 05 Jun 2000 03:58:19 +0200
Organization:
Newsgroups: taz.ordanomade
roma
c'è la festa? si.
chi la fa? boh.
che si dice è tosta? non si sa.
(Inciso) }una festa al sabato può essere tosta?
forse no forse
si.
andiamo, sempre in ritardo partiamo alle tre e mezzo, dov'è?
verso latina, vicino un castello.
(Inciso) } un'altra festa sulla pontina? mah... speriamo
bene, che non sia uno dei soliti posti.
non non lo è. non so qual è ma non è. alè!
arriviamo che è quasi giorno: parcheggiamo un po' prima e ci
avviamo a piedi perché le ultime notizie danno comunque i blu
in avvicinamento, e infetti: all'imbocco della via d'accesso due
volanti e alcuni bluastri + un borghese piccolo piccolo che fa il
tranquillo, se vuoi entrare ti prendiamo i documenti, seeeeee...
ciao, c'è un pischello che è disperato: gli hanno rubato la mac-
china! torniamo un po' indietro e tagliamo per campi? per forza!
intanto lungo la ministatale immersa nel verde passano gli agri-
coltori incuriositi dal movimento, la giornata si preannuncia
radiosa, tagliamo per campi e rovi e in barba agli sbirri ci siamo:
location da p.a.u.r.a.: la cava è grossa e alta, conterrebbe
molti più dei 150 (?) assatanati che ci troviamo noi verso le
cinque, quando arriviamo, c'erano tutti: il camioncino blu e
giallo, quello bianco lungo col tendalino che non si tira fuori,
quello tutto giallo che c'è sempre e lo riconosci perché da
come è stuccata in nero la fiancata, sembra che gli abbiano
sparato col mitra, davvero!
poche paste, (perché è tardi? per via degli sbirri?) ma ochei per
la diethylammide.
saluto guenda che ha appeso uno stendardo muy tek alla cava
e quindi presumo si sia sbattuta (insieme ad altri).
non c'è quasi niente da bere: merda questo mi sta sul cazzo.
la musica è tosta, molto veloce e molto hard, effetto eco con la
cava making loop in your mind. non conosco chi miscela i
dischi ma forse è meglio così, (questo discorso potrebbe origi-
nare un suo thread: il dj della rava non dovrebbee essere quasi
anonimo? non dovrebbe stare (nascosto) dietro alle casse? gli
si deve dare tutta questa importanza? forse sbaglio...) sale la
temperatura e sale anche der saure e così si balla.
molto tempo dopo mi accorgo che comincia a fare davvero
caldo, hanno coperto le casse con i teli militari e tentano di
E
£
®
q
creare un po' d'ombra, santi perché è terribile, andiamo via? si
dai... salutiamo .
ritagliamo per campi, fattissimi... ehehe
ciaociaoblu!
bella fets. piccola ma bella!
(Inciso) }una festa a settimana è dura, è diffici-
le mantenere un livello di organizzazione abbastanza alto, è
quasi impossibile rimanere nell'ombra, forse non rientra nean-
che nella filosofia stessa della cosa, però questo tentativo non
è comunque indice di una vera scena? c'è una cifra di gente che
ama la tekno e che quindi cerca di ballare&organizzare. con più
o meno sapienza, è vero, però se la rischia con gli sbirri, e
comunque è un supporto, e comunque ci prova,
ciao
aldous
Dal newsgroup di Ordanomade > Militanz + Goa party > Bologna
03/06/2000
Subject: Militanz+Goa report
Date: Mon, 05 Jun 2000 15:46:23 +0200
Organization: Vineria il briaolucido
Newsgroups: taz.ordanomade
L'intenzione era quella di andare al Goa party che per me sareb-
be stato il primo sotto le stelle e nella natura.
Purtroppo causa ritardo al meeting point, informazioni sbagliate
e un'alta dose di sfiga ho vagato per ore fino alle 3,30 quando
sono approdato al rave tekno dei Militanz pochi chilometri più
su del Contact rytmik di tre settimane fa.
Rave "Piccolino" e spartano, non molta gente; terreno piano ma
sassoso e polveroso fra i cespugli; brutta la location che sem-
brava una cava abbandonata e quando alle 7,30 di mattina me
ne sono andato via con le informazioni giuste per il Goa il sole
iniziava già a picchiare. Ok la musica con una quarantina di
minuti di blocco totale del generatore (avevano messo benzina
invece che diesel o una cosa del genere), e massimo rispetto
per i ragazzi che si sono sbattuti ma, come si dice, non tutte le
ciambelle riescono col buco.
Alle 8 sono arrivato al Goa; una marea di gente in un mega
spiazzo fra gli alberi che sembrava una pineta o un campeggio
(anche per le tende piazzate di qua e di là).
Folta presenza di carabinieri e purtroppo a mezzogiorno e
mezzo, trallallà, finita la musica. Problemi con i cops, alcuni
sono stati identificati e più tardi gli hanno perquisito i furgoni.
Rnito il party sono rimasto ancora alcune ore perché comunque si
N stava bene, c'erano amici, un fiume a pochi metri dove abbiamo
£ fatto il bagno. Da ultimo la notizia che i carabinieri hanno fatto
^ fuori Lele e la sua ragazza (non mi ricordo il nome) che era Tar-
•S tista" della tribe quella che faceva i teloni e pensava alle sceno-
•e grafie; brutto ritorno, erano i primi goani avevo conosciuto, triste.
e Daniele
1
c
s
3
(0
2
e Dal newsgroup di Ordanomade > Street Rave > Bologna Maggio
| 2000
o
w
I COMUNICATO STAMPA PER LO STREET RAVE 2000
La data è fissata. 24 Giugno 2000. Una festa importante per
tutto il movimento antiproibizionista nazionale, la IV edizione del
più grande evento rave d'Italia. L'appuntamento è come sempre
al Livello 57, ore 16:00. Il tragitto al momento è ancora segreto.
Dopo aver conquistato i Giardini Margherita e Piazza Maggiore
nelle edizioni passate, lo Street Rave Parade 2000 non ha anco-
ra rivelato i suoi piani. L'appuntamento che l'anno scorso ha
portato a Bologna oltre 20.000 ravers da tutta Italia ed Europa,
è una manifestazione culturale di strada che avviene in altre
città come Berlino, Parigi e Zurigo.
20 trucks travestiti da carri allegorici, si spostano per le vie del
centro, richiamano la gente in un lungo serpente di danze e colo-
ri, inondando la città con musica di ogni genere: dalla techno al
reagge, dal rock alla samba, dalPhiphop all'ambient. Sopra i
camion, oltre 100 dj da tutta Italia, allestimenti video, performan-
ce, percussionisti, gruppi musicali, teatro di strada e sculture bio-
meccaniche che coinvolgeranno il pubblico fin dopo le luci dell'al-
ba. Non si paga nessun biglietto e non è richiesto alcun look par-
ticolare, ma solo >' una grande dose di energia positiva. L'iniziativa
ha lo scopo di manifestare contro ogni forma di proibizionismo.
La proibizione in discussione non è il semplice fatto che qual-
cuno si ostina a vietare la Cannabis o le altre sostanze, ma è
piuttosto il divieto più o meno invisibile di negale il diritto ad
un proprio percorso culturale, sociale, politico, comunicativo. La
sdctetà gtòbalé, non accetta l'esistenza delle comunità di per-
sone che possono determinarsi come soggetti attivi nella
costruzione della vita nel territorio, ma impone piuttosto, con
l'arroganza del potere economico, vincoli, norme, leggi, prodot-
ti, manipolazioni, burocrazie, oggetti, pensieri, semplificazioni,
fiction. La spaventosa macchina bellica delle multinazionali e
delle reti televisive, della farmaceutica e della tecnologia infor-
\ matica, delle automobili e dei cibi mutanti proibisce di fatto
l'accesso ai saperi e alle risorse che divengono sempre più
spesso proprietà personali di pochi e sconosciuti manager del
pianeta. Essi dirigono dagli uffici del primo mondo il lavoro che
si fa nel terzo per poi rivendere su scala mondiale il prodotto
ricavato. In questo spaventoso turbinio di cambiamenti la
Cannabis rappresenta per noi l'oggetto simbolo di una protesta
t che si trasforma ogni anno in una grande festa. Attraverso la
1 città, nelle strade, nelle piazze, nei parchi pubblici diremo no
\ ancora una volta ad ogni proibizione.
... Continua.
Livello57 Bo
Maggio 2000
Dal newsgroup di Ordanomade > Kamikaze + Kernel Panik +
Tekno Mobil Squad + ATK > Massa Mattana (PG) 17/06/2000
Subject: a man called hamburger
Date: Wed, 21 Jun 2000 12:07:36 +0200
Organization: Macellerie riunite Torazine
Newsgroups:taz.ordanomade
così mi chiamano da quando son tornato da massamannara.
posto da paura, un altopiano con vista per chilometriechilo-
metriechilom... cielo azzurro terso, sole splendente, valli
splendide, aria frizzante e vento tagliente, cazzo, tutta salute!
però, a giorno fatto (fatto... ah, ah) il sole batteva una cifra, e
il vento non me lo faceva sentire, risultato: ho la faccia cotta
come un hamburger, come una bistecca, come un involtino!!!
cazzo, sembro reduce da un incendio! la gente mi guarda e
inorridisce! ok, c'ho messo del mio addormentandomi al sole,
ma avevo il cappello in faccia e il cappuccio tirato su, ma la
parte di faccia che durante il giorno è rimasta scoperta, è
pronta per essere infilata in un panino e condita con le salse
di rito, per quel che riguarda la festa: strepitosa! location già
detto, musica notevole, l'alba gloriosa, la gente presa bene,
dispiace per i sound che non sono riusciti a salire, ma quelli
che c'erano hanno fatto ballare parecchio e bene, unico ram-
marico per il sole troppotroppo forte, per il resto, ho guada-
gnato in salute, sostanze: tres chic! empatia devastante! avrei
voluto ballare di più, ma ero troppo impegnato a baciare,
baciare, baciare, baciare... (non tutti, solo una persona, e
sono stato bene una cifra!) menzione d'onore: alle mucche
che ogni tanto venivano a salutarci.
BL
Dal newsgroup di Ordanomade > Kamikaze + Kernel Panik +
Tekno Mobil Squad + ATK > Massa Mattana (PG) 17/06/2000
Subject: Report intimista di una bella esperienza
Date: Wed, 21 Jun 2000 21:26:07 +0200
Organization:
Newsgroups: taz.ordanomade
Il viaggio.
Sono partito quando m'ero convinto che non sarei partito, por-
tato alla festa da avventurose circostanze assolutamente casuali.
A Massa Martana sono arrivato alle due. Al paese. La festa l'ho
trovata a mattina. Odissea di una notte fra viottoli sterrati, oscure
stradine di campagna, pianori sperduti in mezzo al nulla. In buona
compagnia. Molta gente ha vagato come me per tutta la notte.
Arrivati, mi sono separato dai miei compagni di viaggio. Loro
intrippati persi per boschi (dopo una giornata all'hacklt, una
notte di viaggio e con la prospettiva di dover guidare nemme-
no 12 ore dopo per 120 Km per me non sarebbe stato saluta-
re). Li ho ritrovati all'ora di andare, malfermi sulle gambe e
felici.
lo, per la prima volta in vita mia, ad una festa da solo. È stata
un'esperienza strana. Molto "libera"; senza un'ancora precisa
intorno a cui ruotare, il punto di riferimento su cui fare conto.
Una buona pasticca un po' morfinosa ha fatto il resto. Un viag-
gio introspettivo, tranquillo, in sintonia con lo spirito del luogo.
Quiete mentale dopo affanata snervante ricerca.
L'esperienza.
Ho passato un po' di tempo, per quanto me ne rimanesse, ad
osservare le cose del mondo, le persone e le situazioni.
Ho visto. Ho vissuto. Ho conosciuto.
Ho incontrato una pischella fiorentina. Bellissima persona.
Ascoltava i Kp stupita: mai sentiti prima. Era di Firenze, va ai
rave fra Toscana ed Emilia, per lei i più vicini, non era mai stata
a Roma. Il Kernel non sapeva esistesse.
Un altro spiegava che quei suoni fossero molto diversi da quelli
della "scena del nord-esf che io non ho idea di cosa sia e
come suoni. M'hanno fatto pensare.
Di quanto c'è di buono in questa musica, grande parte non l'ho
mai vista suonare. Acid Drop sono i primi che mi vengono in
mente. Del resto, non posso andare a Torino a ballare per una
sera. Troppo lontano, troppo costoso. Troppo per una sola notte.
Nella prospettiva di chi vive in periferia, Roma, Massa Martana
è un viaggio, Firenze un'avventura, Bologna una cosa da rac-
contare. Oltre, un suicidio.
Nel complesso, l'esperienza è stata positiva. Rispetto a Pari e
Bolsena non c'è confronto. Poca gente ma buona. Senza paragone
« il posto. Se questo poteva essere un banco di prova, è stato
N superato in pieno. Restano alcuni problemi come è naturale che
£ sia la prima volta. Magari, invece dell'infoline, sarebbe stato
^ meglio lasciare un po' di flayer con una cartina da qualche parte a
•i Massa Martana. Per inciso, anche se in perfetta buona fede, le
. c istruzioni dell'infoline erano sbagliate: seguendole si arrivava in un
e posto bellissimo (c'ho visto un'alba incantevole) solo su di un'altra
^ montagna. Qualcosa da mangiare non avrebbe guastato. A parte le
I svolte economiche (più soldi significano più possibilità di spesa
(0
S quindi una festa più bella) per ragioni pratiche. Il più vicino super-
se mercato era a 8 Km, chiuso perché Domenica. Quando ho aperto il
fj sacchetto dei biscotti, mi s'è formata la folla intorno.
8 Comunque è stato molto bello anche così.
8
c
c
Speriamo accada di nuovo.
Speriamo sia più grande e più bella. 0 forse più grande no.
Complimenti a chi ha trovato il posto,
bella a tutti
PS. Per kink e BL: ad ora di pranzo vi ho cercato. Non sono più
riuscito a capire dove foste. Mi dispiace, andando via, non essere
riuscito a salutarvi.
Aioe
Dal newsgroup di Ordanomade > Street Rave, Bologna
24/06/2000
Subject: Re: Mi sono persa la STREET 2000!!!!
Date: Sun, 25 Jun 2000 23:21:22 +0200
Organization: be free
Newsgroups: taz.ordanomade
References: 1
T'è andata molto male in effetti: sorry Street parade fantastica
per quanto mi riguarda... Mollato alle 10, so che al livello sono
andati avanti fino alle 5 del pomeriggio. Serata stupenda, musi-
ca notevole anche se per quel mi riguarda mancava un carro
tekno di vera buona qualità, però l'offerta di musica era molto
varia e c'era veramente di che sciallarsi. Tempo ok, good vibes.
Solo la testa un po' in confusione per la quantità di sound che
alle montagnole si sono raccolti... Credo di aver capito la dis-
posizione dei carri solo questa mattina. Inoltre uno straordina-
rio laser che disegnava mondi incredibili m'ha lasciato senza
fiato. Bologna ospitale, no casini nonostante avessi la sensa-
zione stesse venendo messa a ferro e a fuoco.
Bbella
Fra'TknGramo
Dal newsgroup di Ordanomade > Street Rave > Bologna
24/06/2000
Bella festa anche per me... anche se un po' sfigata specialmente
la notte alla montagnola dove ho perso tutti ed ho ri-trovato
pochi (ho perso anche la maglietta dei Wretched... li mort...)
Stesso discorso del Tkngramo per i sound e per il fatto che ho
avuto "l'intuizione" di come era fatta questa montagnola solo la
mattina mentre per certi versi i suoni che in parte si mescolava-
no e il girare intorno delle persone sempre diverse mi hanno
frammentato empatia e bellezza.
Comunque bellissima la sfilata danzante fra la gente stupita che
si chiedeva cos'era tutto quel casino e i poliziotti con le facce
impassibili che ci osservavano...
La Street va bene giusto una volta all'anno per far vedere ai
bastardi che comandano che ci siamo, in tanti, e intenzionati a
costruire la nostra vita!
ciao.
DAn.
0 Dal newsgroup di Ordanomade > Street Rave > Bologna
" 24/06/2000
^ Kazzo non c'era un carro hardtekno fino alle sei di mattina!! Ma
£ ke kazzo è sta storia? 0 per meglio dire, alle montagnole!! Perké
. c se non ho notato male, in testa alla Street c'era un carro con un
1 cerchio di fari colorati (in basso) ke sparava hardtekno (ke per
^ me è quella ke ascolto ormai da due anni, nei raves organizzati
| da gente tipo Animatek 0 TMS e simili!). Infatti non ho trovato
| praticamente nessuna persona ke vedo di solito ai parties, tran-
se ne sporadicamente in giro. In effetti non sono riuscito a divertir-
ai
g mi davvero, giravo come un pazzo, senza trovare il sound ke mi
§ piaceva e ciò mi ha fatto prende un po' male. Poi la mezza
g pasta (colombina) ke ho preso (non ho potuto fare di più perké
^ lune avevo il mio primo gg di lavoro) mi ha troncato le gambe
nel giro di due ore, mi sono addormentato sul prato per un ora
ed ho aspettato ke mi tornassero le forze. Non sono un saggio
raver? Alle sei ho ballato ancora, fino a ke i carri non si sono
spostati verso il livello. Devo purtroppo ammettere ke ormai
quel posto mi sembra stravissuto (da me) e non ci sto troppo
volentieri. Adoro troppo ballare in strada mentre tutti ci guarda-
no straniti 0 divertiti, e ogni volta mi sollazzo a prendere per
mano qualke tipa tirata a lucido che assiste sbalordita, per por-
tarla a ballare in mezzo alla folla danzante dei tekno ribelli, in
barba alle forze dell'ordine (ahahahaha ke buffa parola).
Davvero è un evento ke merita. Durante la mia prima edizione,
quella del '98, mi sembrava di essere uno dei bambini al segui-
to del pifferaio magico. Adesso dopo due anni di parties di tutti
i generi, mi sento a casa, nel mio mondo, con la mia gente e
tutto questo SENZA ASSUMERE NULLA. Infatti quando sono arri-
vato, ho aspettato tantissimo prima di modificare il mio stato di
coscienza. Mi sentivo così bene in strada ke davvero non avevo
bosogno di null'altro ( forse Tunica cosa ke mi mancava era una
donna, da baciare nei momenti più belli e con cui poter condivi-
dere quell'esperienza, ma kissà se esiste ???).
Arrivati alle montagnole, mi sono perso nelle musike senza tro-
vare la mia. Imperante la presenza dei carri hardcore (c'è ki dice
ke non vanno daccordo con la Street, ma per me ci poteva
essere anche il liscio, anzi meglio, ci sarebbe stata più gente) e
sopratutto di un carro speedcore, per me davvero imballabile.
Dai ragazzi, ma come fate così velocemente? Vado fuori tempo
dopo due secondi, non ce la faccio. 0 forse sono troppo abitua-
to e soddisfatto della danza ondeggiante dell'hardteknorave!!!
Cmq troppo bello davvero, assitere al tripudio della musica e
sopratutto della tekno in generale!!
Complimenti vivissimi a ki ha organizzato questa edizione!!!
Luther Blissett (maschio)
Dal newsgroup di Ordanomade > Teknival > località imprecisata
01/07/2000
Subject: Re: tek-report
Date: Wed, 05 Jul 2000 13:47:48 +0200
Organization:
Newsgroups: taz.ordanomade
References: 1
Sono arrivato lunedì a mezzanotte e sono tornato a casa intor-
no alle 6 di mattina di martedì. Non potevo mancare al mio primo
teknival, dal momento in cui si trovava ad appena 30 km di
distanza da casa!!!
Confermo la notizia che il posto era stato precedentemente uti-
lizzato per un Goa party. Alcune voci dicono che per questo
motivo ci sono sati alcuni scazzi tra chi aveva organizzato il Goa
e le tribes. Ma quello che penso è che siano state solo lamente-
le dei goani, senza che ci sia stato un vero "scontro".
Immersione sensoriale:
La sensazione provata all'arrivo può essere descritta come un
senso di pace (misto ad una personale esaltazione di poter
assistere per la prima volta ad un teknival), forse maggiore di
quella attesa. Immaginavo molte più tende. Invece ho trovato
una quantità di camion tutti ravvicinati che delimitavano il peri-
metro dell'accampamento.
Spesso mi capita di avere delle jllucina zjonj^che fiQtjejj^hiamare
"sovrapposizioni temporali": due luogh i appartenenti a due dif-
ferenti punti del tempo (e dello spazio) si frappongono in un"
mix. In questo caso Ini sono sentito in un accampamernto dei
r pionieri del far-west, mixato all'effetivo accampamento cybertri-
ber. Durata della visione: o.32sec.
Il primo soundsys, distante una quindicina di metri dalla via
d'entrata, era parecchio alto e pompava della hardtekno apprez-
zabile. Purtroppo non c'era nessuno che ballava, e devo ammet-
tere che un po' mi sono preoccupato. Procedendo all'interno
dell'accampamento noto con piacere che il secondo soundsys,
quello con i televisori, accoglie una moltitudine di persone che
danzano. Quantità persone stimate (on dance floor): circa 60.
Immersione sensoriale:
—Auto-attivazione del rilevatore
cyberferomonico— zzz..zzz..zzz..zzz..zzzzzzz Rapporto:
Quantità cybersex: notevole
Qualità cybersex: notevole
Presenza cybersex già incontrato: medio
Presenza cybersex mai incontrato: alto
Vorrei ringraziare il turbinio di persone che mi ha dato la possi-
bilità di scambiare sensualissime spinte.
—Attivazione audiosensoriale— zzz..zzz..zzz..zzz..zzzzzzz
Rapporto:
Qualità della musica (stimata su gradiente soggettivo): più che
ottimo.
Commento:
Una delle mie esperienze teknoacusitke migliori,
(non so se descriverla o meno, è comunque sottoposta al gra-
diente soggettivo). Molto rimbalzo della cassa (quasi mai cassa
dritta), piacevolissimi suoni hard-spiraloidi e trensoidi, buone e
persistenti "corali" (il suono di un motore in accelerazione si
avvicina a ciò che considero "corale").
PsicoAlterazione
categoria sostanza: Pasta
nome: Tulipano verde
quantità: 1
qualità: medio-alta quasi ottimo.
Commento: Ho rivissuto una delle mie prime esperienze, con
tanto di accelerazione-cognitiva, nella quale mi sono passate
davati tutte le possibili cause dei difetti del mio pc con tanto di
possibili tecniche di riparazione, il tutto mixato a sensazioni di
"distensione frattale" (frammentazione ed estensione dei sensi,
in più dimensioni colorate).
Attivissimo anche il senso di super-empatia e di ipergiustizia
(teoria del "mondo giusto": tutto è così poiché è giusto che sia
così ed in nessun altro modo potrebbe essere meglio). Nota par-
ticolare: minima traccia di down. Ho recuperto completamente
con un tempo di riposo di 6 ore.
Commento generale: fantastico, è stato troppo bello ballare nel
bosco qualcosa che non sia goa!!!!!
Ringrazio tutti gli stranieri che c'erano, spero di stringere con voi
nuove teknofratellanza (anche se non mi siete sembrati troppo
ben disposti). Ringrazio chiunque siano i responsabili del teknival.
Mi è dispiaciuto di essere tornato martedì sera e aver trovato
tutto spento!!!
Luther
Dal newsgroup di Ordanomade > FUCKPRIDE > Roma
08/07/2000
Subject:FUCKPRIDE
Date: Sun, 9 Jul 2000 23:23:23 +0200
Organization:
Newsgroups: taz.ordanomade
"It's better to suck'n'fuck untili your knees wobble then to
squander your youth on reformist politics".
Head magazine - sex issue
Questo è ciò che abbiamo fatto al world pride godere di noi
stessi, godere di tutti i corpi in rivolta in un unico afflato di
libertà promulgata dalle nostre casse, godere in un orgasmo
unico e coinvolgente di tutte le persone che si avvicinavano ci
sorridevano, ci baciavano e non ci mollavano più. Questo è ciò
che abbiamo fatto: esprimere la nostra azione direttamente sul
desiderio di diversificare, complessificare ed espandere il tema
della molteplicità, dell'alterità, dell'abbattimento del concetto di
minoranza e di tolleranza.
Era fondamentale agire portando un messaggio coinvolgente
che ir/rompesse nello scenario della processione di Lourdes ad
opera dei neo-partiti politici su base sessuale.
Anche a costo di sembrare autocelebratore voglio riaffermare
le ondate di coinvogente empatia e l'euforia emanata dal
nostro spezzone. Non è interessante di sicuro essere alla testa
0 alla coda di un corteo (basta con i cortei politici gerarchici e
identitari, le forme dell'agire vanno innovate), quanto coinvol-
gere migliaia di persone in un unico battito. Kernel Panik era
la pulsazione e i cuori battevano di contenuto. Il contenuto
era l'essere differenti, da chi elemosinava in ginocchio norma-
lizzazione, pietà, riconoscimento. Le nostre ginocchia tremano
per il piacere del succhiare e dello scopare senza genuflettersi
al parlamento, al governo ai suoi ministeri, alle sue istituzioni
e ai topi asessuati come Giuliano Amato, Rutelli etc etc...
Probabilmente Pecoraro Ascanio, per quanto nel suo ruolo da
ministro, avrebbe ballato con noi perché molto al di sopra delle
speculazioni politiche stesse sull'essere sessualmente altro da
definizioni sociali della sessualità che comunque non reggono
più, e ancora peggio vengono anche rivendicate nel fulcro del
cadavere politico.
"... DIRTY FUCKERS, BUT SOCIETY AIN'T GONNA SHIT ON US..."
Head magazine - sex issue
Abbiamo superato anche questa volta il punto di non ritorno,
spingendosi R, nei territori liberi dell'utopia fattasi realtà. Massimo
rispetto a tutte le persone che hanno portato luce e vita al nostro
"core" fino all'alba. Sogno di tutti i ravers romani era di fare una
storia al Circo Massimo. Sogno appagato dalla ricchezza di un ibri-
do polimorfo che bruciava di passione in 4/4 a 180 b.p.m.
Ha visto ballare il limbo in pieno dance floor improvvisato. Le
Tribe 8, uno dei gruppi lesbopunk più radicali di San Francisco,
ha ballato sulle casse per tutto il giorno e tutta la notte. È stato
un tripudio di abbracci multisessuati. Più si andava avanti e più
c'era afflusso. Ad un certo punto ci saranno state almeno 2000
persone solo intorno al nostro sound (e ce ne sono stati altri
tre che suonavano ad oltranza con noi radunandone 4-5000),
persone che al contrario di quanto dice Aioe, alle feste non si
sono mai viste poiché erano lì per il pride ed erano state pola-
rizzate dal magnetismo del momento. E di sicuro hanno vissuto
una emozione molto forte tanto da decidere di mandare a fare
in culo Tor di Valle*.
Ho visto lesbiche che calpestavano il separatismo mescolandosi
con il rumore sessuato, ho visto orsoni e leathermen che faceva-
no ballare le proprie pance e fruste travolti dalle cassone di guer-
ra di Peppe emanato da una potenza tellurica di 25 mila watts.
HARDTEKNO FOR HARDBEARS AND DIRTY BASTAR DS.
Ho incontrato gente che non vedevo da anni o che non ho mai
visto in assoluto. Cera la Shake con Gomma e Philopat, Rosie/Fika
Futura, Francesca da Rimini/V.S.N. Matrix, Smutt Mudged/Speed
Demon, Betty dello Squott, Strapper Wre-Kon dei Mutoids che ha
installato quell'ape bellissima sul sound di Ostia, ovviamente tutti
noi di Torazine e infinite altre persone a cui il sangue pulsa nelle
vene. Per non parlare della Roma che non conta, della Roma dell'i-
nopportunità che non vuole diventare opportuna. Di quella Roma
oltre frontiera, dispersa nello spazio e nel tempo di una quotidia-
nità aberrante. Impazzisco di piacere a pensare che 7 anni fa, le
stesse persone che l'altro ieri guidavano il sound di Spzk, disegna-
le vano svastiche sullo stesso Centro Sociale che ora gestiscono. E
N ieri ballavano con gente di tutti le forme e sessualità. Li ho lasciati
£ con dei sorrisi che arrivavano alla nuca.
^ Schegge impazzite di straordinaria ANORMALITÀ in un contesto
£ inaudito.
. c Gente che rubava le bandiere e i palloncini al Pride Village.
1 Colore dappertutto.
* Ballavano anche i cessi chimici.
| Silvia, una delle prime transessuali che ha dato vita agli
8 Stonwall Inn Riots del 1969 ha fatto l'intervento dal nostro
ss camion per esprimere il piacere nell'essere con noi e la rottura
§ rispetto alle pratiche lobbistiche omosessuali e alle costituzioni
8 dei partiti.
§ Ho ancora la schiena ustionata con due enormi incroci bianchi a
c
causa dell'hamais che ho indossato durante tutta la parade.
Felicissimo di incontrare le anime inquiete della nostra scena
tekno da tutta Italia e convogliarsi sotto le casse. WE DON'T
STAND ALONE. Ciò testimonia la ricchezza e la non separazione
delle scene quanto la messa in relazione concettuale e pragmati-
ca su valori di libertà e di conflitto non più inteso come contrasto
dialettico quanto produzione di spazi in cui respirare ed amarsi,
non espresso in una forma politicamente schematizzata quanto
libera di prendersi una strada e di fare festa, FESTA, FESTA.
Essere altro da sé è il vettore della ricerca. L'identità è una
montatura. ID. IS A HYPE
RITMI DI GUERRE ESTATICHE - AZIONE FUTURA PER UN LIBERO
PRESENTE
* 50 mila lire di sottoscrizione al Mario Mieli - per non parlare
della festa di giovedì - Claudio Coccoluto a 100 mila lire al Foro
Italico. Ovviamente sono consapevole anche del ritiro del patro-
cinio dei 350 milioni da parte di Rutelli. Ma ci sono modi e
modi di fare le cose. Sul discorso dei prezzi ho captato al pride
village risposte abominevoli che trasudavano una volgarità ed
un'ignoranza inaudita vedi: "NOI SIAMO IL MARIO MIELI, NON LA
FESTA DELL'UNITÀ...". Per altro io non ho visto molte differenze
tra l'omovillaggio e gli stands del pds poco più giù, a Caracalla.
Dal newsgroup di Ordanomade > KERNEL PRIDE > Roma
08/07/2000
Subject: KERNEL PRIDE
Date: Sun, 9 Jul 2000 17:38:29 +0200
Organization:
Newsgroups: taz.ordanomade
GRAZIE
Perdonate la banalità e la semplificazione ma, per una volta, in
tutti i "sensi", è stata la nostra realtà ad invadere magicamente
la loro e non la loro a soffocare la nostra
molta gioia dalle persone e dalla musica e dal sovvertimento
della strada in dance floor anarchico
ancora un enorme grazie a coloro che hanno sudato perché
questo fosse possibile
bella
hotchili
Dal newsgroup di Ordanomade > KERNELPRIDE > Roma
08/07/2000
Subject: PRIDEKERNELPRIDE
Date: Sun, 09 Jul 2000 19:41:31 +0200
Organization: .
Newsgroups: taz.ordanomade
... ancora sorrido dalla gioia,
veramente senza parole
una piccola love parade in un ambiente millenario
00 sensazioni senza tempo
N speranza di rivivere tutto questo
£ al più presto
5 grazie a tutto il KP
l
. c hi gntz
E
2
Ci
c
s
(0
1 Dal newsgroup di Ordanomade > Gay Prìde > Roma 08/07/2000
e
| Subject: Gay Pride
§ Date: Sun, 09 Jul 2000 21:48:53 +0200
§ Organization:
^ Newsgroups: taz.ordanomade
Siamo
Stati
Grandi
... in culo a chi ci vole male, a destra 0 a sinistra.
Dal newsgroup di Ordanomade > KERNEL PRIDE > Roma
08/07/2000
Subject: PRIDE KERNEL
Date: Mon, 10 Jul 2000 09:44:36 +0200
Organization: OMIKRON DESIGN LHIGTING FACTORY
Newsgroups: taz. ordanomade
Veramente entusiasmante
È stato qualcosa di meraviglioso, dopo quattro anni di lavoro,
con le associazioni e non solo, i risultati sono stati sicuramente al
di sopra di tutte le spettative, quando il Mario Mieli aveva propo-
sto all'arci gay e ai partiti il progetto world gay lesbian transgen-
der transex pride nessuno si era immaginato un risultato così
eclatante, a partire dalla delegittimazione, per chi ancora insisteva
e insiste, della chiesa cattolica come interlocutore sociale.
Quattro anni fa ero vice presidente dell'arci gay di Milano, e mi
ricordo la limitatezza del dibattito sul pride, e mai avremmo
pensato ad una apoteosi così alta decisa e incondizionata come
quella rappresentata dal carro del Forte.
Il Carro Kernel Forte Prenestino, è stato sicuramente il più coin-
volgente, e azzeccato, assieme a quello Spaziokamino, (compli-
menti ai romani, con un pizzico di invidia) è stato il punto più
alto del corteo, dove le rivendicazioni di libertà hanno saputo spa-
ziare a 360 gradi, senza barriere e fasci corporativi, ed è grazie
al fatto che la rivendicazione del pride si sia allargata ad altre
realtà, e che queste se ne siano fatte carico, che il risultato sia
stato superiore alle aspettative.
Non solo la musica era ovviamente la migliore, ma la gente, e
gli unici veri slogan di rivendicazione, protesta, urlati alla
città hanno reso il carro uno dei punti più significativi e
importanti della manifestazione, (dal carro abbiamo appreso
della morte del Papa per crepa cuore, e che morto un
Papa non se ne fa più).
L'unico rammarico è che il carro abbia potuto percorrere solo un
quarto del percorso, (Ostiense - inizio Circo Massimo), è manca-
to tutto il giro del Circo Massimo e del Colosseo.
Inutile dire che la nottata è stata fantastica, e che Tanno prossi-
mo si replica, si parla di Milano o Bologna per il pride italiano,
(e l'Australia per il 2° World Pride) ma è ancora tutto da decidere
il "manifesto" del carro portato da Headcleaner
il camion sarà composto dalla triplice formazione
Forte/Kernelpanik/Bradipomorph. 25K di rumore puro, pornostereo
o ed oltraggio al silenzio sessuale e alle pratiche di normalizzazione
w ad opera dei fautori del World Pride. Corpi liberi che autogestisco-
£ no le loro sessualità superando in un unico orgasmo, le banalità
* e le squallide rivendicazioni ipocrite-ideologiche del Mario Mieli.
£ Portate i vostri desideri fatti corpi - la mente sarà unica/critica; e
. c di sicuro non espressa in una minoranza silenziosa.
e Ricordiamo a tutti i possibili avventori che qui non c'è nessuno
^ che crede nello stato e nella sua autorità.
c
2
| CORPI>CHE>PRODUCONO>ORGASMI>CHE>PRODUCONO>CONFLITTI
«
®
8 È stato realizzato nel migliore dei modi ed è anche il punto per
g aumentare il livello dell'iniziativa e della rivendicazione, sia nel
E
merito dei programmi che nel metodo di divulgarli.
FANTASTICI
Dal newsgroup di Ordanomade > WORLD PRIDE > Roma
08/07/2000
Subject: l'occasione fa l'orgoglio
Date: Mon, 10 )ul 2000 12:48:56 +0200
Organization:
Newsgroups: taz. ordanomade
premetto somma felicità per una giornata divertente e una festa,
perché era una festa, una volta tanto dentro la città, e felicità
per il kernel che se non ci fosse sarebbe un macello e per tutti
quelli che ci stanno dentro che gli voglio un bene tale che tanto
lo sanno quanto è grande, loved out ho passato un paio di
giorni e ancora gemo di piacere, che altro dire?
una considerazione sul msg di aioe: noi non eravamo il gay pride,
eravamo il pride e basta, perché discutere di identità sessuali mi
pare noioso, prendermi una giornata in un posto che ci è negato
sempre no. che fossimo isolati era vero fino a un certo punto, a
me la vetrina istituzionale su cui fare passerella dopo francescato-
bertinotti-veltroni-prete illuminato non interessava, chi voleva veni-
re a trovarci poteva farlo, se le tv o i fotografi ci hanno ripreso
mentre ballavamo, scopavamo o ci calavamo non mi pare grave,
tanto noi per loro siamo quelli che ballano, scopano (strano) e si
calano e mi pare pure corretto (almeno per me), voglio dire, anche
se avessimo fatto qualcosa di diverso, questa sarebbe l'immagine
che di noi sarebbe passata sui media, così come se facciamo
autodifesa siamo terroristi, se facciamo resistenza passiva picchia-
tori eccetera. Insomma (sono al lavoro e mi hanno interrotto per
un'oretta, adesso devo riprendere il filo), ci siamo presi una gior-
nata nel centro della città e durante un gay pride che, nella sua
parte principale e istituzionale, era una tristissima processione reli-
gioso/politica, silenziosa, priva d'allegria, che comunicava solo la
voglia di convincere la "società" (alla quale, lungo il corteo molti
chiedevano d'essere ammessi anche se gay/lesbo/omo/trans ecc.).
che chi sfilava non era pericoloso, non inculava i bambini, non era
un untore dell'Aids, e stata una festa e le feste possono essere
rivoluzionarie (fatte salve tutte le solite considerazioni sui fattoni, i
violenti, gli scemi eccetera), dallo spezzone nel quale eravamo par-
tivano messaggi fatti di parole e di gesti, di modi di essere e di
gioia, e questo, attualmente, mi pare abbastanza.
la rivoluzione proletaria o sarà una festa o non sarà (e alle feste
si balla e ci si cala pure).
BL
ps: Gramo! la prossima volta vedrò di essere meno "occupato"!
Stek, saluti!
a tutti, un abbraccio, a Kernel, baci a manetta!
Dal newsgroup di Ordanomade > WORLD PRIDE > Roma
08/07/2000
Subject: WORLDPRIDE
Date: Sun, 9 Jul 2000 17:38:29 +0200
n Organization:
w Newsgroups: taz.ordanomade
f
* Il momento più caldo degli ultimi anni, una cavalcata lunga
i£ tutta la notte sopra la città squallida di routine, una legione di
. c spiriti svincolati che cavalcava come l'apocalisse sopra la Roma
e millenaria fatta di storie infinite.
^ L'evento è stato di un'enormità epocale congiungendo sogni
| desideri e manifestazioni di molti e di molti tempi. Preziosi
S frammenti di visione svincolati dalle coordinate dello spazio
€ quotidiano.
Si
5
§ Alla prossima già presente
8
c
c
baci candidi
Dal newsgroup di Ordanomade > WORLDPRIDE > Roma
08/07/2000
Subject: Ostia Rioters
Date: Fri, 7 )ul 2000 11:50:45 +0200
Organization:
Newsgroups: taz.ordanomade
Vorrei spezzare una lancia in favore degli Ostia Rioters, di cui,
relativamente alla Street-parade e successiva stand-parade, non
si parla o, al massimo, si mormora sottovoce.
I ragazzi di Ostia hanno portato un bel carro (l'insetto dei
Mutoid), e un'amplificazione niente male. I music-makers erano
motivati e la 505 rendeva tutto più mistico.
Purtroppo, causa problemi tecnici, non si è potuta utilizzare l'in-
tera potenza sonora, ma sicuramente la qualità della performan-
ce era decisamente più alta rispetto a quella dei KP.
Aphex Twin (di cui anche la Pirelli!!!), Speedy J (la meravigliosa
Pullover) e tanti altri pezzi noti e meno noti, tra cui anche qual-
che pezzo dei DaftPunk, hanno animato una serata a cui manca-
va solo il volume sonoro: Pullover era coperta dal Renato Zero
del carro confinante (che scandalo!!!!).
Senza nulla togliere al divertimento kerneliano, di cui ho piace-
volmente usufruito per un paio d'ore notturne, faccio volentieri i
complimenti alla vecchia guardia tekno di Spaziokamino, sempre
presente nelle occasioni importanti (remember Plastik..).
LUNGA VITA ALLO SPAZIOKAMINO!!!!
Dal newsgroup di Ordanomade > KERNELPRIDE > Roma
08/07/2000
Subject: KERNEL PRIDE
Date: Sun, 9 Jul 2000 23:23:23 +0200
Organization:
Newsgroups: taz.ordanomade
La festa non è un atto meno politico, meno rivoluzionario.
Non esiste un'estetica separata da un'etica e da una politica
ma tutto alla fine è estetica, etica, politica.
Ogni gesto parla di ciò che per ognuno è bello e giusto.
Le manifestazioni degli anni 'óo-'zo o quelle precedenti degli
operai socialisti erano anche espressione di un modo di essere
uomini-donne (più uomini che donne... guarda caso...) oltreché
di rivendicazioni.
Noi oggi siamo oltre.
Questo non significa essere meno analitici, essere meno pene-
tranti, tutt'altro.
Il gaypride, tristezze istituzionali a parte, è stato un'esplosione
di vita, una festa appunto.
È la vita che è rivoluzionaria in se stessa, che è contagiosa.
La vita è la prima rivendicazione;
"Questo è il mio corpo".
Non hai sentito Juannes Paulus??
Avrebbe potuto stare zitto invece ha parlato, ha parlato... affron-
to al Giubileo... cosa volevi di più?
un grande abbraccio a tutti,
Daniele
PS: KernelForteBradipo i n c r e d i b i l e!!!
Dal newsgroup di Ordanomade > Pistoia 15/07/2000
Subject: Re: Pistoia: "inna jungle da vida"
Date: Tue, 18 )ul 2000 18:27:28 +0200
Organization: .
Newsgroups: taz. ordanomade
References: 1
Vi racconto il mio divertente party.
Tutto è iniziato venerdì mattina quando mi sono svegliato gonfissi-
mo sulla fronte sul sopracciglio e occhio destro: cazzo! Sembravo
un pugile suonato, impresentabile! Inizio quindi una terapia d'urto
a base di cale di pasticche di antibiotico a largo spettro e cortiso-
ne tanto che il sabato sera sebbene un po' tumefatto sono bello
che informa obiettivo festa! Ma quale festa? Tekno sotto casa o
Goa a Bologna dove c'era un piccolo dolce fiore dall'aria pensosa
e distaccata che mi aspettava. Problems. Ore 22,30 un po' stanco,
tempo di merda-tutto il giorno che piove, infoline del Goa stacca-
ta, infoline Animatek che risponde, ok ho le indicazioni-Fucecchio-
20 minuti da Casina, mi butto un po' sul letto, mi sveglio alle 2
fresco fresco, - ei Daniele dove vai? quando torni? - oh mam-
maaa!! tu lo sai è un rave! torno quando torno!
Ore 3,20 sono/siamo (una bella fila di macchine!) in loco:
posteggiamo in un bar-campo da tennis-maneggio con tanto
di cavalli (la ketamina invece l'avevamo noi! ssss... ironia fin
troppo scontata...), posteggio sbagliato, si sente la musica ma
si vaga al buio nel bosco per un buon 25 minuti, massaggio
sadico a base di rovi e ortiche sulle mie gambe scoperte, chi
propone insani sentieri suicidi nel bosco, chi si improvvisa
boy-scout, alla fine salta di qui salta di là, l'urlo di gioia,
eccocci! Taradanidum dum!! L'ha detto Rent, non moltissima
gente, nemmeno poca ma grande movimento, e subito grande
feeling, vedo un po' la situazione, saluti, chat-chat, e sono già
le 8 di mattina. Vago un'ora con la luce per ritrovare la mac-
china, faccio quattro chiacchere divertenti con due simpatici
caramba fucecchiesi che mi avevano intercettato sulla strada e
che non capivano bene cosa stesse succedendo ("senti capo,
vieni qua... spiegaci un po'..." la domanda più clamorosa,
giuro!:"ma che c'avete degli stereo?" certo che se anche
Fucecchio non è Bologna 0 Roma un carabiniere è sempre un
carabiniere...) ... grazie a Davide qui presente che mi ha dato
l'indicazione giusta per ritrovare la macchina... si vede la dif-
ferenza tra raver e raver navigato con spiccato senso dell'o-
rientamento... Ore 9 decido di assumere la sostanza sacra
mdma; prodromo nel pomeriggio di sabato "ciao Andrea... Ei
Dan, ma che vai a un rave??... sono sotto antibiotico... con-
troindicazioni, nessuna interazione con il citocromo px?... nes-
suna... tutto ok... bene!"... pochi minuti dopo ti incontro il
Tkngramo che dubito sia poco d'accordo con Victim sulla mia
"presenza"... figurarsi che ho rilasciato a distanza di 15 giorni
dal teknival padovano le chiavi di macchina dentro la macchi-
na chiusa (... ma Rent... è un virus del newgroup?...)... grazie
TknG ancora per il supporto nel peek di stato extatico! Bello
conoscere il "tranquillissimo- Victim. Divertentissimo lo sbrago
totale nel castello gonfiabile che avevano montato i S.c nel
pomeriggio (mi ricordo di averlo visto precedentemente in un
qualche foto report...). Ad un certo punto poi sono arrivati
due e (come si potrebbe dire emmm...) hanno iniziato a sco-
pare lei sopra-lui sotto tra un inglese che sghignazzava men-
tre i suoi due ragazzetti di 4 anni (nina e....) saltavano dap-
pertutto e ogni tanto piombavano addosso ai tipi, io e qual-
* cun'altro che faceva finta di niente e chi (607 ragazze/i... più
N ragazze in verità) guardava fra lo stupito e il divertito/scanda-
li lizzato e si dicevano "Ma... Ma... Ma..." tra l'altro nel castello
* ogni minimo movimento si propagava dappertutto così senti-
li: vamo ogni accelerazione/rallentamento in un va e vieni ine-
. c quivocabile... ad un certo punto... per qualche motivo... la
1 tipa ha interrotto... poi dopo poco sono tornati all'assalto ma
^ a quel punto c'è stato un quasi coro semi-sdegnato-forse un
| po' ironico ma serio da parte delle ragazze/i di cui sopra...
« "Hoooo ora basta!".... e unA (lei invece seria) "ci sono anche
E dei bambini!". Premesso che il tutto secondo me era "discre-
§ to" e non si vedeva niente e che i bambini giocavano tra loro
8 e che pure il padre era lì indifferente e varie altre considera-
li zioni da free-spirit, sono quindi intervenuto con una frase del
^ tipo "ma che ve ne frega"... e quella a me "ecco! sempre il
solito..." ... ora che ci ripenso... "il solito che?"... (la tipa tra
l'altro era un'amica del TknGramo... prima mi aveva chiesto di
te... non è che ti sei perso qualcosa?... comunque tutta la mia
solidarietà ai due per la malevola interruzione...) Sono venuto
via la mattina del lunedì... c'era ancora un po' di gente...
anche se iniziava la smobilitazione più grossa-
La notte della domenica l'unico liveset ha spaccato (forse non
era perfetto-ogni tanto magari c'era qualche intervento fuori
tempo 0 che non ci stava un granché... ma mi piacevano i
suoni.... e mi ha fatto ballare)... comunque tutto molto meglio
che a Padova... il luogo poi non si discute nemmeno...
e contento che non hanno scelto di fare il rave
all'interno dell'accampamento del blues-
grande festa!!
ciao a tutti
DAn
Dal newsgroup di Ordanomade > Pistoia 15/07/2000
Subject: R: Pistoia: "inna jungle da vida"
Date: Wed, 19 Jul 2000 13:30:35 +0200
Organization:
Newsgroups: taz.ordanomade
References: 1 , 2
Ahahaha, anch'io ho avuto un incontro ravvicinato con 2 carabi-
nieri in quello che, stando alle tue descrizioni, dovrebbe essere lo
stesso parcheggio! Probabilmente anche i 2 sbirri erano gli stessi
visto che non brillavano particolarmente per intelligenza ed infor-
mazione, tutto sommato il loro è un paesino di 500 abitanti...
Insomma ci hanno beccati mentre eravamo fermi nel parcheggio
a mettere un po' di acqua nel radiatore, ci hanno chiesto i docu-
menti e quando hanno visto che arrivavamo da Milano ci hanno
chiesto come facevamo a sapere di questa cosa, chi aveva orga-
nizzato, a che ora avevano montato l'impianto e se si pagava ad
entrare. Dopo quest'ultima domanda ci siamo messi a ridere ed
ho chiesto loro se quelli della festa avevano già recintato il
bosco ma uno di loro mi ha risposto, serio, "no". Poi hanno dato
un'occhiata al furgone e si sono messi a farsi i fatti loro.
Per il resto tutto tranquillo a parte il fatto che siamo arrivati tar-
dissimo, reduci da una serata delirante a Bologna da Luciano
TMS a base di fiumi di superskunk, charas e discorsi sull'imbal-
samazione/conservazione/lavorazione di resti umani da parte di
tribù remote.
Siamo arrivati nella giungla quasi al mattino. Gli anni scorsi ho
provato di tutto per raggiungere i luoghi imboscati delle feste
estive all'aperto, guadi di torrenti, ponti tibetani, free climbing,
lotte con popolazioni indigene ma quest'anno ci siamo distinti
per una sfiga suprema in quanto dopo un po' di girovagare
nella giungla scivolosa ed impantanata un caravan davanti a
noi si infossa e si blocca di traverso sulla strada già strettissi-
ma, sterrata, buia e piena di buche. Un'oretta di tentativi per
tirarlo fuori ma niente da fare, abbandoniamo lì il poveraccio e
tento un centinaio di metri in retromarcia psichedelica al limi-
te, almeno riesco a trovare un punto abbastanza largo per
girarmi. Ma la sfiga, nonostante il buio, ci vede benissimo ed
appena girati arriva davanti a noi un altro furgone che si gira,
00 ricomincia la salita ed ovviamente si blocca nel fango! Porca
w puttana, ancora più di un'ora di tentativi per tirarlo fuori ma è
£ inutile, intanto il sole è già alto, la musica è sempre vicina ma
* non capiamo da che cazzo di parte arriva, siamo spaccati.
£ Riusciamo infine a spostare il furgone cadaverico che non si
•e muoveva di un centimetro, così almeno passiamo noi. Prendo
1 tutta la rincorsa possibile, parto in prima e faccio tutta la sali-
^ ta con l'acceleratore a chiodo, il motore fuma ma arriviamo in
| cima e finalmente riusciamo a raggiungere 'sto posto maledet-
ti to. Il resto è già nelle righe di questo NG. Concordo sulla
«o musica che non ha entusiasmato particolarmente. C'è stato
g però un momento di incredibile ultracore industriai meccanica
8 nel sound system di Oxide al mattino di lunedì che ci ha
§ lasciati a bocca aperta, un attacco a 230 BPM con suoni cyber
Io-fi tipo colonna sonora di "godzilla contro il mostro del
lago", puro stile epiteth per gli amanti del genere, neanch'io di
solito ascolto queste cose ma in certe condizioni ci sta proprio
dentro, ti aliena completamente.
Dal newsgroup di Ordanomade > Kernel Panik party > Tivoli
(RM) 22/07/2000
Subject: Re: TIVOLI KERNELPARTY report
Date: Mon, 24 )ul 2000 19:02:09 +0200
Organization:
Newsgroups: taz.ordanomade
References: 1
... lucidissimi e limpidissimi come l'acqua pura fino a casa di
gntz... dopodicché non s'è capito più un cazzo... tra vinello, (in-
guine al nero di seppia, fegatino da paura e THC che non ti
dico, sono giunte le 2... circa.
La direzione verso la zona temp. autonoma... grazie alle
sapienti info di gntz... ha avuto qualche inconveniente, ma
niente di allarmante... con una manciata di minuti di ritardo
sulla tab. di marcia troviamo il possente serpentone di elet-
troni... notiamo in lontananza le luci del nucleo... non poteva-
mo che essere sulla giusta via... parcheggio al volo e direzio-
ne verso l'involucro del Kernel.
... prima botta di speed come aperitivo... si entra nel nocciolo
coreografia da paura! tutto fatto veramente e rigorosamente con
le mani, dal sound in vinile fino fino alla potenza più dura e
persistente dei 20.000W che rimbombavano nelle pareti della
cava... fino dentro al cuore... entrando a tratti in perfetto sincro-
nismo con esso... si entra... "mentalmente" dentro, paste
speed... speed paste...
io credo che il resto sia difficile da raccontare... a parte un
inconveniente... mi è entrata la donna in panik... i suoi battiti
ad occhio arrivavano a 160-170 bpm il Kernel per lei è stato
travolgente, veniva letteralmente smontata dal sound, appena
entrava con la mente nel nucleo, il suo coorpo iniziava a vibrare
tanto da essere ferma... comunque tutto ok... dopo svariate
canne è riuscita a tranquillizarsi...
a parte la sbirraglia alla fine ho avuto dei simpatici episodi tra cui
quello di un tizio sicuramente appena sveglio che si ferma con la
bicicletta è chiede cosa sia successo... abbiamo risposto che il
Kernel era attivo!!,
ma soprattutto il fatto di aver conosciuto revers che apparten-
gono al taz anche se ricordo vagamente i loro volti ho senti-
to la loro energia... che basta.
Il ritorno "Roma to Trento" inizia alle 23:00 del giorno successi-
vo a casa di gntz... fino a quando l'anfetamina scorreva ancora,
e stato ok... successivamente in autogrill 4 ore di sonno più
totale ha avvolto
le nostre menti. ..[...]
ore 10:00 arrivo!!
alla prossima
lisbo
Dal newsgroup di Ordanomade > Kernel Panik party > Tivoli
(RM) 22/07/2000
Subject: Marcellina report
Date: Mon, 24 Jul 2000 16:54:00 +0200
Organization:
Newsgroups: taz.ordanomade
report di sabato, posto eccezionale, molto bello davvero, la
cava è sempre affascinante, budella di roccia all'aria, una grotta
gelida con dentro una strobo solitaria (che artisti *sti kemelisti!).
strutture industriali abbandonate (capannoncini) che facevano
da cubo per cubisti, location del sound system (oh yeah) deci-
samente stilosa: parete di roccia verticale con incrostazioni di
manufatti in cemento, splendido scorcio
di casse, finali, decks eccetera, arrivo di notte (pure facile) con
a darmi il benvenuto una piramide tronca di roccia e, subito
dopo, mega cattedrale di cemento che torreggiava sulla macchi-
nina e, dietro, l'incavo della valle dove pulsava una strobo nel
buio grasso della notte montagna-campagnolesca. sullo spiazzo
davanti alla location, due pile gigantesche di sale che invece
erano di ghiaia, entrati, camouflage teso e luci
colorate a alzo zero, musica: tanto per cambiare, e il cambia-
mento m'è piaciuto, drum'n'bass di m e terrortek di p, non dep,
che invece è arrivato tempestoso per accompagnarci verso l'alba
e, lì giunti, infine spaccarci le ossa, sezione buffet: tres chic! per
quel che m'ha riguardato, due capsuloni di cristalli e un tulipano
fresco fresco m'hanno sufficientemente ed empaticamente sdeg-
nato, tanto empaticamente
che non ho potuto fare a meno (fomentato anche da rotamas, o
forse no?) di telefonare a okapi (ah, erano le 5 e 38, non le
6...). per fare quattro chiacchiere e dirgli che stavo 4 na favola. In
fondo l'ha presa bene... viste un sacco di persone che bazzica-
no da queste parti (kristiano - bravi ragazzi, bravi a trovare il
posto e ripulirlo! - , un inedito lisbona da trento, mi pare, il
vecchio amico ginetorz, aioe, e naturlicht kink, headcleaner et
cetera). verso metà mattina la visita di tre signori con le strisce
rosse sui pantaloni
che però, almeno per quel che ne so, non hanno cacato il cazzo
(spero non abbiano fatto partacce più tardi), gente non ce n'era
poi molta, penso un migliaio nel momento di massima, facce
nuove? qualcuna.
molti pischelli, m'è parso (ma tanto, a 56 anni suonati, so' tutti
pischelli per me, ah!), verso mezzogiorno, effetto massamartana:
è arrivato il sole e, memore dell'hamburger che m'ero ritrovato
in faccia l'altra volta, mi sono cacato sotto e sono corso a rifu-
giarmi all'ombra (e poi ero pure un po' stanchino), qui, effetto
blob: il sole ci inseguiva, costringendoci ad ammassarci nella
fetta d'ombra che diventava sempre
più sottile, sembravamo pecore spaurite: io, il più spaurito di
tutti, verso mezzogiorno, col fido rotamas, ho accannato e me
ne sono tornato a roma, per distinguerci, abbiamo deciso di
passare per l'abruzzo, invece di fare la strada più banalmente
breve: è stata la cazzo di odissea di due strafatti, che alla fine
se vedevo UN altro albero, UN altro trattore, UN altro ciclista,
sbroccavo. arrivato a roma termini, andare a fare spesa al drug-
store della stazione è stato un sollievo (i giornali, la coca light,
gli yogurtini, il cemento, la plastica... ahh, che meraviglia!),
per molta gente della scena romana è stato emozionante trovarsi
dalle parti della famosa tre giorni di cui si parlò tempo fa nel ng.
proprio da quel messaggio, è partito l'appello ai ragazzi della
zona per trovare una location, viaggiando lungo la tiburtina, poi,
ho visto posti dove sono state fatte un'infinità di feste: oh, me
le ricordavo TUTTE (tutte?), e poi dicono che la droga....
vabbé, la chiusura della stagione per roma, credo, e una bella
festa, però non ho vibrato come altre volte, nonostante l'indub-
bia qualità e potenza delle sostanze, baci a tutti, soprattutto
alla famiglia kernel e ai suoi pupi.
momenti degni di nota: il candido che cercava di staccare un
cartello dalla roccia, in piedi su piano di cemento, e non
riuscendo a farlo suo, prendeva a odiarlo con tutto se stesso,
preoccupazione diffusa, ma tutto è finito bene, una pischellina-
ina biondina e sottilina strafatta di ketamina che mi faceva
una tenerezza, ma una tenerezza: nuotava in una gelatina di
mondi, pare che non stesse male, ma certo stava sotto un
treno chimico.
BL
Dal newsgroup di Ordanomade > Kernel Panik party > Tivoli
(RM) 22/07/2000
Subject: Re: Marcellina report
Date: Mon, 24 Jul 2000 18:52:58 +0200
Organization: The Club of Smokers
Newsgroups:taz. ordanomade
References: 1
si, in effetti ci siamo fatti quasi tutto venerdì a ripulire il posto
da merde secche di vacche (cazzo, ne avremo tolte un 200, era
tappezzato, alla fine le tiravamo come freesbee) e da fratte, ma
alla fine ne è valsa la pena!!
allora, per prima cosa un grandissimo grazie da parte mia e da
tutti i ragazzi di marcellina che sono venuti al party a tutto il
gruppo dei kernel panik, i quali sono stati veramente eccezio-
nali; i ragazzi qui al paese non fanno altro che parlare della
festa e sono tutti contentissimi di quello che è stato sabato
notte anche perché quella cava che di solito è piena di fanta-
smi, di ombre, di rumori provenienti da non si sa dove, di
pecore e di vacche, sabato notte è esplosa e ci ha regalato
tutta la sua magia; da 2 giorni fa in poi qui al paese la vedre-
mo tutti in modo diverso, e quando la guarderemo avremo una
notte magica da ricordare; un altro posto strappato alla propria
desolazione che sarà riempito da oggi in poi con i nostri ricordi
di questo fine settimana, mi sono troppo divertito, mi sono
spaccato come mai in vita mia forse anche perché sapevo che
avevo casa a circa 2 km dalla festa, chicchetta iniziale (i cellu-
lari, mai visti prima, abbastanza buoni) poi grammo di speed,
poi altro grammo di speed, il tutto condito da vino (ne addia-
mo portati 15 litri, ne avrò bevuti un paio), birra e fumo (ave-
vamo preso per l'occasione il mezzetto e ce lo siamo fumato
quasi tutto!!!), un ringraziamento anche al tranquillissimo e
sempre sorridente ginetorz il quale mi ha fatto conoscere un
po' di gente del newsgroup, almeno adesso ho dato un po di
volti ai nick che postano: il grande (in tutti i sensi)
Headcleaner, il quale mi ha spiegato l'importanza del posto in
cui si suona, baby lonbitch che mi ha raccontato la sua paura
di ustionarsi nuovamente (eheheh in effetti ti ho visto bello
chiaro di carnagione e poi con il capello che hai mi immagino
che come ti possa ridurre il sole) dopo massamartana, e il
nuovo (per quanto riguarda questo news) buskills; kink l'ho
conosciuta solamente di vista, indicatami da ginetorz, mentre
aioe non siamo riusciti a trovarlo, ah, naturalmente altra perso-
na persona del news incontrata è rent anche lui tranquillissimo,
il quale mi è stato indicato dalla simpaticissima kristina dei kp,
l'unico ad essere + 0 - come l'immaginavo.
Tunica cosa che mi ha fatto rodere un po' il culo sono stati i cani,
c'era un alano che toglieva i cappelli alla gente e naturalmente si è
avventato sia contro di me (la mattina le comiche!!!! Il cane che
scappava con il mio cappello in bocca e io che gli correvo
appresso cercando di riprenderlo) sia contro un mio amico al
quale ha mezzo morso ad una mano,
per il resto tutto fantastico
grazie ancora ai KP anche per aver ripulito il posto, pensavamo che
stamattina ci sarebbe toccato pulire tutta la zona invece abbiamo
trovato l'immondizia bella che impachettata
alla prox
kristiano & i ragazzi di Marcellina
Dal newsgroup di Ordanomade > Kernel Panik party > Tivoli
(RM) 22/07/2000
Subject: Grazieeeee a tè
Date: Mon, 24 Jul 2000 23:18:54 +0200
Organization: .
Newsgroups: taz.ordanomade
Non l'ho mai fatto, un report, ma questa volta voglio provare...
Dell'arrivo di Lisbona da quel di Trento saprete già, e quindi anche
della cena e del viaggio che ci ha portato là dove era giusto
essere la notte di sabato Lisbona dimentica di ricordare i
nostri due cari altri amici motobikers, che da Roma, con un for-
midabile coraggio, più che altro per il giorno dopo, hanno deci-
so/dovuto venire in moto... l'arrivo è stato tranquillo, abbastan-
za veloce, anche perché quei posti si erano già visti, tempo fa...
infatti questo party è stato un tuffo nel passato, non tanto leg-
gerino poi, sembrava di essere tornati indietro di 5 anni que-
sta volta, però, la situazione dava più del minerario... già in
questo si notava la differenza dal passato, ancora compresso
nella sua dimensione bucolica, ma indicativo di una realtà che
si sarebbe sviluppata, fino a oggi...
Attraversato il paese, cominciamo a chiederci, freneticamente,
dov'è, dove sta? La risposta viene dall'alto, vediamo le luci che
proiettano razzi lucidi e veloci verso l'alto... il primo posto utile
per accannare la macchina, e siamo per strada-
Piccola fila all'ingresso, ragione per un primo consulto, e prima
assunzione... speed base, unico modo per consumarlo, mangiar-
lo... la musica intanto ci pressava a che entrassimo al più pre-
sto, riusciamo ad entrare, già alla sottoscrizione visi che espri-
mevano la felicità di essere lì una tribù che balla, nell'ombe-
lico del mondo, tanti bei giovanotti, scusate l'allusione la
cava sembrava tornata in piena attività, si triturava di tutto là
sotto, la cosa strana è che ho visto poche macerie!
Ancora visi conosciuti e felici, un'altra pasta, poi basta xchè non
bisogna mai esagerare mi diceva la nonna... si comincia a balla-
re veramente, ma ci si sposta in continuazione... incontro
Kristiano, mi trasmette una frega di energia, mi spiega come è
andata la ricerca della location, ed io ancora sono qui a ringra-
ziarlo della bella idea
Rent, Babylonbitch, Headcleaner, M.ino, Retto, G.na, ecc, ecc.
incontri inevitabili, emozioni sempre nuove... si balla, tanto e
con molto piacere... Buskills perso, attratto e catturato da chi in
quel momento era occupato a fomentare una cifra di perso-
ne si arriva alla mattina, piccolo sonnellino là dove non arri-
vava il sole, e di nuovo sotto, anche se ancora per poco... risve-
glio eccitante, la musica ancora pompava... la gente ancora ci
stava, dentro... la grotta, bella scoperta, anche bel sound lì den-
tro!!!!!!!
Ci ritroviamo, quelli che eravamo venuti, ah, dimenticavo, con
noi c'era anche un neofita, non c'è bisogno di dire che è rima-
sto positivissimamente impressionato... ancora con noi nei pros-
simi appuntamenti, credo... purtroppo arriva anche il momento
del ritorno a Roma, ci tocca...
Dopo il Kernel pride, un'altra forte emozione-
Bella a tutto il Kernel Panie
Bella a tutti quelli che erano lì
Bella a tutti quelli che conosco
Bella a tutti quelli che ho conosciuto
Bella a tutti quelli che conoscerò,
la prossima volta
vix, non ti crucciare, risuccederà
byez
gntz
" Dal newsgroup di Ordanomade > Kernel Panik party > Tivoli
£ (RM) 22/07/2000
£
I Subject: Cronaca di un ritorno
. c Date: Tue, 25 Jul 2000 01:22:48 +0200
I Organization:
* Newsgroups: taz.ordanomade
c
8
8
| Se hai diciottenni, pochi soldi in tasca, un fuoristrada sfasciato
€ sempre sul punto di aprirsi come un carciofo e serve un posto
® tranquillo in cui divertirsi con una fanciulla, a Marcellina c'è
§ tutto quello che serve. Conoscevo già il posto, metro a metro,
g Da una parte è stato un po' castrante. Nessun gusto a vagare,
^ ad esplorare i recessi. Dall'altra è stata una grandissima presa
bene: ballare, stare in pace ed armonia, ricordare belle espe-
rienze. Tutto, tutto insieme. È stata una cosa molto magica,
una forma di empatia con il posto, una sovrapposizione fra
presente e passato, fra reale, sogno ed illusione. Bellissima
sensazione.
In questo stato trasognante, complici droghe tanto buone quan-
to tranquille, ho passato una nottata felice con qualche rara
puntata sotto cassa ed il resto del tempo trascorso a vagolare
di cantone in cantone. In questo errabondo meditare, ho incon-
trato parecchie belle persone, ho ben diviso attimi, ho vissuto
momenti intensi. Sono soddisfatto. Certo è stato un viaggio
molto mio e per questo diffìcile da raccontare. Difficile descrive-
re l'effetto su di me, nelle mie condizioni, del ritrovare una per-
sona cara, insieme a far politica per anni, alla sua prima pastic-
ca. L'alternarsi in lei di momenti di paura per quello stato nuovo
e tanto diverso dall'ordinario, sorpresa per l'intensità dell'espe-
rienza, attimi di genuino abbandono a quel turbine di sensazio-
ni. Complicato spiegare a parole cosa si possa provare nell'alza-
re gli occhi, ballando, sul cielo stellato, nel puntare una stella, il
senso di genuina meraviglia molto fanciullesca nello scorgere gli
astri che girano in cerchio nel cielo al volgere delle ore. Succede
ogni notte, ogni notte sempre uguale. Però, per una volta, è
stato speciale; ritrovare lo stupore del bambino che guarda le
meraviglie della natura con l'occhio del semplice. Impossibile
ridurre a parola scritta l'incredibile conversazione con un vecchio
amico, fuori d'acido quanto io di pasticche, nella sua incredibile
mescolanza di realtà e di gioco, di finzione e di illusione.
Momenti in cui le parole prendono un senso diverso dal loro
significato, attimi in cui la comunicazione prescinde dal contenu-
to. Piani paralleli che si intersecano. Questa volta le emozioni
prevalgono sui fatti, come è giusto che sia o possa essere ad
una festa. Diceva Leary che quello che noi chiamiamo realtà è
solo illusione. In fondo aveva ragione. A piccole dosi.
Di questa avventura mi restano tante cose. Alcuni ricordi, molte
sensazioni, un po' di pensieri disordinati emersi alla rinfusa.
Spunti di riflessione. Di certo, finché possibile, preferisco ballare
all'aperto piuttosto che
asserragliato in qualche anonimo rudere postindustriale.
È stata un bella festa. Un modo intonato di finire una stagione.
bella a tutti, soprattutto a chi si è sbattuto per rendere tutto ciò
possibile.
Aioe
PS. L'ho scritto di getto tornando da una riunione. Rileggendo,
sembra abbastanza ermetico. Però forse per una volta può
andare anche così.
Dal newsgroup di Ordanomade > Milano 22/07/2000
Subject: Re: Milano?
Date: Mon, 24 Jul 2000 19:05:12 -0700
Organization:
Newsgroups: taz.ordanomade
References: 1
allora a questa festa di Milano ci sei venuto poi?
In ogni caso è stata una bella festa, pochi kw di sound, ma
spesi bene, un susseguirsi di dj ai piatti e alle macchine c'han-
no fatto ballare bene e sciallare tutta la notte, fino al primo
pomeriggio, atmosfera piacevole, ambiente familiare, vibra posi-
tiva che partiva dai quirex e si propagava tra chi ballava e chi si
rilassava nel prato intorno, comunque non una massa di perso-
ne, d'altronde l'info era anche poco diffusa,
quirex-pensiero espresso: spazio per tutti, spazio per chi
volesse dare spazio alla propria musica, senza scazzi... ovvia-
mente non ore di performance (come il dj di oxide di pistoia),
ma tempo sufficiente per divertirsi ed apprezzare (0 disprezza-
re/odiare), bravi comunque i quirex e anche gli altri, suoni spe-
rimentali e vari, in varie direzioni non scontate, e che comun-
que danno l'idea che qualcosa di nuovo in giro c'è.
Immancabili anche i momenti di gloria per la cassa dritta che
non può mancare (soliti nomi che non cito!!, però aggiungo un
tale che ha fatto un bel live set prima della betti). Incredibile
lo svalvolamento al quale c'ha sottoposto ad un certo punto il
padrone di casa, che ad un certo punto m'ha preso il cervello
con una centrifuga musicale e mi ha portato vicino alla paz-
zia;),., una botta decisamente interessante.
droghe varie anche se mediamente non eccezionali, pochi
(quasi nessuno?) zombies. prato pulito in poco tempo dai rifiuti
(s'è visto incredibilmente anche stek con un sacco in mano,
pare l'avesse comperato già pieno) durante la giornata una
spruzzatina di pioggia per la gioia della fuorezza e anche
monocarabbiniere che s'è presentato in divisa da solo, e ha
proposto di finire a mezzogiorno... non so poi come sia andata,
io ho mollato verso l'ima.
credo di averli capiti solamente ora questi quirex, e con loro un
po' tutte le discussioni di questi ultimi mesi delle quali ho letto
anche da queste parti... son sicuro che nel futuro, magari con
una decina di kw in più, ce la passeremo molto bene...
bbella a tutti e ci vediamo in giro per l'europa. ..
Fra'
ps menzione di merito a chi ha organizzato la performance delle
zanzare, è riuscito a far convergere a castellazzo di bollate (que-
sto il posto) circa dieci miliardi di zanzare, nonostante il doppio
strato di off e autan, riuscivano a infilarsi dovunque... se non
stavi attento te le tiravi su dal naso mentre spippavi o le rollavi
insieme al tabacco, decisamente incredibile, probabilmente la più
importante convention di zanzare alla quale sia stato invitato.
Dal newsgroup di Ordanomade > Kernel Panik party > Roma
05/08/2000
Subject: Kernel report (party da panik)
Date: Sun, 6 Aug 2000 21:19:05 +0200
Organization:
Newsgroups: taz.ordanomade
arriviamo all'una passata nel già conosciutissimo posto e trovia-
mo il capannone giusto alle tre (noi rimasti sotto 0 kk sempre
imboskato alla grande?), atmosfera very illegal, musica ke spak-
ka di brutto per tutta la notte e la mattina, in particolare mi è
rimasto in testa quel pezzo col campione che girava su stesso e
la cassa distorta che partiva impareggiabile/ineluttabile, bell'ak-
kitto, finalmente belle luci (ma quelle di febbraio erano proprio
più... più), e bello anche il dance floor seminterrato (seguendo il
corridoio all'entrata si arrivava proprio dietro le casse e tutto
dall'altra parte del capanno, la musika potente uguale e la tran-
quillità liquida di un pavimento che mi era sembrato d'acqua)
ho notato molti zombie e scene di distruzione e mi sembra che
ultimamente molti più di prima amino arrivare arrivati alla matti-
na... o sbaglio?? non so molto delle sostanze che circolavano
visto che mi ero portato dietro un superhoffmann e ho compra-
to al party solo due star trek (da paura proprio)... in definitiva
bella festa con un'atmosfera molto hard-delinquenziale... che
non sta male ogni tanto... e poi è solo la mia impressione con-
sigliata forse dal saggio hoffmann... da oggi all'inverno niente +
party per me...
bella a tutti
good vybez
good byez
Dal newsgroup di Ordanomade > Qirex party > Monza (MI)
09/09/2000
Subject:QIREXDISTRIBUTIONATMONZAFREETEKNOGRANPRIXAN-
NUALMEGAILLEGALEVENTECHIPIUNEABBIAPIUNEMETTA
Date: Mon, 11 Sep 2000 18:14:06 GMT
Organization:
Newsgroups: taz. ordanomade
mi associo alle svariate voci che si sono abbattute sul ng (e non
solo) per raccontare il party di sabato a monza...
veramente grandi i qirex, che mentre circolavano voci disfattista
sull'impossibilità di accedere ai prati del parco a causa dei vari
tipi di guardie che bloccavano tutti gli accessi (c'erano tutti:
carabinieri, vigili urbani, pneumopolizia, pompieri, polizia, guardia
forestale, guardie private, nuclei di sicurezza nazionale comunione e
liberazione - i famosi NU.DI.SI.NA.CO.LI, e, per finire, stuoli di
utilissimi volontari tutori dell'ordine) con tranquillità entravano coi
furgoni, occupavano uno dei tanti bei prati, montavano rimpianto,
il bar, ecc. e cominciavano a suonare (io a quell'ora non c'ero ma
mi è stato detto che ale ha cominciato con un po' di d'n'bass
molto bella) grandi perché come è stato già detto a milano triste-
mente non c'è più nessuno che abbia voglia di organizzare qualco-
sa che abbia un senso, e questa festa un senso l'ha avuto: la
gente era tutta contenta, si è divertita, ha ballato, in molti hanno
suonato, la musica è sempre stata di buona qualità, l'impianto
Qirex sembra sempre piccolo ma alla fine ogni volta da soddisfa-
zione, almeno per me è stato così, e anche per gli alti, direi, visto
che di gente che ha ballato fino alla fine ce n'era, all'inizio la sen-
sazione che ho avuto, arrivando nel parco e anche prima, in città,
era di totale anarchia: ognuno faceva quel cazzo che gli pareva, e
veniva fuori, evidente, la vera natura della gente: centinaia di auto
in coda che suonavano il clacson ininterrottamente per divertimen-
to; gruppi di tifosi tutti vestiti uguali, maglia rossa e pantaloni
generalmente chiari, che, in fila per due, non sapevano dove anda-
re eppure camminavano instancabili; gruppi di gente con falò
enormi in ogni angolo, botti di sangria, motorini che sfrecciavano
ovunque... non ho visto il grosso della festa dei ferraristi, non me
ne fregava un cazzo, ma da laggiù veniva un casino piuttosto elo-
quente, ho capito subito che in un posto così nessuno avrebbe
avuto voglia di rompere le palle, non avrebbe avuto alcun senso,
e infatti... I flash blu che spesso passavano erano da ornamento
alla festa, era quasi piacevole vederli... le facce davanti alle casse
e tutf intomo e dietro alla console la gente presa benissimo hanno
dimostrato che avevamo bisogno di una bella festa
tnx qirex, alla prossima
Dal newsgroup di Ordanomade > C.S.O.A. Bulk Tekno Party >
Milano 07/10/2000
Subject: a quello che si è fottuto il mixer di Breda
Date: Wed, 11 Oct 2000 11:45:51 GMT
Organization:
Newsgroups: taz.ordanomade
sabato notte, nel corso del primo tekno party della stagione dei
c.s. di milano, è successa una cosa allucinante: un pezzo di
merda si è fottuto il mixer durante il party davanti a tutti quelli
che ballavano... e ci è riuscito! deve averlo fatto talmente in
scioltezza che nessuno dei presenti si è domandato se fosse
qualcuno del bulk o no...
il mixer 4 canali apparteneva all'ex centro bredaoccupata ed era
in consolle al bulk, nel momento del furto sembravano saltati i
« coni dei sub e stava suonando un ragazzo che non entrava nel
w mixer in questione, c'è stato un istante di panico e poi la
£ domanda "dove cazzo è il mixer?"...
£ inutile dire che prima di pensare al furto io le ho pensate
. c tutte... mi sembrava surreale...
E
^ boicottaggio al bulk? 0 bastardaggine pura?
<u
c
2
(0
S se il pezzo di merda sta leggendo questo post: vaffanculo, per
E colpa tua abbiamo montato le makkine per poi non suonare.
§ grazie a te il party è finito troppo presto, grazie a te adesso
§ uno dei pochi posti a milano dove si riesce ancora a far qualco-
g sa è senza mixer, grazie a te milano sarà ancora più uno schifo.
4 rivaffanculo coglione.
=a.o.3.4°#
Parte terza
Every pitture tells a story
Monia Cappuccini
Ideazione, circolazione, scambio e consumo di TAZ, esercizi
psico-geografici di nomadismo urbano; un campo vasto, aperto e
indeterminato, non riconducibile a una delle sue singole compo-
nenti. Parliamo qui di estetica, rave, tecnologia e della loro inte-
razione, una reciprocità di relazioni che si insinua come pratica
sovversiva a partire dai comandi in photo-sho£jda cui prende
avvio Ja prima cellula preparatoria alla festa -/iflyer. Denotano
esteticamente un party e posso nò~essé re per q uésto equiparati
alle opere aperte prodotte dagli artisti con lo scopo di costituire
un ambiente, ma il loro esito scavalca l'aspetto formale per inne-
scare circuiti comunicativi e produttivi coinvolgenti, diretti a tra-
sformare i destinatari in attori. Circolano di mano in mano su
canali informali e azionano di conseguenza un tam tam rituale
grazie a cui gli sforzi e l'entusiasmo dei vari partecipanti posso-
no convogliare in incontro, concreta costruzione di ambienti
momentanei di vita e di qualità passionali superiori. Rispetto
all'iter comunicativo standard non c'è accrescimento né diminu-
zione di valori, ma semplicemente passaggio da una classe a
un'altra; situandosi al livello dei desideri, il transfert apre la pro-
spettiva della comunicazione visuale all'insegna della mobilità,
della dissolvenza e del cambiamento: opera d'arte > dispositivo
ibrido; somma di interessi > prodotto di più relazioni.
Every picture tells a story... del potere delle immagini siamo
tutti testimoni ma nessuno è giudice; ciò che fa notizia al gior-
no d'oggi, si sa, non è più storia. Quando le teorie di Me
Luhan annunciarono che il vero messaggio è il medium - cioè
il medium non fa che comunicare se stesso -, il senso della
tecnica della Pop Art come semplice, istintiva e inconcludente
manipolazione della realtà aveva già allargato l'esperienza del
"fare" come valore artistico alla massa ma, di fronte al collas-
so definitivo di un'estetica verticale, le correnti utopistiche
andarono oltre. Nell'era post-fordista della produzione immate-
riale, la ricerca del valore artistico (se ancora di valore si può
parlare!!) doveva necessariamente porsi in antitesi alle leggi
del consumo, e se ci fu chi portò avanti l'assalto alla cultura
dominante dai reami della non-arte 1 , l'estetica come forma di
agitazione politica violenta si delineò pratica controculturale
concreta più o meno da quel momento in poi.
Urtando con le finalità di mercato nello stimolare anziché anni-
chilire l'esigenza estetica, anche l'idioma del visuale esprime la
sua straordinaria efficacia comunicativa attraverso un'Immagine
impiegata extra-arte nella formulazione di giudizi e valori, altri-
menti scoraggiati da forme di regolamentazione del profitto e
del controllo. La sua dimensione ha un profilo polifonico e dis-
solvente, lo spazio rave è invece squisitamente techno-riot e
illegali J^sintesi visuale si materializza nella WCMCà cofflft uh
^potentissimo cancerogeno, corrosivo e sovversivo dTnormaliz-
zazione e gusto. Dove il visivo accentra il suo potere sulla
linearità, il visuale HuTtua su di un piano semlòflcó&èFénitoria-
lizzato (Levy 1994) che allontana lo spazio del consenso peT"
popolare quello del conflitto; in questa diramazione il potere
dei media è minato da una tecnologia non più dominio di con-
trollo e regolazione sociale in mano a pochi gruppi economico-
politici, ma strumento di conoscenza critica e di appropriazione
culturale dai/per molti. Le tecniche attraverso cui da fruitore pas-
sivo il destinatario assume un ruolo di emittente e di interlocuto-
re attivo rimandano alle sperimentazioni comunicative del mon-
taggio, del patchwork, del vj/ing, del cut-up, del feed-back, del-
l'assemblaggio, ovvero sia a tutte quelle pratiche di detournment
relative a un uso emancipato e catartico della tecnologia che,
nella liquidazione dell'eredità culturale, permettono l'invenzione
di nuovi linguaggi.
D'altronde, è la repentinità stessa dei mutamenti nell'organizza-
zione delle forze di mercato a favorire il generare di forme di
dissenso e conflittualità sulle sue ceneri. Come gli spazi occu-
pati per la festa sono soprattutto quelli abbandonati dalla pro-
duzione industriale, così anche l'esercizio psico-geografico
visuale viaggia su materiale da riciclo, immagini già trattate con
mezzi tecnici moderni ma indossate in veste nuova per l'occa-
sione, accostate tra loro senza rapporto di dominio reciproco. I
flyer giocano con l'estetica e con i suoi codici, adottando un
linguaggio sintetico che affida al potere suggestivo delle icone
la trasmissione totale di informazioni. Quelli circolati nell'area
romana spiegano della violenza estetica dell'idioma: fumetti
(Ranxerox, Freak brothers, disegni di Bad Trip, generazione
manga), immagini sacre (Cristo e la Madonna), mistiche (divini-
tà indiane), "profane" (il comandante Marcos), tecnologiche
(robot cyberpunk), copertine di dischi (Prodigy) vengono
assemblate a simboli (tribali, spirali, formule chimiche, logos
vari) e a frammenti di testo subliminali (Kill your idols, disar-
maleautoritàarmaituoidesideri, ricordati che stai commettendo
un reato, no nazi no cops, Ready 4 the Phuture) creando
immersioni visive nuove, miscele di puro feticismo ove tra-
monta la figura ed emerge lo sfondo. Il linguaggio estetico si
affina avvicinandosi a un pensiero iconico capace di rendere
vivi i segni; ogni flyer assume così una propria personalità,
votati nell'insieme a interconnettere e mettere in interfaccia
tutti i dispositivi di creazione in corso per l'evento.
Every picture tells a story ^ ogni flyer racconta una storia, la loro
jsomma il percorso della cultura rave e dello spirito delle^pèrs'ò^
ne che l'hanno fatta crescere nella nostra città. Nello spazio del
ricordo i flyer rimangono gli unici superstiti visivi di atmosfere
jb vapori notturni, nello scorrere^le immagini evocano attitudini
diverse di identità mutanti nel tempo.. La prima generazjonejJj
^!25J?LI2^ a J^ Prf!?j.. a JinL , 2Pi ^L.^OI?., .LorQ. .flyer riye;
Ja una consapevolezza rilegai derivata dalle esperienze dei cen-
tri sociaFoccupati, accorpata però a un'esigenza stilistica e
^politjga^vincolata da implicazioni estetico-ideologiche di jiferi-
mentp: frammenti di immagini, simboli, parole e segni sono
selezionati e ricomposti in miscele espressive che recedono da
contenuti espliciti, favorendo l'edonismo della forma. Dal
Capodanno del '96 questa inflessione si fa più concreta: para-
dossalmente è proprio un rave chiamato Crossover a far da
ponte con l'era delle tribe e dei sound system, con una menta-
lità traveller underground molto più europea e nomade. L'arrivo
degli inglesi Spirai Tribe a Roma segna un passaggio cruciale:
si allentano i legami con la scena resident precedente, intorno
alle "discoteche mobili-itineranti", come scelta identitaria-aggre-
gativa-comunitaria, se ne inaugura una nuova. Gli Spirai si pre-
sentano con un techno-puppet in sneaker e laccioni come
logos, elaborato ibrido a metà tra Ufo del Millennio e soggetto
hip hop anni '80; le scelte estetiche mutuano riferimenti stilisti-
ci a 360 0 , rilevando corrispondenze controculturali notevoli.
Se è vero che il linguaggio è riflesso organico del pensiero, il
rumore del visuale rimanda invece a un'idea di comunicazione
trasversale in movimento, trasmissione di informazioni socializ-
zata, sistema di conoscenze attivo. Per muoversi bisogna però
non solo potere 0 sapere come muoversi, occorre anche avere
voglia di muoversi; nei rave dal visuale si accede allo spazio
dello spaesamento urbano e della deriva continua; il luogo è
segreto e gli iniziati vagano appresso a suggestioni dell'archi-
tettura e dei desideri. Simile ai giochi lettristi - come gli
appuntamenti possibili parigini -, la comunicazione visuale si
inserisce in un ciclo creativo che sposta l'accento da un work a
un progress fatto di situazioni costruite mano mano, passaggi
intermedi che preludono l'evento: al pari dei flyer, info-line e
meeting point mediano alla composizione integrale dell'ambien-
te, per poi sfociare in aggregazioni sociali trasversali. Dal tra-
monto all'alba è necessario stimolare a fondo il cervello per
condurre lo sguardo verso gli elementi appropriabili, quelli di
cui soddisfarsi nel doppio vincolo batesoniano di attrazione e
repulsione. Tra consumo immobile e prassi attiva decodificante
c'è bisogno di farsi vedere, "collocarsi nella posizione - nel
punto di vista - che sta totalmente dentro i flussi visuali e,
nello stesso tempo, totalmente al di fuori" (Canevacci 2001),
perché visuale non è il risultato di una condizione data ma di
un'esperienza in corso, ipotesi in divenire di mutamento agita
nello spazio tra il definito e il non descritto.
Nel desiderio di distruggere il peso di ciò che è stato, prende
forma così il bisogno di partecipare al presente e, "se non sei
cosciente di ciò, non venire!!" 2 .
1 Stewart Home spiega come negli anni Sessanta "Fluxus è l'esempio più noto e
più emblematico di questa tendenza. La mail-art (arte postale) potè svilupparsi
grazie al clima liberante creato dall'assalto dei fluxworkers alla cultura dominante"
(Home 1996).
2 Flyer lllegal Rave 31-10-95.
Cut, Copy, Paste. Psychografie di rivolta Ubidinale
1993/Y2K
a cura di Francesco @lter8 Macarone Palmieri
Flyers 1993-1994
"fetta. 1*^^.4-
'*^t^ *». .OffAri: ^.fri' y.V ./.V *»1 >fle r\ 6 Os
»t fi?D ..vft?£ .(v ^*<.r» C/tCv {\««<>S*7i*«J£ Cioè l'v*>a €
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CAPODANNO PIRATA
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(Consolle aperta)
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lentie hi
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Via Poituense 97 Ifcviji
(Poila Poitese)
INGRESSO A
SOTTOSCRIZIONE
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Dalla Cristoforo Colombo
prendere la Pontina e uscire
a Tor de Cenci Spinacelo
sud-continuare per Tor de
Cenci-Castel di Decima-
dopo circa 3 km imboccare
sulla sinistra Dia Giovanni
Terranova e seguire frecce
e lumini fino al posto
ANTI COP -RAVE_
ROMA 17 12-94 FORTE PRENESTINO VIA DELPHINO CENTOCELLE
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Mendicare la totale ■berta dolo
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sociale a cui non
appartengo Sento I bisogno di
creare qualcosa al alternativo
qualcosa che vada contro io
squalldo gioco economico
agonizzato da pochi o decapito
di tanti RAVE ILLEGALE pei me
rappresenta un nuovo mondo di
libera espressone, al al tuon al
qualsiasi schematizzazione, dove
ogni parte deia società può rmrs
e ccodrviaere votoli pencolasi per
I tanto tutelato ccotarmemoSto
parlando di votoci ai toerta.
uguauanza al reperto aeie
differenze
Un amo tema che nm sia a cuoie
è 1 concetto di •eoalia Se
legowà significa ovattare la lofio
politica istrtuzjonale destra sostra
io con un'azione ■egale rivendico
un tipo al postica pKjaornenie
sociale di azione dfcelta al al tuort
di stupidi giochi rappresentativi
Pc*xJcrnento*e è per me"
occupare •egarnenle zane
dismesse dove creare, v**
senza contrai da parte dì chi
vuole imporre comportaiTienfc che
non oonnegono I vertice de*j
struttura gerarchica In cui snmo
costretti a vivere Infine penso che
l'occupazione debba esse
temporanea perchè cosi 9 attua I
* mordi e fuggi ". la vtsMK>
mvisibflrtà. i luogo-non luogo
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ciò' che anima la nostra azione e' la voglia Ol
PROVOCARE CAMBIAMENTO, Ol CREARE VENTO
RIGENERANTE IN UN* ARIA ORAMAI STANTIA.
ANDARE OLTRE LA MUSICA EO IL DIVERTIMENTO *
PREMESSO CHE L ATTO LUDICO E PER NOI FONDAMENTALE
NELLA SUA IMPOSTAZIONE AL DI FUORI DI DINAMICHE
MERCIFlCATORIE - DIVIENE IL PERCORSO SPERIMENTALE IN
CUI INOLTRARSI PER DAR FORMA A MAGGIORI E PIÙ INL
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E' NELLA DIFFUSIONE 0| AUTOPRODUZIpNI O, IN OGNI CASO
♦ Ol MATERIALE CONTROCULTURALE .IN TuTTQ LO SPETTRO
DELLE SUE FORME A PARTIRE O AL MATERIALE CARTACEO
PER ARRIVARE A QUELLO MUSICALE PASSANDO PER
SOFTWARE DEL PIÙ* DISPARATO, CHE IMPOSTIAMO MOMENTI
DI CONFRONTO C Ol MUTAZIONE.
QUESTA E* LA STRADA CHE PERCORREREMO
• ATTRAVERSANDO SIA SITUAZIONI CHE VIVONO NELA SEMI-
LEGALITÀ' QUALI I CENTRI SOCIALI, SIA SITUAZIONI
TOTALMENTE ILLEGALI QUALI LE OCCUPAZIONI TEMPORANEE^
Ol AREE DISMESSE,
AL.L.A RICE RCA_ULUhLQ CGLUSIDN.E DI UNA
VACUITÀ* LATENTE.
t I c a u b u r I n u n o i 2 r
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1 5 09 95 Milano: Leo ne a vallo
1 B-09-95 Milano: Cascina Occupata Vaiano Vaile
23-09 95 Milano: Pergola illegai
30-09-95 Torino: Prinz Eugen C.so Principe Eugenio 26
07-T 0-95 Boloona: A.T.C- uscita tangenxlale zona Rovpr
1 *~ 1 0-95 FI reme: Via Luccese 131
81 -1 0-95 Napoli: Tienament via Arno 3
28-1 O 95 ierìno (AVI: Sonar
04-11-95 Ma poli: A fuck off big party!!!!!!!!!
The underground i§ rising
b
K R.P Vuole uscire dallo stato di minorità espressiva a cui la scena tedino e stata
costretta dalT approssimazione e dalla cultura dello sballo.
La scelta pratica che si impone partendo da tali presupposti, è una scelta di stile, di
metodo ,non di tendenza.
Ciò significa anche razionalizzare ! "espressione musicale svincolandola sia dal culto
per i grandi DJ, sia dall' ottusa palude della musica **Commercialoidc"\ per rateizzarla
nel campo della ricerca totale
Ciò significa inoltre
- Non riciclare i posti (perche parati o perchè belli) ma occupare nell'area urbana
strutture sempre diverse.
- Non divinizzare i DJ.
- Non divinizzare le droghe.
- Non accettare che il Rave Illegale divcno il passatempo di tutti t sabati Romani (lega
pochi Rave ma buoni).
- Non concepire la partecipazione al Rave come unione spirituale tra corpo -musica
droga ma come intervento ad un momento materiale di disordine urbano dove ci si
diverte fottendo l'industria istituzionale del divemmento
- Nessuno spazio ad alcun tipo "self-busincss~ (svolta economica) tutti i soldi vengono
impegnati nel budget dei progetti futuri
- Precedenza all'espressione artistica di chi ha deciso di fare musica e auto produrla
rispetto ai dischi di mercato
- Presa di posizione collettiva su temi connessi alla pratica del Rave illegale co ad
altre pranche sovversive
II ricavato del 4/1 I/*95 servirà ad evitare a quJcuo usa pesa detentiva
We hate prisons
info noe HARD RAPTUS
Sabato 20.00-24.00
Domenica 16.00-20.00
93.300 - 93.450 FM
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GHETTO YOUTH - ONE LOVE HI PAWA
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C.5.O.A. AURO E MARC O-TfSD.BB. 56 5
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RICICLAGGIO PSRCHS 4 CREDIAMO COJjg
CHE ABBIAMO g CHB POSSIAMO OTTE****
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INQUINAMENTO NON CURAN2A
NON CULTURA SUPER ALINENTA2I0NE
IFERCONSUMO
ELETTRI 2 2 ATI, SVEGLIATI,
GUARDA LONTANO, RISPETTA,
CONBATTI, MUOVITI VELOCE.
SXNTSTI22A GLI IMPULSI CELEBRALI!
ESTRAPOLANDO IL MEGLIO,
PERFE2I0NA LA TUA TECNICA,
VISUALI 2 2A I TUOI PENSIERI . .
SA
M«tf MUil *W ***** 5
SABATO 3 GIUGNO
H: 23:30 FINO ALL'ALBA
NO NAZIi!
irtiz. at pia ArmcA/PAKoituuiA ^orro lc mura aukcuatic
C VICHI A PIEDI *- «wr^rt* i*oaiZ*t i fiUlA***AJt
■ ACiD
TEKNO
TRANCE
ELEKTRO
- HARDCORE
INDUSTR1AL
EXPERIMENTAL
+
CHILL OUT
- AMBIENT
ILLE
GAL
TRAeecs-mossoosi
ATTENZIONE ATEE f
TRASMISSIONI
BEWARE THE ENGINES
Love - (26SP£c- - unjiT/
Flyers 1996
29 Giugno 1996
C.S.O.A. Valle Faul
(Viterbo)
start h. 22.00 open end
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lo piccolo spaccio) di qualsia*-.! droga esistente aul menato
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galere e per una svolta politico- sortale orlrntata alla sperimentazione su modello
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Data la natura nomade e sovversiva dei contenuti di questo libro, la loro geografia
bibliografica non può essere mappata quanto territorializzata in architetture edito-
riali altrettanto fluide.
L'autore desidera ringraziare Qirex Tekno Distribution per il supporto inerente alla
net-o-grafia, ricostruita a partire da un suo articolo sulla geografia della techno
underground in rete, di prossima pubblicazione per la Venerea Edizioni.
Collana Melusine
1 Massimo Dardi In nome della strada
2 Teresa Macrì Postculture
3 Francesco Alter 8 Macarone Palmieri Free party
4 Massimo Canevacci PJ
Biblioteca Meltemi
1 Edgar Morin I miei demoni
2 Victor Segalen Le isole dei senza memoria
3 Ernesto Sabato Lo scrittore e i suoi fantasmi
4 Arjun Appadurai Modernità in polvere
5 Homi K. Bhabha I luoghi della cultura
6 Immanuel Kant Bemerkungen. Note per un diario filosofico
7 Luigi Ghirri Infinito
8 Edgar Morin Luomo e la morte
Collana Babele
1 Mosè Ricci 100 occhi
2 Antonino Terranova Mostri metropolitani
3 Umberto Cao, Stefano Catucci (a cura) Spazi e maschere
4 Richard Ingersoll, Lorenzo Bellicini Periferia italiana
5 Fulvio Leoni U architettura della simultaneità
6 Paolo Desideri (a cura) ExCity
7 Rosario Pavia Babele
Collana Gli Argonauti
1 Luigi M. Lombardi Satriani La stanza degli specchi
2 Marino Niola Sui palchi delle stelle
3 L. M. Lombardi Satriani, M. Boggio, F. Mele // volto dell'altro
4 Macrina M. Maffei Capelli di serpe
5 Vincent Crapanzano Tubami
6 Matilde Callari Galli Lo spazio dell'incontro
7 Laura Faranda Dimore del corpo
8 Paola de Sanctis Ricciardone Nemià immaginari
9 Mariella Pandolfi (a cura) Perché il corpo
10 Gianfranca Ranisio Venire al mondo
1 1 Luigi M. Lombardi Satriani Nel labirinto
12 Franca Romano Laura Malipiero, strega
13 Fiorella Giacalone // corpo e la roccia
14 Armando Catemario Amore, norme, vita
15 M. Boggio, G. Bucare, L.M. Lombardi Satriani Come una ladra a
lampo
16 Domenico Scafoglio Racconti erotici italiani
17 Manuela Tartari (a cura) La terra e il fuoco
18 Elisa Manna, Rosario Sapienza (a cura) Secondo me la mafia...
19 Goffredo Plastino Mappa delle voci
20 James Clifford, George E. Marcus (a cura) Scrivere le culture
21 A. Arino, L. M. Lombardi Satriani (a cura) L'utopia di Dioniso
22 Ugo Fabietti Etnografia della frontiera
23 Paola de Sanctis Ricciardone (a cura) // potere del debole
24 Franca Romano Madonne che piangono
25 Gualtiero Harrison, Matilde Callari Galli Né leggere né scrivere
26 Alberto M. Cirese Dislivelli di cultura e altri discorsi inattuali
21 Thomas Belmonte La fontana rotta
28 Marino Niola // corpo mirabile
29 Amir Zuccaia (a cura) Cultura del gesto e cultura della parola
30 Franco Castelli, Piercarlo Grimaldi (a cura) Maschere e corpi
3 1 Luca Giuliano / padroni della menzogna
32 Gino Bottiglioni Leggende e tradizioni di Sardegna
33 A. Gnisci, F. Sinopoli Manuale storico di letteratura comparata
34 Nicole Loraux Nati dalla terra
35 Mariella Combi // grido e la carezza
36 Armando Gnisci Creoli meticci migranti clandestini e ribelli
37 Laura Bonato Trapianto sesso angosce
38 Nadia Crotti Cancro: percorsi di cura
39 Édouard Glissant Poetica del diverso
40 I. Brugo, G. Ferraro, C. Schiavon, M. Tartari Al sangue o ben cotto
41 G. E. Marcus, M. M. J. Fischer Antropologia come critica culturale
42 Nicolò Pasero Marx per letterati. Sconvenienti proposte
43 Sonia Barillari (a cura) Immagini dell 'Aldilà
44 Filippo Bettini, Armando Gnisci // cammino di Santiago
45 Karl Marx, Friedrich Engels Manifesto del Partito Comunista
46 Nicolò Pasero e Alessandro Tinterri (a cura) La piazza del popolo
47 G. P Caprettini ed altri Dizionario della fiaba
48 Gian Luigi Bravo (a cura) Fantasie in gesso e stanze contadine
49 Jean Cuisenier Manuale di tradizioni popolari
50 Luigi M. Lombardi Satriani (a cura) La sacra Città
51 Ave Appiano Estetica del rottame
52 Alberto Sobrero L 'antropologia dopo l'antropologia
53 Ugo Fabietti, Vincenzo Matera Memorie e identità
54 VitoTeti II colore del cibo
55 Mariella Combi Corpo e tecnologie
56 Piercarlo Grimaldi (a cura) // corpo e la festa
57 Ignazio Buttitta Le fiamme dei santi
58 Luigi M. Lombardi Satriani De sanguine
59 Robert Borofsky (a cura) L antropologia culturale oggi
60 Fabio de Nardis Sport e vita buona
61 M. Berrà, E. Jona, F Rol Sono arrivato e la figura c'era di me
62 Alessandro Duranti Antropologia del linguaggio
63 Luigi M. Lombardi Satriani Madonne, pellegrini e santi
64 Sonia M. Barillari ( a cura) Motti, arguzie, facezie...
65 Luigi M. Lombardi Satriani (a cura) Santità e tradizione
66 Ave Appiano Bello da mangiare
67 Mariella Pandolfi Poteri mobili
68 Flavia Ravazzoli Segni d'amore
69 Massimo Angelini, Manuela Trinci (a cura) Le voglie
70 Giampaolo Caprettini (a cura) Dizionario della fiaba italiana
71 Gian Luigi Bravo Italiani. Racconto etnografico
72 Guido Ferraro II linguaggio del mito
73 Franca Romano I folli
74 Renato Rosaldo Cultura e verità
75 James Clifford, George E. Marcus (a cura) Scrivere le culture
76 Marc Abélès Politica, gioco di spazi
11 M. Aime, S. Allovio, P. P. Viazzo Sapersi muovere
78 Ignazio Buttitta La memoria lunga
78 Marc Augé // dio oggetto
78 Giuseppe Bussi Nessuno leggerà queste parole
Collana Mutazioni
1 Giuseppe O. Longo Homo technologicus
2 Enzo Scandurra Gli storni e l'urbanista
3 Franco Crespi, Serge Moscoviti (a cura) Solidarietà in questione
4 Talcott Parsons Per un profilo del sistema sociale
5 Heinz von Foerster, Bernhard Pòrsken La verità è l'invenzione di un
bugiardo
6 Massimo Rosati, Ambrogio Santambrogio (a cura) Durkheim
Collana Nautilus
1 Alberto Abruzzese L'intelligenza del mondo
2 Harold A. Innis Impero e comunicazioni
3 Stefano Balassone Come cavarsela in TV
4 Massimo Canevacci Antropologia della comunicazione visuale
5 Francesco D'Amato (a cura) Sound Tracks
6 Gabriella Ambrosio Siamo quel che diciamo
1 Franco Speroni La rovina in scena
Collana Poetiche
1 Ettore Finazzi Agro, Caterina Pincherle La cultura cannibale
2 Roberto Fernàndez Retamar Per una teoria della letteratura ispano-
americana
3 Filippo Bettini, Armando Gnisci Forse questo è il confine
4 Armando Gnisci Poetiche dei mondi
5 Franca Sinopoli // mito della letteratura europea
6 Ania Loomba Colonialismo / postcolonialismo
1 Ngugi wa Thiong'o Spostare il centro del mondo
8 Rosalba Campra America Latina: l'identità e la maschera
9 Bruno Traversetti Cronistoria del romanzo occidentale
10 Armando Gnisci Una storia diversa
1 1 Lanfranco Binni Potere surrealista
12 Jean Bessière et alii (a cura) Storia delle poetiche occidentali
13 Francesco Muzzioli L alternativa letteraria
14 Armando Gnisci (a cura) Poetiche africane
1 5 Luciano Nanni // silenzio di Ermes
Collana Le Società
1 M. Morcellini, P. De Nardis (a cura) Società e industria culturale in Italia
2 Michele Colafato Emozioni e confini
3 Luciano Costa Informatica e post-industriale
4 Angela Cattaneo Sociologia del traffico
5 Sara Bentivegna La politica in rete
6 Mario Morcellini La TV fa bene ai bambini
7 Paolo De Nardis Sociologia del limite
8 Giovambattista Fatelli // desiderio della legge
9 Gianfranco Marrone Cera una volta il telefonino
10 Massimo Canevacci Culture extreme
1 1 Silvia Leonzi La salute tra norma e desiderio
12 Gino Frezza Fumetti, anime del visibile e desiderio
13 Umberto Cerroni Precocità e ritardo nell'identità italiana
14 Stefano Balassone La TV nel mercato globale
15 Mario Giacomarra Al di qua dei media
16 Alberto Marinelli, Giovambattista Fatelli (a cura) Tele-visioni
17 Isabella Pezzini Lo spot elettorale
18 Gian Paolo Caprettini Totem e tivù
Collana Segnature
1 Paolo Fabbri, Gianfranco Marrone (a cura) Semiotica in nuce I
2 Algirdas J. Greimas Semantica strutturale
3 Louis Marin Della rappresentazione
4 Paul Ricoeur, Algirdas J. Greimas Tra semiotica ed ermeneutica
5 Paolo Fabbri, Gianfranco Marrone (a cura) Semiotica in nuce II
6 Nunzio La Fauci Lucia, Marcovaldo e altri soggetti pericolosi
7 Frangoise Bastide, Una notte con Saturno
8 Alessandro Duranti (a cura), Culture e discorso
9 Isabella Pezzini (a cura), Trailer, spot, clip, siti, banner
10 Eric Landowski, Gianfranco Marrone (a cura), La società degli oggetti
Collana Semiosfera
1 Gian Paolo Caprettini Ordine e disordine
2 Gianfranco Marrone Estetica del telegiornale
3 Guido Ferraro (a cura) L! emporio dei segni
4 Ave Appiano Manuale di immagine
5 Vincenzo Vita L inganno multimediale
6 Centro Ricerche Semiotiche Torino (a cura) Leggere la comunicazione
7 Guido Ferraro La pubblicità nell'era di Internet
8 Eric Landowski La società riflessa
9 Aldo Nemesio (a cura) I! esperienza del testo
10 Klaus Bruhn Jensen Semiotica sociale dei media
1 1 Maria Pia Pozzato Scrivilo ancora, Sam
12 Paolo Fabbri Elogio di Babele
13 Augusto Ponzio, Susan Petrilli J7 sentire della comunicazione globale
Collana Sociologica
1 Salvador Giner Manuale di Sociologia
2 Maurizio Bonolis Struttura e mutamento della famiglia
3 Fabio Bacchini La mente esiste
4 Elisabetta Fernandez, Massimiliano Miggiani Arte sesso società
5 Edgar Morin Introduzione a una politica dell'uomo
6 Paolo De Nardis L'invidia
Collana Ricerche
1 Paolo de Nardis e Emiliano Bevilacqua (a cura) Le classi in una
società senza classi
2 Roberto G ritti Postcomunismo e media
3 T. Sebeock, A. Ponzio, S. Petrilli Semiotica dell'io
4 A. Cotugno e G. Di Cesare (a cura) Territorio Bateson
5 Maria de Fanis Geografie letterarie
6 E. Scandurra, C. Cellamare, P. Bottaro Labirinti della città
contemporanea
7 Tim Ingold Ecologia della cultura
8 Mila Busoni // valore delle spose
9 L. Iamurri, S. Spinazzè (a cura) L'arte delle donne nell'Italia del
Novecento
10 Arnaldo Nesti A cosa credono quelli che dicono di credere
1 1 Mario Morcellini La Tv fa bene ai bambini
12 Paolo De Nardis Sociologia del limite
13 Guido Ferraro La pubblicità nell'era di Internet
14 Carmela Pignato Totem rnana tabu
15 Gualtiero Harrison I fondamentiantropologià dei diritti umani
16 Umberto Dante L utopia del vero nelle arti visive
Stampato per conto della casa editrice Meltemi
nel mese di marzo 2002
presso Arti Grafiche La Moderna, Roma
Impaginazione: Studio Agostini
"We are ali on the same fuckin' dancefloor, mate". Siamo
tutti uguali sul dance floor, nelle nostre molteplici differenze.
Balliamo tutti lo stesso sound, scrive l'autore, esprimendolo
in serialità differenziate di geometrie frattali: idioma tra gli
idiomi, linguaggio tra i linguaggi, cultura tra le culture, il
movimento dei free party, vivendo di una cultura del
frammento attraverso il rimescolamento totale di tutto ciò
che è stato controcultura - dalla nascita delle culture
giovanili occidentali prepolitiche ai movimenti postpolitici
contemporanei - rappresenta, da un punto di vista
prettamente socio-antropologico, il chiaro avvento dell'età
postmoderna. Il fenomeno di massa technolibertario nega
ogni radice identitaria autorappresentandosi in configurazioni
caotiche, in un gioco di richiami controculturali che esprime
intrecci di un nomadismo psichico arrivato all'ultima fermata.
È l'abolizione della memoria e la negazione del futuro. È la
"technoanomia per delinquenza giovanile" che delimita l'area
di intervento del libro, introdotto da una riflessione sui rave
teorica, storica e cronologica. Una costellazione sensoriale,
frammentata e policroma, ricchissima di dati, reportages,
storie di vita, documenti raccolti dal 1985 a oggi su rave
illegali, Street parade, macchinazioni e teknival, sul territorio
romano/italiano con richiami europei. I testi raccolti in queste
pagine sono tratti da fonti documentaristiche quali mailing
list, newsgroup, website, flyer, fanzine, magazine, quotidiani,
e montati in un macro-cut-up cronologico. Il libro si chiude
con un'analisi della comunicazione visuale: "every picture
tells a story" ovvero ogni immagine racconta una storia.
Francesco @alter8 Macarone Palmieri è un animatore del
dibattito socioantropologico nazionale e internazionale su
tematiche controculturali contemporanee. Attivo nell'editoria
indipendente con la rivista-libro annuale «Torazine: Capsule
policrome di controcultura pop» e con le collaborazioni a
Venerea Edizioni, ha pubblicato interventi su numerose rivis
Progetto grafico di lohn
ISBN 88-8333-152-3
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Biblioteca Sale Borsa - Bologna
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